[GARGONZA:9000] "Furono uno strumento di lotta politica"
Rolando Alberto Borzetti  Venerdi`, 23 Giugno 2000

Una lungo documento sulle bombe degli anni '70
"Furono uno strumento di lotta politica"

Relazione Ds sulle stragi
è scontro con il Polo
Duro attacco a Maceratini: legato alla destra eversiva
Fini risponde: "Giudizi miserevoli"



ROMA - I Democratici di sinistra abbandonano il buonismo e, in una relazione
sulle bombe degli anni Settanta, presentata alla Commissione stragi,
rilanciano la tesi che le bombe degli anni di piombo furono "stragi di
Stato" collegate a trame atlantiche e di cui uomini della destra sono stati
esecutori. E come se non bastasse, dicono i parlamentari Ds della
Commissione, ci sono uomini dell'ex Msi, come il presidente dei senatori di
An Giulio Maceratini che "fino al 1997 ha avuto contatti e legami politici
con personaggi della destra eversiva già inquisiti e, talora, condannati con
sentenze definitive". Una cinquantina di pagine quelle dedicate a "Destra
istituzionale e destra eversiva, legami tra eversione politica e criminalità
organizzata", che nel giro di poche ore mettono in subbuglio il Parlamento.

La relazione dei Ds, presentata dai capogruppo di Camera e Senato,
rispettivamente Fabio Mussi e Gavino Angius durante una conferenza stampa
alla quale erano presenti il ministro Piero Fassino, Giancarlo Caselli e
altri magistrati che hanno indagato sul terrorismo nero, afferma, in
sintesi, che la strage è stata in Italia uno strumento di lotta politica e
che la prima della serie, cioè quella di piazza Fontana e le altre a queste
connesse, furono "di Stato e atlantiche".

Quanto a Maceratini i Ds vanno giù duri: "Uno dei personaggi a cavallo tra
Ordine Nuovo e Movimento sociale". Sui suoi legami con la destra eversiva, i
Ds non hanno incertezze: "Il materiale documentale rinvenuto nel corso degli
ultimi dieci anni", sostengono "è imponente e tale da non lasciare dubbi".
Tanto più che Maceratini, "nonostante la cosiddetta svolta di Fiuggi", non
ha mai evidenziato "una netta e ferma presa di distanze non tanto dal
fascismo tradizionale quanto dall'eversione di destra".

E proprio da An arrivano le reazioni più immediate. Gianfranco Fini risponde
con toni duri: "La relazione dei Ds in commissione Stragi è semplicemente
miserevole per quel che riguarda i giudizi sul senatore Maceratini". E poi
contrattacca: "Dubitiamo che gli eredi del Pci possano dire altrettanto".
Anche da Forza Italia e dal Ccd arriva un sostegno ad An. Per il presidente
dei senatori azzurri Enrico La Loggia e per Marcello Pera, responsabile
giustizia del partito, la presentazione della relazione costituisce "il
primo atto ufficiale di apertura della campagna elettorale da parte di un
partito che, ormai privo di argomenti politici, cerca perfino di utilizzare
le istituzioni a fini di propaganda". Il vicepresidente della Camera Carlo
Giovanardi (Ccd) parla, invece, di "mistificazione storica".

Ma la relazione non è piaciuta all'ex presidente della Repubblica Francesco
Cossiga, citato polemicamente nel documento come propugnatore "della cultura
di pacificazione", che ha risposto accusando a sua volta il partito della
Quercia di essere ancora prigioniero di una logica da Guerra Fredda. E non
poteva mancare anche la protesta di uno dei fondatori di Ordine Nuovo,
l'attuale segretario del Ms-Fiamma Tricolore Pino Rauti che parla di "dente
avvelenato" dei Ds per le ultime sconfitte elettorali. Ma le polemiche non
finiscono qui: anche la presenza di Fassino, Vigna, Pellegrino e Caselli
viene definita "sconcertante" dal presidente dei deputati di forza Italia
Beppe Pisanu.

La reazione del Polo comunque non scompone i dirigenti della Quercia. "Il
nervosismo degli esponenti della destra - ha detto Carlo Leoni, responsabile
giustizia del partito di Veltroni - è tipica di chi vuole chiudere gli occhi
e rifiutare un confronto sulla storia del nostro paese. La relazione sulle
stragi presentata oggi non è il frutto di una ricostruzione arbitraria, ma
dei risultati di atti processuali noti ormai da tempo".





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