La Sinistra, Ulivo o PD (ormai allo scacco matto) potrà forse recuperare, seppur con difficili sforzi, grazie alla crisi che deve ancora iniziare.
Comunque non più con gli stessi metodi del passato.
Gestione Prodi: la lealtà con gli ipocriti (di destra o di sinistra) non funziona. Il risultato del dialogo proposto all’allora oppositore Berlusconi ha danneggiato irreparabilmente il partito della sinistra.
• La gestione del caso Bertinotti che per due volte ha fatto cadere il governo. In politica dopo il primo voltafaccia, non si può commettere lo stesso errore suicida.
• La gestione del caso Mastella: per salvaguardare ancora la maggioranza – nonostante fosse già in fase di forte decadenza – ha fatto di tutto per “salvarlo”. Le radici morte – i mesi a venire lo testimonieranno – si tagliano e si buttano via: esse costituiscono un veleno per lo Stato oltre che la Nazione.
• La gestione degli scandali bancari, ed altri problemi connessi.
Queste condizioni hanno prodotto un allontanamento sostanziale dell’elettorato della sinistra, poiché, dopo la delusione di non aver neanche cercato un eventuale ricorso a un referendum sul conflitto di interessi e sulla vergognosa gestione dell’informazione della RAI, molti elettori simpatizzanti dell’Ulivo cominciavano a chiedersi, compreso il sottoscritto, se non vi erano degli interessi, da parte della sinistra, a non contrapporsi con decisione ad un scandaloso conflitto di interessi unico al mondo. Questo è stato a mio umile parere uno delle prime reazioni contrarie dell’elettorato: giustizia sociale!
Mi ha stupito molto, Onorevole Presidente, che in qualità di economista Ella non abbia mostrato incisività e decisione su questa grave violazione della Costituzione.
Ero italiano, nonostante fossi vissuto fino ai miei 23 anni a Parigi. Ma oggi ho deciso, all’età di 59 anni e aiutato dall’andamento della politica italiana degli ultimi anni, di optare per la nazionalità francese.
Non che in Francia non vi sia arrivismo politico, dei Mastella e dei Bertinotti ce ne sono, ma al momento di in(/s)contrarsi sul piano politico le argomentazioni sono finalizzate al benessere della nazione e non a dei giochi di potere e di poltrone come avviene in Italia.
Inoltre, seguendo i notiziari delle TV francesi – sottoposti ad un codice deontologico senza paragoni, per non parlare della libertà di informazione che la TV garantisce ai suoi telespettatori – mi sento, sotto il profilo dell’informazione, decisamente vivere in un paese libero, contrariamente al disagio che provo in Italia.
In Francia, costato invece un sussurrato ritorno alle espressioni degli anni 1950-60, quale : “Ah! Ces italiens! C’est tous les mêmes… ” e questo, le assicuro, non mi garbava all’età di 8-10 anni, così come non mi garba oggi.
Il lavoro fondamentale consiste nel riorganizzare le idee e gli ideali e marciare come un bulldozer : gli ideali non necessitano né di pietà né di scuse né di amicizie: o esiste, quindi è condiviso o non esiste e si tagliano subito le strade deviate che non perseguitano questi ideali.
Piuttosto investite - non in una partecipazione di decine di migliaia di individui, ma in una settimana di Ritirata invitando economisti politologi e psicologi per analizzare prima gli errori da non commettere, poi decidere sulle strategie da attuare nel 2011, quando la crisi avrà toccato (mi auguro) il suo apice e si mitigherà, ed i cittadini cominceranno a pretendere una politica sociale vigorosa, seria e non più lasciata all’improvvisazione.
E’ possibile raggiungere questa meta, senza creare una nuova Fabbrica, ma realizzando diversi incontri spontanei in tutte le regioni, con una componente tripartitica come indicato, e a livello regionale, trarre una sintesi che permetta ad un rappresentante regionale di partecipare ad una ritirata nazionale per affinare le idee e le strategie possibili.
Un ultimo pensiero: cercate per qualche settimana un nuovo logo e nome (a meno di conservare quello dell’Ulivo da solo) che esprima, oltre l’immagine della pace quella della decisione e dell’iniziativa sociale ed economica.
Grazie della vostra cortese attenzione.
Raffaele D’Arcangelo
Economista