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L’Italia del rancore e della nostalgia sogna ...

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L’Italia del rancore e della nostalgia sogna ...

Messaggioda franz il 09/03/2018, 20:40

L’Italia del rancore e della nostalgia sogna il dorato passato e l’isola che non c’è

scritto da Beniamino Piccone il 07 Marzo 2018

[Nota: l'altra Italia invece sogna ancora il mito che basta redistribuire, anche senza produrre, che tutto si aggiusta]


L’esito delle elezioni politiche ha evidenziato una netta vittoria della Lega di Matteo Salvini e del Movimento 5 Stelle guidato da Luigi Di Maio, il che deve portarci a riflettere lucidamente sulle ragioni sottostanti a tale sommovimento sociale.

Credo che il messaggio vincente di entrambi i partiti vincenti sia: “Torniamo al dorato passato” o “Quanto è bella la nostalgia di bei tempi andati”. Mi spiego.

L’Italia è divisa in due: al Nord il centrodestra stravince, nel Sud e nelle Isole, nel Regno borbonico delle Due Sicilie, si affermano con percentuali clamorose i 5 Stelle, che hanno ottimamente fatto leva sul rancore.

Nelle regioni del Nord sono molto presenti le imprese esportatrici, i lavoratori autonomi, gli artigiani, tutte categorie che sognano di tornare ai tempi della lira, che svalutava appena poteva, vaso di coccio tra vasi di ferro. Nel 1971 ci volevano 172 lire per un marco. Dopo la memorabile negoziazione di Carlo Azeglio Ciampi – allora ministro del Tesoro del governo Prodi – all’Ecofin del 24 novembre 1996, il cambio fu fissato a 990 lire per un marco.

Siamo un Paese nostalgico. Sogniamo i bei tempi andati, la competitività basata sulle continue svalutazioni (Salvini non vagheggia forse l’uscita dell’Italia dall’euro?). Nel bel volume “Ricchi per caso” (il Mulino, 2017), curato da Paolo di Martino e Michelangelo Vasta, nelle conclusioni si legge: “Con la crisi petrolifera degli anni Settanta, in uno scenario internazionale mutato (non più cambi fissi, ma flessibili), la classe dirigente del paese, da quella politica a quella imprenditoriale e sindacale, ha scelto di competere con un modello diverso: fatto di inflazione all’interno e svalutazione all’esterno, unite a debito pubblico. Questa strategia favoriva le imprese specializzate nei settori ‘tradizionali’, che beneficiavano maggiormente del cambio debole; mentre a causa della gestione clientelare della spesa, la pubblica amministrazione, il sistema fiscale e quello tributario, ma anche la ricerca e l’innovazione, si deterioravano ineludibilmente”.

I nostalgici vogliono tornare alle svalutazioni continue, all’inflazione che fa rivalutare gli immobili, alle pensioni baby e al retributivo (Salvini non è andato fin sotto casa di Elsa Fornero gridando di voler abolire al più presto la migliore riforma pensionistica degli ultimi 20 anni?), scaricando il tutto sui bambini non ancora nati. Aveva ragione Guido Carli, quando firmò il Trattato di Maastricht nel febbraio 1992: gli italiani non si rendono conto che una volta firmato, devono cambiare i comportamenti.

Fortunatamente in Europa abbiamo le “mani legate”, come scrissero Giavazzi e Pagano nel lontano 1988 (“The advantage of tying one’s hand: EMS Discipline and Central bank credibility”, F. Giavazzi, M. Pagano, 1988). Possiamo fare poco con i vincoli stringenti del Trattato di Stabilità e Crescita. Potremmo fare invece molto a livello interno per migliorare la nostra competitività di sistema. Ma…

Nel Sud e nelle isole, con percentuali di disoccupazione molto alte, emerge vivido il rapporto tra livello di reddito pro-capite e successo del M5s (si vedano i due grafici qui sotto). Si sogna il reddito senza lavorare (alias reddito di cittadinanza), si crede ancora nel “miracolo economico”, come se non fosse il frutto di precise politiche economiche del dopoguerra (grazie a Baffi e Menichella, De Gasperi e Vanoni).

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Vogliamo ancora un’economia domestica protetta dalla concorrenza internazionale. Vorremmo tornare al Muro di Berlino, che faceva dell’Italia un’isola protetta. Potevamo fare quello che volevamo perché eravamo centrali nella Guerra fredda. Giuseppe De Rita – come ha ricordato Paolo Bricco domenica sul Sole 24 Ore – nel suo ultimo rapporto Censis (2013-2016) ha parlato con formidabile sintesi di “Età del rancore e della nostalgia”.

Vogliamo tante cose, senza pagarne i costi. Amiamo le scorciatoie, vogliamo ancora scaricare sulle nuove generazioni. Vogliamo tornare al tempo di Remo Gaspari e delle assunzioni a gogò alle Poste. Ma non è più possibile. L’italiano vive di illusioni, ci vuole qualcuno che glielo dica a chiare lettere.

Raffaele Mattioli nel 1972 sostenne che all’Italia manca una classe dirigente adeguata. Con gli occhi di oggi, si può sostenere che manca la qualità della civile convivenza, una popolazione in grado di comprendere la gravità della situazione e la necessità di rimedi seri. Senza illudersi che esistano le vie brevi. Occorrono i “tempi lunghi” evocati da Luigi Einaudi. Quando la classe politica valida c’è, quando soggetti capaci si candidano, il “popolo” vota i meno capaci, creando una peggiocrazia, dove l’ignorante, colui che ignora, addirittura si vanta, invece di vergognarsi. Se Angela Merkel (o Macron) si candidasse in Italia, prenderebbe come il Partito d’Azione nel 1946: l’1,5%.

Twitter @beniapiccone

http://www.econopoly.ilsole24ore.com/20 ... he-non-ce/
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Re: L’Italia del rancore e della nostalgia sogna ...

Messaggioda pianogrande il 09/03/2018, 22:41

Una classe politica di incapaci i voti se li compra e qualcuno pagherà.

Solo che continuano a promettere quando è ormai ora di pagare.

Siamo noi i filgli che debbobno pagare per l'improntitudine degli antenati.

A noi viene presentato il conto delle pensioni baby e delle assunzioni alle poste.

Sempre a noi viene promesso il bengodi che pagheranno i nostri figli e nipoti mentre la realtà il conto ce lo sta già presentando intanto che i politici e gli imprenditori (grandi e piccoli e mafiosi) fanno finta di niente e continuano a promettere.

Così e come al solito; come per l'immigrazione; come per la droga e altri flagelli; avremo una classe politica che si rifiuta di gestire i problemi e diventeremo un paese povero e disordinato; con lo stato sempre più lontano dal popolo (e dalla realtà).

Ci promettono le brioches quando abbiamo un conto del pane ormai chilometrico.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: L’Italia del rancore e della nostalgia sogna ...

Messaggioda flaviomob il 10/03/2018, 8:54

Il costo degli 80 euro di Renzi è di nove miliardi all'anno, a debito. Soldi che non sono stati redistribuiti ai poveri e agli indigenti, ma elargiti a lavoratori già assunti a tempo indeterminato.


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Re: L’Italia del rancore e della nostalgia sogna ...

Messaggioda franz il 10/03/2018, 9:39

flaviomob ha scritto:Il costo degli 80 euro di Renzi è di nove miliardi all'anno, a debito. Soldi che non sono stati redistribuiti ai poveri e agli indigenti, ma elargiti a lavoratori già assunti a tempo indeterminato.

Vero ma indipendentemente che fossero nove oppure sei (come riporta il sole24ore) a debito o finanziati con nuove tasse o in parte con meno spese da qualche parte (credo che ci sia delvero in tutte e tre le possibilità) si tratta comunque di una manovra redistribuiva finalizzata non tanto a fa arrivare i soldi dove servono (indigenti) ma a comprare il consenso di alcuni milioni di lavoratori. Direi tra 9 e 10 milioni (11 secondo il Sole24Ore). Serviva per comprare voti.

La cosa assurda è che poi il bonus va restituito se esce dai limiti fiscali per cui è concesso e non solo per i limiti superiori, come ovvio, ma anche quelli inferiori. Ogni anno, da quando è stato istituito, da 1,4 a 1,7 milioni hanno poi dovuto restituire gli importi ricevuti l'anno prima. Diciamo che in 4 anni Renzi ha fatto incazzare parecchi!

I consumi? Impatto modesto. 3,5 miliardi di € a conferma che maggiore spesa non implica maggiore PIL per pari volume.

Un vero e proprio fallimento economico e politico.

https://www.altroconsumo.it/soldi/impos ... s-80-euro#

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... id=ADtqehU
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Re: L’Italia del rancore e della nostalgia sogna ...

Messaggioda flaviomob il 10/03/2018, 9:48

Esatto. Tra l'altro è noto che quando la redistribuzione di reddito avviene a favore degli indigenti anche l'economia ne risente in modo positivo, maggiormente di quando avviene a favore della "classe media".

In ogni caso il reddito minimo è una manovra di giustizia sociale auspicata anche dal Parlamento Europeo.

http://www.ansa.it/europa/notizie/rubri ... 7888a.html

Eurocamera, Stati introducano reddito minimo adeguato
Agea (M5s), Commissione stili ora direttiva quadro vincolante
25 ottobre, 09:47

Europarlamento, tutti Stati Ue introducano reddito minimo adeguato

STRASBURGO - Introdurre o rafforzare in tutti i Paesi dell'Ue sistemi di reddito minimo adeguati (forme di aiuto, sottolineano dal Parlamento europeo, da non confondere con il salario minimo e con il reddito di base, vale a dire il reddito di cittadinanza universale): è quanto chiede l'Eurocamera in una risoluzione non legislativa approvata ieri dalla plenaria di Strasburgo con 451 voti a favore, 147 contrari e 42 astensioni.

Soddisfatta la relatrice Laura Agea, capo delegazione M5S al Parlamento europeo: "Finalmente - esulta - abbiamo lo strumento giusto per permettere alla Commissione europea di affrontare la questione del reddito minimo di cittadinanza, mettendo sul tavolo la stesura di una direttiva quadro vincolante e valida per tutti, che possa finalmente cancellare una volta per tutte le differenze fra i cittadini europei nell'accesso alle politiche di lotta alla povertà e all'esclusione sociale".

http://www.lavoce.info/archives/50551/r ... re-i-conti

Reddito di cittadinanza, se al Pd non sanno fare i conti

http://www.lavoce.info/archives/47409/n ... tadinanza/

Se neanche i parlamentari sanno bene cos’è il reddito di cittadinanza


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Re: L’Italia del rancore e della nostalgia sogna ...

Messaggioda franz il 10/03/2018, 9:54

flaviomob ha scritto:Esatto. Tra l'altro è noto che quando la redistribuzione di reddito avviene a favore degli indigenti anche l'economia ne risente in modo positivo, maggiormente di quando avviene a favore della "classe media".

Chiaro, ma diciamo che il beneficio maggiore lo si ottiene se gli indigenti vengono portati, tramite misure attive di riqualificazione professionale ad uscire dallo stato di indigenza e diventare produttivi. E naturalmente in un paese in cui il sommerso è ampiamente diffuso, bisogna individuarli bene i veri indigenti.
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Re: L’Italia del rancore e della nostalgia sogna ...

Messaggioda flaviomob il 10/03/2018, 10:05

Zurigo: 2200 euro a tutti con il reddito di base incondizionato

'Salario minimo di Stato garantito' di 2500 franchi svizzeri al mese, cioè all'incirca 2200 euro mensili, arriverà a tutti i cittadini adulti e 625 franchi, cioè all'incirca 550 euro, ai minori residenti nella città elvetica
di Tiziana Di Giovannandrea 09 dicembre 2017

Zurigo, con l'introduzione in via sperimentale del 'reddito di base incondizionato' di 2200 euro e di 550 euro al mese per tutti i cittadini, adulti e minori, residenti nel suo territorio è diventata, di fatto, l'isola felix dei soldi per tutti gli abitanti. Il Consiglio Comunale di Zurigo ha deciso di tentare l'esperimento del 'salario minimo di Stato garantito' per la prima volta in Svizzera nonostante il voto contrario espresso nel 2016 da un referendum nazionale indetto ad hoc. La cifra corrisponde alla soglia di povertà secondo i parametri elvetici. Il 'reddito di base incondizionato' riguarda ogni abitante di Zurigo, nessuno escluso. Agli adulti andranno 2500 franchi al mese corrispondenti a circa 2200 euro mensili mentre ai minori andranno 625 franchi al mese, corrispondenti a circa 550 euro mensili. Non si conoscono ancora, però, le modalità attuative del provvedimento ed i tempi di applicazione. Il 'salario minimo di Stato garantito' dovrà trovare attuazione entro due anni. Urs Helfenstein, il Consigliere Comunale socialista, alla tv pubblica ha asserito: 'Ci muoviamo con i piedi di piombo' questo in considerazione delle ricadute che, l'avvio e la messa a regime della nuova formula sociale, potranno avere. Se l'esperimento di politica sociale infatti dovesse funzionare non si esclude che potrebbe essere applicato a tutta la Svizzera. Secondo gli esperti economici il 'reddito di base incondizionato' non porterà problemi allo Stato in quanto andrebbe a sostituire tutte le prestazioni sociali e non solo. C'è chi parla, come Sergio Rossi, professore di economia all'Università di Friburgo e sostenitore del progetto a livello nazionale, di una tassazione delle transazioni finanziarie per sostenere il salario minimo di Stato.

http://www.rainews.it/dl/rainews/artico ... 70db9.html


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Re: L’Italia del rancore e della nostalgia sogna ...

Messaggioda gabriele il 10/03/2018, 10:44

A me sembra assurdo parlare di salario o reddito minimo (o come si vuol chiamare) come se fosse un argomento a sé.
E' una misura che deve essere inserita in un contesto di riforme economiche che puntino all'incremento dell'occupazione e, per tale motivo, deve avere una formulazione proattiva del tipo: sussistenza in cambio di un impegno a cercare e trovare lavoro.
Una formulazione come quella svizzera, norvegese o iraniana, in Italia, non ha alcun senso. Dare soldi a pioggia solo perché si è cittadini italiani, non funzionerebbe.
Chi sa, fa. Chi non sa, insegna. Chi non sa nemmeno insegnare, dirige. Chi non sa nemmeno dirigere, fa il politico. Chi non sa nemmeno fare il politico, lo elegge.
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Re: L’Italia del rancore e della nostalgia sogna ...

Messaggioda trilogy il 10/03/2018, 10:52

Quando taglieranno di 80 euro al mese le buste paga di 11 milioni di lavoratori i consensi per Di Maio andranno alle stelle :mrgreen: il problema vero di queste misure calcolate su soglie di reddito è che producono un disincentivo a crescere. Hai l'effetto assurdo che al crescere del reddito lordo può scendere il reddito spendibile. Non solo perché perdi delle integrazioni monetarie, ti scattano aliquote fiscali superiori, ma anche perché ti aumenta la retta all'asilo all'università, i ticket sulle medicine ecc. Insomma prima di guadagnare di più conviene fare bene i conti. l finlandesi stanno provando ad aggirare il problema, ma per ora è una esperienza pilota.
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Re: L’Italia del rancore e della nostalgia sogna ...

Messaggioda franz il 10/03/2018, 11:23

flaviomob ha scritto:Zurigo: 2200 euro a tutti con il reddito di base incondizionato

La differenza è che a Zurigo (comune, non cantone) finanziano questa misura, sperimentale, con i loro soldi (budget comunale, frutto di tasse comunali come quella sulle società e sul reddito delle persone fisiche) mentre in Italia il sud verrebbe foraggiato (ma non è una novità) con le imposte riscosse al nord ed al centro.
Per valutare poi i 2500 franchi, occorre considerare che il reddito mediano è di 7'100 franchi, quindi 2500 è molto basso.
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