Il Governo de L'Ulivo: L'INGRESSO IN EUROPA

Cosa è successo il 19 a Bruxelles
Le tappe

L'Ecofin ha promosso la Finanziaria '98: rispetta gli obiettivi previsti nel Piano di Convergenza fino al 2000 presentato dal governo Prodi nel luglio scorso.

In particolare, nel comunicato conclusivo della riunione dell'Ecofin, si legge che "le misure incluse nel bilancio '98 dovrebbero consentire di raggiungere l'obiettivo di un disavanzo pari al 2,8%", dunque al di sotto del fatidico 3%, e che i ministri dei 15 "accolgono con favore le riforme sostanziali avviate o compiute su fiscalità e procedure di bilancio nonché i completamenti della riforma del '95 del regime di previdenza sociale".

Al governo italiano vengono rivolti tre auspici: attuare il bilancio con vigore per riuscire a centrare nel 2000 il previsto deficit dell'1,8%; ridurre i residui passivi per garantire la stabilizzazione del bilancio, necessaria soprattutto vista la mole del debito pubblico; vigilare sugli effetti della riforma fiscale che potrebbe portare a breve ad una riduzione del gettito.

Le autorità italiane e la Commissione UE continueranno a sorvegliare l'esecuzione del piano di convergenza ma ciò avverrà ora nell'ambito della normale procedura multilaterale, prevista dal Trattato di Maastricht, a cui sono soggetti tutti i paesi che intendono aderire alla moneta unica.

E' un passo importante verso l'euro perché aggiunge un ulteriore tassello verso il riconoscimento della sostenibilità del risanamento italiano, dunque del fatto che è un risultato che può essere mantenuto stabilmente nel futuro.

E proprio la sostenibilità è quanto sta più a cuore a Ciampi che ha ricordato come i grandi progressi compiuti dall'Italia sono dovuti all'affermarsi, nella politica e nella società, della "cultura della stabilità", della convinzione cioè che l'inflazione, così come la spesa pubblica in rosso, mettono in pericolo il benessere dell'Italia. Con l'inflazione sotto controllo è stato infatti possibile ridurre i tassi di interesse ed innescare un circolo virtuoso, di cui hanno beneficiato anche le imprese, che ha permesso di contenere il rapporto deficit/Pil al di sotto del 3%.



Il futuro ha radici antiche