Oggi pare che si faccia strada un'altra opzione, anche peggiore della prima: un governo 5S sostenuto da Salvini e Meloni.
Se poi Grillo avrà più voti del Pd, Salvini di Berlusconi, le Meloni di Alfano (come già indicano i sondaggi), il governo lo faranno loro.
Temo, anzi sono quasi certo, che andrà a finire così.
Al peggio non c'è mai fine.
E pensare che c'è chi continua a rompere sulla data di un congresso.
MARTEDÌ 21 FEBBRAIO 2017
Salvini preferisce Grillo a Berlusconi
risponde Aldo Cazzullo
Caro Aldo,
se ancora ci fossero dubbi sul «Salvini pensiero», eccolo esplicitato a una giornalista: «Occorre spazzar via tutti con un radicale movimento da strada e piazze, anche con metodi forti, se occorre». Mi ricordo qualcosa di simile: «Di quest’aula sorda e grigia potrei fare un bivacco per le mie legioni». Lo disse Mussolini.
Gennaro Goglia Civitavecchia
Caro Gennaro,
Non erano legioni ma manipoli; però poco importa. Non credo agli accostamenti con il passato. Salvini non è Mussolini, e di persona non è neanche il tribuno arrabbiato che appare in tv. Spesso i politici indossano maschere. Diventano quel che vogliamo diventino, o che ritengono utile diventare. Ad esempio Giorgia Meloni, quando non deve fare la parte della dura nei talk-show, è una persona dolcissima, oltre che decisamente simpatica. Lei mi dirà: un politico non si giudica dalla simpatia, e neppure dall’attitudine personale; si giudica da quel che dice e fa. Giusto. Il punto è che Salvini non ha nulla dei leghisti della prima e della seconda generazione, dei Bossi e degli Zaia. Non è un indipendentista padano, non è un autonomista veneto. Bossi sognava di staccare la Padania dall’Italia e ricongiungerla all’Europa. Salvini crede allo Stato nazionale e l’Europa la vuole distruggere. Inoltre Bossi, dopo aver detto di Berlusconi cose orribili, trovò con lui un’intesa politica e personale; mentre Berlusconi e Salvini non si sopportano. Silvio considera Matteo un ragazzotto arrogante, Matteo considera Silvio un anziano che ha fatto il suo tempo (e sto usando eufemismi). La destra italiana avrebbe la strada spianata verso la vittoria elettorale; ma la destra italiana, come l’abbiamo conosciuta, non esiste più. Il vero discrimine non è più tra destra e sinistra ma tra liberali e populisti, tra globalisti e protezionisti, tra chi vuole restare nell’euro e chi vuole uscirne. Salvini non farà la lista unica con Berlusconi, e tenterà di sabotare la legge elettorale con premio alle coalizioni. Vuole avere le mani libere dopo il voto; se necessario, anche per appoggiare un governo dei Cinque Stelle, in nome della linea dura sull’Europa e sull’immigrazione. Certo non lo dirà ora, anzi sarà duro verso Grillo, che gli contende l’elettorato antisistema; ma dopo le elezioni tutto diventa possibile. Se poi Grillo avrà più voti del Pd, Salvini di Berlusconi, le Meloni di Alfano (come già indicano i sondaggi), il governo lo faranno loro.