Ulivo, Parisi alza la posta
"Si sciolgano i partiti"
"D'Alema? Conversione spettacolare, ma...".
Rutelli apre a Veltroni: la sua proposta è la nostra
di MARCO MAROZZI
BOLOGNA - "A questo punto alziamo tutti quanti la posta".
Rilancia, Arturo Parisi, rilancia pesante. D'Alema e Veltroni dicono
di voler rilanciare l'Ulivo, l'unità, la coalizione (con Rutelli
che dice: questa è la strada giusta anche per i Democratici)?
E lui, il professore sardo-bolognese che Romano Prodi ha scelto per
guidare il suo Asinello, rilancia sul rilancio. Non vuole, non può
lasciare certo all'amico indeciso Veltroni o al neoconvertito D'Alema
il banco su cui si gioca una posta altissima: "La vittoria alle elezioni
regionali e poi a quelle politiche del 2.001".
Ed eccolo innalzare il nuovo Ulivo come "soggetto unitario, con un
proprio progetto politico, che scaturisce dallo scioglimento dei vecchi
raggruppamenti". L'Ulivo per il prossimo Millennio. I suoi puntini
sulle "i", dai Ds al Ppi invitato senza tante storie ad uscire dall'"accampamento"
e ripensare a guai passati e presenti, Parisi li pone in un'intervista
al Regno, mensile cattolico decisamente amico. Un vero manifesto,
scritto settimane fa, uscito (provvidenzialmente) a ridosso del discorso
con cui Veltroni ha chiuso la Festa dell'Unità. "Spero utile
per una riflessione complessiva e collettiva" dice lui. "Dopo le parole
di D'Alema e Veltroni - tambureggia - adesso attendiamo gli atti".
I fatti per Parisi sono intanto i modi con cui si andrà alle
elezioni politiche suppletive in cinque collegi dove nel '96 vinse
l'Ulivo e che ora sono tornati liberi (si voterà a dicembre):
"Io ho rifiutato di candidarmi in quello di Bologna che elesse Romano
Prodi perchè non potevo accettare che fosse una candidatura
in quota Democratici. Di partito, di accordo fra partiti. E adesso
dico: allarghiamo il discorso a tutti e cinque i collegi. Si scelgano,
situazione per situazione, non in una spartizione nazionale, candidati
di coalizione. Non sono possibili ancora le elezioni primarie? Si
trovino comunque procedure di consultazione degli elettori, per far
sorgere candidati rappresentativi davvero di un progetto collettivo,
di una realtà sociale... In nessun caso espressione di partito,
per diritti preacquisiti. Sarà anche una prova generale per
le elezioni regionali. Eppoi per le politiche".
Pensa che il vento tiri a favore? "Veramente mi sembra che l' impostazione
seguita finora vada nella direzione opposta. Ad esempio per la Toscana
è inconcepibile che si parli ancora di diritto-dovere dei Ds
di designare il candidato a presiedere la Regione... È tutta
una mentalità che va cambiata, quella ad esempio della foto
di gruppo dietro Veltroni a Modena, senza alcuna distinzione fra leader
di partito ed autorità istituzionali, D'Alema e Violante compresi".
Cosa avrebbe dovuto fare il presidente del Consiglio? Non andarci?
"Avrei preferito si fosse seduto dalla parte del pubblico. Per cominciare
il percorso di capo della coalizione a cui si candida. Per sottolineare
la distinzione fra esponenti di partito e di governo". Fabio Mussi
dice che i Ds non vogliono il partito del presidente, che l'unico
è quello di Berlusconi con Forza Italia... "Ma il D'Alema visto
a Modena - dice Parisi - era ancora il presidente del partito".
Se Pietro Folena parla di Ulivo "casa comune del riformismo, ma che
non cancella le identità", Parisi sul Regno definisce "spettacolare"
la "conversione" di D'Alema. "È giunto oggi alle nostre posizioni
del 21 aprile '96". "Non possiamo dispiacercene" commenta, avvisando
però: "Un passo avanti non significa che si è concluso
il cammino". Bene la proposta di abolire la quota proporzionale, del
simbolo unico, ma niente operazioni "gattopardesche": dalla "Cosa
3, partito unico della sinistra democratica" alla "riedizione aggiornata
del castello elettorale dei partiti".
Sul versante centrista, ancora ieri Lamberto Dini definiva "non realistica"
la ricostruzione dell'Ulivo e tornava a parlare di un "raggruppamento
delle forze moderate del centro sinistra". Idea "inaccettabile" per
Parisi. "Non è con la somma dei decimali che si compone un
progetto politico". E un invito ai Popolari: "Uscire dall'accampamento".
"Verso un incontro reale" e soprattutto "in tempo utile" con i Democratici
e le altre forze dell'Ulivo. Accetti il Ppi "il bipolarismo" e superi
in Europa la "solidarietà" con un Ppe "ormai partito conservatore
distante dalla tradizione democratico-cristiana". "La sezione italiana
del Ppe è divenuta a tutti gli effetti Forza Italia".