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franz ha scritto:È un dato di fatto che in presenza di quorum, chi vota NO unisce il suo voto all'astensione.
Il che vuol dire che in presenza endemica di un 30% di astenuti, basta che i NO siano il 21% ed invitino all'astensione per far si che il 21% di NO vinca su un 49% di SI.
Il che non è democratico.
Quindi per me il quorum è un errore.
Piuttosto potrei ipotizzare che senza quorum un referendum debba vedere almeno il 33.3% dei votanti.
Robyn ha scritto:I referendum costituzionali non hanno quorum perche l'approvazione parlamentare è a maggioranze qualificate e c'è la procedura aggravata.Attraverso l'approvazione a maggioranze qualificate i costituenti ritennero che di fronte ad ampie maggioranze il parlamento fosse lo specchio del paese
Robyn ha scritto:Quando non si raggiungono i due terzi ci può essere il referendum per verificare se gli elettori sono favorevoli alle scelte del parlamento.Quando si superano i due terzi si dà per scontato che i due terzi del parlamento siano la perfetta fotocopia del paese e che quindi non è necessario il referendum.
Referendum propositivo
Con il ddl sul referendum propositivo, si va a modificare l'articolo 71 della Costituzione, che al momento prevede solo il referendum abrogativo. L'iter del nuovo referendum funzionerà in questo modo: i cittadini, raccolte inizialmente 100 mila firme, sottoporranno al vaglio della Corte costituzionale il testo del referendum, ovvero della legge su cui si chiede che il Parlamento intervenga.
Se ci sarà il via libera della Corte, allora serviranno 500 mila firme per sottoporre il quesito al voto popolare. ma prima si svolgerà un altro passaggio: il parlamento sarà obbligato ad esaminare la proposta di legge di iniziativa popolare entro 18 mesi.
Trascorsi i 18 mesi senza che il Parlamento si sia espresso, scatterà il referendum, che sarà senza quorum per la sua validità.
Ma c'è anche un'altra strada: il Parlamento legifera su quella proposta ma ne approva un'altra o comunque cambia il testo della proposta popolare. In quel caso, starà al comitato promotore, ovvero ai cittadini, scegliere se il nuovo testo comunque raggiunge gli obiettivi prefissati - e allora non si svolgerà il referendum - o se si vuole far decidere al popolo attraverso il referendum. In questo secondo caso, si sottoporranno a referendum entrambi i testi, e sarà legge quello che otterrà più voti. Se la proposta di legge popolare prevede dei costi per le casse dello Stato, i proponenti saranno tenuti ad indicare le eventuali coperture.
Spareggio. La riforma grillina stabilisce che il Parlamento debba esaminare entro 18 mesi la proposta di legge di iniziativa popolare. Se il Parlamento legifera sul tema ma con una proposta diversa o cambia il testo della proposta popolare, sarà possibile sottoporre a referendum entrambi i testi, quello popolare e quello parlamentare. E sarà legge quello che otterrà più voti.
Una strada impraticabile per il Pd. Quindi gli emendamenti casseranno questo punto. Avvertendo del pericolo che comporta. "Il sistema di spareggio mette l'una contro l'altra la proposta popolare e quella parlamentare come fossero sullo stesso piano, è il vero attacco alla democrazia rappresentativa", chiosa Migliore. Ceccanti immagina anche emendamenti in base ai quali "se il Parlamento approva un nuovo testo che modifica i principi della proposta popolare è richiesta una nuova raccolta di un milione di firme per fare un referendum su quella popolare".
flaviomob ha scritto:Se la legge costituzionale è approvata a maggioranza qualificata, pari a due terzi dei parlamentari, non è ammesso il referendum.
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