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Denaro/capitale e denaro/reddito Rosario Amico Roxas

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

Denaro/capitale e denaro/reddito Rosario Amico Roxas

Messaggioda Rosario Amico Roxas il 03/03/2009, 19:56

Denaro/capitale e denaro/reddito Rosario Amico Roxas

Nessuna analisi della presente crisi è riuscita a fare il punto della situazione e identificare l’origine dalla quale sono scaturite tutte le conseguenze.
La crisi attuale, partita dall’economia della finanza, si è riversata sul mercato presentando il conto del disastro all’economia del lavoro.
E’ questa profonda distinzione che si cerca in tutti i modi di nascondere sotto il tappeto, come se si trattasse di spazzatura ingombrante.
Non si vuole chiarire che il difetto di base sta nella doppia natura del denaro; doppia natura perché, pur nella medesima dimensione il denaro non è uguale per tutti, e non soltanto per gli scopi cui viene utilizzato, ma come mezzo per sancire la presenza nella società.
C’è il denaro/capitale e c’è il denaro/reddito; il primo cresce con l’economia della finanza, il secondo rappresenta il corrispettivo del lavoro.
La crisi che stiamo vivendo nasce dal denaro/capitale, colpevole di avere tirato la corda troppo a lungo, sostenuto dall’avidità; ma nel momento della crisi si richiude a riccio a tutela corporativa, peraltro sostenuto e garantito da questo governo. Il capitalismo ha ricevuto regalie, condoni, leggi speciali; ha ricevuto miliardi per “rubare” Alitalia; ha ricevuto garanzie di solidità offerta alle banche per salvaguardare quei pochi capitali che ancora resistono in Italia e che non hanno ancora raggiunto le isole felici dell’evasione; ha ricevuto e riceve programmi di sviluppo economico con finanziamenti di opere faraoniche fuori dal tempo come le centrali nucleari e il ponte sullo stretto, tutti investimenti utili soltanto alla grande finanza e alle grandi mafie che su di essi, hanno speculato ignobilmente e pretendono di poter continuare a farlo.
Adesso ci viene nascosto che manca la spesa di denaro come capitale; questo perché il capitale, come denaro, si chiude a riccio di fronte la crisi che ha provocato, con la pretesa, sostenuta dal governo, di riversare sulla borghesia impiegatizia, salariati e operai, i costi della crisi, senza alcun intervento costruttivo, nella forma di spesa di reddito della classe a reddito fisso, per cui la mancata spesa di capitale refluisce negativamente anche sulla domanda per consumi, venendo meno la necessaria liquidità operativa.
E’ chiaro che non esistono fondi per sostenere le classi più bisognose, i nuovi disoccupati, i cassintegrati, i precari, i pensionati, i “cervelli” sempre più in fuga precipitosa: sono stati impegnati a profusione per sostenere il denaro/capitale, come se potesse risorgere dalle sue stesse ceneri, penalizzando ulteriormente il reddito da lavoro, mortificando proprio il lavoro, vanificandone l’utilizzo.
Rosario Amico Roxas
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Re: Denaro/capitale e denaro/reddito Rosario Amico Roxas

Messaggioda mario il 03/03/2009, 21:48

La ricchezza prodotta ogni anno nel mondo in parte a va remunerare il capitale ed in parte il lavoro.
La percentuale che va ai capitalisti sta crescendo di anno in anno a discapito dei lavoratori.
Se parte della ricchezza prodotta non viene spesa (per consumi o per investimenti) una parte della ricchezza prodotta rimane invenduta, con la conseguenza di bloccare parte della produzione e generare licenziamenti.
Purtroppo non tutta la ricchezza finita in mano ai capitalisti viene spesa. Finora questo fatto era stato compensato dalla spesa dei lavoratori che indebitandosi con i mutui e le finanziarie arrivavano a spendere più di quanto guadagnavano impegnando anche i redditi futuri.
Quando i lavoratori americani hanno raggiunto il limite massimo di indebitamento consentito ed hanno smesso di sostenere la crescita dei consumi, è iniziata la crisi.
Se vogliamo superarla è necessario che vengano messi in circolazione i capitali fermi (nei conti correnti, nei paradisi fiscali, sotto i materassi) sotto forma di consumi o di investimenti.
Io non ho niente contro i capitalisti a condizione che spendano i loro soldi.
Non importa come. Va bene anche se comprassero 10 aerei a testa, o facendo il ponte di Messina. L’importante che spendano.
Se per assurdo si facesse una legge a livello mondiale che obbligasse le persone a spendere (per investimenti, consumi o acquisto di titoli di stato) i soldi posseduti che eccedono una certa somma, vedremmo sorgere investimenti a nastro in ogni parte del mondo a cominciare dai paesi sottosviluppati senza pericolo di blocchi.
A quel punto si tratterebbe solamente di mettere delle regole a difesa dell’ambiente e dell’uomo.
I capitali fermi devono essere come minimo tassati.
La quota di ricchezza che va ai lavoratori deve essere aumentata. Solo così avremo più consumi e più giustizia.
mario
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Re: Denaro/capitale e denaro/reddito Rosario Amico Roxas

Messaggioda Rosario Amico Roxas il 03/03/2009, 22:55

x Mario
Mi pare che affermiamo i medesimi concetti.
Pochi giorni addietro cercai di esemplificare la descrizione, magari cercando di esorcizzarla, con una nota che parecchi quotidiani accolsero.

...…E il frigorifero ? Rosario Amico Roxas

(favola inventata,…ma verosimile !)
Dopo 40 anni di matrimonio e di lavoro, adesso siamo entrambi pensionati; abbiamo recepito gli inviti del governo a spendere, giacchè apparteniamo a quella fascia che potrebbe permetterselo; così abbiamo programmato di cambiare il frigorifero, profittando delle generose agevolazioni governative. Lo abbiamo anche individuato: frigo, congelatore, basso consumo energetico… c’era anche il rubinetto esterno per l’acqua fresca …
Ma per godere delle agevolazioni avremmo dovuto ristrutturare la casa, altrimenti niente agevolazioni; ma non abbiamo mai avuto una casa di nostra proprietà, perché soggetti a continui trasferimenti… abbiamo preso la decisione di comprare casa, proprio quella che avevamo in affitto e che necessitava di ristrutturazioni. Dando fondo ai risparmi, a entrambe le liquidazioni di fine lavoro, con un piccolo mutuo a quindici anni, ad una tasso del 18% grazie agli ultimi Tremonti Bond, siamo arrivati alla somma necessaria, garantendo con la casa stessa e il doppio quinto delle nostre pensioni. Per le spese notarili fu necessario accendere un piccolo credito al consumo, stavolta tra costi generali, spese, bolli, etc.etc. gli interessi arrivarono al 22%, ma ce l’abbiamo fatta.
Stringendo da tutte le parti siamo anche riusciti a fare le sospirate ristrutturazioni, tutto fatturato, con IVA, registrazione e quant’altro necessario per usufruire delle attese agevolazioni.
Così finalmente arrivò il giorno dell’acquisto del nuovo frigorifero, ovviamente a rate; ma ci venne negato il credito perché già ampiamente coperti di debiti.
Mia moglie fu la più pragmatica…”Ma tanto non ci serve…” affermò decisamente “per i prossimi quindici anni non avremmo avuto niente da metterci dentro”.
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Re: Denaro/capitale e denaro/reddito Rosario Amico Roxas

Messaggioda franz il 04/03/2009, 10:16

Rosario Amico Roxas ha scritto:Denaro/capitale e denaro/reddito Rosario Amico Roxas

Nessuna analisi della presente crisi è riuscita a fare il punto della situazione e identificare l’origine dalla quale sono scaturite tutte le conseguenze.

Mi pare una affermazione strana, dato che ormai dovrebbero saperlo anche i sassi che si parlava di "crisi dei subprime" e quindi tutto è partito da li', dagli USA. Credo che poi non sia un mistero che lo sviluppo procede a grandi cicli, di fasi espansive e fasi recessive ma che la risultante media sia nettamente in salita.
Identificata l'origine, subprime, eventualmente si puo' discutere sul perché della crisi dei subprime.
I subprime sono i mutui da alto rischio per l'acquisto di case dati a fasce della popolazione di basso reddito.
Questi mutui non sono stati concessi per la magnanimità di capitalisti buoni o l'impridenza di capitalisti avidi, ma per le pressioni economiche (sussidi compresi) del governo americano verso le banche per la concessione di crediti alle classi povere per la concessione di ipoteche anche senza capitale iniziale. I nodi venuti ora al pettine riguardano 30 anni di politiche pubbliche. Il fatto è che io sono perfettamente d'accordo con queste politiche ma solo quando è lo stato che se ne fa carico dall'inizio alla fine, senza obbligare banche private (anche con sussidi) a prendersi questo rischio.
Tra l'altro originariameente era cosi' perché le due banche incriminate erano all'inizio semi pubbliche (quando furono istituite, mi pare da Carter ma non vorrei sbagliarmi) poi furono privatizzate, rimenendo pero' con fli stessi compiti ed oneri di seguire a qualsiasi costo le politiche governative.
Il problema americano quindi è che per non fare debito pubblico hanno scaricato il debito sui privati. Le banche, onerate da questi rischi, li hanno cartolarizzati e nascosti in prodotti strutturati, venduti poi a tutte le altre banche.
le due banche che hanno fatto il casino originario poi sono state salvate dal fallimento ma non altre.
Il sistema finaziario si è bloccato perché le banche non si fidano piu' a prestare soldi ad altre banche che potrebebro fallire.
I massicci interventi statali americani e europei hanno evitato molti fallimenti ma anche spaventato i consumatori, che hanno iniziato ad assumere un atteggiamento piu' prudente sui consumi. Su questo si è innescata poi anche la crisi dell'auto, dovuta all'aumento abnorme del costo del petrolio avvenuto l'anno scorso ed ora già rientrato.
Questi due fattori (auto e crosi dei consumi per mancata fiducia dei consumatori) hanno trasferito la crisi finanziaria nell'economia reale ed ora a fronte di calo degli ordini chiudono le fabbliche e ci sono licenziamenti.
Ma il tutto era iniziato, in USA, per aiutare i lavoratori (milioni) a farsi la prima casa anche se non erano in grado con il loro reddito di poterselo permettere sul piano economico. Ottimo intento (che in Italia per esempio non si è fatto) ma realizzato male. Ora ne paghiamo tutti le conseguenze.

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Re: Denaro/capitale e denaro/reddito Rosario Amico Roxas

Messaggioda franz il 04/03/2009, 10:29

mario ha scritto:La ricchezza prodotta ogni anno nel mondo in parte a va remunerare il capitale ed in parte il lavoro.
La percentuale che va ai capitalisti sta crescendo di anno in anno a discapito dei lavoratori.

Non so dove tu abbia preso questi dati, che mi sembrano assolutamente distorti.
Il solo fatto che la ricchezza cresca di piu' nei paesi emergenti del BRIC che da noi (ed in quei paesi il numero del lavorarori ed il loro reddito si è moltiplicato) unito al fatto che da un 20% di agiati ed un 80% di povero ora nel mondo siamo quasi a 50-50 (anche se con la crisi torneremo indietro) mi fa capire che il tuo discorso è errato.
Forse l'errore di partenza sta nella prima frase.
Il capitale investito viene per forza rimunerato (salvo quando si perde l'investimento, perché in quel casi si perde sia la rimunerazione sia il capitale) e questo genera ricchezza (per chi ha investito e per chi lavora).
L'impressione nostra è di impoverimento dei lavoratori, ma è perché noi siamo nella parte ricca del mondo. Fossimo in India, Cina, Brasile, Russia ed altri paesi a forte crescita (dove sono in miliardi, non 60 milioni come in Italia) vedremmo che in 20 anni si è passati dalla miseria al lavoro con reddito. C'è stata si' una ridistribuzionedi reddito e lavoro verso i paesi poveri ma questo a mio avviso è un fatto positivo. Noi abbiamo dormito sugli allori, ritardando investimenti ed innovazione, ed ora soffriamo la concorrenza di chi fa oggetti come i nostri ad un prezzo piu' basso. la competizione di un paese come il nostro si basa sul valore aggiunto che possiamo mettere con una forte innovazione ma il nostro sistema scolastico, universitario e della ricerca non è all'altezza.
Non cerchiamo quindi scuse. Se da noi non c'è arricchimento, se nessuno viene ad invenstire in Italiaa, se i capitali vanno in altri paesi (est europa, asia, sud america) è colpa nostra, non del capitalismo cattivo.

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Re: Denaro/capitale e denaro/reddito Rosario Amico Roxas

Messaggioda Rosario Amico Roxas il 04/03/2009, 11:24

La crisi del subprime è stata sola la materializzazione di un problema più vasto, che risiede nel mancato riconoscimento della dovuta dignità al denaro da reddito e da lavoro, esaltando e privilegiando il denaro/capitale.
Senza una correzione di fondo, tale da mettere sul medesimo piano una sola valutazione del capitale, che per l'imprenditore è la sua liquidità e per il prestatore d'opera è il suo lavoro, non potrà mai essere generata una politica economica equilibrata.
Arriveranno sempre governi autoritari che sosterranno le ragioni del capitale e lo sfruttamente del lavoro, perchè sfruttamento del bisogno.
In Italia stiamo correndo precipitosamente verso il baratro di tale autoritarismo, con l'aggravante di averlo appoggiato.
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Re: Denaro/capitale e denaro/reddito Rosario Amico Roxas

Messaggioda mario il 04/03/2009, 15:47

Franz ha scritto:
"Il solo fatto che la ricchezza cresca di piu' nei paesi emergenti del BRIC che da noi (ed in quei paesi il numero del lavorarori ed il loro reddito si è moltiplicato) unito al fatto che da un 20% di agiati ed un 80% di povero ora nel mondo siamo quasi a 50-50 (anche se con la crisi torneremo indietro) mi fa capire che il tuo discorso è errato."

Io penso che se i capitali si sono spostati dai paesi occidentali al terzo mondo, non è per remunerare di più il lavoro. Esattamente il contrario. Vanno lì perchè lì è possibile ottenere una ripartizione della ricchezza prodotta più favorevole al capitale.
La mia impressione è anche che nei paesi occidentali la ricchezza stia sempre più concentrandosi nelle mani di un numero di persone decrescente.
Quanto ai paesi in via di sviluppo, lì la ricchezza prodotta viene ripartita tra lavoratori e capitalisti e tra questi ultimi ci devi mettere anche lo stato cinese ed i suoi gerarrchi.
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Re: Denaro/capitale e denaro/reddito Rosario Amico Roxas

Messaggioda franz il 05/03/2009, 19:16

mario ha scritto:Io penso che se i capitali si sono spostati dai paesi occidentali al terzo mondo, non è per remunerare di più il lavoro.

Pensi bene. I capitali privati (i loro dententori) pensano solo alla propria rimunerazione ed al rischio che comporta l'investimento. Che l'investimento dopo qualche tempo produca 125 posti di lavoro o 414 non importa - credo - a nessuno. Importa, per esempio, che renda il 12%. E che il rischio sia calcolabile e minimizzabile. Chi ha un miliardo da investire, lo investe, per esempio, in azioni ed obbligazioni. Saranno poi le società a loro volta ad investire in macchinari (che sono fatti da lavoratori) oppure nuovi stabilimenti (idem) ed assumere. Di fatto l'investimento alla fine crea posti di lavoro. Anche quello finanziario. Il problema è dove li crea. Se investire in Cina è piu' redditizio, gli investitori andranno li'. Ovviamente solo fino a quando c'è saturazione. Oggi ... ( mi correggo ... oggi con la crisi non so piu') fino a ieri c'erano piu' capitali in cerca di investimento che occasioni di guadagno. Ci sono i fondi pensione esteri che letteralmente non sanno piu' dove mettere i soldi, cosa comprare. Scelta ancora piu' difficile oggi che quasi tutto perde valore.
In ogni caso spostandosi verso i paesi emergenti, gli investimenti hanno creato lavoro e ricchezza . Là. E non solo milioni di lavoratori ma anche milioni di nuovi consumatori. L'idea che ho letto qui da qualche parte (non ricordo piu' dove) che il capitalismo abbia bisogno di una massa di poveri da sfruttare è assurda ed ottocentesca, perché piu' consumatori ci sono, piu' beni e servizi possono essere prodotti e venduti. L'ottica fordista e post fordista è tutta basata sul fatto che piu' soldi hanno i consumatori, piu' potranno comprare le varie cose che vengono prodotte e preparate dagli operai, dagli impiegati, dai professionisti. Questo vale per tutto il mondo, ormai.

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