Il Governo de L'Ulivo: L'INGRESSO IN EUROPA

Euro: Abacus;
identikit di una moneta a "misura di italiano"

ROMA - Monumenti riconoscibili, familiari e senza tempo, basta che non evochino pericolose metafore di un'Italia vacillante come la Torre di Pisa; promossi artisti, scienziati o letterati (il profilo di Dante, l'autoritratto di Leonardo o Verdi, questo per il binomio musica-valori nazionali positivi).
Le opere d'arte (elitarie e sovrabbondanti) meglio se danno il senso della giustizia (David di Donatello), speranza nel futuro (Primavera o nascita di Venere del Botticelli) o centralita' dell'uomo (uomo inquadrato da figure geometriche di Leonardo).
Decisamente da bocciare paesaggi (''pochi valori, localistici e parziali'') e simboli (''legati alla municipalita' e magniloquenti'') o a fatti politici (Leone di San Marco).
Questo l'Euro ''modello'' che gli italiani vorrebbero tirare fuori di tasca al momento di pagare all'estero. Ogni singolo Paese membro dovra' imprimere su una faccia della nuova moneta un soggetto grafico che permette a ogni stato di esportare la propria identita' pur senza passare per il cambio. Ma come decidere cosa disegnare? Il ministero del Tesoro ha commissionato una ricerca all'Abacus i cui risultati sono stati resi noti oggi. L'indagine e' stata condotta in otto sessioni tra il 6 e l'11 novembre '97 a ciascuna delle quali hanno partecipato otto soggetti tra i 18 e i 65 anni (50% maschi e 50% femmine) scelti a Milano, Torino, Padova, Firenze, Roma, Napoli, Bari e Palermo. Unanime il consenso sul Colosseo.
L'anfiteatro capitolino - in base alla ricerca Abacus - rappresenta infatti l'antichita' romana considerata parte costitutiva, in quanto prima radice, della civilta' italiana.
Fontana di Trevi e Trinita' dei Monti, sempre a Roma, altri monumenti che gli italiani vorrebbero ''mettersi in tasca'' e far girare per l'Europa. Restando nel capitolo monumenti, l'occhio cade su Pisa ma si ferma rigorosamente sullo scorcio della facciata della cattedrale o del battistero; Firenze (Palazzo della Signoria, Campanile di Giotto, scorcio degli Uffizi, Ponte Vecchio); Siena (Piazza del Campo); Venezia (Ponte Rialto-veduta Canal Grande, S. Marco piace ma, al sud, evoca velleita' leghiste). Tra i personaggi illustri tutti hanno stampato nella memoria il celebre profilo di Dante o i capelli e barba fluenti di Leonardo. Giotto, Michelangelo e Raffaello non hanno superato l'esame: indiscutibili la loro grandezza e la loro capacita' di rappresentare il genio italico, ma sono poco presenti nella memoria visiva degli intervistati. Garibaldi ''e' poco spendibile all'estero'', simbolo di un nazionalismo poco indicato per l'entrata in Europa. Applausi per Verdi: coniuga la grandezza di una musica ancora viva, ascoltata in tutto il mondo, con valori nazionali positivi. Dito in giu' per Puccini, Marconi e Fermi, si conoscono ''solo di nome''. Il fronte opere d'arte bolla la Gioconda di ''sapore francese'' perche' al Louvre e premia simboli ''di casa''. Ecco l'uomo inquadrato da figure geometriche di Leonardo, il David di Donatello (''l'acerbita' delle sue forme adolescenziali - spiega la ricerca Abacus- rappresenta il nucleo di ogni nobile utopia, il prevalere della giustizia e dell'innocenza sulla forza), la Primavera o la nascita di Venere di Botticelli (''nell'eleganza classica delle forme e nel tripudio dei colori rappresentano la gioia e la speranza per il futuro''). A dar credito alle scelte degli italiani, sull'Euro da evitare assolutamente i simboli appartenenti a un'''iconografia retorica e magniloquente'' come l'Italia turrita, la Minerva, gli Elmi di Scipio, volti di donne o vessilli spiegati al vento. Poco significativo ''stucchevole e da bollettini meteorologici'' lo stivale (anche se qualcuno lo vorrebbe infilato nel Colosseo) e lo stesso vale per timoni, ancore, aratri o simboli del lavoro.
''Folcloristici'' Vesuvio o gondola, troppo american-style le caravelle di Colombo, ''municipali'' Lupa Capitolina, Giglio mediceo e Leone di San Marco (che risente anche dei venti contrari annessi a vicende politiche). Gli italiani dicono 'no' all'Euro ''ecologica'': difficile trovare piante made in Italy diverse da quelle dei Paesi Mediterranei.
Questa l'Euro secondo gli italiani pronunciatisi senza patriottismi. Palermo, Bari e Napoli hanno rinunciato alla ''candidatura''. Siamo con il centro-nord.



Il futuro ha radici antiche