franz ha scritto:Secondo me ci sono due cose distinte, su cui occorre non fare confusione.
Cosa era il comunismo e cosa furono i comunisti. Questo vale anche per l'Italia.
Il comunismo è quello che è. Non lo dico io o altri ma lo dicono i fondatori, nel famoso "manifesto".
È una cosa molto di versa dal socialismo e dalla socialdemocrazia, anzi il conflitto con le altre anime della sinistra è stato feroce ed in certe nazioni anche sanguinoso.
Il comunismo italiano (ed i comunisti) pero' a partire dal dopoguerra non erano piu' comunisti nel senso del "Manifesto".
In fondo si puo' dire la vittoriosa lotta al nazifascismo e la conquista della libertà ha fatto capire a tutti i comunisti nell'europa (Ovest ma anche Est) che l'idea della dittatura del proletariato (elemento caratterizzante del comunismo) era sbagliata ed atroce e quindi il moviimento comunista si è spostato gradualmente verso posizioni democratiche, abbandonando il sogno dell'ora X.
Il problema è che lo ha fatto spostandosi ovviamente verso posizioni prima socialiste e poi socieldemocratiche ma mantenendo il nome simbolico di partito comunista.
Questo vale anche per altri partiti, come in Francia etc.
Da qui è nata l'illusione che potesse esistere un comunismo democratico, che era in realtà una vera contraddizione di termini, per chi ha letto il manifesto.
Non potevano e non volevano fondersi con gli altri partiti socialisti e socialdemocratici, perché, diciamocelo chiaramente, avrebbero perso i fondi dell'URSS.
Ecco quindi che abbiamo avuto negli anni 70 un grande partito socialdemocratico (basta leggere il programma per capirlo) che pero' si chiamava ancora "comunista". Questa ritengo che sia stata una infame bugia. Sulla ambiguità di questa differenza tra nome e posizione politica (caduta quando è caduto l'URSS e con essa i suoi finanziamenti) poi uno come Veltroni puo' affermare di non essere mai stato comunista.
Verissimo, penso. In fondo nessuno negli anni 70 voleva la dittatura del proletariato, l'eliminazione della propretà privata, la collettivizzazine degli strumentidi produzione. Quindi nessuno era veramente comunusta. Tuttavia si viveva tutti (o quasi) in questa illusione del comunismo democratico e quindi a ben vedere chi si è accorto ora di quella illusione e si è svegliato dal sogno dovrebbe ammettere che ci credeva a continuare pure a chiamarsi come vuole.
A maggior ragione chi ci crede ancora.
Franz
Concordo in larga parte con quanto dice franz.
Ma aggiungerei che se avessimo avuto la sventura, nell'ambito di Yalta, di avere i comunisti, italiani per carità, al potere non avremmo fatto una fine migliore dell'Ungheria o della Cecoslovacchia benchè come noi non appartenevano all'assolutismo russo o cinese!
Anche io ho votato Pci per tanti anni per le stesse ragioni, elencate cosi' bene da piero, ma ero ben consapevole che grazie a Yalta non avremmo mai avuto il comunismo sovietico...
Ciononostante non riesco a sottovalutare il ruolo terribilmente conservatore che ha avuto la presenza della coppia Dc/Pci (con l'appoggio dei sindacati confederali) nell'impedire un processo di modernizzazione all'Italia.
Oggi il birbantello Berlusconi, pur non avendo il mio voto e nonostante tutto, sta scrollando il Paese in modo positivo....
e addirittura questo consentirà la rifondazione e la nascita di un centrosinistra finalmente libero dalle ambiguità e dalle nostalgie del comunismo "nostrano".
Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.