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Proposta per l'ABOLIZIONE del Quorum per i Referendum
Guido De Simone
Lunedi`, 22 Maggio 2000 ore 02:55

  NOTA: Questo messaggio viene inviato a numerose MAILING LISTs e NEWSGROUPs.
Si prega chi concorda con quanto in esso espresso di darne la massima
diffusione.
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E DUE!
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Signore e Signori, la situazione della Politica in Italia e' in una fase di
degenerazione vicino al livello di guardia.
L'assenteismo, come ho gia' espresso in occasione del precedente mancato
quorum referendario, ovviamente non e' TUTTO accreditabile alla bella faccia
di qualsivoglia politico che abbia chiesto di non andare a votare:
- Un'alta percentuale degli elettori (tra il 20 ed il 25%) non e' mai o
quasi mai andata a votare negli ultimi dieci anni. Costoro non sono
annettibili da parte di chicchessia, ne' dai favorevoli ai SI ne' ai NO.
- altrettanto vale per tutti coloro che non si sono recati alle urne per
motivi personali (trasferta fuori sede, malattia, vecchiaia, ecc.) e che
variano tra il 5 ed il 10% degli aventi diritto.

Pertanto, almeno UN TERZO degli elettori sono esenti da ogni possibile
attribuzione di volonta' "implicita".

UN ALTRO TERZO e' andato a votare... e la stragrande maggioranza, come la
volta scorsa, sara' a favore dei "SI" in almeno 5 Referendum su 7, inclusi
quelli "politici" (abrogazione di QUOTA PROPORZIONALE e dei RIMBORSI
ELETTORALI).

L'ultimo TERZO e' fatto da coloro che non sono andati a votare, in buona
parte identificabili con elettori di FORZA ITALIA e di RIFONDAZIONE
COMUNISTA e di quegli altri partitini schierati piu' che per il NO per
l'ASTENZIONE, proprio per annettersi comodamente quell'altro terzo
"passivo". Ma a tali elettori di parte si aggiungono:
a) i molti che, delusi stanchi e schifati dalla politicaccia fin qui
vistasi, si sono aggiunti al primo terzo di elettori, abdicando al proprio
diritto/potere costituzionale.
b) i tanti elettori che, gia' incerti o poco informati, sono stati "tentati"
dal subddolo messaggio d'incitamento all'astenzione come forma di
"protesta". Facile, no?! Tanto e' fin troppo evidente che di motivi di
protestare verso la Politica ce ne sono fin troppi.
c) i tanti elettori che, bersagliati dai sindacati sull'iniquita' dei
referendum di loro pertinenza, hanno finito per confondere le idee a molti
lavoratori che percio' hanno rinunciato ad andare a votare.

Peraltro, se l'indicazione politica e' "NON ANDATE A VOTARE!" e' fin troppo
facile individuare chi ha aderito e chi no, proprio perche' il controllo
puo' avvenire fuori dal segreto della cabina elettorale!!!
Percio', immagino che questo abbia condizionato quei molti elettori che
vivono in contesti ove "gruppi organizzati" possono creare a posteriori
"difficolta' psicologiche se non sostanziali" a chi si rechi alle urne
contrariamente a quanto indicato (parlo di contesti "fortemente
sindacalizzati" o "camorristici, mafiosi, ecc.", dove, guarda caso, sono ben
strutturate certe forze politiche... Chiaro?).

Di fronte a tale situazione, ritengo che sia opportuno se non indispensabile
mettere un PUNTO FERMO:
Se il raggiungimento del QUORUM e' necessario per validare un Referendum,
esso deve essere altrettanto necessario per qualsiasi altra elezione.
In alternativa, come peraltro in tutti gli altri paesi civili e democratici,
non deve esistere alcun QUORUM per qualsivoglia tipo di consultazione degli
elettori.

Gli italiani devono comprendere che l'esercizio del voto e' un loro
sacrosanto diritto costituzionale, ma anche un loro dovere. Ma poiche' siamo
in un paese democratico e libero dove (il Presidente Ciampi ci insegna) e'
un diritto anche non andare a votare, cio' non toglie che chi ci va e fa il
proprio dovere non puo' essere gabbato.
IL PAESE NON SI PUO' FERMARE PER L'ASTENZIONE DI UNA PARTE DEGLI AVENTI
DIRITTO. Tale principio e' ben fissato nel Codice Civile: qualsiasi tipo
d'Assemblea (Societa', Associazioni, Condominii, ecc.) che non raggiunga il
50% degli aventi diritto al voto in una prima convocazione prevede
l'automatica possibilita' di convocare una seconda volta l'Assemblea e le
relative votazioni saranno valide con qualsivoglia numero di presenti.
Il principio e' fin troppo chiaro: chi si astiene non puo' e non deve
bloccare chi intende agire.
Se si vuole ci si confronta nell'ambito di una votazione democratica, dove
VINCE LA MAGGIORANZA DEI VOTANTI.

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Pertanto, lancio un APPELLO A TUTTI COLORO CHE SIANO D'ACCORDO CON TALE
PRINCIPIO che, lo ripeto, e' vigente in tutti i paesi civili e democratici.
Un esempio? Proprio oggi nella democraticissima Svizzera con la stessa
percentuale di votanti sono passati alcuni referendum fondamentali.

L'OBIETTIVO FINALE e' l'equiparazione delle consultazioni referendarie a
qualsivoglia altra consultazione elettorale.
IL PUNTO DI PARTENZA e' lo studio degli strumenti legislativi piu' opportuni
(vista l'entita' della materia) individuando, percio', se sia piu' opportuno
un intervento nell'ambito della legislazione ordinaria o il varo di
un'iniziativa di respiro costituzionale.

Ritengo che lo strumento propositivo dell'iniziativa debba comunque essere
di natura POPOLARE (non e' assolutamente accettabile che qualsivoglia forza
partito, tanto piu' alla luce dell'attuale disaffezione degli elettori verso
la politica, sia portatore in esclusiva o in forma preponderante di una
riforma che da piu' potere ai cittadini e percio' poco credibile da parte
dei partiti, qualsiasi partito).
Pertanto, se ci sono i presupposti di un intervento abrogativo sara'
possibile pensare ad un REFERENDUM. Se invece non bastasse abrogare parti di
leggi esistenti, e' possibile presentare una LEGGE D'INIZIATIVA POPOLARE.
Peraltro, quest'ultimo stumento e' forse piu' opportuno per due motivi: 1)
non pagherebbe lo scotto dell'ormai compromessa "immagine" dei Referendum in
genere, 2) permetterebbe una raccolta di molte piu' firme, facendone un
"ATTO POLITICO" di fronte a cui mettere il Parlamento.

Invito tutti coloro che sono disponibili a costituire il COMITATO NAZIONALE
PER L'ABOLIZIONE DEL QUORUM REFERENDARIO e/o a collaborare con esso e/o a
costituire i relativi COMITATI LOCALI nel vari collegi elettorali ad inviare
un messaggio a questa e-mail:

primarie-info@iol.it

I primi due passi da compiere sono:
- l'organizzazione di un incontro nazionale a Roma, possibilmente entro il
mese di giugno, ove pervenire alla costituzione del primo nucleo del
COMITATO;
- la costituzione di un'apposita MAILING LIST per continuare a confrontare
le idee e le proposte operative in merito.

Vi ringrazio fin d'ora per quanto potrete e vorrete fare.

Guido De Simone
COMITATO PER LE PRIMARIE
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NOTA: Questo messaggio viene inviato a numerose MAILING LISTs e NEWSGROUPs.
Si prega chi concorda con quanto in esso espresso di darne la massima
diffusione.