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MYANMAR: DONNE IN PRIMA LINEA In un nuovo rapporto intitolato "Eroine dimenticate. Le donne del Myanmar" Amnesty International analizza la condizione femminile nel paese a dodici anni dalla repressione del movimento democratico del 1988. Proprio per il loro ruolo cardine nella vita sociale, culturale e politica del paese le donne sono costantemente a rischio di arresti e limitazioni alla liberta' personale. Almeno 100 donne sono attualmente in carcere per motivi politici, tra loro molte prigioniere di coscienza. In aprile il Consiglio di stato per la pace e lo sviluppo (CSPS, ovvero il governo militare) ha scatenato una violenta repressione nei confronti dell'opposizione democratica, colpendo soprattutto le associazioni studentesche. Da quando il governo di Rangoon avvio' nel 1990 un programma di lavori pubblici, donne e bambini appartenenti a minoranze etniche (Karen, soprattutto) continuano ad essere impiegati forzatamente nella costruzione di strade e altre infrastrutture. A causa della poverta' dilagante e delle diffuse violazioni dei diritti umani, molte donne sono inoltre costrette a fuggire in Thailandia, India e Bangladesh. Molte di loro finiscono nella rete della prostituzione. Amnesty International chiede al governo del Myanmar di rilasciare immediatamente ed incondizionatamente tutti i prigionieri di coscienza e di abolire il lavoro forzato. E' altresi' necessario che al personale militare sia fornita un'adeguata preparazione sui diritti umani, con un'attenzione particolare ai diritti delle donne. FINE DEL COMUNICATO 16 giugno 2000 Ufficio Stampa Amnesty International *** USA: ULTIME SPERANZE PER GARY GRAHAM E' prevista per domani 22 giugno in Texas l'esecuzione di Gary Graham (oggi Shaka Sankofa), cittadino afro americano condannato per l'omicidio di Bobby Lambert (bianco) nel 1981 all'eta'di 17 anni. La giuria, composta da 11 bianchi e un nero, lo condanno' sulla base di una sola confusa testimonianza, violando il diritto internazionale che proibisce la pena capitale per i minori di 18 anni. Molti i dubbi sulla correttezza del processo: la pistola trovata in suo possesso era di calibro diverso da quella che aveva ucciso Lambert; Ronald Mock, suo avvocato difensore, non convoco' un solo teste in difesa, considerando quella di Graham una causa persa in partenza. In questi 19 anni Graham si e' sempre dichiarato innocente. Crescono in USA le preoccupazioni sull'uso della pena di morte. La Columbia Law School ha recentemente riscontrato gravi errori nel 68% delle condanne a morte. Il governatore dell'Illinois ha per questo sospeso le esecuzioni nel suo stato. Il 7 giugno il governatore del Maryland ha fermato l'esecuzione di Eugene Colvin-El per non rischiare di uccidere un innocente. Lo stesso governatore del Texas George W. Bush ha recentemente dichiarato che non avrebbe consentito l'esecuzione di persone la cui colpevolezza non fosse certa. Non sembra pero' intenzionato a concedere alcun rinvio a Gary Graham. Amnesty International chiede al governatore del Texas di fermare immediatamente questa esecuzione. FINE DEL COMUNICATO Roma, 21 giugno 2000 Ufficio Stampa Amnesty International *** Per i diritti umani http://www.amnesty.it Contro la fame nel mondo http://www.thehungersite.com/index.html Per le vittime di guerra http://www.emergency.it ![]() |