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tragedie in mare

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tragedie in mare

Messaggioda trilogy il 14/08/2017, 14:16

Ogni anno è una tragedia. Le immersioni in grotta, o meglio "in caverna" sono una esperienza bellissima, ma sono complesse e hanno un certo grado di rischiosità. Richiedono una preparazione ad hoc, attrezzature particolari, a volte regole differenti da quelle delle normali immersioni in mare.
Nell'articolo si legge di "visibilità ridotta". Con meno di 10 metri di visibilità è già un' attività che richiede una preparazione avanzata, con meno di 3 metri di visibilità è una immersione da specialisti. Non si legge in nessun articolo che la grotta fosse "sagolata", in pratica il classico filo di arianna per ritrovare l'uscita se si alza il fango, un evento frequente, sia dal basso per effetto delle pinne, che dall'alto per effetto delle bolle sulla volta della grotta.
Non amo l'eccesso di regole, però per le immersioni in caverna dovrebbe essere obbligatorio il possesso dei brevetti specifici, una età minima, un buon addestramento d'immersione e orientamento in acque torbide . L'immersione in acque torbide o la perdita di visibilità provoca facilmente ansia e panico nei sub con associato aumento del consumo d'aria.
Forse non sarebbe risolutivo ma si potrebbero ridurre le tragedie


L’immersione, la grotta, la tragedia: due sub morti a Ischia in grotta

Il corpo dell’uomo, Antonio Emanato, era a 12 metri di profondità, nella Secca delle Formiche. La 13enne Lara Scamardella era figlia di amici

ntrappolati in una grotta a 12 metri di profondità, traditi dalla fanghiglia smossa dalle correnti e dal loro passaggio che ha reso impossibile ritrovare la via d’uscita. Sono morti così nelle acque della Secca delle Formiche, tra Ischia e Procida, Antonio Emanato, 42 anni, istruttore subacqueo e proprietario di un centro diving, e Lara Scamardella, 13 anni, figlia di un suo amico.

Lara, oltre alla passione per lo studio e il canto, amava il mare: la vela e, nonostante la giovane età, le immersioni. Così aveva preso lezioni nella scuola di Emanato, discendente da una famiglia di esperti subacquei. In mattinata insieme si erano immersi nel tratto di mare dove ci sono grotte facilmente raggiungibili. Poco distante un altro gruppo di sub accompagnato a sua volta da una guida. È stato proprio quest’ultimo a lanciare l’allarme verso mezzogiorno, quando ha visto l’imbarcazione di Emanato ancora vuota e si è reso conto che nelle bombole dei due l’aria doveva essere finita da un pezzo.
Immediato l’intervento della Guardia costiera di Ischia e di una squadra subacquea dei Vigili del fuoco, ma sono arrivate anche alcune barche di sub ischitani che hanno partecipato alle ricerche.È stato chiesto poi l’aiuto di un gruppo di speleosub provenienti da Bari e Brindisi. Il fondale in quella zona è molto melmoso e a causa del mare mosso la visibilità è divenuta ridottissima. Nel pomeriggio i sub sono riusciti a recuperare il corpo di Antonio Emanato, a circa 12 metri di profondità. La salma è stata trasferita all’ospedale Rizzoli di Ischia a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Si allunga così la scia di vittime in Campania per immersioni rivelatesi fatali. In tre persero la vita l’anno scorso a Palinuro (Salerno). Altri 4 nel 2012 sempre nella stessa località del Cilento. Insomma, 9 morti in cinque anni ed altri 7 dal 1984 al 1998. Il 19 agosto dell’anno scorso furono Mauro Cammardella, titolare di un centro diving, l’istruttore Mauro Trancredi ed il sub Silvio Anzola a morire durante un’immersione nella grotta della Saletta a Palinuro. Il corpo di Anzola fu recuperato diversi giorni dopo perché rimasto intrappolato in un cunicolo. I tre sub erano partiti con una barca a bordo della quale c’erano 12 persone ma una volta arrivati alla grotta si erano divisi in sottogruppi: Cammardella, Tancredi e Anzola erano andati in quello che era considerato il punto più pericoloso e profondo. Palinuro: grotte bellissime, angoli suggestivi di mare che ogni anno richiamano centinaia di sub nel mare della frazione del comune di Centola, in provincia di Salerno ma che però talvolta risultano pericolose anche per i più esperti.

E così il 30 giugno 2012 in una immersione, sempre nelle stesse acque, persero la vita quattro sub. L’incidente avvenne nella zona della Grotta del Sangue. In quell’occasione altre quattro persone pero’ riuscirono a salvarsi. Fu il fango che si sollevo’ all’interno della grotta a far perdere l’orientamento dei quattro sub. Il 2 settembre 1998 morirono nei fondali della Grotta Azzurra di Palinuro due subacquei milanesi. Un altro incidente, invece, avvenne nel 1996 quando a perdere la vita furono tre cittadini polacchi durante una immersione nella zona nella grotta denominata “Scaletta” a Punta Iacco. Nel 1984, il 16 agosto, morirono due giovani speleologi subacquei friulani. Stavano esplorando una grotta sottomarina nelle acque della “Cala Fetente” a Palinuro, lo stesso luogo dove e’ avvenuto l’incidente del 19 agosto dell’anno scorso.

fonte: http://corrieredelmezzogiorno.corriere. ... 721b.shtml
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Re: tragedie in mare

Messaggioda pianogrande il 14/08/2017, 19:05

Ci sono delle attività che sono a rischio per definizione e dove l'addestramento e l'attrezzatura non dovrebbero avere il senso burocratico di rispettare una normativa.

Sarebbe quindi interessante sapere, degli incidenti elencati nell'articolo, quanti hanno fatto rilevare irregolarità sotto quei punti di vista.

Mi sono trovato qualche decennio fa (non in Italia, per la verità) in gita turistica su una barca con a bordo una trentina di persone e in mezzo al mare piuttosto mosso.

Ebbene, non lo abbiamo detto a nessuno per non creare panico (ormai bisognava solo arrivare a destinazione) ma a bordo non c'era un salvagente a meno che non fossero nascosti in qualche recesso segretissimo e non ho avuto il coraggio di chiedere se avessero una radio (i cellulari non esistevano ancora).

Insomma le regole a qualcosa servono; eccome se servono.
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Re: tragedie in mare

Messaggioda trilogy il 16/08/2017, 22:15

Le stesse identiche conclusioni che avevo ricavato leggendo i resoconti dei giornali...

(ANSA) - NAPOLI, 16 AGO - Lara Scamardella, la subacquea 13 enne morta il 13 agosto nelle acque tra Vivara e Ischia, non aveva alcun tipo di brevetto ed era in attività di addestramento. E' quanto emerso dalle indagini della Guardia Costiera coordinate dal Tenente di Vascello Alessio De Angelis.
Fabio Portella, esperto istruttore di speleologia subacquea di Siracusa, commenta: "Non doveva entrare neanche l' istruttore Antonio Emanato in quella cavità senza uno specifico addestramento, cioè senza un brevetto speleologico, che comporta uno speciale addestramento ed una attrezzatura specifica".
"L' attrezzatura più importante - aggiunge l' istruttore - è il 'filo di Arianna', un sottile cavo legato al sub in immersione. Ad ogni modo, l' istruttore non doveva portarci la ragazzina in addestramento".
La videocamera "GoPro" indossata sulla muta da Antonio Emanato è stata sequestrata, insieme al resto dell' attrezzatura. Le immagini registrate saranno visionate da un consulente tecnico della Procura.
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Re: tragedie in mare

Messaggioda pianogrande il 16/08/2017, 22:36

Preferisco i paesi (non il nostro purtroppo) dove chi rispetta e fa rispettare le regole ne va orgoglioso e ne guadagna rispetto e stima e non sarcasmo (se non offese o minacce).

Poi i dirupi franano, le case crollano, i fiumi straripano ("esondano" secondo il linguaggio burocratico/idiota la cui più storica perla sono "i mitili" dei tempi del colera) e si verificano "tragiche fatalità" di cui l'aspetto più tragico è la leggerezza con cui si agisce.
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Re: tragedie in mare

Messaggioda franz il 17/08/2017, 9:21

A proposito di tragedie in mare, stamattina leggo di questa

http://www.repubblica.it/cronaca/2017/0 ... P4-S1.4-T1

Poco prima delle 23 (l'allarme alla Capitaneria di porto è delle 23,05), le due coppie stavano navigando vicino al porticciolo quando, per cause in corso di accertamento da parte della Capitaneria, il gommone si è schiantato a forte velocità sul molo frangiflutti del porticciolo dei pescatori.


In un minuto ho trovato il vecchio porticciolo con Google Earth e apparentemente nessun faro è presente . Passato quindi a Street View c'è la conferma visiva. Nessuna illuminazione, nessuna luce verde o rossa e non si vedono boe. Andare a tutta velocità al buio (e c'è pure poca luna) è un'imprudenza. Ma anche non dotare un porticciolo di illuminazione anche minima mi pare una grave mancanza. Chissà cosa accerterà la Capitaneria?
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Re: tragedie in mare

Messaggioda pianogrande il 17/08/2017, 10:24

franz ha scritto:A proposito di tragedie in mare, stamattina leggo di questa

http://www.repubblica.it/cronaca/2017/0 ... P4-S1.4-T1

Poco prima delle 23 (l'allarme alla Capitaneria di porto è delle 23,05), le due coppie stavano navigando vicino al porticciolo quando, per cause in corso di accertamento da parte della Capitaneria, il gommone si è schiantato a forte velocità sul molo frangiflutti del porticciolo dei pescatori.


In un minuto ho trovato il vecchio porticciolo con Google Earth e apparentemente nessun faro è presente . Passato quindi a Street View c'è la conferma visiva. Nessuna illuminazione, nessuna luce verde o rossa e non si vedono boe. Andare a tutta velocità al buio (e c'è pure poca luna) è un'imprudenza. Ma anche non dotare un porticciolo di illuminazione anche minima mi pare una grave mancanza. Chissà cosa accerterà la Capitaneria?


In questo disastrato paese, sarebbe interessante una onesta quantificazione di quanto si spende in prevenzione e quanto per la mobilitazione che segue le "tragiche fatalità".

Bastava una lampada (esagero ma mica tanto); forse un po' di buon senso (chiedo scusa ma va detto anche questo).

Poi ci sono i morti, i carabinieri, il 118, la capitaneria e poi magari arriva qualche politico (dipende di solito dal numero delle vittime) .... ma prima!! dove stavano tutti questi elementi costitutivi della società?
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