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Idoli, ideali, miti e valori

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Idoli, ideali, miti e valori

Messaggioda pierodm il 07/03/2009, 2:46

Pino è stato divertente, in senso buonissimo: praticamente in quell'elenco - presumo imitato per ragioni di spazio - c'è tutta la sua e la nostra vita. Mi ha lasciato perplesso l'assenza di Un Fiume Amaro nell'interpretazione di Iva Zanicchi, e la rovesciata di Roberto Pruzzo a Torino contro la Juve.

A Luca vorrei dire che, con tutto il rispetto per il dott. Ezio, mille volte meglio Ornella.

Però mi piacerebbe che Nico spiegasse meglio quello che intende, quando dice che a sinistra non si sia mai fatto nulla per aiutare le persone ad esprimere le loro idee in modo efficace e senza ostacoli lascia pensare.
Ad occhio e croce mi sembra - spero di capire male - che questo pensiero faccia parte di una riscrittura della nostra storia nazionale che va molto di moda attualmente, ma che è francamente , diciamo così, molto fantasiosa.
Come partito - anzi, partiti - la sinistra è stata quella più vicina a chi aveva qualcosa da esprimere, sia pure nel modo complesso e spesso contradditorio che può derivare da una concezione del partito piuttosto rigida.
O forse sarebbe più esatto dire che la gran parte della cultura, compresa quella popolare o individuale, ha trovato soprattutto nella sinistra una sponda e un riferimento, e spesso l'unica speranza, l'unica alternativa ad una società strutturalmente sospettosa verso la cultura che non fosse quella accademica e integrata con il Potere.

Una caratteristica, quest'ultima che non solo è rimasta sostanzialmente uguale nel tempo, ma che si è ravvivata in questi ultimi anni, nei quali il problema più grande è proprio l'assenza o la scarsa influenza che ha la cultura nel determinare un'etica diffusa e condivisa, e nel formare una cosceinza civica e quindi politica.
Perché in effetti il problema vero è questo: non è la politica che deve aiutare o influenzare la cultura, o il pensiero individuale, ma è vero semmai il contrario.
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Re: Idoli, ideali, miti e valori

Messaggioda Nico Guzzi il 07/03/2009, 11:40

Di sicuro a sinistra c'è sempre stato modo di esprimersi, più che nella destra di Berlusconi, dove riesce a contare quasi sempre solo la sua parola, ma il punto fondamentale è che al livello fattuale non s'è occupata di come la cultura si sviluppa, e cioé con la ricerca, con l'attivazione di nuove iniziative per scansare il monopolio SIAE, con gli investimenti nella scuola e nell'università soprattutto, con l'abolizione di alcuni albi, in primis quello dei giornalisti, questi sono temi e azioni reali che poi a sinistra ci siano intellettuali di tutti i tipi e che si esprimono quotidianamente, vedi Moretti, è un altro discorso.

E poi smettiamo di dire che gli intellettuali sono a sinistra, semplicemente a sinistra tutti tendono a dire la propria, poi se fossi un intellettuale preferirei starmene alla larga dalle diatribe tipiche della micropolitica delle sinistre che non si capisce mai dove vanno a parare.

Credo che micropolitica sia il termine adeguato per definire la politica italiana dai primi anni 90' ad oggi, alla faccia delle belle parole quali riforme strutturali.
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Re: Idoli, ideali, miti e valori

Messaggioda Stefano'62 il 07/03/2009, 13:24

Nico Guzzi ha scritto:E poi smettiamo di dire che gli intellettuali sono a sinistra, semplicemente a sinistra tutti tendono a dire la propria, poi se fossi un intellettuale preferirei starmene alla larga dalle diatribe tipiche della micropolitica delle sinistre che non si capisce mai dove vanno a parare.

Però possiamo continuare a dire perlomeno che gli intellettuali NON stanno a destra ?
E che ciò dipende proprio dal fatto che a destra è abbastanza difficile riuscire dire la propria a causa del dna stesso della destra ? (di questa italiana,perlomeno)
E che in conseguenza di questo ci sono molti più ideali,miti e valori di quà,invece che di la ?
Tutto il mondo (destra,sinistra,centro,sopra e sotto) è formato da uomini....buoni,cattivi,bravi,stupidi,belli,brutti,etc.
Quindi ovunque c'è la possibilità di errore,di dolo,di frode,etc.
Se a qualcuno la parola "sinistra" fa venire l'orticaria,al punto da imputare esattamente all'essere "di sinistra" tutte le storture e le cose meno che perfette che accadono anche in casa nostra,proprio perchè nemmeno la sinistra può esserne immune (è la sinistra,mica la casa del Papa infallibile),invece che alla molto più logica fallibilità umana.....questo tradisce una bella e propria paranoia congenita,o al peggio una vera disonestà intellettuale di fondo.

Non siamo capaci di censurare,denunciare e criticare tutto ciò che oggettivamente di dubitabile è stato fatto dai nostri leaders a sinistra...senza per forza coinvolgere le incolpevoli idee e principii che talvolta invece sono stati traditi ?

Francamente tutti questi luoghi comuni sulle "sinistre" che cominciano a venir fuori come dice Piero a ragione,mi stanno stufando.
E il neo-fascismo continua a fare dei bei passettini fin dentro alle nostre coscienze.
Bravi,bene...
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Re: Idoli, ideali, miti e valori

Messaggioda pierodm il 07/03/2009, 14:33

Non si può fare a meno di citare Pasolini, su questo argomento: difficile trovare negli ultimi decenni qualcuno che ne abbia parlato con più chiarezza e passione.

Non voglio imputare a Nico una visione che mi sembra, in lui, essere ancora suscettibile di approfondimento e di aggiustamento: più grave è l'ossessione anti-sinistra di tanti altri, che gli anni della Prima repubblica li hanno vissuti integralmente.

Caro Nico, tu parli di berlusconismo, e dunque è evidente che ti riferisci alla sinistra attuale, sulla quale abbiamo ragione un po' tutti, quando la critichiamo per le sue omissioni e per qualche atto poco condivisibili.
Ma la sinistra non è solo quella portata praticamente all'estinzione attraverso il PDS, DS, Ulivo, Unione e PD.
E non è mai stata solo quella del PCI-PSI, intesi come partiti, precedentemente all'era berlusconiana.
E la cultura non è solo quella che si materializza nelle università e nei luoghi direttamente influenzabili dalla politica.

Ha comunque perfettamente ragione Stefano, quando parla del rapporto tra l'imperfezione umana e la politica, che induce spesso a presupporre che la sinistra debba essere per definizione e per destino immune dai vizi e dai limiti comuni a chiunque.
E non è nemmeno vera la litania che viene ripetuta con ostinazione circa la "presunzione di verità" che affliggerebbe la gente di sinistra - non più di quanto sia normale che chiunque sostiene un'idea sia convinto che questa sia giusta.
Il fatto è che negli ultimi due secoli - i secoli del progressivo affermarsi della democrazia - in grandissima parte, in tutti i paesi occidentali, la "cultura" è sempre stata orientata "a sinistra", ossia su posizioni e sentimenti progressisti: non solo e non tanto quella accademica e scientifica, ma anche la cultura in senso lato, la volontà di migliorare se stessi, di pensare liberamente contro il conformismo e il tradizionalismo, di non esaurire il proprio orizzonte intellettuale nel circolo ristretto della propria esperienza diretta e dei propri esclusivi interessi.

Una collocazione, questa, favorita dal fatto che, come dice Stefano, a destra c'è poco, e anzi c'è una tendenziale indifferenza per tutto ciò che è "culturale", quando non si tratta di vero e proprio disprezzo: soprattutto a livello popolare e "di base", più che nei piani alti della politica e dell'accademia.
Salve rare eccezioni, la cultura di destra è poi una cultura che tende a valorizzare gli elementi ancestrali, o quelli del millenarismo, della raffigurazione tradizionalista della vita e della società.
Le "rivoluzioni" - o magari i riformismi - di destra sono stati in effetti delle contro-rivoluzioni, che hanno tentato di opporsi alla trasformazione progressista, non solo della società politica, ma del senso stesso della convivenza sociale e della vita.
E' chiaro che una visione del genere ha offerto meno spazio all'elaborazione culturale, che è invece sostanzialmente una ricerca del nuovo e del diverso, e una ribellione - talvolta destinata al fallimento, al vicolo cieco - verso le leggi più o meno "fatali" del destino, o della natura umana allo stato "grezzo".

Io trovo che sia veramente avvilente il fenomeno al quale stiamo assistendo da qualche tempo: per ragioni di diatriba politica immediata, o per pura polemica spicciola, si perde di vista la visione di questa "nostra" storia, che dovrebbe essere condivisa senza tentennamenti almeno da chi sta da questa parte.
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Re: Idoli, ideali, miti e valori

Messaggioda Nico Guzzi il 07/03/2009, 14:36

Non governano gli intellettuali, essi possono ispirare ma alla fine sono nei partiti i leader, le fazioni, le correnti, le mille posizioni che fanno la differenza e che lentamente logorano il legame tra l'ispirazione, i valori e gli ideali da cui si parte per fingere di proporre un progetto politico ad un popolo senza poi metterlo mai in pratica per l'intrinseca debolezza di chi lo compone. Se veramente D'Alema, Veltroni, Prodi fossero stati grandi politici la situazione in Italia non sarebbe questa, poco importa se qualcuno dirà che la politica è complessa, ma la politica è fatta anche di coraggio, non solo a parole, dopodiché se il progetto fallisce si cambiano le componenti e si riprova, ma non si rimane nella stessa situazione per 20 anni, è ridicolo, irrazionale, patologico e soprattutto drammatico nelle conseguenze per il paese. A 25 anni ho la nausea.

Se il neo-fascismo avanza è semplicemente perché nonostante l'attività intellettuale della sinistra poi al governo non è stata fatta nessuna legge contro conflitti d'interesse, per un'indipendenza della Rai, per rafforzare il potere dell'Antitrust e tanti altri nodi di cui nessuno ha voluto occuparsi, spesso accordandosi per rafforzare le posizioni di potere già esistenti; poi se in Italia Montanelli e Travaglio finiscono per essere inquadrati di sinistra solo perché dicono ciò che è lampante questo mi sembra un discorso fuorviante e che sposta il problema dall'inefficacia di questa classe dirigente e che nella micropolitica annacqua qualsiasi progetto di lunga durata.

Continuo a pensare che sia assurdo che nonostante il presunto fermento culturale della sinistra alla fine si è discusso di un libro sulla globalizzazione scritto da Tremonti, evidentemente qualcosa di sbagliato c'è.
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Re: Idoli, ideali, miti e valori

Messaggioda pinopic1 il 07/03/2009, 14:44

pierodm ha scritto:Pino è stato divertente, in senso buonissimo: praticamente in quell'elenco - presumo imitato per ragioni di spazio - c'è tutta la sua e la nostra vita. Mi ha lasciato perplesso l'assenza di Un Fiume Amaro nell'interpretazione di Iva Zanicchi, e la rovesciata di Roberto Pruzzo a Torino contro la Juve.


Mancano anche "La mano de dios", il film "Riso amaro", Stanlio e Ollio, Nino Benvenuti e Duilio Loi, il brano musicale In the mood, ma anche Rapsodia in blu e il film "A qualcuno piace caldo" e naturalmente Marylin Monroe e Jack Lemmon.
E poi tutti gli indiani (pellerossa), i cow boys e i soldati blu. E Rin tin tin, Rusty, e il sergente O' Hara. E Lassie?
E poi...
Sarti, Burgnic, Facchetti, Bolchi (Bedin), Guarneri, Picchi, Jahir, Mazzola, Milani (Boninsegna, Peirò), Suarez, Corso + don Helenio
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Re: Idoli, ideali, miti e valori

Messaggioda Stefano'62 il 07/03/2009, 15:14

Nico Guzzi ha scritto:Se il neo-fascismo avanza è semplicemente perché nonostante l'attività intellettuale della sinistra poi al governo non è stata fatta nessuna legge contro conflitti d'interesse, per un'indipendenza della Rai, per rafforzare il potere dell'Antitrust e tanti altri nodi di cui nessuno ha voluto occuparsi, spesso accordandosi per rafforzare le posizioni di potere già esistenti; poi se in Italia Montanelli e Travaglio finiscono per essere inquadrati di sinistra solo perché dicono ciò che è lampante questo mi sembra un discorso fuorviante e che sposta il problema dall'inefficacia di questa classe dirigente e che nella micropolitica annacqua qualsiasi progetto di lunga durata.

Continuo a pensare che sia assurdo che nonostante il presunto fermento culturale della sinistra alla fine si è discusso di un libro sulla globalizzazione scritto da Tremonti, evidentemente qualcosa di sbagliato c'è.

Bravo vedo che cominci a capire.
Sono le stesse cose che io contesto ai miei referenti politici,ma dire che gli errrori derivano dal loro appartenere alla sinistra è semplicemente autolesionista,oltre che falso,e fa il gioco di una persona che ha portato la destra ad essere quello che è (e che porta gente di destra come Montanelli e Di Pietro a non riuscire più nemmeno a pronunciare la parola destra senza doversi poi lavare la bocca....),e che continua a martellare le nostre coscienze in modo subliminale,ma nemmeno troppo,con slogan accattivanti e risolutivi,quanto falsi e pericolosi,e che sono esattamente la causa perr cui ora anche noi a sinistra a volte vediamo come una cosa cattiva il fatto di avere opinioni differenti e di essere costretti a perdere tempo per discuterne.
E' questo il neo-fascismo strisciante di cui parlavo.....
non vi è mai capitato di pensare,'accidenti a lui che non capisce che io ho ragione',bisognerebbe che arrivasse un vero leader che fa piazza pulita e li riallinea tutti quanti,così poi possiamo concentrarci su cosa c'è da fare.'
Cioè un dittatore.
A furia di sentirlo dire dagli altri alla fine ci crediamo anche noi.
Infatti invece che dire la sinistra ha sbagliato perchè non avuto la capacità (o il coraggio) di fare questo e quello,si dice sempre che la sinistra fallisce perchè ragiona da sinistra.
La sinistra perde perchè invece che prendere decisioni dopo un litigio,si ferma al litigio;
e si ferma al litigio perchè ognuno ormai è succube del solito delirio da slogan che insinua che il vincente è colui che impone la sua idea agli altri....e giù a litigare.
Io direi quindi che le inefficienze della sinistra forse sono imputabili proprio al suo NON ESSESRE di sinistra,e al suo scimmiottare la destra nel considerare positiva la figura di un grande centravanti (tipica della destra)invece che quella di una buona squadra.
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Re: Idoli, ideali, miti e valori

Messaggioda lucameni il 07/03/2009, 16:00

Sarà ma il pretendere che non vi sia autocritica è altra cosa.
Spesso sento dire "ma abbiamo fatto troppa autocritica".
Dipende che a quale autocritica ci riferiamo, se autentica oppure se fatta con abbondante riserva mentale. Alla Occhetto per intenderci: una "svolta" tardiva, senza una direzione chiara e non priva di rancore.
Il fatto che vi siano stati oltre 40 anni di democrazia bloccata, e non certo per un complotto di Gladio, come si diceva all'indomani della bolognina con fare molto consolatorio, è qualcosa che deve essere evidentemente ancora superato nelle coscienze di molti; sia di destra (un anticomunismo che oggi deve essere declinato diversamente e non certo come primo problema della politica italiana) che di sinistra (il complotto, l'emarginazione dal governo nazionale vissuta come opera dei poteri "forti", la pretesa di una diversità morale quasi antropologica, genetica).
Ma in questo la sinistra non può sottrarsi, miminizzando, oppure ammiccando furbescamente ai fascisti di ieri (o anche di oggi?) tipo le uscite periodiche e altalenanti di D'Alema o Violante come in un reciproco e utile scordammoce o' passato tra ex oppositori emarginati dal potere; e come ulteriore ricerca di reciproca legittimazione.
Una cosa è l'autocritica, che mi pare sia stata sempre molto parziale e faticosa, visti ancora certi miti rivendicati senza se e senza ma. Altro è il farsi del male e fustigarsi ogni giorno, mantendendo paradossalmente come "miti" appunto quei personaggi che ritengo debbano essere riletti senza nascondere i loro limiti.
Sull'aspetto culturale della sinistra non è che poi sia così d'accordo.
La cultura di destra c'era, c'è tutt'ora, anche se poco conosciuta (non a caso); anche se la destra attuale, quella berlusconiana non ha motivo di foraggiarla. Ha altri intendimenti, più volti all'ipnotismo che a proporre ragionamenti.
Il fatto è che "destra" dal dopoguerra è un termine che è stato letto e presentato come sinonimo di fascismo.
In parte perchè una destra "liberale" oggettivamente era ed è minoranza (oggi più che mai), in parte perchè faceva comodo così. Non posso mai dimenticare che anni fa, quando ancora ero pischello il solo fatto di definirmi anticomunista mi condannava ad essere tacciato di fascismo da parte di appassionati (e un poco miopi) militanti di sinistra.
Sono cose che negli anni pesano e che non si possono archiviare dall'oggi al domani.
Sempre in relazione alla "cultura" concordo pienamento con le critiche del "destro" Montanelli a quell'"accademia" italiana (fatta da uomini di destra?) autoreferenziale e dedita a servire e servirsi del potere.
Tant'è poi si sono visti gli effetti.
Vabbè.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Re: Idoli, ideali, miti e valori

Messaggioda Nico Guzzi il 07/03/2009, 16:09

Verrei a bere qualcosa con te Stefano...ma anche con tutti gli altri, direbbe Veltroni...
Una cosa aggiungerei però, un buon attaccante che finalizza è indispensabile e non è una questione di destra o sinistra, altrimenti come si dice spesso a quel punto è sempre meglio far lavorare esclusivamente dei tecnici a cui della politica non interessa nulla, ma purtroppo per i principi democratici questo non è possibile.
La debolezza del partito si aggiunge alla debolezza dei leader che del resto non sono altro che il partito stesso per come lo vede la gente, per cui il ricambio di cui si parla ormai da anni non essendo stato effettuato non fa che minare alla base l'intero progetto del PD, nel quale soprattutto i più giovani avevano sperato, gli anziani con più malizia avevano già detto che semplicemente cambiava il nome e si riunivano forze che già in passato avevano lavorato a fianco e che questa unione senza rinnovamento interno non era altro che un contenitore sempre a rischio crepe.
Alle feste dell'Unità quando intervengono i politici sono gli anziani per lo più ad ascoltare ed applaudire, ai giovani, perlomeno quelli che non si sono piegati alle logiche tradizionali, non interessano più le parole che hanno da dire questi politici, molti dei quali hanno imparato perfino a disdegnare delle manifestazioni di piazza vedendo tanto movimento soprattutto intorno a Beppe Grillo e Di Pietro.

Credo che la vittoria di Renzi alle primarie è una vittoria contro la classe dirigente intera del PD dell'ei rispetta la fila, o dell'io faccio politica da quando sono nato, ormai da oltre 40 anni, non mi faccio insegnare certo come si fa da un trentenne.

Ti verrebbe voglia di scuotere questi politici dicendo: "Ma per i figli degli italiani cosa stai facendo da quando sei in politica? Ci pensi mai al fatto che le tue azioni politiche, le tue proposte possono influire su quegli italiani che si troveranno a vivere in questo paese tra 20-30-50 anni?"

Un'altra delle cose che ripeto a un mio amico (mente geniale) che deve laurearsi in medicina è vattene dall'Italia e lui è concorde e probabilmente lo farà per realizzarsi, come molti altri, se ne avranno la possibilità. Ogni volta che qualcuno dice una cosa simile i nostri padri e la stessa classe politica dovrebbe sentire una fitta al cuore, ma evidentemente non la sentono più, e da tempo.

E qui si pensa alle sorti del partito da qui a qualche mese, cosa fare i vertici lo sanno da anni, non si può passare la vita a ripetere sempre le stesse cose altrimenti questi sono i risultati. Poi se chi ha intrapreso la carriera politica l'ha fatto pensando fosse una qualsiasi altra professione, o che fosse come fare filosofia o il finto intellettuale, allora i risultati non possono che essere questi.
Esiste una diceria popolare che fa: "Buttati in politica, che ti sistemi..."
E allora comprendete come gli ideali, i miti e i valori vanno tutti a farsi benedire, o maledire nella pratica politica.

Comunque buon weekend a tutti ;)
Nico Guzzi
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Re: Idoli, ideali, miti e valori

Messaggioda pinopic1 il 07/03/2009, 16:44

Da cosa sia stata bloccata la democrazia per 40 anni non possiamo dirlo con assoluta certezza perché ci mancherebbe la controprova. Ovvero, cosa sarebbe accaduto se la sinistra avesse avuto il 51% e si fosse formato un governo di sinistra a guida comunista? Il semplice fatto che nessuno immagino se la senta di dare una risposta certa dimostra che la situazione non era tanto naturale.
Cosa e chi sono i miti del passato che continuiamo a rimpiangere? Chi li considera miti? Io ho fatto un lungo elenco di "miti". Ma ieri, quando eravamo contemporanei, non li consideravo "miti". Erano le musiche, le persone, le storie, che mi davano emozioni e mi ispiravano fiducia, mi trasmettevano valori. (PS: le canzoni più vecchie erano sui 78 giri di mamma e nonna e i film li ho visti in TV e su DVD; non sono matusalemme). Ricordarli a distanza di tanto tempo può sembrare mitizzazione, ma è solo nostalgia e forse affetto; forse una familiarità non persa con gli stili di comunicazione di allora.
Vale anche per la politica e per gli uomini politici. Forse Berlinguer non era un grande ma mi ha convinto che potevo votare il suo PCI; quello di Togliatti e Longo non lo avrei mai votato.
Sentirsi di sinistra nasce da un modo di approcciarsi al mondo, alla vita, agli altri. Qualcosa che convenzionalmente e per semplificare si definisce "sinistra" e che travalica l'ambito politico.
Migliori o peggiori di chi è di destra non lo so. Ma qualche differenza c'è.

Se oggi la sinistra è perdente non vuol dire che sia fallita e neanche che ci perdiamo dietro i miti del passato. Dipende secondo me dallo stesso eccessivo arzigogolare intorno al problema della sinistra e del suo rinnovamento. Ci sono quattro o cinque regole, principi, da applicare alle situazioni nuove. La prima è: va dove ti porta il cuore. Poi viene la razionalizzazione, il pragmatismo, il senso pratico, il realismo, il fare i conti con limiti e vincoli, con le risorse disponibili.
Ma bisogna partire da lì senza preoccuparsi di apparire infantili, velleitari e "di sinistra".
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