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 dell'Italia all'Euro Come hanno giocato e perchè Una battaglia 
                  con dodici protagonisti, che hanno spesso affilato le armi soprattutto 
                  a partire dal settembre 1996, quando Prodi incontra a Valencia 
                  Jose' Maria Aznar ed il capo del governo spagnolo dice chiaramente 
                  che Madrid non aiutera' l'Italia in una politica dilatoria nei 
                  confronti dell'Euro
                 
                 Pochi 
                  giorni dopo Prodi annuncia una finanziaria da 62.500 miliardi, 
                  e parte la vera rincorsa alla moneta unica.Ecco i 12 protagonisti, 
                  italiani e stranieri, dell'aggancio di Roma all'Euro. 1) 
                  PRODI, Romano. Presidente del consiglio italiano. Lo 
                  dice sin dall'inizio: se l'Italia non centra l'euro il Governo 
                  cade.Cosi' imprime una svolta decisiva all'economia italiana 
                  prima con una manovra da 62.500 miliardi e la cosidetta Eurotassa, 
                  poi evitando la "crisi piu' pazza del mondo", infine presenta 
                  i conti del risanamento e incassa la promozione di Bruxelles. 2) 
                  CIAMPI, Carlo Azeglio. Ministro del tesoro italiano. 
                  E' lui stesso a definirsi un ''eurofanatico'', perche' ha sperimentato 
                  con la guerra nel 1943 cosa significhi l'Europa divisa. E' soprattutto 
                  sulle sue spalle che si e' appoggiato il recupero italiano; 
                  la sua credibilita' ed il suo rigore sono stati tra le piu' 
                  forti credenziali giocate da Roma.  3) 
                  AZNAR, Jose' Maria. Primo ministro spagnolo. Incontra 
                  Prodi a Valencia il 17 settembre 1996, e, conoscendone la passione 
                  per il ciclismo, gli regala la maglietta di Miguel Indurain. 
                  Poco dopo, pero', gli comunica che la Spagna non aspettera' 
                  l'Italia, perche' i suoi conti sono in regola. ''Non sono interessato 
                  a stare mano nella mano - dice - noi saremo pronti alla partenza''. 4) 
                  CHIRAC, Jacques. Presidente della repubblica francese. 5) 
                  DE SILGUY, Yves Thibault. Commissario Ue per gli affarimonetari, 
                  arbitro della contesa tra l'Italia e gli scettici. Ha spronato 
                  Roma a fare di piu', esprimendo pero' sempre ottimismo sulla 
                  possibilita' di un Euro con undici partecipanti. Gia' un anno 
                  fa definisce ''da primato'' gli sforzi italiani, e quando qualcuno 
                  mette in discussione l'alto livello di debito pubblico, ricorda 
                  che quello che conta e' la sua ''evoluzione''. 6) 
                  FAZIO, Antonio. Governatore della Banca d'Italia. Qualcuno 
                  lo arruola nel partito degli 'euroscettici', ma dietro c'e' 
                  solo il realismo del banchiere centrale. Due mesi fa avverte 
                  che l'Euro sara' ''un purgatorio'', e attacca gli ''ottimisti 
                  di maniera''. La sua ''stella polare'' e' e rimane la lotta 
                  all'inflazione. 7) 
                  KOHL, Helmut. Cancelliere tedesco. Riunifica il paese 
                  dopo la caduta del muro di Berlino e vuole l'Euro, anche contro 
                  l'opinione pubblica tedesca riluttante a lasciare il solido 
                  marco. Sull'Italia parla poco; al recente vertice di Dublino 
                  invita pero' tutti, Germania compresa, ''a fare i compiti in 
                  casa senza parlare di quello che fanno gli altri''. 8) 
                  KOK, Wim. Primo ministro olandese. Per un certo periodo 
                  e' considerato il nemico numero uno dell'Italia. Smentisce sempre 
                  le interviste nelle quali dice di non volere l'Italia nell'Euro, 
                  conferma di ''non voler dare la caccia all'Italia'', ribadisce 
                  che ''non esiste un problema italiano''; da Roma gli credono, 
                  e l'olandese nel mirino finisce per essere Wim Duisenberg, che 
                  guida l'Ime e che pure esprime dubbi sull'Italia. 9) 
                  STRAUSS-KAHN Dominique. Ministro delle finanze francese. 10) 
                  TIETMEYER, Hans. Presidente della Bundesbank. Il piu' 
                  potente, il piu' temuto. E' lui, dicono, che nel 1992 arriva 
                  in Italia per dire che e' ora di svalutare la lira e uscire 
                  dallo Sme. Ancora il 17 gennaio scorso ammonisce che ''11 buoni 
                  giocatori possono fare una buona squadra di calcio, ma in altre 
                  discipline ci sono squadre di successo piu' piccole. Non ama 
                  l'euro, e l'ossessivo ripetere che tutti i criteri di Maastricht 
                  vanno rispettati e' un'arma brandita contro tutti coloro che 
                  minacciano l'amato marco. 11) 
                  WAIGEL, Theo. Ministro delle finanze tedesco. Anche 
                  lui inflessibile custode di Maastricht, nel '96 lascia capire 
                  che nell'Euro l'Italia non ci sara'. Poi scivola sulla 'buccia 
                  di banana' della richiesta, respinta, di rivalutare le riserve 
                  auree della Bundesbak e centrare cosi' il rapporto deficit Pil. 12) 
                  ZALM, Gerrit. Ministro delle Finanze olandese. Ad un 
                  giornale dice: ''se l'Italia entra nell'Euro mi dimetto'', poi 
                  anche lui smentisce. Sembra il ''duro'' per eccellenza, poi 
                  nell'ultimo Ecofin a Bruxelles si addolcisce in parte davanti 
                  ai conti presentati da Ciampi: con un gesto volutamente plateale 
                  gli stringe la mano in modo caloroso, poi pero' chiede di approvare 
                  il DPEF in Parlamento entro aprile. 
 
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