Intervista di Arturo Parisi a la Repubblica
28 Settembre 1999

Ulivo, Parisi alza la posta
"Si sciolgano i partiti"

"D'Alema? Conversione spettacolare, ma...".
Rutelli apre a Veltroni: la sua proposta è la nostra

di MARCO MAROZZI

BOLOGNA - "A questo punto alziamo tutti quanti la posta". Rilancia, Arturo Parisi, rilancia pesante. D'Alema e Veltroni dicono di voler rilanciare l'Ulivo, l'unità, la coalizione (con Rutelli che dice: questa è la strada giusta anche per i Democratici)? E lui, il professore sardo-bolognese che Romano Prodi ha scelto per guidare il suo Asinello, rilancia sul rilancio. Non vuole, non può lasciare certo all'amico indeciso Veltroni o al neoconvertito D'Alema il banco su cui si gioca una posta altissima: "La vittoria alle elezioni regionali e poi a quelle politiche del 2.001".
Ed eccolo innalzare il nuovo Ulivo come "soggetto unitario, con un proprio progetto politico, che scaturisce dallo scioglimento dei vecchi raggruppamenti". L'Ulivo per il prossimo Millennio. I suoi puntini sulle "i", dai Ds al Ppi invitato senza tante storie ad uscire dall'"accampamento" e ripensare a guai passati e presenti, Parisi li pone in un'intervista al Regno, mensile cattolico decisamente amico. Un vero manifesto, scritto settimane fa, uscito (provvidenzialmente) a ridosso del discorso con cui Veltroni ha chiuso la Festa dell'Unità. "Spero utile per una riflessione complessiva e collettiva" dice lui. "Dopo le parole di D'Alema e Veltroni - tambureggia - adesso attendiamo gli atti".
I fatti per Parisi sono intanto i modi con cui si andrà alle elezioni politiche suppletive in cinque collegi dove nel '96 vinse l'Ulivo e che ora sono tornati liberi (si voterà a dicembre): "Io ho rifiutato di candidarmi in quello di Bologna che elesse Romano Prodi perchè non potevo accettare che fosse una candidatura in quota Democratici. Di partito, di accordo fra partiti. E adesso dico: allarghiamo il discorso a tutti e cinque i collegi. Si scelgano, situazione per situazione, non in una spartizione nazionale, candidati di coalizione. Non sono possibili ancora le elezioni primarie? Si trovino comunque procedure di consultazione degli elettori, per far sorgere candidati rappresentativi davvero di un progetto collettivo, di una realtà sociale... In nessun caso espressione di partito, per diritti preacquisiti. Sarà anche una prova generale per le elezioni regionali. Eppoi per le politiche".
Pensa che il vento tiri a favore? "Veramente mi sembra che l' impostazione seguita finora vada nella direzione opposta. Ad esempio per la Toscana è inconcepibile che si parli ancora di diritto-dovere dei Ds di designare il candidato a presiedere la Regione... È tutta una mentalità che va cambiata, quella ad esempio della foto di gruppo dietro Veltroni a Modena, senza alcuna distinzione fra leader di partito ed autorità istituzionali, D'Alema e Violante compresi". Cosa avrebbe dovuto fare il presidente del Consiglio? Non andarci? "Avrei preferito si fosse seduto dalla parte del pubblico. Per cominciare il percorso di capo della coalizione a cui si candida. Per sottolineare la distinzione fra esponenti di partito e di governo". Fabio Mussi dice che i Ds non vogliono il partito del presidente, che l'unico è quello di Berlusconi con Forza Italia... "Ma il D'Alema visto a Modena - dice Parisi - era ancora il presidente del partito".
Se Pietro Folena parla di Ulivo "casa comune del riformismo, ma che non cancella le identità", Parisi sul Regno definisce "spettacolare" la "conversione" di D'Alema. "È giunto oggi alle nostre posizioni del 21 aprile '96". "Non possiamo dispiacercene" commenta, avvisando però: "Un passo avanti non significa che si è concluso il cammino". Bene la proposta di abolire la quota proporzionale, del simbolo unico, ma niente operazioni "gattopardesche": dalla "Cosa 3, partito unico della sinistra democratica" alla "riedizione aggiornata del castello elettorale dei partiti".
Sul versante centrista, ancora ieri Lamberto Dini definiva "non realistica" la ricostruzione dell'Ulivo e tornava a parlare di un "raggruppamento delle forze moderate del centro sinistra". Idea "inaccettabile" per Parisi. "Non è con la somma dei decimali che si compone un progetto politico". E un invito ai Popolari: "Uscire dall'accampamento". "Verso un incontro reale" e soprattutto "in tempo utile" con i Democratici e le altre forze dell'Ulivo. Accetti il Ppi "il bipolarismo" e superi in Europa la "solidarietà" con un Ppe "ormai partito conservatore distante dalla tradizione democratico-cristiana". "La sezione italiana del Ppe è divenuta a tutti gli effetti Forza Italia".



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