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flaviomob ha scritto:Non è solo questo. Ai nostri tempi i genitori non se la prendevano con gli insegnanti, arrivando perfino alle minacce, se noi non studiavamo. Oggi ci sono genitori che comprano il cellulare o il tablet ai figli piccoli pur che "non rompano i ...". E altrettanto ci sono genitori che non giocano e non interagiscono con i figli perché alienati dietro a un cellulare o a un tablet.
pianogrande ha scritto:flaviomob ha scritto:Genitori diseducativi: vero, sono sempre di più. Ciò però dovrebbe limitarsi alla realtà italiana, in evidente declino etico e culturale, mentre il fenomeno sembra mondiale.
Appena lo stato di benessere lo permette, i genitori diventano iper protettivi.
franz ha scritto:
Rimpiango fame, guerre e pestilenze? No di certo!
Segnalo solo che i tempi drammatici forgiano caratteri diversi dai tempi di pace.
E che con buona probabilità i secondi preparano la strada ad un ritorno dei primi.
flaviomob ha scritto:Mah, spannometricamente negli anni sessanta e settanta si faceva uso di roba anche pesante... ma la gente non votava Salvini E pure in Olanda, dove il consumo è notoriamente diffuso, non sono messi così male.
franz ha scritto:Ho trovato questa pagina
https://www.altreinfo.org/riflessioni/1 ... lba-giusi/
la maggior parte degli esperti concorda nel ritenere che i risultati rivelano semplicemente le differenze socioeconomiche tra le varie etnie: ad esempio, è molto difficile trovare una persona senza istruzione superiore tra gli ebrei, che appartengono alle classi medio-alte della società; al contrario, negli USA, le classi sociali più svantaggiate sono composte prevalentemente da ispanici e afroamericani. Risalta, comunque, la differenza tra QI medio degli ebrei-ashkenaziti rispetto ad altri gruppi di ebrei e alcuni quindi ipotizzano che i test QI sarebbero viziati all'origine, misurando soltanto un certo tipo di intelligenza.
Intelligenza e pregiudizio (The Mismisure of Man) di Stephen Jay Gould, saggio pubblicato nel 1981, si pose come monumento contro il razzismo scientifico. Nel 1996 venne pubblicata una seconda edizione in risposta a The Bell Curve, con un'estesa appendice in cui stroncava il libro di Herrnstein e Murray. Gould scrisse che The Bell Curve «è un capolavoro retorico di scientismo», aggiungendo anche che il testo è "insincero", in quanto nasconde volutamente dei dati essenziali, omettendo la «misura consueta del tasso di idoneità per le regressioni multiple, r^2, che sono presentate qui per l'analisi dei campioni rappresentativi».[senza fonte]
Un altro aspro critico dei test QI è stato senza dubbio il genetista Richard Lewontin, che in un articolo del 1981 intitolato The Inferiority Complex scrive che credere che i QI misurino l'intelligenza tout court, come fosse un dato oggettivo, significa "reificare un pregiudizio"
Grazie a una serie di ricerche empiriche e di letteratura su soggetti affetti da lesioni di interesse neuropsicologico, Gardner ha identificato almeno sette tipologie differenziate di "intelligenza", ognuna deputata a differenti settori dell'attività umana:
Intelligenza logico-matematica
Intelligenza linguistica
Intelligenza spaziale
Intelligenza musicale
Intelligenza cinestetica o procedurale
Intelligenza interpersonale
Intelligenza intrapersonal
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