Intervista di Arturo Parisi a il Corriere della Sera
7 luglio 1999

Il vicepresidente dei Democratici: alle regionali senza alleanze?
Dipende da loro e ricordino che il 2001 non e' lontano.

"Possiamo accogliere Udr, Udeur e Cdu
se si ricredono
No alla commedia del simbolo e delle foglioline"

"O accettano le nostre premesse oppure non ha senso discutere"
"Il presidente del Consiglio e' soltanto l'espressione del partito meno piccolo"
Parisi: D'Alema puo' concorrere per guidare l'Ulivo
ma essere il premier uscente non e' un titolo di merito

di Sergio Stimolo

ROMA - Arturo Parisi e' il segretario dei Democratici. Ma qui si chiama vicepresidente esecutivo. Cosi' il partito si chiama "l'iniziativa" e le condizioni si chiamano "premesse". Le ultime premesse hanno scosso ancora una volta l'ex Ulivo. Per rifare l'Ulivo del 2000, i Democratici chiedono che i partiti siano convinti bipolaristi, facciano veramente parte del centro-sinistra e che cedano quote di sovranita' a favore del nuovo soggetto politico. Parisi segue in tv il dibattito alla Camera, e quando sente l'intervento di Bordon che ufficializza le premesse sorride. Il dado e' tratto.

Scusi professor Parisi, ma dove volete arrivare?

"Vogliamo rimettere le cose in ordine. Vogliamo avviare un confronto per costruire una coalizione che alle prossime elezioni politiche sia in condizione di competere col Polo e di vincere".

Non e' lo stesso obiettivo di tutto il centro-sinistra?

"E' quello che vogliamo sentirci dire. Noi ci auguriamo che lo sia. Pero' vogliamo ricordare che alcuni di questi partiti avevano una concezione della coalizione diversa da quella che noi proponiamo".

Quali partiti?

"Alcuni si attardano ancora a una concezione che resiste al maggioritario, con nostalgia del proporzionale. Basta ricordare come scesero in campo per il referendum popolari, socialisti, cossuttiani e le tre formazioni derivate dall'Udr. Questa e' una prima distinzione: accettazione di una democrazia bipolare e maggioritaria. Secondo: ci attendiamo che si sia disponibili a discutere per la costruzione di una coalizione stabile, che stringe dei patti, di fronte agli elettori, validi per tutta la legislatura. Mentre sentiamo ritornare concezioni da cartello in cui i partiti rivendicano la loro autonomia. Che e' la premessa per la interruzione delle alleanze in corso d'opera".

Torna sempre il riferimento alla caduta di Prodi.

"Esattamente come e' successo con il governo Prodi. La formula centro sinistra europeo significa appunto centro piu' sinistra, dove il centro - che a sua volta e' un insieme di partiti di numero crescente - si riserva di verificare la permanenza delle condizioni in corso d'opera. Con rischi continui di crisi e di ribaltoni. La terza premessa e' che per potere assicurare questa unita' si decidano in comune le cose comuni".

Quali sono?

"Si decidano insieme i candidati che si presentano sotto il segno comune. Secondo: si scelga il premier e ancor prima il programma. Una volta assicurata la condizione che tutti stiamo camminando nella stessa direzione per raggiungere la stessa meta, si puo' aprire il discorso sui dettagli, concretamente"

E i dettagli sono?

"Le regole, le persone e cosi' via".

E se gli altri partiti non aderissero a queste condizioni salterebbe il vertice.

"Sono premesse. Anzi un chiarimento, che deve avvenire prima del confronto, non vertice. Altrimenti il confronto rischia di interrompersi e si perde tempo preziosissimo. Ma il 2001 e' dietro l'angolo".

Veltroni ha gia' detto no ad atteggiamenti pregiudiziali, "granelli di sabbia" che rischiano di inceppare il meccanismo.

"A Veltroni dico che la definizione dell'ordine del giorno di una riunione e' il minimo che si possa chiedere prima di parteciparvi. Ripeto: vorrei essere sicuro che tutti stiamo andando alla stessa riunione. Se no di che cosa andiamo a discutere?".

Avete il timore che tutto finisca in un cartello elettorale. E' una accusa ai Ds?

"Ho sentito dichiarazioni venire da piu' parti, non solo dai Ds. Noi ci predisponevamo al confronto con la raccomandazione che si affrontassero tutti i problemi nell'ordine giusto. Mentre abbiamo visto riiniziare la commedia del simbolo e delle foglioline. Abbiamo visto, a conclusione della riunione dell'altro giorno, la decisione che si sarebbe andati con un simbolo unico e sull' Unita', a tutta pagina, l'indicazione "riparte l'Ulivo con il nuovo simbolo", e riprodotta l'ipotesi di simbolo. Ho sentito dichiarazioni anche di altri leader sul simbolo unico, senza chiarire cosa ci fosse dietro".

Chi vi apettate che ci stia alle vostre premesse?

"Ci auguriamo che ci stiano i partiti che hanno condiviso in passato l'esperienza dell'Ulivo, cioe' i Ds, i Popolari, i Verdi e in parte Rinnovamento italiano. Gli altri per noi sono dei partner nuovi...".

Cioe' Udr, Udeur e Cdu.

"Noi li conosciamo come portatori di una visione del funzionamento della democrazia che e' legittimamente diversa dalla nostra. Pensiamo che la lezione di questi mesi non possa non aver suggerito delle correzioni a tutte le componenti. E quindi pensiamo che anche Mastella, Sanza e Buttiglione possano essersi ricreduti. Ma vorremmo essere sicuri di questo cambiamento".

Non e' che volete far saltare tutto e arrivare alle regionali senza alleanze, per aumentare il vostro elettorato, sperando che si assottigli quello della Quercia? "Riequilibrare" e' un vostro imperativo.

"E' un problema facilmente risolvibile. Ci tolgano dalle spalle l'onore e l'onere di difendere in solitudine l'antico progetto dell'Ulivo".

Se alla fine il progetto si realizzasse, chi ne sara' il leader?

"Si decidera' assieme. Nel momento in cui decideremo chi e' il candidato premier decideremo chi e' il leader della coalizione".

D'Alema vuole iscriversi alla corsa.

"Riteniamo che D'Alema abbia una legittima aspettativa di essere uno dei candidati. Quello che noi discutiamo e' il titolo di questa candidatura. D'Alema ha tutti i titoli a candidarsi a partire dai meriti e dai successi che ha conseguito e che ci auguriamo consegua all'interno della sua azione di governo. Non ha invece titolo di pretendere questa candidatura per il solo fatto che e' espressione del partito meno piccolo della coalizione o per il fatto che e' il presidente del Consiglio uscente".

Voi, nell'alleanza, siete i buoni?

"Non siamo cattivi, ma certamente non buonisti. Siamo determinati".



Il futuro ha radici antiche