Intervista di Arturo Parisi a la Repubblica
30 Settembre 1999

Ulivo, l'Asinello rilancia

"Gruppi unici alle Camere, primarie per il leader"
Parisi: "Con le sue sortite
Di Pietro ci permette di costringere gli altri a muoversi"

di ANTONELLO CAPORALE

ROMA - Gruppo unico dell'Ulivo, primarie per selezionare i candidati alle regionali del 2000, e - figurarsi - primarie anche per decidere il leader della coalizione nell'anno successivo. Massimo D'Alema deve accettare "le faticose regole della democrazia" e offrire disponibilità anche se - ipotesi sciagurata - dovesse essere l'unico candidato. Arturo Parisi trova nell'America, la terra oramai d'elezione dei diessini, documentazione appropriata per sostenere questa necessità: "Negli Usa le primarie si fannno anche nei cosiddetti collegi incontestati. Si misura il gradimento, solo quello".
L'Asinello ha la memoria lunga. E punge, tira la corda, a volte la strappa. Parisi riepiloga: "A confronto con quel che ci hanno fatto a noi, quello strappone (la caduta del governo Prodi) di cui celebreremo tra poco l'anniversario, i nostri sono colpettini, strappetti. E' l'unico modo per tentare di mettere il treno sui binari, dopo il deragliamento dell' anno scorso. Noi facciamo, loro s'arrabbiano ma poi capiscono e ci seguono. Prima i referendum, poi il simbolo unico, la lista unica...".
I democratici hanno in animo di far soffrire ancora D'Alema, di rendere la vita difficile a Veltroni e magro il bottino dei Ds. Congegnano perciò granate e le posano sotto i piedi dell'alleato. L'ultima, quella di Antonio Di Pietro su Tangentopoli. Hanno capito che si poteva lasciar tremare il Bottegone ma tenere avanzata la posizione sul tema della corruzione. L'ex pm ha concertato e preventivamente informato. Parisi sapeva e dunque, cosa volete che risponda? "Di Pietro è, sì, una saponetta che ci permette di essere più mobili". E non vi fa scivolare? "Ma che dice, ci permette invece di costringere gli altri a muoversi. Con la riproposizione della commissione d'inchiesta abbiamo detto al Polo: bene, vediamo le carte. Per scoprire il bluff bisogna andare avanti. Può andar bene tutto, anche i saggi proposti da Veltroni, a patto però che il lavoro sia fatto come si deve, perché - in questo caso - i panni sporchi non si lavano in famiglia".
Di Pietro ha di che essere orgoglioso, e infatti espone ancora una volta le sue condizioni: saggi sì, ma non una cosa "per laureandi". Non si devono fabbricare tesi buone all'università, ma conoscenze approfondite, finalmente certe.
Ecco, il binario dei Democratici conduce i Ds a qualche sofferenza. C'è chi giudica, in groppa all'Asinello, che si sta esagerando. È il caso di Enzo Bianco, voglioso di un rapporto più fecondo con D'Alema. Anche Rutelli, che oggi riunisce sindaci e amministratori locali a Roma in nome del centrosinistra senza trattino, teme che le scorribande dipietresche facciano danni ingenti. Ma la linea vincente è un'altra e dunque si va avanti così. Oggi è tempo per una seconda richiesta impossibile: "Gruppo parlamentare dell'Ulivo". Forse Veltroni dirà di sì, ma - secondo le regole - dal Ppi qualcuno dirà di no. A Rimini qualcosa può cambiare, e se va come ha scommesso Parisi, sarà eletta una dirigenza popolare disponibile a farsi "contaminare", persuasa che per le regionali è meglio mettere il Centro, tutto, sotto il simbolo della Margherita. E a marzo, misurate le forze, si lotta tutti insieme contro la sinistra.



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