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Presidenze

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Presidenze

Messaggioda Robyn il 24/03/2018, 12:52

La vicenda delle presidenze dimostra che la politica in Italia è particolarmente complicata,colpo di scena,..
Il PD all'opposizione è fisiologico rispecchia un pò che siamo abituati al maggioritario uninominale alla democrazia dell'alternanza
Locke la democrazia è fatta di molte persone
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Re: Presidenze

Messaggioda pianogrande il 25/03/2018, 22:17

E intanto... "chiamatemi presidente"

https://video.repubblica.it/politica/se ... P2-S2.4-T1

Indietro tutta!!!
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Re: Presidenze

Messaggioda flaviomob il 26/03/2018, 0:23

http://www.accademiadellacrusca.it/it/l ... cora-femmi

Tradizionalmente attribuiti a uomini (erano rari i casi di presidenti e dirigenti donna), ma linguisticamente ambigenere, sono i nomi di professione uscenti in -ente che derivano dal participio presente dei verbi e variano il loro genere grazie all'articolo che li precede: il dirigente / la dirigente. In merito dunque all'oscillazione sulla forma femminile di il presidente, l'uso dell'articolo femminile senza aggiunta di suffissi può essere un buon compromesso.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
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Re: Presidenze

Messaggioda pianogrande il 26/03/2018, 1:22

flaviomob ha scritto:http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/presidente-dellaccademia-crusca-ancora-femmi

Tradizionalmente attribuiti a uomini (erano rari i casi di presidenti e dirigenti donna), ma linguisticamente ambigenere, sono i nomi di professione uscenti in -ente che derivano dal participio presente dei verbi e variano il loro genere grazie all'articolo che li precede: il dirigente / la dirigente. In merito dunque all'oscillazione sulla forma femminile di il presidente, l'uso dell'articolo femminile senza aggiunta di suffissi può essere un buon compromesso.


E sarebbe quindi ora di inserire nella nostra lingua il civilissimo neutro come c'è in altre lingue e come c'era nella nostra precedente.

Comunque le lingue non hanno tanto "regole" ma piuttosto convenzioni che si evolvono con l'uso e quindi anche con la cultura di chi le parla.
Siccome presidentessa esiste e si dovrebbe tendere ad usare i sostantivi femminili quando esistono e sopratutto quando hanno il significato politico di ricerca della parità di attribuzioni tra uomo e donna, questa richiesta di essere chiamata "presidente" non è un problema grammaticale ma eminentemente politico e di costume e la prima donna "presidente" del senato dovrebbe tenerci a questa distinzione che sottolinea un passo avanti di civiltà.

Peccato che questa signora (e non signore) sia di mentalità degna del tribunale dell'inquisizione o semplicemente una pasdaran berlusconiana e cioè tifosa sfegatata del tenutario del vivaio delle olgettine.
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Re: Presidenze

Messaggioda mariok il 26/03/2018, 11:57

Si facesse chiamare come le pare. Mi sembra una questione di nessuna importanza.

Quello che conta è che scelta peggiore era difficile da fare. Addirittura peggiore di quella di Romani.

Non male come esordio dei grillini nella nuova veste di partito di governo.


La Casellati perse la causa: ma spinse la giornalista disoccupata a pagare le spese legali

Il M5s non ha voluto Paolo Romani, ma prima di votare la presidente del Senato poteva chiedere agli attivisti di Padova...

La storia l'ha raccontata nel 2016 il Mattino di Padova con l'articolo che riportiamo e prima, nel gennaio 2014, l'aveva denunciata anche Ossigeno, ossia l'associazione che da anni denuncia le minacce e le pressioni cui giornalisti che minacciano la libertà di stampa.

La copertina del libro non ha un grande appeal, ma l'interno è polvere da sparo. Si intitola «Io non taccio» e racconta otto storie di ordinaria fatica giornalistica. Di quel giornalismo cosiddetto d'inchiesta, che spesso è solo il tentativo onesto di descrivere la realtà quando ci si imbatte in potentati costruiti utilizzando le istituzioni. Incarichi pubblici sfruttati come proprietà privata, posizioni di rilievo sociale ottenute con il voto ma usate a beneficio di chi le occupa e di pochi ammanicati, a spese degli ignari elettori. I potenti non gradiscono mai che se ne parli. Di qualunque partito siano, qualunque formazione culturale abbiano, è l'unica pubblicità che odiano. Per stroncarla non esitano a intimidire, minacciare. Non querelano neanche più davanti al giudice penale. Pretendono direttamente i danni in sede civile, secondo l'impostazione teorizzata negli anni Novanta da Massimo D'Alema. Non certo l'unico.

Nel Veneto Lia Sartori amava ripetere: «I giornalisti bisogna denunciarli, anche perché non hanno i soldi per pagarsi l'avvocato». È vero. Per il giornalista paga l'azienda, sempre se non scompare prima del processo, come è accaduto a Padova in uno degli otto casi narrati nel libro, intitolato «Gli intoccabili della città del Santo».
La giornalista si chiama Roberta Polese, lavorava come cronista di giudiziaria per «Il Padova», quotidiano gratuito del gruppo Epolis che ha chiuso nel settembre 2010. 
Poche settimane prima, il 19 luglio 2010, Roberta scrive un articolo intitolato «Arpav, scoperto l'uomo ombra, boss dei computer con parenti vip». Questo signore è Marco Serpilli, lavora a San Servolo, alla Venice International University che ha ottenuto dall'Arpav, agenzia della Regione Veneto, una consulenza di 250.000 euro per cambiare il sistema informatico. Costo 715.000 euro. Più la consulenza fanno 965.000 euro, tutti a carico delle casse pubbliche. 
Il sospetto dei pm padovani Federica Baccaglini e Paolo Luca, che indagano sulla vicenda, è che il cambio del sistema informatico non fosse necessario all'Arpav, ma sia servito solo per affidare la consulenza. 
Capirete.
Si dà il caso che Serpilli sia il marito di Ludovica Casellati, figlia della senatrice di Forza Italia Elisabetta Alberti Casellati, già famosa perché da sottosegretario alla sanità nel 2005 aveva assunto la stessa Ludovica nella segreteria del ministero, con uno stipendio di 60.000 euro l'anno. «Quasi il doppio di quanto guadagna un funzionario ministeriale del 9° livello con 15 anni di anzianità», scrisse Gian Antonio Stella. Questi retroscena sono gossip o fanno parte della notizia?
Roberta Polese decide che trattandosi di soldi pubblici il collegamento Serpilli-Casellati non è faccenda privata e lo scrive. Le casca il mondo addosso. Elisabetta Casellati la cita per danni, pretende 250.000 euro per l'onore infangato. Serpilli sostiene di c'entrare meno ancora, in quanto non direttamente indagato e querela per diffamazione
.
Il gruppo Epolis ha chiuso. La Polese è aggredita in civile e in penale e deve reggere da sola, pagandosi gli avvocati. E' disoccupata, ha un bambino piccolo, si gioca la casa dei genitori. E' disperata. L'aiuto le arriva da una categoria che non fa spesso regali ed è bello scriverlo: due penalisti padovani, Giovanni Lamonica e Giuseppe Pavan, si offrono di difenderla gratis. Davanti al giudice civile l'assiste Luisa Miazzi, l'avvocato del sindacato giornalisti. Il 29 maggio 2013 la prima vittoria in sede penale (gup Domenica Gambardella), il 3 ottobre 2013 la seconda in civile (giudice Gianluca Bordon). Citare Serpilli e il rapporto di affinità con la senatrice Casellati faceva parte del diritto di cronaca, nessun illecito.

Elisabetta Casellati è condannata a pagare 8.250 euro di spese legali. Ma può fare ricorso e usa la minaccia per costringere la Polese a sobbarcarsi metà delle spese. Roberta, che ha vinto e ha solo un lavoro precario, per evitare l'appello che è un rischio si trova a dover pagare 4.125 euro all'illustre senatrice che ha perso. Può rifiutare e affrontare il secondo giudizio, ma due anni di angoscia l'hanno provata, non se la sente. Risolve la situazione il sindacato giornalisti che nella gestione di Daniele Carlon e Massimo Zennaro si accolla i quattromila e rotti euro della Casellati.
Ma la senatrice non è sempre stata così esosa. Anche lei in altri momenti ha avuto slanci di altruismo: per esempio quando si trattò di fare una colletta per pagare la multa di 70.000 euro nella causa persa da Giancarlo Galan – allora capo indiscusso del suo partito – contro la Rai di Venezia, non esitò a mettere mano al portafoglio. In 19 amici si divisero la spesa, 3700 euro a testa. Generosità targata, direte. Ma ben riposta: oggi è entrata a far parte del Csm, indicata da quel partito che non ha ancora sospeso Galan.
http://www.globalist.it/politics/artico ... 21547.html
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
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Re: Presidenze

Messaggioda Robyn il 26/03/2018, 12:15

Presidente è un termine neutro declinabile sia al maschile che al femminile,altrimenti sarebbe presidenta o presidento ma la pronuncia non è bella,poi uno può anche chiamare presidentessa.Non possiamo perderci nel politically correct
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Re: Presidenze

Messaggioda flaviomob il 27/03/2018, 1:51

La Casellati, sottosegretaria alla Sanità, fece anche assumere la figlia nel 2005

https://www.ilpost.it/2018/03/25/ludovi ... casellati/


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Re: Presidenze

Messaggioda Robyn il 27/03/2018, 7:32

Il vizio italico del mi fido.I paesi anglosassoni usano il periodo di prova per assumere dove verificano le capacità e se quello che hai scritto nel curriculum vitae è vero.I paesi latini sono diversi conta molto la raccomandazione la persona fidata familiare conta poco ciò che sai fare e le tue capacità.In gran parte dei casi si accetta l'aiuto dei genitori perche tanto è bello e fatto.In altri casi l'aiuto dei genitori è considerato un'ostacolo perche è una cosa ingiusta che costa ricambiare a qualcuno e i consigli che potevano valere nella loro generazione non valgono nei tempi attuali,si preferisce andare sul campo e verificare
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