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Eppure una "nuova scuola" serve al paese

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Eppure una "nuova scuola" serve al paese

Messaggioda franz il 12/12/2008, 22:22

Apro un nuovo filone, perché il precedente era ormai troppo sfilacciato in vari rivoli.

L'occasione è la presentazione di un nuovo rapporto internazionale sul confronto dei vari sistemi scolastici.
Non è il PISA, che si occupa dai ragazzi piu' grandi, ma il TIMMS, che valuta anche la scuola elementare.
La nostra, nel tam tam di questi mesi, veniva dipinta come una delle migliori del mondo. Addirittura secondi.
Nulla di meno vero. Forse lo era negli anni 690.
Nel TIMMS 2003 eravamo messi male. In una esposizione letta su noisfromamerica da cui attingo a piene mani e daro' poi il link per la lettura completa, leggo che nel 2003 "gli alunni italiani ottennero risultati modesti, appena superiori alla media dei circa 50 paesi partecipanti. La media però era viziata dalla presenza di alcuni paesi in via di sviluppo. Escludendo dai calcoli anche solo il Marocco, la Tunisia e l'Armenia, i risultati degli studenti italiani erano significamente inferiori alla media dei paesi rimanenti. Nei test rilevati alla fine dell'ottavo anno di istruzione la posizione dell'Italia nel confronto internazionale era persino peggiore.".

Come è andata nel 2007 potete leggerlo nel rapporto che trovate partendo da [url]=http://timss.bc.edu/TIMSS2007/intl_reports.htm]queste paginel[/url]. Molto peggio, direi.
Le elementari sono mediocri (a metà scala) in una graduatoria che comprende tanti paesi in via di sviluppo che abbassano la media. Tra i paesi industrializzati nessuno è messo peggio o bene che vada siamoalla pari con gli ultimi.
Non è una consolazione osservare che pero' le nostre scuole medie sono messe ancora peggio.

Ecco come procede l'analisi dell'articolista di noisefromamerika.

"Chiarisco anche per chi volesse consultare le tabelle (che non riporto ma che sono facilmente rintracciabili dal link che ho appena indicato) che per facilitare il confronto intertemporale i risultati del 2007 sono stati riscalati in modo tale che un risultato di 500 "punti" nel 2007 equivalga a 500 punti nel 1995. I risultati del 1995 vennero riscalati in modo da avere una media di 500 e uno scarto quadratico medio di 100. La media evidenziata nella tabella, pari a 500, è un numero puramente indicativo della scala usata per valutare i test, e non corrisponde alla media dei risultati del 2007, che non viene riportata. Giusto per aumentare la confusione, la corrispondente tabella del rapporto del 2003 invece riportava la media calcolata sui risultati di quell'anno. Il confronto dei risultati con le medie, in ogni caso, ha un valore relativamente poco informativo, essendo queste statistiche calcolate sull'insieme limitato dei paesi partecipanti all'indagine. Meglio dunque soffermarsi anche su valutazioni puramente qualitative.

Le conoscenze in matematica
In matematica, gli alunni italiani di quarta elementare si piazzano al sedicesimo posto dei trentasei paesi partecipanti (escludo qui e nel resto dell'articolo le regioni che fanno parte dei "Benchmarking participants"). Tutti i paesi con un livello di industrializzazione e reddito simile a quello italiano sono in una posizione migliore di quella dell'Italia, tranne la Svezia e l'Austria, i cui risultati sono sostanzialmente simili a quelli dell'Italia. Il risultato quantitativo di 507 è appena sopra la media della scala di grandezza usata, 500, che va interpretata come ho segnalato sopra. Ho calcolato la media aritmetica dei risultati di tutti i paesi partecipanti all'indagine nel 2007. Questa media è pari a 476, appunto perché in questa indagine sono stati inclusi più paesi con risultati mediocri rispetto al 1995. Eliminando per esempio dal calcolo Qatar, Tunisia, El Salvador, Yemen, Marocco e Kuwait, il risultato dell'Italia si sarebbe attestato di un paio di punti al di sotto della media dei paesi rimanenti. Non un risultato confortante.

I risultati degli alunni italiani di terza media invece sono disastrosi. Gli italiani si piazzano al diciannovesimo su quarantanove paesi. Non riesco a trovare nessun paese occidentale industrializzato sotto l'Italia in questa classifica, a meno di non volervi includere Israele. Il risultato quantitativo, pari a 480, ha poca rilevanza di fronte a questa deprimente evidenza.

La dinamica intertemporale è piuttosto stabile, gli alunni di quarta elementare hanno leggermente migliorato il proprio risultato rispetto al 2003, ma in maniera non statisticamente significativa; quelli di terza media lo hanno leggermente peggiorato, ma anche in questo caso la differenza non è statisticamente significativa.

Le conoscenze nelle scienze
Osservando le tabelle riguardanti i risultati nelle materie scientifiche, il colpo d'occhio sembra favorevole all'Italia. Gli alunni italiani di quarta elementare sono al decimo posto di una classifica che comprende trentacinque paesi. Il punteggio medio ottenuto, 535, si colloca all'incirca a metà fra il massimo (587, Singapore) ed il minimo (477, Norvegia) ottenuti da paesi con livelli di reddito agiati (mi scuso per l'approssimazione, ma basta scorrere i nomi dei paesi coinvolti per convincersi). Non ho calcolato la media, che sarebbe comunque viziata dalla presenza di paesi con risultati disastrosi (inferiori a 350), come Kuwait, Qatar, Yemen, Marocco e Tunisia, ma tutto sommato gli alunni italiani se la cavano decentemente soprattutto considerando che hanno eseguito il test ad un'età inferiore di circa un anno rispetto agli alunni di quasi tutti gli altri paesi.

Peggiore però è il risultato degli alunni di terza media, pari a 495, che è non solo inferiore alla media della scala di grandezza usata, 500, ma è migliore solo del risultato ottenuto da paesi in via di sviluppo o comunque con livelli di reddito e benessere decisamente inferiori a quelli italiani, con l'eccezione della Norvegia.

La dinamica per gli alunni delle elementari è positiva. Il miglioramento di circa 20 punti rispetto al risultato del 2003 (da 516 a 535) è statisticamente significativo, ma non enorme (l'unità di riferimento per valutare questo miglioramento viene dalla deviazione standard su cui sono calcolati i dati, pari a 100 nel 1995). Nessun miglioramento né peggioramento per gli alunni delle medie rispetto al 2003 e al 1995.

Conclusione
La stampa e le parti in causa contribuiscono non poco a generare una discreta confusione sui risultati di queste indagini, forse a proposito, ma non voglio essere maligno. È ubiqua, per esempio, l'affermazione che la scuola italiana sia "all'ottavo posto nel confronto internazionale", dimenticando di precisare che questo risultato si riferisce solo al confronto delle capacità di lettura degli alunni effettuate dall'indagine PIRLS 2006, che comprendeva un insieme di soli 40 paesi, fra i quali mancano, ad esempio, alcuni paesi avanzati come la Svizzera, la Finlandia, il Giappone, e così via.

I nuovi dati mostrano che i risultati degli alunni italiani in matematica vanno dal mediocre delle elementari al disastroso delle medie. Nelle scienze i nostri alunni delle elementari dimostrano conoscenze buone ed in fase di miglioramento. I risultati degli alunni di terza media invece riportano risultati mediocri anche in questo settore. Sarà interessante fra quattro anni conoscere se il miglioramento osservato per le scuole elementari sarà persistente e se si tradurrà in migliori conoscenze alla conclusione delle scuole medie."
Testo e dibattito su: http://www.noisefromamerika.org/index.p ... _2007#body



Mie conclusioni:
Come sia messa l'università ormai lo sappiamo.
Si viveva nell'illusione che almeno le elementari fuzionassero ma a quanto pare i dati 2003 e 2007 ci relegano nella mediorità per le elementari e nel disastrato per le medie.
Una nuova scuola si impone sempre piu' ma a parte le lotte contro ogni riforma, chunque governi, io non vedo emergere nulla, soprattutto dal mondo della scuola, che dovrebbe essere il piu' interessato e qualificato a fare proposte.
Siamo messi male.
Franz
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preservativi a scuola

Messaggioda mauri il 15/12/2008, 11:37

forse queste iniziative, unite ad altre come il distributore di latte, di frutta, lo psicologo per il personale della scuola... potrebbero innestare il cambiamento delle teste di legno che abitano il parlamento
buona giornata, mauri



La scelta di Manchester
preservativi a scuola
In Europa un caso molto raro: i condom ammessi solo in alcuni istituti laici o privati. "Eppure la prevenzione è necessaria"
di BENEDETTA PERILLI

La scelta di Manchester preservativi a scuola


Da questa mattina nelle scuole laiche secondarie di Manchester è stato avviato un progetto di educazione sessuale che prevede la distribuzione gratuita di preservativi agli studenti dai 13 anni in su. Nel Regno Unito le scuole secondarie sono frequentate da ragazzi tra gli 11 e i 16 anni.

Il progetto, che è stato approvato nella fase iniziale dai genitori degli studenti, ha aperto un dibattito molto acceso sul tema dei giovani e della sessualità. Nonostante l'approvazione da parte dei genitori, la scelta finale sull'accettazione dei preservativi e delle informazioni rimane a discrezione degli studenti. Il servizio nella sua fase progettuale doveva essere destinato anche ai ragazzi di 11 e 12 anni, ma fonti dell'amministrazione comunale di Manchester dichiarano che coinvolgere giovani di questa fascia di età in tematiche sessuali potrebbe rischiare l'apertura di indagini giudiziarie.

Dura la risposta da parte dei conservatori: il comune incentiverebbe attraverso la distribuzione di preservativi le attività sessuali tra i minori. Ma il progetto è nato in seguito alla diffusione di alcuni dati allarmanti sulle gravidanze giovanili a Manchester e oggi la città ha una media di baby mamme del 50% più alta rispetto al resto del Regno Unito. Come a dire che ogni anno nella città circa 560 ragazze sotto i diciotto anni rimangono incinte. Alti sono anche i dati che riguardano gli aborti: il 28% nel 1998 e il 39% nel 2006.

In contemporanea alla distribuzione gratuita di preservativi nella scuole secondarie anche in ottanta scuole primarie laiche della città e in venti istituti cattolici sono partiti dei corsi, dal titolo "Crescere e cambiare insieme", di sensibilizzazione sulle tematiche delle relazioni, concepimento e nascite. E mentre cresce la polemica arriva la risposta di Pauline Newman, responsabile dei servizi per l'infanzia del comune di Manchester: "Le infermiere preposte al servizio di informazione e distribuzione rispondono alle domande dei ragazzi caso per caso e non offrono contraccettivi volontariamente. Tutti i genitori delle scuole che hanno accettato di avviare il progetto sono stati consultati e il personale promuove il dialogo tra figli e genitori sulla sessualità nonostante la scelta finale rimanga dei ragazzi".

Quello di Manchester rappresenta un caso limite nel panorama delle politiche di educazione sessuale. In Brasile, dove il problema non è solo quello delle gravidanze giovanili ma anche quello dell'Aids, un programma simile, destinato a studenti tra i 13 e i 18 anni, è stato avviato in accordo con il Ministero della salute già del 2005; dal 2007 molti istituti hanno installato distributori automatici di preservativi. Nel resto del mondo è soprattutto la scuola superiore ad occuparsi di prevenzione e informazione sessuale dividendo le attività tra corsi extra scolastici e azioni più concrete, frequenti soprattutto negli istituti laici, come l'introduzione di distributori.

Negli Stati Uniti sono numerosi gli istituti che offrono, tramite macchine o personale sanitario, profilattici agli studenti: un'analisi comparativa tra le scuole pubbliche che hanno avviato il servizio ed istituti che si sono rifiutati ha dimostrato che gli studenti appartenenti alla prima categoria utilizzano più frequentemente il preservativo durante i rapporti sessuali. Un caso limite si è registrato nel Maine dove, in seguito al crescente numero di gravidanze giovanili, dal 2007 la King Middle School di Portland distribuisce non solo profilattici a ragazzi dagli 11 anni in su ma anche pillole anticoncezionali e iniezioni del giorno dopo per le ragazze.

Nel panorama europeo l'introduzione, assistita o automatica, di profilattici nelle scuole secondarie e superiori è al centro di uno scontro molto acceso. Gli istituti che hanno scelto di distribuire gratuitamente profilattici agli studenti sono laiche e private in Spagna, Francia, Germania, Norvegia, Svezia. In Italia nel 2001 il liceo francese di Roma Chateaubriand, in seguito ad una protesta degli studenti, è stato tra i primi a montare due macchine distributrici di preservativi. Grande assente la nostra scuola pubblica.

Il nostro lettore Alessandro Previati ci segnala il caso dello scientifico "Giordano Bruno" di Torino. Nel '98, per volere della preside, vennero installati due distributori nei bagni dei ragazzi. "Andarono in rovina per scarso utilizzo" scrive Alessandro. "Ma la maggioranza degli studenti si schierò con la preside di allora".
(11 dicembre 2008)
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Padova, sgomianata baby gang

Messaggioda mauri il 15/12/2008, 21:26

cosa centrano i genitori, non è una giustificazione, infatti gli altri numerosi casi che si sono verificati altrove parlavano di ragazzi "bene" oppure annoiati...
la scuola potrebbe risolvere o almeno aiutare i ragazzi che non hanno più punti di riferimento?
che tipo di scuola dovrebbe essere?
credo bisognerebbe iniziare a motivare i docenti
mauri


Nel gruppo finito in manette anche un 13enne. Terrorizzavano gli altri ragazzi
con minacce e violenze. Alcuni hanno genitori con precedenti penali
Padova, sgomianata baby gang
estorcevano denaro ai coetanei

Padova, sgomianata baby gang estorcevano denaro ai coetanei
PADOVA - Sgominata dalla polizia di Padova una baby gang di minorenni. I ragazzini, 13 anni il più giovane, terrorizzava coetanei estorcendo loro piccole somme di denaro con minacce e violenze.

Alcune vittime, spinte dai genitori, hanno deciso d'infrangere il muro di paura e omertà denunciando i soprusi subiti da circa un mese. Alle prime ore di oggi la squadra mobile di Padova, coordinata dalla procura dei minori di Venezia, ha eseguito alcuni appostamenti, per una prevista consegna di 35 euro, che hanno condotto all'arresto di quattro giovanissimi: uno aveva appena compiuto da poco 18 anni, gli altri avevano rispettivamente 16 e 15 mentre l'ultimo, non imputabile in quanto di soli 13 anni, è stato riaffidato ai genitori.

Secondo quanto ha spiegato Marco Calì, dirigente della squadra mobile di Padova, il gruppo agiva in zona Arcella e nel quartiere San Bellino. "Alcuni ragazzi hanno genitori con precedenti penali e cercavano di accreditare con la violenza la loro autorità", ha spiegato Calì.

(15 dicembre 2008) Tutti gli articoli di cronaca
mauri
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Re: Eppure una "nuova scuola" serve al paese

Messaggioda franz il 20/12/2008, 15:06

Notevole come essere sedicesimi al mondo (ed ottavi in europa) venga venduto come essere al top!
Un po' come essere decimi come regione in Italia e dire di essere ai vertici, mentre in realtà si è mediocri.
Il punteggio è costruito in modo che la media generale sia 500. Questo sia nel 1995 che ora.
Questa media (noi abbiamo 507 in matematica) comprende i paesi piu' ricchi (tutti con punteggi migliori del nostro) e tanti paesi in via di sviluppo, che ovviamente abbassano la media. Il realtà quindi il dato non è "mediocre" ma pessimo.
Infatti ora, rispetto al 1995, sono presenti molti paesi in via di sviluppo e quindi la media si è abbassata parecchio. In sintesi andiamo bene in scienze e male in matematica, anche per quanto riguarda gli articolisti di repubblica :o

Ciao,
Franz

Ai primi posti, e in crescita, negli studi mondiali di valutazione delle competenze
Risultati ottimi in matematica e scienze, i migliori nel Nord-est
Scuola, il primato dei bimbi italiani
figli delle 'vecchie' elementari
di SALVO INTRAVAIA

Scuola, il primato dei bimbi italiani figli delle 'vecchie' elementari
La scuola elementare italiana consolida il suo primato internazionale. La conferma arriva dal rapporto Timss 2007 (Trend in international Mathematics and Science study): l'indagine che misura le competenze in Matematica e Scienze degli alunni al quarto e all'ottavo anno di scolarità. L'edizione 2007 del Timss riporta i dati relativi agli alunni di 59 paesi distribuiti nei 5 continenti e, per l'Italia, fa il paio con i confortanti risultati di un'altra indagine internazionale: il Pirls 2006 (Progress in international reading literacy study), che indaga sulla comprensione della Lettura dei bambini al quarto anno di scolarità.

I dati sono stati diffusi pochi giorni fa e assumono una particolare importanza nel nostro Paese in vista della soppressione del cosiddetto "modulo" (tre insegnanti su due classi) alla scuola primaria varato dal ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini. Infatti, gli importanti risultati conseguiti dalla scuola primaria italiana sembrano proprio essere figli proprio del Modulo che introdotto nel 1990 dal prossimo anno cesserà di esistere lasciando spazio ad un maestro "prevalente" che insegnerà nella stessa classe per 22 ore settimanali lasciando ad un secondo insegnante il completamento dell'orario a 24, 27, 30 o 40 ore settimanali.

Rispetto all'edizione del 2003 i bambini italiani migliorano le loro performance, confermandosi ai primi posti in Europa dove si piazzano all'ottavo posto in Matematica (con 507 punti) e al quarto posto in Scienze (con 535 punti). Risultato che assume maggiore importanza se si considera che i nostri alunni di quarta elementare, con una età media di 9,8 anni, sono più piccoli dei corrispondenti compagni degli altri paesi: tutti con età superiore a 10 anni. A livello mondiale la concorrenza dei paesi asiatici (Hong Kong, Cina e Singapore ai primi posti) fa scivolare l'Italia al sedicesimo posto in Matematica e al decimo posto in Scienze, sempre e comunque con un "rendimento significativamente più alto della media internazionale", a quota 500 punti. I bambini italiani prevalgono su quelli svedesi e norvegesi e, in Scienze, anche sui compagni tedeschi.

L'indagine è condotta dall'Iea (International association for the evaluation of educational achievment), la stesso centro studi di Boston nel Massachussets che si occupa del rapporto Pirls, dove i bambini italiani piazzandosi al secondo posto in Europa e all'ottavo il mondo fanno un figurone. Il Timss mostra che gli alunni del Nord-est italiano sono in assoluto i più bravi mentre quelli del Sud-isole arrancano. Trend opposto per i ragazzini all'ottavo anno di scolarità. Gli alunni che frequentano la terza media in Italia rimediano l'ennesima figuraccia. Con 480 punti in Matematica e 495 in Scienze perdono terreno rispetto al 2003 e si collocano al di sotto della media internazionale.
(20 dicembre 2008)
http://www.repubblica.it


Una analisi un po' piu' seria la trovate qui:
http://www.noisefromamerika.org/index.php/articoli/1247
Il rapporto è qui: http://timss.bc.edu/TIMSS2007/intl_reports.html

Ciao,
Franz
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Re: Eppure una "nuova scuola" serve al paese

Messaggioda mauri il 08/01/2009, 17:52

eccola, mauri

Reuters - da 2 ore 49 minuti

ROMA (Reuters) - L'aula della Camera ha approvato in via definitiva il decreto Gelmini sull'università e la ricerca.

I voti a favore sono stati 281, i contrari 196 e gli astenuti 28.

Ieri, l'aula di Montecitorio aveva votato la fiducia posta dal governo sul ddl di conversione del dl.

Già approvato dal Senato e non modificato dalla Camera, il provvedimento -- fortemente osteggiato dall'opposizione e che ha causato ondate di proteste e manifestazioni di piazza fra gli studenti -- prevede disposizioni urgenti per il diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualità del sistema universitario e della ricerca.

In particolare, viene modificato il sistema dei concorsi per la carriera universitaria con l'obiettivo, secondo l'esecutivo, di garantire più trasparenza nelle scelte e ridurre il rischio di nepotismo e favoritismi.

Sul fronte del controllo della spesa, saranno penalizzate le università che destinano oltre il 90% dello stanziamento statale per il personale, in quanto non potranno fare nuove assunzioni, mentre quelle migliori, con qualità della ricerca più alta e un'offerta formativa più efficiente, avranno più fondi.
mauri
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Re: Eppure una "nuova scuola" serve al paese

Messaggioda franz il 08/01/2009, 19:03

I dati dell'ultimo rapporto Eurostat collocano il nostro paese al 21esimo posto
E sale solo di poco nella classifica che considera l'investimento per ogni studente

Istruzione, l'Eurostat boccia l'Italia
"Quasi ultima per spesa nella Ue"


BRUXELLES - Con una spesa per l'istruzione pari al 4,4% del Pil, l'Italia è sestultima nella Ue, prima solo di Spagna, Grecia, Slovacchia, Repubblica Ceca e Romania. Dati rilevati da Eurostat , l'istituto statistico della commissione Europea, secondo i quali nel 2005 la spesa pubblica degli stati membri della UE per l'istruzione è pari, in totale, al 5% del pil.

Il dato rilevato da Eurostat considera tutti i livelli di spesa pubblica, locali, regionali e nazionali, e comprende non soltanto le istituzioni scolastiche e universitarie ma anche le altre istituzioni che garantiscono il funzionamento del sistema educativo nazionale: ministeri e dipartimenti della pubblica istruzione, servizi, ricerca.

Questi rilevamenti confermano, per alcuni versi, le polemiche seguite alle dichiarazioni del ministro Gelmini sulla spesa per l'istruzione in Italia. Nell'ottobre scorso, nel pieno delle contestazioni, il ministro dell'istruzione spiegava, dati alla mano, che il problema della scuola italiana è che si spende troppo e male. "Non è vero che in Italia si spenda poco per l'istruzione- dichiarava il ministro- anzi siamo tra i primi d'Europa".
Ma stando agli ultimi dati, l'Italia, spendendo per l'istruzione il 4,4% del Pil, si situa solo al ventunesimo posto. Meno dell'Italia spendono infatti soltanto Repubblica Ceca (4,2%), Spagna (4,2%), Grecia (4%), Slovacchia (3,8%) e Romania (3,5%).

Il dato più importante del rapporto Eurostat non è però la spesa in rapporto al pil, ma quanto effettivamente spende ciascun paese in rapporto al numero dei propri studenti. L'eurostat tiene conto anche di questo, e calcola la spesa educativa per allievo/studente utilizzando come unità di misura lo "standard del potere d'acquisto" (spa), che tiene conto dei diversi livelli di costo della vita. Secondo questo parametro l'Italia si situa al quattordicesimo posto, con una spesa pari a 5.908, dato più basso della spesa media Ue (pari a 5.650) e molto inferiore rispetto a quello di paesi come Austria e Danimarca (8.000 Spa), Giappone (7.100 Spa), USA (10.600Spa).
(8 gennaio 2009)
www.repubblica.it
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iscrizioni, "Bocciato" il maestro unico

Messaggioda mauri il 01/03/2009, 21:12

i nodi prima o poivengono al pettine, per ora a roma
i genitori iniziano a percepire qualche cosa della disforma
vedremo i dati nazionali e a settembre cosa racconteranno i furbetti del cds
buona settimana, mauri

ps
il 5 in condotta purtroppo non rientra in un discorso di finanziamenti, è il fallimento di alcuni progetti educativi e dei docenti, oramai anche scoppiati, ma è troppo facile e semplicistico eliminare invece che recuperare, purtroppo decade il principio educativo della lotta alla dispersione scolastica


Nelle scuole superiori coinvolto il 72 per cento degli studenti
Quasi 35mila ragazzi non hanno avuto la sufficienza per il comportamento
Boom di votacci, pure in condotta
"Bocciato" il maestro unico
Nelle iscrizioni alle elementari l'80 per cento sceglie le 30 o 40 ore
Fioroni: "Come farà il governo, con i tagli, a garantire la stessa qualità?"

Boom di votacci, pure in condotta "Bocciato" il maestro unico
ROMA - Pioggia di 5 in condotta agli scrutini intermedi. E le lingue hanno la meglio sulla matematica nelle insufficienze dei ragazzi. Dai dati del ministero dell'Istruzione, al termine degli scrutini del primo quadrimestre nella scuola secondaria di secondo grado, risulta che il 72% degli studenti ha riportato almeno una insufficienza (nel 2008 era il 70,3%). Le maggiori carenze negli Istituti professionali (con l'80% dei ragazzi che ha riportato insufficienze) e nelle regioni del Centro Sud. Nel Meridione anche il record dei 5 in condotta. Dati che allarmano in particolare per gli studenti dell'ultimo anno che, anche con una sola insufficienza (condotta compresa), non saranno ammessi all'esame di Stato.

I dati. Nell'elenco delle pagelle con insufficienze seguono gli istituti tecnici (78,1%), i licei artistici e gli istituti d'arte, gli ex magistrali, i licei scientifici e i classici. Gli studenti "più bravi" sono del linguistico: il 40,1% è arrivato agli scrutini intermedi senza insufficienze. Carenze uniformi tra le diverse zone del paese (Nord 70,1%, Centro 74,0%, Sud e isole 74,4%). Ma le insufficienze al Sud crescono. Tra le discipline, le lingue straniere superano la matematica e diventano la materia che registra il maggior numero di insufficienze (63,3%, nel 2008 erail 62,2%).

I 5 in condotta. Sono stati 34.311, dei quali 8.151 con la sola insufficienza in comportamento. I più indisciplinati agli istituti professionali, seguono i tecnici. Nella scuola media i ragazzi con almeno una insufficienza sono stati il 46%, ma a differenza delle scuole superiori le carenze si distribuiscono in modo abbastanza omogeneo tra le principali discipline

Iscrizioni alle elementari. Il ministero ha diffuso un campione statisticamente significativo delle richieste di iscrizione alle elementari. Un sostanziale "bocciatura" del modello del maestro unico: sei famiglie su dieci hanno scelto l'orario scolastico delle 30 ore, mentre il 34% chiede la 40 ore. Analizzando le iscrizioni per l'anno scolastico 2009-2010 di un campione di circa 900 scuole rappresentative, e distribuite tra tutto il territorio nazionale, risulta dunque che il 3% ha scelto le 24 ore, il 7% le 27 ore, il 56% le 30 ore, il 34% le 40.

Gelimini: "Maestro unico, figura indispensabile". Il ministro Gelmini precisa: tutti i modelli orari prevedono il maestro unico di riferimento "e non solo quello a 24 ore come qualcuno sostiene in maniera imprecisa. Sarà una figura indispensabile per la formazione del bambino come in tutti i paesi europei".

Fioroni: "Dopo i tagli nessuna garanzia". L'ex ministro dell'istruzione, oggi responsabile educazione del Pd, si chiede: "La scelta delle famiglie italiane (le 30 ore, ndr) si basa sul modello precedente che prevedeva mensa e compresenza di docenti. Come farà il governo, fra tagli e scelte fatte, a garantire gli standard di qualità a cui i genitori erano abituati? Le 30 ore non daranno gli stessi effetti". Un quadro che Fioroni definisce "preoccupante: "Risorse falcidiate dal bilancio per colpa di una Finanziaria che di fatto smantella il nostro sistema dell'istruzione. E' facile mettere 5 in condotta - continua - ma se le scuole non hanno le risorse per recuperare e integrare, aumenteremo solo la dispersione scolastica, e diminuirà il numero dei ragazzi che giunge alla maturità con una preparazione adeguata".

Cisl e Cgil: "Agli italiani non piace il maestro unico". "Le proiezioni sulle richieste di iscrizione alla scuola primaria non lasciano adito a dubbi: alle famiglie italiane il modello del maestro unico piace poco o nulla - commenta Francesco Scrima, segretario generale di Cisl Scuola - ad essere preferiti e richiesti sono i modelli che da anni vedono la nostra scuola primaria in testa alle classifiche internazionali".
"Se le proiezioni fatte dal ministero saranno rispettate - dice Domenico Pantaleo, segretario di Flc Cgil - si prospetta un aumento della richiesta del tempo prolungato. Ora il governo mantenga i suoi impegni e trovi le risorse necessarie".
(1 marzo 2009)
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Re: Eppure una "nuova scuola" serve al paese

Messaggioda Gab il 02/03/2009, 10:02

Primi dati riguardante la scuola per l'anno in corso.


Roma, 1 mar. (Adnkronos/Ign) - Pioggia di 5 in condotta e aumento delle insufficienze nella scuola secondaria di secondo grado. E' quanto emerge dai dati sugli scrutini intermedi nelle scuole superiori resi noti dal ministero della Pubblica Istruzione.

A livello complessivo, 34.311 alunni degli scrutinati hanno registrato insufficienze nel comportamento, in particolare al Sud. Gli istituti professionali registrano la situazione peggiore, seguono i tecnici. Nei licei classici e scientifici 3.000 alunni hanno riportato una insufficienza nel comportamento. A livello di aree geografiche i ragazzi più indisciplinati sono nel Sud (15.683 studenti con insufficienza in comportamento più 4.175 con insufficienza solo in comportamento).

Seguono le isole (5.677 ragazzi con insufficienza in comportamento più 1.100 con insufficienza solo in comportamento), il centro (con 5.777 studenti con insufficienza in comportamento più 1.089 con insufficienza solo nel comportamento) ed il Nord (costituito da 7.174 ragazzi con insufficienza in comportamento più 1.681 con insufficienza solo nel comportamento).

Al termine degli scrutini del primo quadrimestre, nella scuola secondaria di secondo grado, risulta che il 72% degli studenti ha riportato almeno una insufficienza (lo scorso anno erano il 70,3%). Il 28% degli studenti non ha riportato insufficienze. L'anno scorso erano il 29,7%. Il tipo di istruzione che riporta la situazione maggiormente negativa continua ad essere quella professionale, con l'80% dei ragazzi che ha riportato insufficienze (valore identico a quello dello scorso anno).

Seguono gli istituti tecnici con il 78,1% (dato peggiore del 76,4% dello scorso anno), i licei artistici e gli istituti d'arte 77,2% (73,8%), gli ex istituti magistrali con il 70,9% (57,6%), i licei scientifici 64,5% (61,9%), i classici 60,1 (57,6%) ed infine i licei linguistici con 59,9% (67,4% lo scorso anno). Gli studenti 'più bravi' sono stati i ragazzi del liceo Linguistico, in cui il 40,1% è arrivato agli scrutini intermedi senza insufficienze. Le carenze si riscontrano in modo abbastanza uniforme tra le diverse zone del paese (Nord 70,1%, Centro 74,0%, Sud ed Isole 74,4%). Le insufficienze al Sud crescono.

Tra le discipline, le lingue straniere superano la matematica e diventano la materia che registra il maggior numero di insufficienze, con il 63,3% (il 62,2% lo scorso anno). La matematica segue con il 61,1% (lo scorso anno era il 62,4%).

Nella scuola media invece i ragazzi con almeno una insufficienza sono stati il 46%, ma a differenza delle scuole superiori le carenze si distribuiscono in modo abbastanza omogeneo tra le principali discipline: matematica (59,7%), inglese (54%), seconda lingua comunitaria (51,4%), storia (51,1%), scienze (45,7%), geografia (42,8%), italiano (42,6%), tecnologia (38%), arte e immagine (25,7%), musica (24,7%), scienze motorie e sportive (7,4%).

Per quanto riguarda le iscrizioni alla prima elementare, la maggior parte delle famiglie ha scelto le 30 ore., secondo quanto emerge dalle proiezioni elaborate dal ministero della Pubblica Istruzione. Dai primi dati, che non si possono considerare quelli definitivi per cui ci vorranno alcune settimane, risulta che il 3% abbia scelto le 24 ore, il 7% le 27 ore, il 56% le 30 ore, il 34% le 40.

L'anno precedente le richieste non erano state rilevate dal ministero ma si stimano le seguenti tendenze: le 24 e le 27 sono richieste da 1 famiglia su 10; le 30 ore dunque sono la modalità più richiesta dalle famiglie (6 famiglie su 10 circa); le 40 ore sono sul livello della richiesta dell'anno scorso con un lieve aumento (3 famiglie su 10). Ogni quadro orario prevede il maestro unico di riferimento.

"Dal 2009/2010 dunque più libertà per le famiglie che hanno scelto il quadro orario più adatto per i propri figli - dichiara in un comunicato stampa il ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini -. Voglio ricordare che tutti i modelli orari (24, 27, 30 ore) prevedono il maestro unico di riferimento e non solo quello a 24 ore come qualcuno sostiene in maniera imprecisa. Il maestro unico di riferimento sarà una figura indispensabile per la formazione del bambino così come accade in tutti i paesi europei. Solo in Italia erano previsti più maestri per alunno e da quando è stata introdotta questa modalità l'Italia è scesa dal terzo all'ottavo posto nelle classifiche internazionali della qualità delle elementari".


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Scuola, il 95% sceglie le 30 ore ma i fondi non sono suffici

Messaggioda mauri il 02/03/2009, 20:34

Nove famiglie su 10 non potranno avere le 30 ore settimanali richieste a meno che il governo non rinunci ai tagli previsti dalla Finanziaria
http://www.repubblica.it/2009/01/sezion ... maria.html

i soldi certo non ci sono perchè già spesi, ad es 5 miliardi alla libia più 200 milioni anno per 25 anni, di conseguenza ora salta fuori la verità ed è che se i genitori vorranno avere le 30 e le 40 ore per i figli dovranno pagare,
franceschini deve chiedere il reintegro dei tagli alla scuola e sostenere le scelte dei genitori
ora leggeremo cosa risponde la nostra cara ministra
ciao mauri


Il resoconto sull'amministrazione pubblica: si spende il 4,7% del Pil
Come nove anni fa. Ma ora si aggiungono i tagli decisi dal governo
Scuola povera, l'Istat conferma
"Italia cenerentola d'Europa"
di SALVO INTRAVAIA

Scuola povera, l'Istat conferma "Italia cenerentola d'Europa"
Italia agli ultimi posti in Europa per spesa relativa all'Istruzione. Il dato è stato pubblicato due giorni fa dell'Istat nell'annuale resoconto sulle "Spese sostenute dalle amministrazioni pubbliche italiane per funzione". Solo in Germania e Grecia la spesa per l'istruzione è percentualmente più bassa rispetto all'Italia, tutti gli altri paesi dell'Ue a 15 stati spendono di più. Il dato è del 2007 e non tiene conto della manovra del governo Berlusconi che taglia impietosamente su scuola e università. Ma è sufficiente a spiegare che dal 2000 ad oggi la spesa per la scuola pubblica è in calo.

In Italia, oltre due terzi della spesa complessiva è assorbita da Sanità, Protezione sociale e Servizi generali. Quest'ultima è la spesa più consistente in assoluto: oltre 135 miliardi (il 19,4 per cento della spesa totale) di euro nel 2007 per, tra le tantissime attività remunerate, il supporto ad organismi esecutivi e legislativi e "la formulazione, il coordinamento e il monitoraggio di programmi di sviluppo economici e sociali globali".

E la scuola? Tutte le spese sostenute dallo Stato, dalle regioni e dagli enti locali per l'Istruzione ammontano a più di 71 miliardi. Una cifra che potrebbe sembrare enorme ma così non è. Per la Sanità si spendono 105 miliardi (il 13,6 per cento della spesa complessiva), per la protezione sociale (pensioni di invalidità, assistenza ai disabili, assegni di malattia e pensioni di vecchiaia, solo per citare alcune voci) 281 miliardi (il 37,3 per cento) mentre 12 miliardi vengono destinati ad "attività ricreative, culturali e di culto". Oggi, la spesa per l'istruzione assorbe il 9,6 per cento della spesa complessiva. Nel 2000 sfiorava il 10 per cento. Se si rapporta la spesa alla ricchezza prodotta (il Pil) siamo al 4,7 per cento, una percentuale sostanzialmente analoga a quella di nove anni fa.

E in Europa? Le cose vanno diversamente. I 15 paesi dell'Ue dirottano sull'Istruzione in media il 10,5 per cento della spesa complessiva: una cifra di gran lunga più vicina a quella sostenuta per Sanità (13,3) e per Servizi generali (14,9). E questi dati, per l'Italia, sembrano destinati a peggiorare. La manovra finanziaria dell'esecutivo taglierà nel prossimo triennio quasi 8 miliardi alla scuola (quasi tutti sul personale) e oltre uno e mezzo sull'università.
(25 febbraio 2009)
http://www.repubblica.it/2009/01/sezion ... uisce.html
mauri
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Re: Eppure una "nuova scuola" serve al paese

Messaggioda mauri il 04/03/2009, 20:23

chissà che nuova scuola verrà dalle ceneri di questa attuale, pubblica e di basso livello per i figli dei migranti e degli italiani che non possono pagarla?
qualsiasi progetto avrà in mente il pd per realizzarlo, forse tra 4 anni, servirà a ben poco, perchè stanno eliminando tutte le professionalità che sono nella scuola pubblica senza sostituirle adeguatamente con nuove forze e cervelli
andiamo sempre più giù e in fondo a qualsiasi classifica mondiale sull'istruzione che si traduce nel declino irreversibile del ns paese
ciao, mauri


Il rapporto sull'ultimo decennio: raddoppiati i docenti non di ruolo
Classi più affollate grazie a un boom al Nord spinto dagli immigrati
Più alunni, meno prof e precari
ecco la foto della scuola italiana
di SALVO INTRAVAIA

Più alunni, meno prof e precari ecco la foto della scuola italiana
Mai così "precaria", almeno nell'ultimo decennio. E' la scuola italiana descritta dall'ultimo rapporto del ministero dell'Istruzione dal titolo "10 anni di scuola statale". I ponderoso volume contiene migliaia di dati e si riferisce al decennio (dal 1998/1999 al 2007/2008) che probabilmente ha visto il maggior numero di riforme sulla scuola. A fronte di un incremento degli alunni si è registrato un calo dei docenti stabili, quelli di ruolo, e un vero e proprio boom del precariato.
Ma non solo: le classi si sono riempite grazie all'ingresso degli alunni stranieri ha permesso alla popolazione scolastica italiana di crescere. Il decennio viene contrassegnato anche da una svolta: la corsa ai licei e il crollo degli istituti tecnici. E ancora: il progressivo spopolamento delle scuole del Sud a vantaggio degli istituti settentrionali.

In due lustri, la popolazione scolastica è cresciuta quasi del 3 per cento ma non è stato così in tutte le zone del Paese. Nelle regioni del Nord le scuole hanno dovuto fare posto a 352 mila alunni in più vedendo crescere gli alunni del 13 per cento. Al Sud le classi si sono svuotate inesorabilmente: in pochi anni, la popolazione scolastica si è assottigliata del 6 per cento. Dieci anni fa, il Sud poteva contare su un milione di alunni in più rispetto al Nord, adesso il vantaggio è di appena 350 mila alunni. Con ogni probabilità, a fare la differenza sono stati gli alunni stranieri. Il loro numero è cresciuto di 6 volte e se non fosse stato per la loro presenza gli alunni italiani sarebbero diminuiti del 3 per cento.

Il decennio 1999/2008, nonostante abbia registrato un incremento della popolazione scolastica, ha visto calare il numero dei docenti di ruolo (del 3,4 per cento) e più che raddoppiare (da 64 mila a 141 mila) il numero dei supplenti impegnati dietro la cattedra. Dieci anni fa, si contava un precario ogni 12 insegnanti, oggi ce n'è uno ogni 6. Anche per questa ragione l'ex ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, mise in cantiere un piano per stabilizzare 150 mila precari, messo in soffitta dall'attuale governo.

Oggi, le classi sono più affollate di dieci anni fa, soprattutto nei licei. Gli scientifici hanno vissuto un decennio di grazia: più 27 per cento. Stesso discorso per i classici e per i licei socio-psico-pedagogici (gli ex istituti magistrali) dove gli alunni sono cresciuti di un quinto. E in misura minore anche gli istituti professionali hanno visto aumentare gli alunni (più 13 per cento). Il tutto a scapito dell'istruzione tecnica, fiore all'occhiello del boom economico degli anni sessanta, che ha perso quasi il 7 per cento dei suoi alunni. A conti fatti oltre 65mila studenti.
(4 marzo 2009)
mauri
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