In particolare, nel comunicato conclusivo della riunione dell'Ecofin,
si legge che "le misure incluse nel bilancio '98 dovrebbero
consentire di raggiungere l'obiettivo di un disavanzo pari al
2,8%", dunque al di sotto del fatidico 3%, e che i ministri
dei 15 "accolgono con favore le riforme sostanziali avviate
o compiute su fiscalità e procedure di bilancio nonché
i completamenti della riforma del '95 del regime di previdenza
sociale".
Al governo italiano vengono rivolti tre auspici: attuare il
bilancio con vigore per riuscire a centrare nel 2000 il previsto
deficit dell'1,8%; ridurre i residui passivi per garantire la
stabilizzazione del bilancio, necessaria soprattutto vista la
mole del debito pubblico; vigilare sugli effetti della riforma
fiscale che potrebbe portare a breve ad una riduzione del gettito.
Le autorità italiane e la Commissione UE continueranno
a sorvegliare l'esecuzione del piano di convergenza ma ciò
avverrà ora nell'ambito della normale procedura multilaterale,
prevista dal Trattato di Maastricht, a cui sono soggetti tutti
i paesi che intendono aderire alla moneta unica.
E' un passo importante verso l'euro perché aggiunge
un ulteriore tassello verso il riconoscimento della sostenibilità
del risanamento italiano, dunque del fatto che è un risultato
che può essere mantenuto stabilmente nel futuro.
E proprio la sostenibilità è quanto sta più
a cuore a Ciampi che ha ricordato come i grandi progressi compiuti
dall'Italia sono dovuti all'affermarsi, nella politica e nella
società, della "cultura della stabilità",
della convinzione cioè che l'inflazione, così
come la spesa pubblica in rosso, mettono in pericolo il benessere
dell'Italia. Con l'inflazione sotto controllo è stato
infatti possibile ridurre i tassi di interesse ed innescare
un circolo virtuoso, di cui hanno beneficiato anche le imprese,
che ha permesso di contenere il rapporto deficit/Pil al di sotto
del 3%.