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La lotta alle mafie.

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Re: La lotta alle mafie.

Messaggioda pinopic1 il 08/03/2009, 16:03

Però questo intervento diretto della mafia sugli elettori che voterebbero come il mafioso consiglia non mi convince. Non mi risulta, anzi. I voti che la mafia può direttamente mobilitare non sono tanti quanti ne servono a una coalizione per vincere le elezioni.
E' il voto di scambio il vero valore aggiunto di chi vince. Ma lo scambio avviene tra il politico e gli elettori.
Questo sistema è utile alla classe dirigente politica (e non) locale. La mafia da una parte mantiene sul territorio le condizioni perché gli elettori abbiano bisogno di accedere al voto di scambio (il sottosviluppo). Dall'altra stringe accordi con alcuni politici che a loro volta con il loro pacchetto di voti clientelari condizionano tutto il partito. Questo rapporto di vicinanza consente ai mafiosi di diventare imprenditori o di partecipare in imprese che poi approfittano della vicinanza-dipendenza del politico per avere appalti e licenze ed essere favoriti in affari di varia natura.

Quindi la mafia la si combatte politicamente contrastando il voto di scambio e il sottosviluppo e ogni commistione tra politica e affari anche puliti. Per il resto è lavoro dei magistrati e delle forze dell'ordine.


(PS: il ponte non intacca il sottosviluppo di Calabria e Sicilia se permangono le deficienze infrastrutturali interne alle due regioni. Quindi può essere una risorsa per voto di scambio e affari senza costituire un rischio per il sistema)
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Re: La lotta alle mafie.

Messaggioda pianogrande il 08/03/2009, 20:12

pinopic1 ha scritto:Però questo intervento diretto della mafia sugli elettori che voterebbero come il mafioso consiglia non mi convince. Non mi risulta, anzi. I voti che la mafia può direttamente mobilitare non sono tanti quanti ne servono a una coalizione per vincere le elezioni.
E' il voto di scambio il vero valore aggiunto di chi vince. Ma lo scambio avviene tra il politico e gli elettori.
Questo sistema è utile alla classe dirigente politica (e non) locale. La mafia da una parte mantiene sul territorio le condizioni perché gli elettori abbiano bisogno di accedere al voto di scambio (il sottosviluppo). Dall'altra stringe accordi con alcuni politici che a loro volta con il loro pacchetto di voti clientelari condizionano tutto il partito. Questo rapporto di vicinanza consente ai mafiosi di diventare imprenditori o di partecipare in imprese che poi approfittano della vicinanza-dipendenza del politico per avere appalti e licenze ed essere favoriti in affari di varia natura.

Quindi la mafia la si combatte politicamente contrastando il voto di scambio e il sottosviluppo e ogni commistione tra politica e affari anche puliti. Per il resto è lavoro dei magistrati e delle forze dell'ordine.


(PS: il ponte non intacca il sottosviluppo di Calabria e Sicilia se permangono le deficienze infrastrutturali interne alle due regioni. Quindi può essere una risorsa per voto di scambio e affari senza costituire un rischio per il sistema)


La mafia non controlla il voto ma crea le condizioni perché il voto venga pilotato.
Detto questo, si può fare a meno della prima riga di premessa e siamo tutti daccordo.
Il ponte non solo "non attacca il sottosviluppo" ma, se la storia della sua "costruzione" sarà quella che temo e molti temono, ne diventerà il simbolo più sfacciato.

Durante la costruzione e dopo la fine (se mai arriverà) sarà il simbolo della irrisione ai problemi veri di quelle parti.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: La lotta alle mafie.

Messaggioda ranvit il 09/03/2009, 18:43

Da ilmattino.it :


09-03-2009 10:01
Camorra: blitz a Modena contro clan Casalesi


(ANSA) - MODENA, 9 MAR- E' in corso dalle prime ore della mattina una vasta operazione anticrimine della Polizia di Stato di Modena a carico del clan dei Casalesi. I provvedimenti di fermo della DDA di Bologna sono cinque; due riguardano agenti della polizia penitenziaria del carcere di Modena. Sono accusati di associazione di stampo camorristico.Secondo le indagini, alcuni 'casalesi' in carcere, con la compiacenza degli agenti, impartivano ordini per la gestione di due circoli privati in provincia di Modena.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: La lotta alle mafie.

Messaggioda ranvit il 13/03/2009, 13:43

Dal corriere.it :

'Ndrangheta, preso il presunto autore della strage di Duisburg

REGGIO CALABRIA - Per arrestare Giovanni Strangio ad Amsterdam c'è stata una irruzione giovedì sera in un quartiere a pochi chilometri dal centro storico della città olandese. Si tratta - hanno precisato gli agenti della squadra mobile di Reggio Calabria durante una conferenza stampa - di una palazzina a tre piani. Oltre a Strangio, nell'appartamento vivevano anche suo cognato Francesco Romeo, arrestato con lui, la moglie di Strangio e il bambino di tre anni della coppia. Le persone, quanto sono state sorprese dagli agenti, stavano andando a dormire.


CHI E' STRANGIO - Ha solo 30 anni ma era un capo assoluto, nato a Siderno (Reggio Calabria), residente a Kaarst, nella Renania-Westfalia, dove è titolare di due pizzerie, Giovanni Strangio, da San Luca, arrestato dopo due anni e mezzo di latitanza, era ricercato perché sospettato di essere tra gli autori della strage di Duisburg. Prima dell'omicidio delle sei persone, davanti al ristorante «Da Bruno» della città tedesca nel Ferragosto di due anni fa, di Giovanni Strangio neanche si parlava. Non era tra quelli più in vista nella geografia mafiosa della locride, anche se era cugino di Maria Strangio, la donna uccisa a Natale del 2006 a San Luca, episodio che gli inquirenti datano come quello della nuova partenza della sanguinosa strage tra i due gruppi criminali aspromontani.

LE INDAGINIDOPO DUISBURG - Strangio il 10 agosto del 2007 aveva noleggiato un'automobile, una Renault Clio nera. Auto centrale ai fini dell'indagine condotta dalla Polizia tedesca e da quella italiana sull'agguato di metà agosto. Per ricollegare la mattanza di Duisburg al nome di Giovanni Strangio passarono, in realtà, poche ore. A Kaarst venne, infatti, perquisita la sua abitazione: lui non c'era, ma alla Polizia tedesca era apparsa subito un'abitazione abbandonata in tutta fretta e, del resto, l'identikit diffuso poche ore dopo la strage lasciava pochi dubbi. Quel testimone che racconta alla Polizia di avere visto una persona allontanarsi dal ristorante «Da Bruno» alla guida di un'automobile nera e a forte velocità sembrava essere in tutto e per tutto come la descrizione di Giovanni Strangio. Quando ad agosto 2007 viene emesso il provvedimento contro Giovanni Strangio all'inizio ne nasce anche una querelle: l'ordine di arresto sembra valido solo per il territorio tedesco in quanto il giovane non ha alcuna pendenza penale in Italia. Ma i primi di settembre l'ordine di cattura viene internazionalizzato ed eseguibile dunque in qualsiasi Paese europeo. Da allora è stata caccia all'uomo. L'uomo dagli occhi blu e dai capelli scuri non si trovava, né a San Luca e né nella Renania. Era in una casa tra i canali di Amsterdam e lì lo hanno scovato gli uomini di Renato Cortese, il capo della Mobile di Reggio, l'uomo che scova i latitanti, che prima di Strangio aveva arrestato nientemeno che Bernardo Provenzano.

CORTESE - «Non si aspettavano la nostra irruzione - dice il dirigente della squadra mobile, Renato Cortese. Da quasi due anni avevamo attuato un intenso lavoro di pedinamento delle persone che potevano potenzialmente proteggere la latitanza di Giovanni Strangio. Un primo successo l'avevamo segnato il 26 novembre del 2008 con l'arresto ad Amsterdam di Giuseppe Nirta, anch'egli cognato di Strangio. Da quel momento il cerchio si è stretto sempre più fino a quando abbiamo avuto la certezza che Strangio e la sua famiglia si trovavano dentro quella palazzina». «I due - ha detto ancora Cortese - conducevano una vita assolutamente normale, mescolandosi tra la gente di Amsterdam e spesso usando travestimenti con cappelli e occhiali. Non avevano armi, sequestrati alcuni cellulari. «Il successo dell'operazione - ha concluso Cortese - è anche frutto dell'intensa collaborazione con polizia tedesca e olandese».

UN MILIONE DI EURO IN CASA - Gli inquirenti hanno trovato in casa almeno un milione di euro in contanti. La rivelazione è venutadalla polizia di Duisburg durante una conferenza stampa tenuta venerdì mattina nella città tedesca. Oltre ai contanti, nell'appartamento di Amsterdam, al secondo piano di una palazzina con sette appartamenti in tutto, c'erano inoltre alcuni passaporti falsi e un apparecchio per realizzarli.

I MINISTRI - «Oggi è una giornata da incorniciare nella lotta alla criminalità organizzata. Con gli arresti di Giovanni Strangio e Francesco Romeo ad opera del Servizio Centrale operativo e della Squadra mobile di Reggio Calabria, e di Antonino Lo Nigro da parte dei Carabinieri di Bagheria, sono stati inferti due durissimi colpi alla 'ndrangheta e alla mafia» ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni. «Ringrazio per lo straordinario lavoro - continua Maroni - il Capo della polizia, prefetto Antonio Manganelli, il Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri, Gianfrancesco Siazzu, e i magistrati che hanno coordinato le indagini». E anche il ministro dell'Interno del Nord Reno-Westfalia, Ingo Wolf ha avuto parole di elogio per l'operazione: «L'arresto di Giovanni Strangio rappresenta un successo investigativo comune delle autorità olandesi, italiane e tedesche». La cattura, ha sottolineato, «dimostra che la cooperazione internazionale degli inquirenti funziona perfettamente».


13 marzo 2009
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