[GARGONZA:8993] Re: Tassa di Tobin - Debito estero
box.tin.it da Rho  Giovedi`, 22 Giugno 2000

Ciao Francesco e grazie per le precisazioni sulle pensioni.

Per I fondi pensione esiste ovviamente anche un contributo aziendale (per il
fondo Cometa non va oltre il 33%, pero' esiste una bassissima tassazione,
quindi e' estremamente vantaggiosa), pero' gli importi che si possono
versare sono molto bassi, dell'ordine del 3-4% del salario. Sarebbe, a mio
parere, preferibile avere una situazione ibrida, in cui fosse possibile
magari arrivare al 10%, con parziale o totale deduzione dagli importi poi
dovuti all'INPS.

Il fatto e' che occorre un  po' di coraggio da parte di tutti gli attori
interessati.
Io non credo che risolvendo il problema delle pensioni si risolvono tutti I
problemi italiani, ma questo e' un tema che I sindacati hanno gestito in
modo improprio, chiedendo al sistema Italia di supportare I lavoratori delle
aziende in crisi in modo permanente, addossandosi oneri che adesso appaiono
insostenibili. Non e' un diritto dei lavoratori essere andati in pensione a
48 anni, dopo 4 di cassa integrazione e mobilita', con 30 + 4 anni di
contributi, sapendo che altri dovranno lavorare fino a 65 anni anche per
questo, e paradossalmente avere una pensione inferiore. In tutto questo le
aziende non hanno messo nulla, o quasi, liberandosi di personale senza
costo.
Forse era meglio che lo stato mantenesse per 4 anni questa gente, la quale a
48 anni (evitando anche il lavoro in nero ovvio che ne e' scaturito) poteva
ritornare al lavoro, oppure avere una giusta ricompensa dalla ditta.
Invece quella soluzione, facile per tutti, e grande conquista sindacale,
adesso sembra uno dei piombi che possono affondare la sinistra e il
sindacato (che dovrebbero a mio parere essere due cose politicamente
distinte). Non mi e' sembrata una grande conquista sociale poter andare in
pensione con 16 anni di lavoro nella pubblica amministrazione. Mi sembrava
che la conquista sociale fosse il lavoro, non il mantenimento e la
disoccupazione.
Nessuno puo' dire che certi privilegi per alcune persone siano intoccabili.
Mi sembra che anche I nobili dicessero cosi', e vantassero origini piu' o
meno legittime di essi.
Mi preoccuperei di piu' di chi non ha il minimo per poter vivere, rispetto a
chi e' andato in pensione a 35 o a 40 anni. Possono dirmi quello che
vogliono, ma chi va in pensione a 40 anni non ha bisogno di soldi per
vivere, quindi possibilmente non ha bisogno neanche della pensione. Almeno
fino a 65 anni, come tutti.
Ho letto il messaggio secondo il quale la spesa pensionistica ha costituito
il 60% del debito italiano.
Sono tenuto a dubitare.
Io credo soltanto a quando un appalto della metropolitana milanese fu
riassegnato per 1.500 miliardi, anziche' per 5.000 miliardi, valore di pochi
mesi prima di tangentopoli, e credo al fatto che adesso la FIAT, non potendo
piu' essere una azienda di stato, si deve privatizzare, con la vendita delle
auto alla GM, e dei treni alla Alsthom (adesso un pendolino non si puo' piu'
vendere alle FS per un prezzo quadruplo del suo valore, e non ci son piu'
50.000 miliardi per pochi tratti di alta velocita').
Mi ricordo di quando con la cessione della Telettra (dominio nei ponti
radio) alla Alcatel (Agnelli aveva bisogno di soldi per la "sua" FIAT dopo
l'alleanza libica) inizio' il declino delle telecomunicazioni in Italia.
Mentre adesso decide di entrare nelle telecomunicazioni. Bella previdenza,
grande esempio di lungimiranza manageraiale, roba da appluasi. E per fortuna
che l'hanno buttato fuori dalla Telecom.
E mi ricordo della vendita (5.000 miliardi mai versati dalla FIAT allo stato
italiano, cioe' a noi, quindi al nostro debito) della Alfa Romeo, che per
Agnelli ed altri grandi industriali non doveva andare alla Ford. Infatti
doveva andare alla GM.
E mi sembra che siano 6.000 miliardi quelli spesi per studi di fattibilita'
del ponte dello stretto. Altri in Europa con lo stesso importo il ponte,
piu' lungo, lo hanno gia' fatto.
Credo che facendo qualche piccolo conto si arriva a piu' di 10.000 miliardi.
Ma credo che la lista sia lunga, (vorrei sapere chi alla fine si e'
accollato I debiti della Ferruzzi : 28.000 miliardi) quindi forse sarebbe
piu' facile sommare gli sprechi e le ruberie degli ultimi 20 anni. Se ancora
e' lecito, con l'avvento del dio mercato, parlare di onesta' e correttezza.

A presto, Michele Corvo.


-----Original Message-----
From:	gargonza@perlulivo.it [mailto:gargonza@perlulivo.it] On Behalf Of
Francesco Paolo Forti
Sent:	Tuesday, June 20, 2000 9:18 PM
To:	Multiple recipients of list GARGONZA
Subject:	[GARGONZA:8985] Re: Tassa di Tobin - Debito estero

At 17:28 19.06.00 , box.tin.it da Rho wrote:
>Ciao a tutti,
>
>Esistono due modi per risolvere la questione delle pensioni :
>
>1) Eliminare la disoccupazione e il lavoro in nero, in modo che aumentino
le
>entrate relative al mantenimento del sistema pensionistico. (Visione dei
>sindacati).
>2) Trasformare il sistema pensionistico da quello attuale in un altro dove
>la gestione delle pensioni, almeno parzialmente ricada direttamente sul
>lavoratore (modelli tedeschi, elvetici, americani, ..). (Visione degli
>industriali)

La prima visione e' anche la mia, solo che per eliminare disoccupazione
e nero occorre intervenire sul costo del lavoro e quindi principalmente sul
costo della previdenza. Inoltre occorre intervenire eliminando la burocrazia
e semplificando il sistema delle norme (150'000 leggi sono troppe).
Un testo di posta elettronica non e' l'ideale per mandare dati,
tabelle e grafici per cui le mie idee le ho messe su queste pagine HTML

http://rost.trevano.ch/~forti/riforme/appunti_pensioni.html

http://rost.trevano.ch/~forti/riforme/appunti1.html

http://rost.trevano.ch/~forti/riforme/appunti2.html

Non concordo invece sulla definizione per cui i sistemi " tedeschi,
elvetici,
americani" (ma aggiungerei quello francese che e' pari-pari quello tedesco)
come di sistemi che "ricadono direttamente sul lavoratore". Diciamo, al
contrario, che quello italiano ricade principalmente sulla azienda.
Diamo un po' di  numeri, prima dei pareri soggettivi:

Prelievo contributivo, % a carico del lavoratore, a carico della azienda,
totale.
Dati 1996
1) italia                                              9.9             -
32.0        -    41.9
2) francia                                          13.0             -
31.0        -    44.0
3) germania                                      16.1             -
16.1        -    32.2
4) USA                                               7.6             -
13.8        -    21.4
5) svizzera                                         11.6            -
11.6       -    23.2

Da qui potete vedere chiaramente che il sistema americano e svizzero
ricade assai poco sul lavoratore  (meno che in ITA, GER e FRA) ma
ricade anche meno sulla azienda. Italia e Francia hanno comunque
piu' nero di Germania, USA e Svizzera. La graduatoria del "totale del
costo previdenziale" e' anche quella del lavoro nero.
Non so quasi nulla sulle pensioni americane ma so che quelle francesi,
tedesche e svizzere sono di ottimo livello; migliori delle italiane.

Dettagli sul lavoro sommerso li trovate su:

http://rost.trevano.ch/~forti/lavoronero.html

>A me sembra che in fondo la soluzione sta in una via di mezzo, che non sia
>pero' un pasticciaccio all'Italiana.
>I fondi pensione possono essere utili, e lo sono certamente, ma in ogni
caso
>occorre per tanti anni sostenere anche l'attuale sistema pensionistico,
>senza far mancare certezze a chi ha lavorato tanti anni e forse non ha
avuto
>neanche la possibilita' di formarsi un fondo pensione. Per questo non
>capisco come mai il governo non obblighi, (non soltanto consigli) tutti I
>lavoratori e tutte le aziende, tutti senza esclusione alcuna ad avere un
>loro fondo pensione con partecipazione aziendale, come Cometa.

Scusate se mi sono perso un passaggio, mancando 12 anni dall'italia:
ma i fondi pensioni italiani sono a carico del lavoratore? Nessuna
partecipazione aziendale (almeno il 50%)? Ma siamo pazzi?

D'accordo sul resto dell'intervento di Corvo. In ogni caso mi
risulta che gia' oggi ci sia una sostanziale differenza salariale
tra nord e sud, alla pari del livello ben differente di costo della
vita. Questo vale pero' solo per gli stipendi privati. Per quelli
pubblici invece vige una imposizione di ugualianza ed anzi
ci sono tracce di stipendi pubblici medi piu' elevati al sud
(oltre al notorio caso dei dipendenti della regione sicilia).

In tema di letture estive raccomando di leggere:
Luigi Campiglio
Il costo del vivere - Nord e Sud a confronto
Il Mulino.

Saluti,
Francesco Forti




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