ROMA - Il rapporto debito-pil scendera' sotto
il 100% nel 2003, il che rappresenta ''un traguardo sotto il
profilo psicologico'': e' quanto ha sottolineato il ministro
del Tesoro, Ciampi, parlando a Montecitorio di fronte alle commissioni
Bilancio di Camera e Senato sul Dpef. Ciampi ha ammesso che
questo ''e' l'unico punto di attacco da parte di alcuni nostri
amici europei, giustamente molto attenti ad entrare in un euro
stabile''. Ed ha chiarito che ogni anno il debito subira' una
riduzione di ''almeno 3 punti percentuali'', ottenuti dalla
differenza tra il tasso di crescita e il rapporto disavanzo-pil
e i proventi delle privatizzazioni, stimati in 15 mila miliardi
annui. Ciampi ha inoltre precisato che se la manovra del '99
avra' effetto strutturale, le manovre degli anni seguenti potranno
attestarsi a 4 e 2 mila miliardi.
Ciampi ha poi spiegato che in cinque anni l'Italia
risparmiera' 50 mila miliardi di minore spesa per interessi
sul debito. Nel '96 - ha detto il ministro - la spesa per interessi
e' stata di 202 mila mld, nel '97 di 185 mila e nel 2001 sara'
di 152 mila miliardi. Ci troveremo un debito che in valore assoluto
e' ancora in aumento con una spesa per interessi minore di circa
50 mila miliardi. Questo - ha sottolineato Ciampi - e' il premio
ottenuto dalla politica di risanamento''.
''Nel '92 e '93 - ha ricordato - l'onere per
interessi era al 12% contro il 6% di Germania e Francia. Man
mano che abbiamo acquistato credibilita' i tassi sono calati
e l'onere per interessi e' diminuito. Ma per immagazzinare tutto
il vantaggio dei tassi ci vogliono cinque anni. Ne abbiamo immagazzinato
una parte e continueremo ad immagazzinarne anche a tassi costanti.
Dal 9,5% di onere per interessi del '97, con
una stima prudente si scendera' al 2001 al 6,5%''.
Ciampi ha poi ribadito che questa riduzione
degli interessi sara' utilizzata per migliorare di fatto il
disavanzo complessivo, per una riduzione della pressione fiscale,
e per un andamento della spesa corrente che faccia aumentare
gli investimenti pubblici. La riduzione della pressione fiscale
tra il '97 e il 2001 sara' del 2%, ma ''il grosso'' e' l'1%
in meno tra '97 e '98 senza Eurotassa e altre 'una tantum'.