Il
Governo de L'Ulivo: L'INGRESSO IN EUROPA
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Fmi:
Italia sulla "soglia dell'Euro", risultati lodevoli
WASHINGTON - L'Italia
ha raggiunto nel corso dell'ultimo anno risultati ''lodevoli''
e si trova adesso ''insieme ai suoi partner dell'Ue sulla soglia
di un passaggio storico nel processo di integrazione economica
europea''.
Per varcare quella soglia il Fondo monetario internazionale,
nel rapporto dedicato all'Italia sollecita lo ''strappo'' finale.
Gli obiettivi raggiunti non devono indurre ad allentare la presa:
''occorrono politiche strutturali che producano la flessibilita'
richiesta per sostenere una crescita non inflazionistica nell'unione
monetaria''. I traguardi ''eccezionali'' conseguiti ''sia sul
fronte della stabilita' dei prezzi, sia su quello del risanamento
della finanza pubblica'' devono diventare un nuovo punto di
partenza per rafforzare la ripresa (il Pil secondo il Fmi crescera'
nel '98 del 2,3%, poco meno del 2,5% previsto dal Governo),
rilanciare l'occupazione, che si manterra' intorno al 12% e
consolidare i conti pubblici. Il deficit a fine '98, secondo
le stime del Fmi, che serviranno di base per l'Outlook che verra'
presentato ufficialmente a Washington a meta' aprile, risalira'
al 2,9%. Un decimo di punto in piu' rispetto alle attese del
ministro del Tesoro, Carlo Azeglio Ciampi, per l'effetto combinato
di una efficacia minore del previsto delle misure contenute
nella finanziaria e per una spesa per le pensioni superiore
al previsto.
Proprio sulle pensioni il Fmi esprime le maggiori riserve.
Meno dei due terzi delle nuove misure sulle pensioni - scrivono
gli economisti di Washington - sono di natura permanente ed
i risparmi di spesa, pur crescenti nel tempo, ammontano ''solo
allo 0,3% del Pil al 2007''.
Risparmi di spesa di questa entita' - si legge ancora nel documento
- ''sono insufficienti ad assicurare l'obiettivo del programma
di convergenza, cioe' che la spesa sociale in rapporto al Pil
si stabilizzi sui livelli medi del periodo 1996-97''.
Dopo i ''massimi sforzi'' del 1997 e' quindi essenziale non
perdere la rotta nel '98. Secondo il Fmi ''non c'e' praticamente
spazio per un allentamento se il deficit deve rimanere al di
sotto dei parametri di Maastricht'' e ogni ulteriore risorsa
che il ciclo espansivo potrebbe regalare ''dovrebbe essere usata
per ridurre il deficit''. Stretta ferrea e attenta vigilanza
quindi sull'andamento dei conti e progressiva riduzione dei
residui passivi. ''C'e' ancora lavoro da compiere - rileva il
Fmi - per posizionare la finanza pubblica su basi solide''.
Il piano di aggiustamento di medio periodo del Governo, che
prevede un rapporto deficit/Pil all'1,8% nel 2000 e', secondo
il Fmi ''modesto'' e ''uno sforzo piu' energico sarebbe desiderabile
per garantire una stabilizzazione automatica entro i limiti
del Patto di stabilita' e di crescita''.
Il rapporto del Fmi esprime valutazioni positive sulla riforma
fiscale (''semplificazione, riduzione dei costi amministrativi,
riduzione del gravame fiscale sul lavoro e prospettive di riduzione
della tassazione dei profitti di impresa nei prossimi anni'')
e sulla riforma Bassanini, provvedimenti che hanno avviato un
ridimensionamento del peso dello Stato. Per assicurarsi prestazioni
vincenti nell'unione monetaria, quindi, il Fmi suggerisce ''non
solo stabilita' macroeconomica, ma anche flessibilita' microeconomica'',
basata sul rafforzamento delle ''misure strutturali'' in settori
come ''il fisco, lo stato sociale e il il lavoro''.
Per sbloccare il mercato del lavoro e rilanciare le aree del
Meridione, che si allontanano sempre di piu' dai risultati conseguiti
da quelle del Nord, il Fmi spinge sulla liberalizzazione: suggerisce
''piu' accentuate deroghe dai minimi salariali previsti della
contrattazione nazionale per incoraggiare la mobilita' di capitale
verso le aree ad elevata disoccupazione e promuovere fenomeni
di emigrazione'' e accetta l'ipotesi delle ''35 ore'' solo se
questa ''rimane nella piena disponibilita' della libera contrattazione
fra le parti''.
Ultimo capitolo il settore bancario, il cui rilancio, secondo
gli economisti di Washington, si basa sul binomio ''privatizzazioni
e flessibilita' del lavoro''.
PER TUTTO L'ULIVO