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I conti senza l'oste

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

I conti senza l'oste

Messaggioda mariok il 04/07/2017, 12:59

Credo che siamo alla follia collettiva.

Abbiamo il leader del maggiore partito della sinistra che continua a sfornare post sulle meraviglie dei suoi 1000 giorni al governo.

L'altra sinistra continua ad arrovellarsi sulla leadership e sul "centrosinistra largo" che non si sa bene cosa sia, se non che non deve essere guidato da Renzi.

Berlusconi si appresta a lanciarsi in una campagna elettorale, la cui frottola questa volta sarebbe la promessa di meno tasse per tutti grazie alla genialata della stampa di una seconda moneta. E magari ci sarà molta gente che ci crederà e sarà felice di risparmiare un 10% di tasse, ma di vedersi pagato per il suo stipendio o la sua pensione con una moneta svalutata del 40%

Grillo e Salvini continuano ad abbaiare alla luna, imprecando contro l'Europa che non c'è, madre di tutte le nefandezze e di tutte le nostre disgrazie.

E' veramente paradossale essere costretti a scegliere tra chi è incapace di porre un argine ai trafficanti di uomini e donne ed alle mafie nuove e vecchie che si stanno arricchendo su questa follia chiamata accoglienza e chi ci vuole trascinare in qualche avventura fatta di nuove monete, uscita dall'euro e magari, perché no, dall'unione europea.

Ma, non dico una Merkel o un Macron, possibile che non possiamo avere al governo nemmeno un modestissimo Rajoy?

Non dico grandi statisti, ma almeno gente con un po' di buon senso che non spari balle sempre più enormi?

Intanto, pare che il momento in cui "l'oste" europeo ci presenterà il conto appare sempre più vicino.

In questo editoriale Lina Palmerini sembra credere che i partiti saranno costretti a cambiare l'agenda.

Sarà così? Io non ne sono tanto sicuro.

Affondo di Grillo e liti Pd sulle banche ma voto tedesco e Bce muteranno l’agenda italiana
–di Lina Palmerini

Fare i conti senza l’oste è un po’ quello che sta accadendo in questi giorni nel dibattito politico – anche aspro – tra gli schieramenti. Si litiga sul renzismo e anti-renzismo, sulla leadership di Berlusconi nel centrodestra e sul “vestito” delle coalizioni mentre è piuttosto probabile che nell’autunno-inverno 2017-2018 l’agenda italiana verrà quasi certamente rivoluzionata – e plasmata - da due eventi: le elezioni in Germania e le decisioni che assumerà la Bce sul quantitative easing.

Due fattori discriminanti per la politica nostrana che in questi giorni si illude – o fa finta di farlo – che il vincolo esterno non esista più e che il livello del debito pubblico abbia smesso di essere un’emergenza. E invece sia il passaggio elettorale di Berlino - che confermerà l’asse europeista – che le mosse di Mario Draghi ci costringeranno di nuovo a fare i conti con la nostra finanza pubblica e con gli impegni in Ue. Saranno quindi le risposte dei partiti a queste spinte a disegnare alleanze e premiership.

Proprio ieri i 5 Stelle sono stati sul “pezzo”, si sono posizionati – cioè – su quello che sarà un tema della campagna elettorale e che dividerà il campo dell’offerta politica. Con un convegno alla Camera hanno discusso di debito e di euro lanciando un messaggio piuttosto netto con le parole di Grillo: «Il fiscal compact è una truffa semantica, economica e morale». Non si capisce quali conseguenze pratiche possa avere quest’affermazione, se si tradurrà nella proposta di un’uscita dalla moneta unica e dagli accordi vincolanti con l’Ue affiancando Salvini o se piuttosto prenderà consistenza l’ipotesi lanciata da Berlusconi di una doppia moneta. Proposta, tra l’altro, che era di Marine Le Pen poi sconfitta dall’europeista Macron.

Insomma, questo che è il fronte più esposto per gli italiani che già hanno visto – e pagato – gli effetti dell’emergenza con il Governo Monti, rimane molto fluido. Mosso solo dalle tattiche in attesa di fare i conti con l’oste-Europa. Non è quindi chiaro se i 5 Stelle arriveranno alla proposta più estrema o se – come è accaduto altre volte - adotteranno una posizione più morbida e problematica. Ieri nel convegno alla Camera Marcello Minenna, ex assessore al Bilancio della giunta Raggi a Roma, ha messo sul tavolo una domanda. «Perché non chiedere alla Corte di Giustizia europea se sia corretto implementare l’accordo sul fiscal compact per tirare fuori gli investimenti dal calcolo del deficit strutturale?». Interrogativo legittimo se non fosse che in Italia gli investimenti, fin qui, si sono tradotti più in proposte elettorali minando la nostra credibilità.

Da quest’altro lato della strada, dalle parti del Pd e del progetto Pisapia-Bersani, per il momento ci si concentra su altro che molto riguarda la leadership di Renzi mentre sorvola l’agenda europeista. Buttare giù le riforme dell’ex premier tra cui il Jobs act – tra le poche leggi promosse in sede Ue – serve solo in chiave interna ma non a definire la rotta che ci mantiene dentro il perimetro europeo e lontano da nuovi rischi sulla tenuta finanziaria se nel 2018 il Qe dovesse allentare i sui effetti offrendo meno riparo ai titoli di Stato italiani. Un assaggio dell’improvvisazione è quello che accade sul decreto banche. L’annuncio di ieri di Emiliano di non volerlo votare, mostra quanto frastagliato e fragile appaia lo stesso partito di maggioranza che dovrebbe sostenere il Governo dopo una faticosa trattativa in Europa.
Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/yPaxG8
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Re: I conti senza l'oste

Messaggioda pianogrande il 04/07/2017, 19:13

Si profila un nuovo governo di tecnici per rimetterci un po' in riga e poi riportare i politici a spolpare ancora un po'.

Non sono semplicemene di basso livello i nostri politici.

Siamo al punto da essere la definizione di politici, quella sì, "una truffa semantica, economica e morale".

Ma quali politici?

Comparse!

Comparse, figurine del brodo, immaginette, prestanome del potere vero; quello che comanda davvero e che ci sta portando alla rovina.

Razzi e Scilipoti sono stati solo delle avanguardie e la cosa sta ormai generalizzandosi.
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Re: I conti senza l'oste

Messaggioda mariok il 12/07/2017, 19:05

Con i conti pubblici di un paese fortemente indebitato non si scherza.

Ed invece pare essere questo lo sport preferito dalla nostra classe politica.

Abrogazione della legge Fornero, 30 e più miliardi da destinare al reddito di cittadinanza, aliquota fiscale del 15% per tutti, emissione di una seconda moneta nazionale,... questa ed altre amenità fanno sembrare un'inezia l'ultima uscita di Renzi.

Penso che siamo l'unico paese europeo in cui prevalgono, da parte di quasi tutte le parti politiche, le ipotesi più fantasiose in materia di politica di bilancio.

Persino in Grecia, dove la situazione avrebbe forse giustificato decisioni anche disperate, al dunque nessuno ha avuto il coraggio di lanciare il paese in avventure come quella di uscire dall'euro, portare la finanza pubblica al default o altre fantasiose ipotesi che nel nostro paese sono in molti a teorizzare.

Questa di Renzi appare nulla altro che mera propaganda elettorale. 6 miliardi all'anno rappresentano poco più dell'1% del gettito fiscale. Riesce molto difficile immaginare chi sa quale scatto della crescita a fronte di una tale riduzione della pressione fiscale.

Basta un aumento di un quarto di punto dell tasso di interessi sul debito pubblico (25 punti base dello spread) per mangiarsi i 6 miliardi di maggiore disponibilità in bilancio.

Stando alle stime della Banca mondiale, i costi della burocrazia gravanti sulle piccole e media imprese ammontano a 31 miliardi, di cui ben 9 miliardi sono oneri impropri dovuti alle inefficienze burocratiche e che dunque potrebbero essere eliminati.

Per non parlare dei costi della corruzione, che non ammontano probabilmente ai 60 miliardi stimati da diverse fonti, ma che recentemente sono state quantificate dalla Corte dei Conti in un 40% di sovrapprezzo sul costo delle opere bubbliche.

Dulcis in fundo, l'evasione fiscale, stimata dai 110 miliardi (secondo l'apposita Commissione presieduta da Enrico Giovannini) ai 270 miliardi (stima Eurispes),

Sono ovviamente stime, ma si tratta di ordini di grandezza rispetto ai quali i 6 miliardi di Renzi appaiono una mancia elettorale inutilmente rischiosa.



Superare il Fiscal Compact, un azzardo pericoloso per l'Italia

Aumentare il deficit per ridurre le tasse. In soldoni, questa è la principale proposta del nuovo libro di Matteo Renzi, uscito in questi giorni e già foriero di attenzioni mediatiche e polemiche politiche. Renzi sembra aver scovato l'uovo di Colombo: abbandonare le regole del Fiscal Compact (il progressivo percorso verso il pareggio di bilancio) e tornare alla famigerata formula di Maastricht, il limite del 3 per cento per il rapporto tra deficit e Pil, in modo da dare ulteriori spazi di flessibilità alla politica economica italiana, usando quel maggior deficit per ridurre le tasse.

Il segretario del PD stima così in 30 miliardi in 5 anni (6 all'anno dunque) i margini recuperabili per le misure di taglio delle tasse. Considerando che il solo bonus IRPEF da 80 euro vale circa 10 miliardi all'anno, c'è da chiedersi se il gioco - scassare il Fiscal Compact, compromettere i rapporti europei ed esporre ancora di più l'Italia alla mercé di chi investe nei nostri titoli di debito - varrebbe la candela. Molto probabilmente no, perché è alto il rischio che un governo che riporti il deficit verso il 3 per cento ne ricavi in realtà un balzo in alto dello spread, tale da far aumentare rapidamente la spesa per interessi e dunque il deficit stesso. Per restare su quel 3% che sembra oggi un obiettivo espansivo, si rischierebbe dunque di dover neutralizzare la riduzione delle tasse. Con i conti pubblici di un paese fortemente indebitato non si scherza.

Piercamillo Falasca
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Re: I conti senza l'oste

Messaggioda pianogrande il 12/07/2017, 21:03

Combattere come leoni per aumentare il debito pubblico dell'Italia.

Un subdolo e pericoloso piano dei nostri peggiori nemici?

No!
Una sfida contro chi ha idee anti italiane portata avanti con tanto di grancassa propagandistica da chi l'Italia aspira a governarla.

Insomma, gli anti italiani sarebbero quelli che non vogliono che andiamo in rovina e i nostri protettori quelli che vogliono farci affogare nei debiti.

Deve essermi sfuggito qualche passaggio.
Credo di aver bisogno di qualche aggiornamento
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Re: I conti senza l'oste

Messaggioda ranvit il 13/07/2017, 7:38

Questa storia dei 6 miliardi all'anno non l'ho capita.....ma il 2,9% ogni anno di sforamento non fa 48 miliardi all'anno??????? (circa il 3 % su un Pil di circa 1600 miliardi)??????
Evidentemente mi sfugge qualcosa..... :roll:
Anche perchè con 6 miliardi all'anno.....che ci fai, le pippe????????? 8-)

NB Resta inteso che come dico ormai da anni, senza far crescere il Pil è del tutto illusorio ed ipocrita (nonchè criminale) pensare di ridurre il debito pubblico. Non c'è mandrake al mondo in grado di abbassare il debito italiano sognando forti tagli alla spesa pubblica/lotta a corruzione ed evasione (comunque assolutamente da fare, ma che puo' dare risultati solo sul lungo periodo).
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Re: I conti senza l'oste

Messaggioda gabriele il 13/07/2017, 9:14

ranvit ha scritto:Questa storia dei 6 miliardi all'anno non l'ho capita.....ma il 2,9% ogni anno di sforamento non fa 48 miliardi all'anno???????


U quarto di un punto percentuale è lo 0.25%

Il debito pubblico italiano è: 2260miliardi di euro

Quindi in valore assoluto: 2260 * 0.25 / 100 = 5.65 miliardi di euro
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Re: I conti senza l'oste

Messaggioda mariok il 13/07/2017, 9:34

In realtà il deficit tendenziale per i prossimi anni già viaggia intorno al 2,5%, per cui parliamo di uno 0,4% in più che dovrebbe valere appunto all'incirca 6 miliardi.

E' certamente vero che senza crescita il debito è insostenibile e men che meno può essere ridotto.

Ma non è detto che la crescita debba essere perseguita attraverso un aumento strutturale del deficit.

A parte le riforme nelle aree già citate (burocrazia, corruzione, evasione) gli investimenti in ricerca, in infrastrutture, in risanamento del territorio, avrebbero ritorni certamente superiori e non comporterebbero un aumento strutturale del deficit (che è quello sulla cui riduzione insiste la commissione europea).

Se mai la battaglia da fare sarebbe quella di escludere dal fiscal compact gli investimenti per grandi progetti o, meglio ancora, finanziarli con bond europei a tassi certamente inferiori rispetto ai costi del debito italiano.

Ridurre la pressione fiscale di qualche decimale serve solo per la campagna elettorale.

Ma ormai con Renzi, al pari di tutti gli altri (tranne qualche mosca bianca finita per sbaglio in parlamento), non ci sono più speranze.
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Re: I conti senza l'oste

Messaggioda pianogrande il 13/07/2017, 11:10

La lotta all'evasione fiscale dovrebbe dare risultati solo sul lungo periodo?

L'evasione fiscale è così frequente e alla luce del sole che, almeno per certe situazioni, i risultati ci sarebbero dopo pochi minuti.

Il vero problema è che nessun politico avrebbe il coraggio di fare una lotta all'evasione fiscale che vada un micron al di là delle chiacchiere.

Il patto non scritto (almeno non l'ho mai letto) è che solo una parte della popolazione deve pagare le tasse.

L'altra parte non le paga e questo patto è d'acciaio inossidabile.

Riduzione delle aliquote di qualche decimale?

Se le tasse le pagassero tutti i decimali diverrebbero decine.
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Re: I conti senza l'oste

Messaggioda ranvit il 13/07/2017, 11:23

In realtà il deficit tendenziale per i prossimi anni già viaggia intorno al 2,5%

Non mi risulta...anzi se ricordo bene per il prossimo anno la regola è di scendere intorno all'1 per cento.....quindi i 48 diventano circa 30 all'anno :D


gli investimenti in ricerca, in infrastrutture, in risanamento del territorio

E come li fai questi investimenti se non hai margini per sforare????

Ridurre la pressione fiscale di qualche decimale serve solo per la campagna elettorale.

Non mi pare sia questa l'intenzione! 8-)


PS
1) La realtà non cambia: senza una forte azione fatta di meno tasse per tutti e investimenti non ci sarà mai una crescita significativa. Quindi se non si forza la mano all'UE continueremo a fare zerovirgola in piu' o in meno.
2) Se l'Ue non ci darà lo spazio necessario credo che avremo un Governo euro scettico con buona pace di crucchi vari....sarà una tragedia? Puo' essere....ma non è detto... :roll:
3) Concordo, perchè lo sostengo ormai da tempo, che abbiamo una classe politica, e piu' in generale dirigente, prossima alla totale mediocrità quando non coglionaggine criminale! 8-)
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Re: I conti senza l'oste

Messaggioda mariok il 13/07/2017, 11:59

L'Ue prevede un deficit per il 2018 del 2,3%

Quindi ci sarebbe uno 0,6% da giocarsi in caso di sforamento al 2,9%. Sarebbero poco più di 9 miliardi, ma evidentemente tra clausole di salvaguardia e tagli alla spesa previsti ma improbabili, la diminuzione delle tasse è prevista in 6 miliardi, pari ad uno 0,4% in meno della pressione fiscale.

http://www.lastampa.it/2017/05/14/econo ... agina.html

Un conto è chiedere di sforare per ridurre le tasse (con un deficit quindi ripetitivo nel tempo) un altro è per un piano eccezionale di investimenti (possibilmente per grandi progetti, con un inizio ed una fine ben definiti e non per la solita pioggia di soldi da dare in mano alle regioni ed i comuni).

E da quello che si legge, l'orientamento degli organismi internazionali come l'OCSE va in questa direzione: riduzione della spesa corrente, allargamento della base imponibile, maggiori investimenti.

Credo che, di fronte a piani credibili, la stessa Ue non potrebbe opporsi e che un'eventuale rottura sarebbe sicuramente più comprensibile rispetto alla pretesa di continuare ad indebitarsi per comprarsi consensi elettorali e finanziare sprechi e spesa fuori controllo.
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