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Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

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Messaggioda flaviomob il 26/12/2018, 3:20

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Messaggioda franz il 26/12/2018, 9:24

Vignetta saggia.
Il problema è che sarebbe lecito fare così (debito verso le generazioni future) solo per le spese che riguardano la ricostruzione di una nazione dopo un evento bellico, per la ricostruzione dopo un disastroso evento naturale, tipo terremoto, per intenderci. Eventualmente anche le spese per la realizzazione di importanti investimenti strutturali per ammodernare il Paese. In questo caso è lecito che le future generazioni paghino perché a loro si consegna un paese ricostruito e più moderno.

Se questo fosse seguito da tutti i paesi, praticamente non ci sarebbe debito pubblico ed anzi, sarebbe addirittura possibile avere un leggero disavanzo per accumulare un po' di scorte da utilizzare per i tempi difficili. Invece di pagare interessi sul debito le scorte genererebbero interessi. Questi potrebbero essere accumulati al capitale creato oppure usati per abbassare le imposte. Oppure potrebbero comporre un fondo internazionale (tipo FMI) da usare proprio come sostegno in caso di catastrofe.

Lasciatemi sognare, almeno a Natale.
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Messaggioda Robyn il 26/12/2018, 12:43

Per fare in modo che i costi complessivi del rmg scendano bisogna creare lavoro soprattutto nelle aree depresse del paese di modo che se la disoccupazione scende quelli che staranno con il rmg saranno di meno.L'europa mette a disposizione i fondi europei che devono essere utilizzati nelle aree depresse quindi questi andranno per la maggior parte al mezzogiorno dove la disoccupazione è più alta.Non si capisce poi da cosa dipende il mancato utilizzo dei fondi europei.I fondi ci sono perche non vengono utilizzati?chi ha interesse a mantenere questa situazione di mancato utilizzo?
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Messaggioda franz il 26/12/2018, 13:27

Robyn ha scritto:Per fare in modo che i costi complessivi del rmg scendano bisogna creare lavoro soprattutto nelle aree depresse del paese di modo che se la disoccupazione scende quelli che staranno con il rmg saranno di meno.L'europa mette a disposizione i fondi europei che devono essere utilizzati nelle aree depresse quindi questi andranno per la maggior parte al mezzogiorno dove la disoccupazione è più alta.Non si capisce poi da cosa dipende il mancato utilizzo dei fondi europei.I fondi ci sono perche non vengono utilizzati?chi ha interesse a mantenere questa situazione di mancato utilizzo?

Non prendiamoci in giro.
Troppi a parlare, secondo me a vanvera, di "creare lavoro".
Come si "crea" il lavoro? A tavolino?
Bastano fondi nelle aree depresse per risolvere la situazione?
Apparentemente si e apparentemente no, direi.

Nelle aree depresse dell'est europa (ex cortina di ferro) i fondi sono stati bene usati e quelle economie sono cresciute, ottenendo anche tra l'altro il trasferimento di un certo numero di aziende nostre in quelle zone.

Da noi vuoi perché i fondi non sono usati tutti, vuoi perché sono usati male, vuoi perché c'è la mafia, la camora e la 'ndrangheta, vuoi perché c'è una percentuale abnorme di abbandono scolastico e quindi manca manodopera qualificata, vuoi perché mancano le strutture, vuoi perché manca la cultura d'impresa e prevale il clientelismo ed il capitalismo di relazione, vuoi perché c'è il pizzo, alla fine il lavoro non si "crea". I fondi non bastano, evidentemente.
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Messaggioda Robyn il 26/12/2018, 13:47

servono linee guida precise per l'utilizzo dei fondi europei che li sottraggano alla cattiva politica al clientelismo alla criminalità e linee guida per il loro giusto utilizzo
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Messaggioda franz il 26/12/2018, 15:06

Come si "crea lavoro"?

Breve compendio dell'amico Massimo Fontana su FB

Domanda: esiste un provvedimento della nuova manovra che descrive plasticamente la manovra stessa e alla fine il destino del paese?
Risposta: certo che esiste.
Di cosa stiamo parlando?
Del taglio congiunto degli investimenti per 4 miliardi e della forte ripresa della web-tax voluta e approvata a suo tempo dal governo Gentiloni https://www.huffingtonpost.it/2018/12/1 ... _23622860/?

Per capire cosa significa tutto questo dobbiamo però fare un piccolo passo indietro.
Da dove arriva la crescita economica?

La crescita economica, senza ripetere troppo concetti già espressi mille volte, deriva dagli investimenti di capitale in nuove tecnologie, nuovi prodotti e nuovi mezzi di produzione, grazie alla spinta determinante della concorrenza, il tutto sotto la guida del mercato, unico soggetto che può decidere e indirizzare gli investimenti li dove sono più redditizi, sfruttandone così pienamente le potenzialità di crescita.
Restringendo all'osso ancora di più il concetto abbiamo che la crescita economica deriva da:

- mercato
- concorrenza
- investimenti
- nuove tecnologie.


Lasciando per oggi in secondo piano i primi due punti, peraltro completamente assenti nella logica di questo governo, e concentrandoci sul terzo e il quarto, non possiamo non notare che il governo con le due misure viste all'inizio, colpisce esattamente ciò che dovrebbe farci crescere.

Di più, colpisce ciò che dovrebbe farci crescere nel momento esatto in cui queste due componenti stanno scendendo.
E' infatti notizia di due settimane fa da parte dell'Istat, che il tasso di crescita del pil italiano è stato rivisto per il terzo trimestre al ribasso.
Il dato che però veramente interessa è quello del fattore che ha buttato giù la crescita italiana, fattore che l'Istat identifica nella caduta degli investimenti, scesi dell'1,1% https://www.istat.it/it/archivio/224548 ... 5LbbUMmha0

In questo contesto, ovvero di calo degli investimenti, noi tagliamo cosa?
Gli investimenti.

E contemporaneamente mettiamo anche una tassa su un settore ad alta e nuova tecnologia, di fatto reprimendolo fiscalmente.
Per capire figurativamente di cosa stiamo parlando, è come se ad un centometrista impegnato nella gara dei 100 metri, noi gli alziamo l'inclinazione della pista di qualche grado facendolo correre in leggera salita e gli mettiamo un peso da 10 kilogrammi in una delle due gambe.
Potrà ovviamente ancora correre, ma dubito fortemente in modo efficiente.

La cosa interessante però è che queste cose il governo le sa.
Il 2 ottobre, quindi poco più di due mesi fa, il premier Conte esultava proprio per la presenza in manovra di 15 miliardi di euro aggiuntivi in investimenti per i prossimi tre anni, qui http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews ... faa94.html?

Lo stesso Di Maio parlava di questi 15 miliardi in tre anni che avrebbero spinto la crescita, qui https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... o/4657564/?

Addirittura si era arrivati a dire che questa nuova manovra del popolo sarebbe stata “il più grande piano di investimenti della storia italiana”, come riporta Il Fatto quotidiano.
Ma se la matematica non è una opinione, e non lo è, 15 miliardi in tre anni fa circa 5 miliardi all'anno.
5 miliardi che già di loro non sono precisamente "un grande piano di investimenti", visto che erano lo 0,2% del pil a moltiplicatore stimato pari ad 1, a cui però ora vanno sottratti 4 miliardi, perchè il taglio stabilito nella nuova manovra è annuale, risultando il tutto in un saldo pari ad 1 miliardo.

Certamente gli investimenti tagliati non dovrebbero essere gli stessi previsti ad ottobre, ma siamo o non siamo ormai tutti keynesiani, anzi, in Italia post-keynesiani?
Io certamente non lo sono, ne post, ne neo, ma se voi lo siete, quello che alla fine conta è l'ammontare totale della spesa per investimenti.
E questa rimane pressoché ferma.
Se a questo ci aggiungiamo che lo stesso governo aveva calcolato il moltiplicatore keynesiano del reddito di cittadinanza e dei soldi butt....ahm, spesi, per le pensioni, in un range inferiore a 0.5

https://www.facebook.com/massimo.fontan ... 1574857733 , cosa otteniamo da tutto questo?
Che il nostro tasso di crescita non si sposterà di un millimetro da quello che avevamo quando governava, per nulla bene vista la web-tax, il PD.
Con in più un leggero aumento del debito pubblico (e fortunatamente solo grazie alla Ue, che non potendo sindacare sul contenuto è riuscita almeno a contenere il livello di deficit), visto che la spesa in deficit di questa manovra è concentrata ormai quasi unicamente in provvedimenti dal moltiplicatore ampiamente inferiore ad 1.

Concludendo e cercando di figurarci l'Italia che esce da questa manovra come visto sopra con il corridore, potremmo descrivere la nostra situazione attuale come quella di un nobile decaduto che vende l'argenteria non per mantenere inalterato il suo standard di vita, ma anzi, per aumentarlo.
Ma così facendo ovviamente non fa altro che avvicinare il momento in cui andrà a sbattere contro la realtà.
Buona giornata a tutti.
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Messaggioda Robyn il 26/12/2018, 16:53

La pannonia si è sviluppata perche è tutta pianeggiante e all'incrocio con i paesi industrializzati.I vari paesi europei hanno anche loro il loro mezzogiorno e non si possono lasciare queste aree prive di speranze di sviluppo bisogna individuare aree di intervento precise e rimuovere gli ostacoli che ci sono allo sviluppo non è un caso che esiste il federalismo fiscale.Al mezzogiorno quali aree pianeggianti abbiamo?abbiamo la piana di gioia tauro,la pianura campana,il tavoliere delle puglie.Sugli appennini possono nascere industrie?Il mercato si dirige dove è più redditizio investire,ma non abbiamo mai pensato ad uno sviluppo autoctono del mezzogiorno.Il turismo non può essere la sola fonte di reddito certo possiamo incrementarlo con forme di sinergia pubblico privato nei beni culturali e ambientali.Quanti castelli abbandonati abbiamo in Italia?Sono possibili forme di gestione privata con attività all'interno che occupino giovani in cambio di manutenzione e pulizia ordinaria e mantenendo il carattere pubblico del bene culturale.Far crescere il mezzogiorno significa far crescere anche la democrazia
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Messaggioda Robyn il 26/12/2018, 18:45

Il liberismo classico è insufficente perche rimangono aree depresse.Anche la Gran Bretagna utilizzava il liberismo classico ma era un paese in cui accanto a zone ad intenso sviluppo si erano venute a creare zone depresse per mancato sviluppo o per esaurimento delle fonti tradizionali di ricchezza.Accanto al liberismo classico si è profilata l'esigenza di interventi,attraverso organismi decentrati e mediante una legislazione che agevola orienta e localizza il sorgere di nuove attività nelle zone divenute depresse del Galles e della Scozia
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Messaggioda Robyn il 26/12/2018, 20:57

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Messaggioda trilogy il 26/12/2018, 22:22

Robyn ha scritto:Fondi Europei perche l'Italia non li usa
http://www.peopleforplanet.it/perche-no ... i-europei/
Aree depresse in Europa cartina
http://www.abcdeuropa.com/i-fondi-europ ... -sa-usare/


Scusa Robyn ma i numeri riportati in quegli articoli sono errati.
Non è vero che nella programmazione 2007/2013 l'italia non ha speso i soldi. Quelli che aveva li hanno spesi. I dati sono pubblici e la spesa viene certificata. Che ci sia troppa burocrazia è vero ma appena abbassano l'asticella si fregano anche i mobili degli uffici.
https://opencoesione.gov.it/it/spesa-certificata/

Per quanto riguarda i finanziamenti diretti non è vero che le imprese non li conoscono e non partecipano. Siamo in genere tra i tre quattro paesi che presentano più progetti in europa. Dipende dai settori. Il problema è che la selezione è durissima, il livello d'innovazione richiesto è molto elevato, e meno del 10% dei progetti viene finanziato.
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