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 Euro: 
                  la "lunga marcia" dell'Italia ROMA - Dalla sicurezza granitica che l'Italia non sarebbe mai riuscita a mettere ordine nei propri conti fino al riconoscimento del successo dello sforzo fatto. Spostando pero' lo scetticismo sul peso del debito e sulla sostenibilita' nel tempo del risanamento. Si snodano tra questi due momenti quasi tre anni di dubbi sulla capacita' italiana di rispettare i parametri fissati a Maastricht per partecipare alla moneta unica, letti attraverso le dichiarazioni, tutte piu' o meno subito smentite, fatte o fatte filtrare da esponenti dell'ala rigorista dell'establishment politico e monetario europeo. Un fuoco di sbarramento che potrebbe riaccendersi ancora, prima della decisione ufficiale che i capi di stato e di governo prenderanno nel weekend a cavallo del primo maggio. THEO WAIGEL, ministro delle finanze tedesco: ''nonostante 
                  sia un paese fondatore della Comunita' europea l'Italia non 
                  potra' aderire fin dall'inizio alla moneta unica''. JOSE' MARIA AZNAR, primo ministro spagnolo: ''Prodi 
                  voleva che Spagna e Italia marciassero mano nella mano verso 
                  Maastricht, io pero' non sono interessato a stare mano nella 
                  mano e gli ho detto che noi saremo pronti alla partenza''. FINANCIAL TIMES: ''ingresso ritardato per l'Italia, 
                  con un compromesso salvafaccia per far si' che gli italiani 
                  siano abbastanza a loro agio per dire che sono piu' o meno dentro''. EL PAIS: ''e' il momento della congiura contro Italia 
                  e Spagna, perche' sono falliti i tentativi di attacco frontale: 
                  quello del ministro delle finanze olandese Zalm, che ha proposto 
                  un'unione monetaria ridotta a pochi paesi; quello dei banchieri 
                  tedeschi che a Davos hanno fatto a pezzi il 'Club Med'; quello 
                  dell'ingresso ritardato di un anno proposto a Italia e Spagna 
                  attraverso le pagine del Financial Times''. FINANCIAL TIMES: ''il governo italiano ha messo a segno 
                  dall'inizio dell'anno una serie di incredibili e eccezionali 
                  successi economici, spianando la strada all'entrata del paese 
                  nella moneta unica fin dall'inizio''. GERRIT ZALM, ministro delle Finanze olandese: ''mi dimetto 
                  se l'Olanda da' il via libera all'ingresso dell'Italia nella 
                  moneta unica fin dall'inizio''. HANS TIETMEYER, presidente della Bundesbank: ''i paesi 
                  che hanno un debito pubblico superiore al pil sono compromessi, 
                  11 giocatori possono fare una buona squadra di calcio, ma in 
                  altre discipline ci sono squadre di successo piu' piccole''. 
                   JENS DALLMEYER, analista dell'Uficio studi della Deutsche 
                  Bank: ''La nostra valutazione continua ad essere che l'Italia 
                  ci sara'. Se si fosse voluto tenerla fuori le resistenze sarebbero 
                  state formulate ben prima. Gli ultimi contraddittori messaggi 
                  imbastititi dai media attorno all'Olanda e la Bundesbank non 
                  rappresentano alcun tentativo di escludere l'Italia''.  WAIGEL: ''la riduzione del deficit pubblico italiano 
                  e' stata grandiosa, ma adesso tutti, sia la Germania che l'Italia, 
                  devono dimostrarne la sostenibilita'''.  DE SILGUY, commissario europeo: ''Gli italiani hanno 
                  fatto sforzi considerevoli da qualche tempo a questa parte e 
                  soprattutto nel '97. Ma non sono in grado di dire chi sara' 
                  dentro o fuori dell'euro. Bisognera' vedere se gli sforzi compiuti 
                  sono sostenibili e durevoli nel tempo''.  RUDY DORNBUSCH, il guru del MIT: ''Con i suoi risultati 
                  l'Italia e' la prima della classe... e questo ha certamente 
                  sorpreso molti fra i critici del vostro paese''.  JOSE' ALZOLA, economista della Salomon Brothers: ''Il 
                  calo dei tassi di interesse, anche grazie all'ancoraggio dell'Italia 
                  ai livelli comuni dei paesi della prima tornata dell'Ume - ha 
                  poi aggiunto Alzola - dovrebbe comunque avere, come effetto 
                  di lungo termine, la riduzione del pagamento degli interessi 
                  sul debito, che e' una grande componente della spesa totale'' 
                   RICHARD WOODWORTH, analista specializzato sulle economie 
                  europee della Merrill Lynch: ''il livello del 2,7 per cento 
                  e' un buon numero, meglio di quanto ci si aspettasse l'anno 
                  scorso ed e' certamente un passo avanti significativo per la 
                  causa dell'Italia nell'ingresso della moneta unica europea'' ROBERTO PINZA, sottosegretario al tesoro: ''L'inflazione 
                  e' comunque molto bassa, inferiore al 2 per cento e quelli di 
                  febbraio sono dati che solo un anno fa sarebbero sembrati impensabili. 
                  Il Paese e' deinflazionato, ha un avanzo primario molto alto, 
                  i tassi d'interesse potranno ulteriormente ridursi nel '98, 
                  il costo delle materie prime non cresce e quindi non ho nessun 
                  timore inflazionistico, anche perche' l'analisi dettagliata 
                  dell'aumento dell'inflazione (l'1.8 % in febbraio) rivela un'alta 
                  incidenza di generi e servizi particolari, ed e' solo questione 
                  di decimali''   KLAUS-DIETER KUEHBACHER, membro del consiglio centrale 
                  della Bundesbank ''Del primo gruppo fara' parte anche l'Italia. 
                  Sara' quindi necessario che i tassi a breve attualmente praticati 
                  in Italia, Spagna, Portogallo e Irlanda, tutti superiori a quel 
                  livello, ''scendano drasticamente'' per evitare uno shock il 
                  primo gennaio '99, quando dovranno armonizzarsi in tutta l'Europa. 
                  Per l'Italia, in particolare, i tassi a tre mesi sono attualmente 
                  piu' di 2 punti percentuali piu' elevati di quelli tedeschi. 
                  Tassi al livello del 3% vengono attualmente praticati in Germania, 
                  Francia e Olanda e ''non si vede come questi paesi possano accettare 
                  di vederli salire''. Anzi, per quanto riguarda la Germania, 
                  ''esistono gia' ora le condizioni per una loro riduzione''. 
                  ''Il governo tedesco e' favorevole ad includere l'Italia sin 
                  dall'inizio nell'euro. Gli scettici, semmai, erano i banchieri 
                  che non si fidavano della capacita' di tenuta del governo. '' 
                   GERRIT ZALM, ministro olandese delle Finanze, finora 
                  irriducibile capofila degli ''italo-scettici'', rimasto isolato 
                  quando anche la Germania ha lasciato cadere il veto sull'Italia 
                  nella moneta unica: PHILIPPE MAYSTADT, ministro Belga, riferendosi alle 
                  voci circolate negli ambienti piu' intransigenti dell'Istituto 
                  monetario europeo (Ime), secondo cui i Paesi ad alto indebitamento 
                  come Italia e Belgio devono impegnarsi a ricondurre nell'arco 
                  di dieci anni il debito entro il valore di riferimento del 60% 
                  del Pil indicato dal trattato di Maastricht: DOMINIQUE STRAUSS-KAHN, ministro francese, sempre sui 
                  tempi del rientro del debito pubblico: ''Non si puo' imporre 
                  una scadenza temporale''  PADOA SCHIOPPA, presidente della Consob, ''La fase di 
                  ''indisciplina economica'' dell'italia e' sostanzialmente alle 
                  spalle e anche dopo l'esame di ammissione all'Euro il nostro 
                  paese continuera' ad essere ''uno studente diligente''. MASSIMO PONZELLIN, vicepresidente della Bei "La borsa 
                  italiana ha oggi una capitalizzazione pari al 21% del Pil contro 
                  il 130% di Londra. Occorrono incentivi alla quotazione e nuovi 
                  strumenti finanziari che amplino il novero delle azioni appetibili 
                  e liquide perche' i capitali stranieri vanno dove sono presenti 
                  mercati azionari adeguati''. GIULIANO AMATO, ex presidente dell'Antitrust ''l'Euro 
                  e la partecipazione dell'Italia hanno in se un cospicuo dividendo 
                  rappresentato dalla maggiore stabilita' finanziaria e monetaria. 
                  Questo e' un fatto positivo che contribuira' ad attrarre capitali 
                  stranieri, ma restano delle carenze sotto il profilo della ''leggibilita' 
                  e trasparenza dei bilanci societari. THEO WAIGEL - il responsabile delle Finanze di Bonn, 
                  ha chiesto ai partner Ue un ultimo sforzo, palesemente inteso 
                  a tranquillizzare l'elettorato tedesco, recalcitrante verso 
                  l'euro (soprattutto verso l'euro a undici, cioe' con l'Italia 
                  dentro) in vista del voto di settembre. CARLO AZEGLIO CIAMPI, rispondendo a Waigel: ''Noi il 
                  monitoraggio dei conti lo facciamo di continuo. JACQUES SANTER, presidente della Commissione europea. 
                  ''Non mi sembra che Waigel abbia chiesto condizioni supplementari. 
                  Vuole solo assicurare la sostenibilita' della convergenza''. 
                   YVES DE SILGUY comissario europeo, "Quello del debito 
                  pubblico non e' un criterio rigido per l'ammissione alla moneta 
                  unica ma solo ''un valore di riferimento. Non si puo' quindi 
                  sostenere che Italia e Belgio non rispettino i parametri di 
                  Maastricht per far parte sin dall'inizio dell'euro. Da nessuna 
                  parte nel Trattato di Maastricht sta scritto che il debito pubblico 
                  debba essere del 60% del prodotto interno lordo'', ma ''e' invece 
                  importante esser sicuri che esso diminuisca''. ''Sara' importante 
                  vedere in che misura (Italia e Belgio) continueranno ad avere 
                  degli avanzi nei bilanci correnti che permetteranno loro di 
                  diminuire il debito pubblico e di vedere in che misura i programmi 
                  di privatizzazione verranno attuati per accelerare tale diminuzione''. 
 
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