[GARGONZA:9136] letture
Luca Palombi  Martedi`, 11 Luglio 2000

Ultima mia e-mail, poi sarò impegnato per qualche giorno e così non "romperò" :-)
 
da "INTERNATIONAL HERALD TRIBUNE"
 
FRANA UNA MONTAGNA D'IMMONDIZIA: 46 MORTI
FILIPPINE - Sono almeno 46 i morti causati da una frana avvenuta
all'interno di una gigantesca montagna di immondizia nella discarica
di Payatas a Manila. Lo smottamento e' avvenuto per le intense
precipitazioni piovose che si sono verificate ultimamente. La frana
ha travolto un centinaio di abitazioni erette nei dintorni della
montagna di rifiuti e provocato anche degli incendi isolati.
 
da "LE MONDE"

CHIUDE IL CENTRO DEGLI ESPERIMENTI NUCLEARI
POLINESIA FRANCESE - Mururoa, Fangataufa saranno "restituite alla
natura". Lo smantellamento del Centro di sperimentazione del
Pacifico, dove la Francia ha condotto 193 esperimenti nucleari tra il
1966 ed il 1996, e' divenuto realta'. L'ultimo esperimento risale a
quattro anni fa, ma la chiusura del centro avviene dopo dieci anni di
polemiche. L'esercito e la Cea (Commissariato per l'energia atomica)
mantengono comunque una sorveglianza radiologica e geologica sugli
atolli polinesiani.

AIDS: CONFERENZA INTERNAZIONALE A DURBAN
SUD AFRICA - Thabo Mbeki rilancia il dibattito sulle cause dell'Aids.
La 13esima conferenza internazionale sull'Aids si apre a Durban in un
clima di tensione. Mbeki ha dichiarato: "non si puo' annettere tutto
alla causa di un solo virus". I principali ostacoli all'accesso ai
trattamenti sanitari sono di natura economica.
 

 

"Capisco il Vaticano
ma difendo lo Stato laico"

Arturo Parisi, leader dell'Asinello: "Noi cattolici dobbiamo riflettere"

di BARBARA JERKOV

ROMA - "Per onestà", premette Arturo Parisi, "va riconosciuta la natura intenzionalmente provocatoria del Gay Pride, così come va riconosciuto che gli organizzatori hanno saputo governare questa intenzione con una misura che merita apprezzamento. Però...".
Però, professore?
"Proprio di fronte a questa intenzione provocatoria non si può non comprendere l'amarezza rinnovata dal Papa, che ha dovuto confrontarsi con una sfida dichiarata al sistema di valori rappresentato dalla Chiesa".
E a lei, cattolico, questa "amarezza" che impressione ha fatto?
"Mi ha fatto riflettere. Ma soprattutto perché credo che la prima parte delle parole del Papa non possa essere disgiunta da quelle che ha pronunciato subito dopo, nei confronti non della manifestazione ma degli omosessuali: "Devono essere accolti con rispetto", ha ammonito, "compassione e delicatezza, e al loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione". Parole forti e impegnative, che non sarebbe giusto lasciare in secondo piano. Gli avanzamenti vanno valorizzati".
Ha visto Veltroni e Cossutta in prima fila al corteo? Mastella ha già detto che è su questi temi che il centro del centrosinistra deve fare fronte comune per opporsi alla sinistra. È d'accordo?
"Hanno sfilato anche alcuni esponenti del centrodestra, a riconferma che questi sono temi trasversali per definizione, che vanno affrontati in modo davvero laico".
Non è su questo, insomma, che si creano le aggregazioni.
"Proprio no. Io non sono assolutamente interessato a un centro che fosse tentato per motivi più o meno strumentali di alzare la bandiera cattolica. L'Ulivo stesso è nato, nel '96, proprio per superare la contrapposizione fra laici e cattolici come si è andata definendo nell'Ottocento. Siamo nel Duemila, distinzioni formulate in modo tanto caricaturale non hanno senso".
Effettivamente mai come in questo momento il centrosinistra, tutto insieme, è apparso tanto sensibile alle parole del Pontefice: dal Gay Pride alle carceri. L'autonomia dello Stato laico è a rischio?
"Eh no, un momento. La voce del Papa è una voce ascoltata dalla maggioranza del paese, oltre che una voce di riconosciuta autorevolezza, per cui qualisiasi autorità pubblica non può non prenderla in considerazione con la massima attenzione. Detto questo, però, alle autorità pubbliche resta il dovere dell'esercizio della propria responsabilità nel rispetto del principio di laicità dello Stato. L'attenzione, insomma, non deve impedire alle autorità pubbliche di svolgere il proprio ministero in assoluta autonomia. E poi, direi che non vanno neppure sopravvalutate certe coincidenze. Soprattutto il tema della condizione carceraria, era ben presente alle forze della maggioranza, indipendentemente dall'occasione giubilare. Le carceri sono il segno più evidente della civiltà di un popolo. E oggettivamente la condizione delle nostre è indegna di un paese civile".
Da questo punto di vista ritiene che il pacchetto varato l'altro giorno dal governo sia la soluzione?
"Va nella giusta direzione, ma l' obiettivo dev'essere quello di fare della condizione carceraria un'occasione di riscatto e rieducazione. Il passaggio cruciale resta quello del lavoro. Bisogna trovare il modo perché le giornate in carcere non siano giornate di abiezione, ma di crescita".
Intanto però c'è un'emergenza sovraffollamento con cui fare i conti. Il presidente del Consiglio, su "Repubblica", ha dato la disponibilità del governo a un provvedimento di clemenza, ma ogni decisione, ha ribadito, spetta al Parlamento. Il Parlamento che farà, professore?
"La maggioranza aveva già preso una posizione chiara al proposito, in favore dell'indulto, di un provvedimento cioè che intervenga sulla pena, e a precise condizioni, e non sul reato, come accadrebbe con un'amnistia. Al momento però ci troviamo ad avere a che fare on un'opposizione divisa, tra posizioni di rigida chiusura e posizioni "tolleranza 100", come quella di Forza Italia. E come lei sa, per provvedimenti come questi è richiesta la collaborazione di maggioranza e opposizione".
Quindi, pare di capire, secondo lei non se ne farà niente?
"Non è che non se ne farà niente. Vorrà dire che dovremo procedere con provvedimenti diversificati. Io continuo ad auspicare l'assunzione di una corresponsabilità, ma dev'essere ben chiaro che se non sarà possibile varare assieme un provvedimento di clemenza, ognuno si assumerà le sue responsabilità".
Come si concilia questa disponibilità all'indulto con la questione della sicurezza?
"I due aspetti non possono essere in alcun modo disgiunti. Anzi, direi che per la prima volta proprio l'insicurezza, o meglio l'ansia da insicurezza - che cresce indipendentemente dalla crescita oggettiva dei fatti criminosi - si trova al centro delle preoccupazioni politiche di una maggioranza di governo".
Il Polo vi accusa di averla scoperta solo per fare campagna elettorale.
"La preoccupazione per la sicurezza era al centro del programma elettorale dell'Ulivo del '96. Ci presentammo con proposte specifiche, vorrei ricordarne solo una, la "Tesi 22", intitolata "Poter uscire tranquillamente di casa la sera". In questo contesto non possiamo dimenticare le ricadute negative del fenomeno dell'immigrazione: l'incapacità del nostro paese di integrare gli immigrati e di governare i flussi, soprattutto quelli clandestini. Su questo il centrosinistra deve aprire una riflessione, sapendo distinguere fra la valenza positiva dell'immigrazione dai corollari negativo che sono sotto gli occhi di tutti i cittadini, in particolare nelle regioni del nord e nei grandi centri urbani".
Sta preannunciando nuove misure?
"Bisogna attuare le leggi che già esistono e danno buoni risultati, come la Turco-Napolitano. Da questo punto di vista i centri di permanenza provvisori si sono dimostrati assolutamente inadeguati, sia per la quantità che per la qualità. Quello di cui c'è bisogno è più centri, meglio funzionanti, non di nuove leggi, mandando anche un messaggio chiaro ai clandestini: le leggi ci sono per essere applicate, e che è inutile sperare in nuove sanatorie".
 
Se non fosse per quelle discutibili parole del Papa ("compassione e delicatezza") appoggiate da Parisi, si potrebbe anche sperare in un nuovo centro dell'Ulivo che, anche a livello di valori, rifiuti gli atteggiamenti conservatori del centro del Polo. Purtroppo però non c'è solo Parisi tra i cattolici moderati del centrosinistra, ma anche Mastella e tanti altri...
 
Luca








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