Ulivo, l'Asinello rilancia
"Gruppi unici alle Camere, primarie per il leader"
Parisi: "Con le sue sortite
Di Pietro ci permette di costringere gli altri a muoversi"
di ANTONELLO CAPORALE
ROMA - Gruppo unico dell'Ulivo, primarie per selezionare
i candidati alle regionali del 2000, e - figurarsi - primarie anche
per decidere il leader della coalizione nell'anno successivo. Massimo
D'Alema deve accettare "le faticose regole della democrazia" e offrire
disponibilità anche se - ipotesi sciagurata - dovesse essere
l'unico candidato. Arturo Parisi trova nell'America, la terra oramai
d'elezione dei diessini, documentazione appropriata per sostenere
questa necessità: "Negli Usa le primarie si fannno anche nei
cosiddetti collegi incontestati. Si misura il gradimento, solo quello".
L'Asinello ha la memoria lunga. E punge, tira la corda, a volte la
strappa. Parisi riepiloga: "A confronto con quel che ci hanno fatto
a noi, quello strappone (la caduta del governo Prodi) di cui celebreremo
tra poco l'anniversario, i nostri sono colpettini, strappetti. E'
l'unico modo per tentare di mettere il treno sui binari, dopo il deragliamento
dell' anno scorso. Noi facciamo, loro s'arrabbiano ma poi capiscono
e ci seguono. Prima i referendum, poi il simbolo unico, la lista unica...".
I democratici hanno in animo di far soffrire ancora D'Alema, di rendere
la vita difficile a Veltroni e magro il bottino dei Ds. Congegnano
perciò granate e le posano sotto i piedi dell'alleato. L'ultima,
quella di Antonio Di Pietro su Tangentopoli. Hanno capito che si poteva
lasciar tremare il Bottegone ma tenere avanzata la posizione sul tema
della corruzione. L'ex pm ha concertato e preventivamente informato.
Parisi sapeva e dunque, cosa volete che risponda? "Di Pietro è,
sì, una saponetta che ci permette di essere più mobili".
E non vi fa scivolare? "Ma che dice, ci permette invece di costringere
gli altri a muoversi. Con la riproposizione della commissione d'inchiesta
abbiamo detto al Polo: bene, vediamo le carte. Per scoprire il bluff
bisogna andare avanti. Può andar bene tutto, anche i saggi
proposti da Veltroni, a patto però che il lavoro sia fatto
come si deve, perché - in questo caso - i panni sporchi non
si lavano in famiglia".
Di Pietro ha di che essere orgoglioso, e infatti espone ancora una
volta le sue condizioni: saggi sì, ma non una cosa "per laureandi".
Non si devono fabbricare tesi buone all'università, ma conoscenze
approfondite, finalmente certe.
Ecco, il binario dei Democratici conduce i Ds a qualche sofferenza.
C'è chi giudica, in groppa all'Asinello, che si sta esagerando.
È il caso di Enzo Bianco, voglioso di un rapporto più
fecondo con D'Alema. Anche Rutelli, che oggi riunisce sindaci e amministratori
locali a Roma in nome del centrosinistra senza trattino, teme che
le scorribande dipietresche facciano danni ingenti. Ma la linea vincente
è un'altra e dunque si va avanti così. Oggi è
tempo per una seconda richiesta impossibile: "Gruppo parlamentare
dell'Ulivo". Forse Veltroni dirà di sì, ma - secondo
le regole - dal Ppi qualcuno dirà di no. A Rimini qualcosa
può cambiare, e se va come ha scommesso Parisi, sarà
eletta una dirigenza popolare disponibile a farsi "contaminare", persuasa
che per le regionali è meglio mettere il Centro, tutto, sotto
il simbolo della Margherita. E a marzo, misurate le forze, si lotta
tutti insieme contro la sinistra.