Il Pd: no alle ronde, usiamo i soldi del referendum per le forze dell'ordine
No alle ronde e più risorse per la sicurezza. È quanto hanno chiesto i rappresentanti dei principali sindacati di polizia nel corso di una riunione con il leader Pd Dario Franceschini e alcuni rappresentanti del Partito Democratico presso la Sala Berlinguer di Montecitorio.
Tutti hanno puntato l'indice contro la circolare del ministero dell'Interno che di fatto «impedisce la riparazione delle autovetture in dotazione». Il 30-40% delle macchine sono ferme, hanno denunciato, ma l'accusa più pesante nei confronti del governo è per l'istituzione delle ronde. «Sono controproducenti. Si è trattato di una sanatoria per qualche drappello verde», ha detto Antonio Scolletta, coordinatore nazionale della Federazione Sindacale di Polizia dell'Ugl. Il segretario nazionale dell'Anfp, Enzo Marco Letizia, sottolinea che «le ronde sono permeabili ad infiltrazioni mafiose, soprattutto al Sud, ed ancora va chiarito che non possono portare né armi né cani».
Duro l'atto d'accusa di Silvio Iannotta del Siap di Caserta: «Dopo l'allarme criminalità dello scorso anni, ci avevano promesso militari e risorse. Non ci hanno dato nulla. A Caserta, se le ronde ci chiamano, non abbiamo neanche le automobili per andare a controllare». Franco Maccari del Coisp, Graziano Candeo del Siulp Veneto, Giuseppe Tiani segretario generale del Siap sottolineano che in molte regioni, soprattutto al Nord, stanno nascendo «scuole per prepararsi alle ronde» e «accedere ai fondi europei Pon per la sicurezza»: «Una c'è già a Crocetta del Montello», ha detto Candeo.
«Il governo ha deciso che a giugno si voterà in tre domeniche diverse con lo scopo di non far passare il referendum a cui la Lega è ostile. Noi lanciamo una proposta al governo: si voti il 7 giugno, abbinando il referendum alle elezioni, e i 400 milioni di euro che così verranno risparmiati, vengano destinati alla sicurezza: per la benzina, per riparare le auto, per assumere 5000 agenti».
Dario Franceschini lancia la proposta durante un'assemblea organizzata dal Pd con i sindacati delle forze dell'ordine. Questo, spiega il segretario del Pd, a dimostrazione di quanto sia falsa l'accusa al Partito democratico di saper dire solo dei “no”.
Franceschini qualche “no” lo pronuncia, ma contro le «scelte sbagliate fatte dal governo» quella «inutile di inviare i militari nelle città» e quella «pericolosa delle ronde». «No alla demagogia e alle ronde, sì alle risorse per la sicurezza», scandisce il segretario del Pd.
da
L'Unità.it