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La lotta alle mafie.

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

La lotta alle mafie.

Messaggioda ranvit il 14/01/2009, 18:31

Da repubblica.it :

Le forze dell'ordine lo hanno preso a Mignano Montelungo, nel Casertano
Il boss, due giorni fa, era sfuggito alla cattura scappando per le fogne
Camorra, arrestato Setola
il superlatitante dei Casalesi
Maroni: "Colpo durissimo" alla camorra


Il boss dei Casalesi Giuseppe Setola
NAPOLI- E' stato arrestato Giuseppe Setola, il boss del clan dei Casalesi, che due giorni fa era sfuggito alla cattura scappando attraverso le fogne. Carabinieri e polizia lo hanno preso a Mignano Montelungo, ai confini tra la provincia di Caserta e di Frosinone.

Quando lo hanno catturato, il camorrista si trovava in una casa diroccata. Stava per andare in una clinica privata lì vicino a farsi curare il braccio, rotto durante la rocambolesca fuga di lunedì scorso. Appena ha visto le forze dell'ordine, Setola ha tentato di scappare attraverso i tetti, ma lo hanno bloccato.

Sono stati arrestati anche i suoi compagni di latitanza, tre o quattro uomini, probabilmente guardaspalle. Tra loro anche Paolo Gargiulo, detto '''o calimero", ritenuto dagli inquirenti uno dei due sicari che il 31 dicembre scorso spararono a Trentola Ducenta, nel Casertano, cercando di uccidere un pregiudicato. Nella casa c'erano anche armi, tra cui un kalashikov, munizioni, centomila euro e alcuni medicinali.

Setola, 38 anni, era fra i trenta latitanti "di massima pericolosità". E' ricercato dal 2008, nell'aprile scorso si è perfino finto cieco per evadere dalla clinica di Pavia dove era ricoverato. E' accusato di vari reati tra cui l'omicidio di almeno tre imprenditori, associazione per delinquere di tipo mafioso e strage, accusa che si riferisce all'agguato a Castelvolturno firmato dalla camorra contro un gruppo di immigrati nel settembre scorso.

Questa mattina una maxioperazione della Dia di Napoli, della Guardia di finanza e della polizia ha portato al sequestro dei beni del boss: immobili per un valore di circa 10 milioni di euro.

Le reazioni. "Grandissima soddisfazione" ha espresso il ministro dell'Interno Roberto Maroni, che ha definito l'arresto "un colpo durissimo inferto alla camorra". "E' la risposta che gli italiani si aspettavano dopo la strage di Castelvolturno", ha detto Marco Minniti, ministro dell'Interno del governo ombra del Pd.

"Finalmente l'attività investigativa svolta in questi mesi è stata premiata", ha detto il generale Franco Mottola, comandante della regione carabinieri della Campania. "E' un gran momento per lo Stato", ha commentato il capo della Dda di Napoli, Franco Roberti. "Un bel risultato da apprezzare. Ora occorre rilanciare", ha osservato il senatore del Pd Giuseppe Lumia, ricordando che "ancora mancano all'appello i due grandi latitanti, Iovine e Zagaria".

(14 gennaio 2009

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Molto bene! Anche il governo di centrodestra combatte la camorra, o no?

Vittorio
Ultima modifica di ranvit il 21/01/2009, 20:22, modificato 1 volta in totale.
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Re: La lotta alla camorra.

Messaggioda ranvit il 18/01/2009, 17:43

Da repubblica.it :

Rifugiato a Barcellona, è accusato di traffico internazionale di stupefacenti
Riforniva di cocaina i clan di Secondigliano. Scovato grazie alla collaborazione dei pentiti
Camorra, arrestato in Spagna il capo del clan Mazzarella

ROMA - Riforniva di cocaina i capi dei clan di Secondigliano. Salvatore Zazo aveva fissato la sua base operativa nel centro di Barcellona, in un piccolo appartamento vicino alla cattedrale della Sagrada Familia. L'hanno arrestato i carabinieri di Napoli in un call center da dove dirigeva l'importazione di droga dalla Colombia.

Era stato proposto per l'inserimento nell'elenco dei 100 latitanti più pericolosi da quando, nel novembre scorso, era sfuggito all'ordine di cattura spiccato dalla Direzione antimafia di Napoli per traffico internazionale di stupefacenti. Già arrestato tre anni fa per associazione mafiosa, Zazo, 52 anni, è ritenuto il reggente del clan Mazzarella. I carabinieri l'hanno scovato grazie anche alla collaborazione dei pentiti.

Dapprima ha tentato di evitare l'arresto mostrando una carta di identità falsa intestata a persona inesistente, ma poi ha ammesso le sue vere generalità. Non era armato. Ammanettato e accompagnato in carcere dalla Guardia civil che ha collaborato con gli investigatori italiani alla cattura, Zazo attende di essere estradato verso l'Italia. Con lui è stato fermato anche un altro personaggio campano, già noto alle forze dell'ordine.

(18 gennaio 2009
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Re: La lotta alle mafie.

Messaggioda ranvit il 21/01/2009, 20:23

Da repubblica.it :

Sedici arresti tra le famiglie al centro di una faida per il controllo del racket e degli appalti
Sigilli alla villa del capo mandamento Rotolo: nel box incontrava i vertici della mafia
Mafia, decapitato clan di Partinico
Confiscati al boss 2 milioni di beni

PALERMO - Decapitato il vertice del mandamento mafioso di Partinico e Borgetto. Sedici arresti tra le famiglie rivali in guerra da anni per il predominio sul racket e gli appalti nella zona. Svelati anche i contatti con la mafia newyorkese. "L'area di Partinico - spiegano i carabinieri - è strategica perché costituisce la cerniera fra la mafia trapanese, che ha come capo indiscusso Matteo Messina Denaro, e quella palermitana, che ha storicamente ricoperto sempre un ruolo centrale negli equilibri di Cosa nostra siciliani e internazionali".

Dopo l'arresto del boss Vitale, negli ultimi anni, il mandamento di Partinico-Borgetto è stato al centro di una vera e propria faida tra famiglie mafiose rivali che negli ultimi tre anni, ha causato almeno sette vittime. Per essere sicuri che i loro piani di morte andassero a buon fine, gli uomini del clan di Partinico si esercitavano a sparare sui cani randagi nelle campagne di Borgetto. Ci fu un caso in cui i carabinieri all'ascolto delle microspie installate sulle auto di tre "picciotti", registrarono i piani per uccidere un rivale e gli spari esplosi contro gli animali.

E a Palermo, la Guardia di Finanza sono stati confiscati ad Antonino Rotolo, il capo mandamento della famiglia mafiosa di Pagliarelli, beni per oltre 2 milioni di euro. Nino Rotolo è una delle figure chiave nell'organigramma mafioso palermitano, per avere diretto Cosa nostra nella città di Palermo. La maggiore e più significativa parte del patrimonio confiscato è costituita dalla villa intestata al figlio Giuseppe, la stessa dove Rotolo scontava la misura degli arresti domiciliari. Proprio in un box di pertinenza sono avvenuti gli incontri tra Rotolo e gli altri associati mafiosi, nel corso dei quali erano state delineate le strategie criminali. Oltre alla villa sono stati confiscate due auto e sette polizze assicurative.
(21 gennaio 2009)
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Re: La lotta alle mafie.

Messaggioda ranvit il 27/01/2009, 13:07

Dal ilmattino.it :

Napoli, presi i capi dei clan del Vomero
Caiazzo e Simeoli arrestati a Madrid

MADRID (27 gennaio) - Il pregiudicato Antonio Caiazzo, di 51 anni, capo dell'omonimo clan camorristico attivo nei quartieri napoletani del Vomero e dell'Arenella, è stato arrestato dagli agenti della questura di Napoli ieri sera a Madrid. Insieme con lui la polizia ha arrestato anche il suo luogotenente Francesco Simeoli, anch'egli di 51 anni. I due erano latitanti da più di due anni.
I due sono stati sorpresi dagli agenti all'uscita di un ristorante a Maja Dahonda in calle Romero De Torres, da personale della Squadra Mobile di Napoli, con la collaborazione dell’Interpol e dalla polizia spagnola. Sono accusati, fra l'altro, di associazione per delinquere di tipo mafioso ed estorsione.

Libero per l'indulto. Ad agosto del 2006 Caiazzo tornò libero. A suo tempo fu ritenuto uno dei protagonisti della faida che insanguinava il Vomero negli anni Novanta e tra i capi, insieme con Luigi Cimmino, dell’omonimo clan Caiazzo-Cimmino (in contrasto col gruppo del pregiudicato Giovanni Alfano da cui si era scisso). Caiazzo era in carcere per un vecchio cumulo di pene (reati residui: porto d’armi e furto) e sarebbe dovuto uscire nell’aprile 2009 se non avesse beneficiato dell’indulto.

Condanna e latitanza. Dopo la scarcerazione, Caiazzo si rese latitante nel giorno stesso della condanna in un altro processo: a marzo del 2007 Caiazzo era stato condannato a 12 anni per associazione mafiosa ed estorsioni aggravate. Anche Simeoli era latitante da giugno 2007 perché colpito da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il reato di associazione per delinquere di stampo camorristico ,che interessava anche Caiazzo e altri trenta affiliati al clan del Vomero.

L'estradizione. Anche Simeoli è considerato dagli inquirenti elemento di elevato spessore criminale, indicato da numerosi collaboratori di giustizia alla direzione del sodalizio criminale, quando il Caiazzo era detenuto o latitante. Sono già state avviate le procedure per l’estradizione in Italia dei due catturati.
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Vittorio
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Re: La lotta alle mafie.

Messaggioda ranvit il 09/02/2009, 16:20

Ma non si diceva che questo governo non fa la lotta alle mafie?
Vittorio


dal corriere.it :

Operazione dei carabinieri contro un vero e proprio impero economico: 40 arresti
Sgominata un' organizzazione
alleata con i casalesi nel basso Lazio
Marrazzo: «Necessario non abbassare la guardia contro chi cerca di soffocare imprenditori e commercianti»
ROMA - Sono 31 le persone finite in carcere e 9 quelle agli arresti domiciliari mentre altre 33 sono indagate a piede libero nell'operazione dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma che con la collaborazione dei reparti di Frosinone, Latina e Caserta, ha consentito di individuare due organizzazioni criminali.

IL SODALIZIO - L'operazione ha consentito di porre fine al «sodalizio mafioso» che faceva capo a Gennaro De Angelis e confederato al clan dei Casalesi. Negli anni il clan aveva realizzato un vero e proprio impero economico, acquisendo la gestione di numerose attività commerciali e imprenditoriali. L'altra organizzazione colpita dalle indagini della Procura e dei Carabinieri fa capo al noto pregiudicato Ciro Maresca, originario di Castellammare di Stabia e da tempo stabilitosi nella Capitale. A questa banda si addebita la realizzazione sistematica di estorsioni, ricettazione e riciclaggio in danno di imprenditori operanti nel settore del mercato delle autovetture.

MARRAZZO - Il presidente della regione Lazio, Piero Marrazzo ha commentato l'operazione: «Le ordinanze di custodia e l'ingente valore dei beni sequestrati ai malavitosi -ha aggiunto Marrazzo- rendono sempre più evidente la necessità di continuare a lottare senza abbassare la guardia contro la presa tentacolare che le organizzazioni di stampo mafioso cercano di stringere sul nostro territorio, tentando di soffocare la vita quotidiana di imprenditori, commercianti e comuni cittadini. La Regione Lazio- ha concluso- ha fatto della lotta per la legalità uno dei punti cardine della sua azione e non cambierà direzione, in piena collaborazione con le forze dell'ordine, appoggiando in ogni modo possibile la loro meritoria azione».


09 febbraio 2009
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Re: La lotta alle mafie.

Messaggioda ranvit il 10/02/2009, 16:13

Dal corriere.it :


A catturarlo i finanzieri del Comando provinciale di Napoli con l'Interpol
Preso a Santo Domingo Ciro Mazzarella
Viveva in un lussuoso residence: oggi in Italia
Era latitante da 2 anni. Arrestato mentre si recava a un locale notturno con un gruppo di napoletani

Ciro Mazzarella

NAPOLI - In manette il latitante Ciro Mazzarella, figlio del boss Gennaro, attuale reggente del clan attivo nella zona centrale di Napoli e soprattutto nel quartiere Mercato e di Forcella. L'uomo, 38 anni, inserito tra i primi 100 latitanti dello speciale elenco del ministero dell'Interno, è stato catturato a Santo Domingo.

A catturare Mazzarella i finanzieri del Comando provinciale di Napoli in collaborazione con il personale dell'Interpol. Mazzarella si rese latitante lo scorso 25 novembre 2006 quando fu destinatario di un decreto di fermo insieme al fratello Francesco e ad altri 17 indagati. Un'operazione che azzerò la struttura di vertice del clan e che, nel febbraio 2007, colpì direttamente il padre, Gennaro. Ciro è, infatti, attualmente imputato, insieme al padre e al fratello (già detenuto in regime di 41 bis), come esponente di vertice dell'omonimo sodalizio criminale.

Mazzarella è stato seguito dagli uomini della Guardia di Finanza di Napoli all’uscita dalla sua lussuosa residenza in Avenida Josè Contreras, mentre con altri napoletani si recava in un famoso locale notturno dell’isola caraibica. Al momento del fermo, Mazzarella, latitante del novembre 2006, ha mostrato agli uomini del Gico e alla polizia locale un passaporto falso, intestato a Maurizio Perugino che peraltro risulta già indagato dalla Dda della Procura di Napoli in relazione al traffico di stupefacenti in città. La polizia dominicana ha però verificato tutti gli elementi forniti dalla Guardia di Finanza di Napoli, identificandolo e arrestandolo. Mazzarella, imputato per il suo ruolo di vertice nell’associazione camorristica dell’omonimo clan, sarà già oggi trasferito in Italia. Secondo le indagini condotte degli uomini del procuratore capo Giovandomenico Lepore e dall’aggiunto Franco Roberti, il 38enne boss era fuggito in Sudamerica dopo il decreto di fermo emesso dalla Dda di Napoli nel novembre 2006 nei confronti suoi e di altre 17 persone, tra cui suo fratello Francesco che venne arrestato. Mazzarella era fuggito prima in Colombia e poi in Costarica, prima di trasferirsi a Santo Domingo da dove, secondo le indagini, continuava a coordinare a distanza le attività criminali del clan. La sua cattura è avvenuta grazie all’attività di intelligence compiuta dalla Procura in collaborazione con l’Interpol. Una volta giunti a Santo Domingo, gli uomini della Gdf hanno fornito alla polizia dominicana elementi che hanno permesso l’individuazione di Ciro Mazzarella nel giro di pochi giorni. Su di lui pesano anche le dichiarazioni di numerosi pentiti secondo cui il boss latitante avrebbe diretto a distanza il traffico di droga nel centro di Napoli e una serie di scontri armati con uomini di altri clan operanti nella zona.

Ciro Mazzarella, proprio a causa della detenzione di entrambi i suoi congiunti, reggeva le redini della cosca tenendosi costantemente informato degli attuali equilibri criminali e impartendo, anche dall'estero, le direttive necessarie per guidare il clan. Comandi soprattutto per la gestione dei traffici di sostanze stupefacenti, ma anche in merito ai recenti contrasti armati che si sono registrati proprio sul territorio controllato dai Mazzarella. Un ruolo di primo piano confermato anche dalle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia. Mazzarella sarà in Italia nel pomeriggio di oggi dopo essere stato instradato dalla polizia dominicana.


10 febbraio 2009
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Re: La lotta alle mafie.

Messaggioda ranvit il 03/03/2009, 12:52

Dal corriere.it :

la droga arrivava in italia attraverso la Spagna, il Belgio e l'Olanda
Napoli, blitz contro la camorra: 20 arresti
Individuate attività di gruppi criminali, in collegamento tra loro, a Sant'Antimo, Grumo Nevano e Casandrino
NAPOLI - Operazione contro la camorra dei carabinieri di Castello di Cisterna nella parte nord della provincia napoletana. Il blitz, coordinato dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo, è nato dall'indagine "Rewind" contro le organizzazioni camorristiche nei comuni di Sant'Antimo, Grumo Nevano e Casandrino. Una ventina le persone arrestate. Le ricerche, svolte su episodi del 2004 e 2005, hanno consentito di accertare le attività di più gruppi criminali, in collegamento tra loro, tra cui il clan Verde, capeggiato da Francesco Verde detto «o Negus» (ucciso in un agguato nel dicembre 2007), attivo a Sant'Antimo, e i clan Spenuso (legato anche al gruppo dei Casalesi) e Marrazzo, referenti per i Verde nei comuni, rispettivamente, di Grumo Nevano e Casandrino. Oggetto dell'indagine anche le attività del clan Aversano (capeggiato da Vincenzo Aversano, soprannominato «Zig-zag») attivo a Grumo Nevano in contrapposizione agli Spenuso.

TRAFFICO DI DROGA - Le indagini dei carabinieri hanno permesso di scoprire diverse estorsioni ai danni di commercianti e imprenditori di Sant'Antimo e Casandrino e di identificare alcuni canali di riciclaggio dei proventi delle attività criminali dei clan. In particolare, i carabinieri hanno disarticolato la piazza di spaccio di sostanze stupefacenti di Grumo Nevano nel parco Ice Snei e hanno individuato il canale di approvvigionamento della droga, che giungeva in Italia attraverso la Spagna, il Belgio e l'Olanda, con il coinvolgimento di trafficati napoletani e calabresi residenti a Bruxelles e appartenenti alla famiglia calabrese degli Strangio. Il 2 maggio 2004 era già stato arrestato a Bellaria Igea (Rimini) il latitante Vincenzo Marrazzo, 45 anni di Casandrino, capo dell'omonimo clan camorristico, ed erano stati sequestrati diversi chili di droga.

03 marzo 2009
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Re: La lotta alle mafie.

Messaggioda pierodm il 03/03/2009, 17:07

Che culo: meno male che Silvio c'è.
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Re: La lotta alle mafie.

Messaggioda ranvit il 03/03/2009, 17:55

Naturalmente io credo che si faccia sempre troppo poco per combattere le mafie.

Faccio solo notare che chiunque ci sia al governo, l'intensità del contrasto è suppergiu' sempre lo stesso.

Che poi a qualche intelligentone piace pensare che con la sinistra al governo si faccia molto di piu', che dire?
Ognuno crede a cio' che gli fa piu' piacere, alla faccia dell'intelligenza e della realtà.

Vittorio
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Re: La lotta alle mafie.

Messaggioda franz il 03/03/2009, 17:56

ranvit ha scritto:Ma non si diceva che questo governo non fa la lotta alle mafie?
Vittorio

Non o so chi, almeno qui, lo diceva.
Io ritengo che nelle forze di polizia ci siano forze in gamba e preparate e queste lavorano bene sotto ogni governo, malgrado la ristrettezza dei fondi e tante altre avversità di normale e perversa burocrazia quotidiana.

Caso mai occorre andare a vedere il potere giudiziario, che troppo spesso finisce con assolvere o scarcerare, vanificando anni di indagini. Soprattutto dopo lo smantellamento dei vari pool e dopo l'eliminazione fisica di Dalla Chiesa, Falcone e Borsellino.
Non escludo a priori che poi in alcuni casi gli arresti di certi clan siano un favore trasversale per altri.

Qui chi conosce la complessa mappa dei clan e dei loro interssi credo che potrebbe raccontare molto.
Poi vedi, i casalesi hanno fatto molto casino, anche troppo con i rifiuti e con le stragi di extracomunitari.
Ovvio che lo stato si scagli contro, indaghi, arresti, trovi legami.

C'è anche un'altra mafia, che lavora in silenzio, che non fa parlare di sè, senza clamori.
E' quella della pax mafiosa, dei colletti bianchi, legata al potere politico, agli appalti.
Quella fa meno casino e non la cerca nessuno, soprattutto con certi governi al potere.
ma ssssssssshhhh non diciamolo a nessuno! ;)

Franz
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