[GARGONZA:9239] Scheletri nell'armadio (avvelenata)
Francesco Paolo Forti  Lunedi`, 24 Luglio 2000

Scusate il doppio intervento ma qui tutti mi tirano per la giacchetta :-))
Saro' breve. Ed un poco avvelenato, ma quando ce vo', ce vo'!

At 21:00 24.07.00 , Salvatore CAMAIONI wrote:

>    La collaborazione della magistratura svizzera -attenzione, non del
>sistema bancario svizzero- nell'indagine sul tesoro di Craxi è una meritoria
>novità del tempo presente, che dovrebbe essere incentivata e sviluppata. 

La collaborazione e' ormai decennale. Il sistema bancario svizzero 
ubbidisce agli ordini della magistratura elevetica. Come in ogni 
buon stato di diritto. Basta una rogatoria che sia fondata ed il 
segreto bancario cade. Infatti da 10 anni a questa parte il segreto 
bancario elvetico non e' piu' un mito, sostituito ora da San Marino,
Montecarlo, Andorra, Isola di Mann ed altri paradisi <<dentro la UE>>
e quindi molto piu' comodi ed impenetrabili. 

>Nel
>passato -e non mi riferisco ai denari e preziosi degli ebrei rapinati dai
>nazisti e custoditi nelle accoglienti banche svizzere- la Svizzera non ha
>avuto tanta legalitaria solerzia, acquistandosi la meritatissima fama di
>cassaforte mondiale del denaro sporco.

Tutti hanno scheltri nell'armadio. 
Nel passato, a proposito di ebrei, pensa che alcuni italiani davano una
mano ai tedeschi a portarli nei campi di concentramento e gli ebrei,
guardacaso, fuggivano dall'Italia per scappare in Svizzera, unico paese
non conquistato dall'Asse "Roma-Berlino". 300'000 profughi trovarono
rifugio in Svizzera dal 43 al 45 (sembrano pochi? pensa che casino successe 
in Italia quando 12'000 sbarcarono in puglia anni fa). Certo, alcuni svizzeri 
ne approfittarono ed oggi comunque viene fuori anche buona parte della
verita'. Molti ebrei italiani che avevano conti in svizzera avevano dato 
la procura ad amici italiani di fiducia. Perse le tracce nel dopoguerra,
i procuratori svuotarono i conti. Di questi movimenti ci sono le
tracce. Ma vedi, io parlo di "alcuni italiani" e di "alcuni svizzeri".
Le generalizzazioni invece sono un metodo squallido per denigrare
gli altri quando non si hanno argomenti per sostenere le proprie idee. 

Sarebbe buona cosa non rinfacciare gli errori del passato, perche'
a ben fare i conti non credo che l'Italia (di cui mi onoro di avere
il passaporto) abbia molto da vantare, a cominciare dal fascismo. 
Una cosa e' promulgare le leggi razziali, altro e' ospitare i profughi che 
quelle leggi hanno generato. Una cosa e' avere in casa banchieri senza 
scrupoli, che svuotano i conti dei morti, altro e' avere in casa mafiosi e 
camorristi che sciolgono i bambini nell'acido e fanno saltare in aria i 
magistrati minando l'autostrada. Se queste sono le differenze, e dato 
che la  perfezione non esiste, preferisco mille volte il federalismo. Tra 
l'altro le banche elvetiche hanno risarcito la comunita' ebraica ma non 
mi sembra che la mafia sia sulla stessa strada con le vittima di mafia.
Eppure i rapporti con la politica sono noti. Che siano unidirezionali?

Quanto alla efficenza giudiziaria, chi in 30 anni non e' riuscito
a condannare i colpevoli delle stragi di stato, Piazza Fontana e 
Stazione di Bologna in primis, per non parlare di Ustica e di 
Tantentopoli, finita nel nulla, della cupola mafiosa, mai toccata,
piu' che apprezzare i progressi altrui dovrebbe chiedersi il perche' 
malgrado ben quattro forze di polizia e i tanti servizi segreti (o forse 
proprio per loro e per la loro gestione centralizzata) noi siamo ancora 
al palo, anzi stiamo assolvendo tutti, da Andreotti a Berlusconi a 
Carnevale. Misteri del centralismo?

Non usiamo quindi il passato come arma. E' a doppio taglio.
Usiamolo solo per capire il presente e modificare il futuro. 

Saluti a tutti,
Francesco Forti




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