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Pisapia si propone

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Pisapia si propone

Messaggioda Giovigbe il 10/02/2017, 14:22

di ALDO CAZZULLO dal sito del Corriere

Pisapia: «Ecco il Campo progressista Con il Pd possiamo arrivare al 40%»
L’ex sindaco di Milano: «Un patto con il popolo dem con l’obiettivo di spostare a sinistra il partito, ma servirà una legge che consenta le coalizioni. Renzi? Ha lati positivi, non mi pento di aver votato Sì. Rispetto Alfano, ma non possiamo stare con loro»]
L’ex sindaco di Milano: «Un patto con il popolo dem con l’obiettivo di spostare a sinistra il partito, ma servirà una legge che consenta le coalizioni. Renzi? Ha lati positivi, non mi pento di aver votato Sì. Rispetto Alfano, ma non possiamo stare con loro»

Pisapia, ci siamo?
«Sì. Come avrebbe detto qualcuno: scendo in campo di nuovo. Ieri a Milano, oggi in Italia».

Fonda l’ennesimo partito?

«No: ce ne sono già troppi. Mi metto al servizio di un impegno politico collettivo. Il protagonista non sono io. Sono loro: le associazioni che lavorano sul territorio, le amministrazioni locali, il volontariato laico e cattolico».

Avranno pure bisogno di un nome.

«Campo progressista. Un progetto del tutto nuovo, che nasce con una grandissima ambizione: offrire altro, rivoluzionare la politica, cambiarla nel profondo. Vogliamo unire storie e percorsi diversi e costruire una casa comune, per riunire chi vuole fare qualcosa per la società e non trova il modo».

Diranno che fa la stampella di Renzi e del Pd.

«Non ho mai fatto la stampella di nessuno, e a Renzi ho sempre detto quello che pensavo. Ho il mio lavoro, non ho ambizioni personali. Nel 1998 mi dimisi da presidente della commissione Giustizia della Camera dopo la caduta di Prodi. Più volte ho rifiutato di fare il ministro. Ho fatto un passo indietro dopo la vittoria storica di Milano, dove da vent’anni governava la destra, e dopo cinque anni di governo unitario, con la massima radicalità sui valori e il massimo pragmatismo».

Perché ora ci ripensa?
«Quest’estate ho girato l’Italia e sono andato a incontrare le tante persone che mi avevano scritto. Sono stato nelle grandi città e in paesi che non sapevo esistessero. Ho scoperto che esiste un mondo ricchissimo. Mi fermavo a fare benzina, e nel tempo di fare il pieno e prendere un caffè arrivava il sindaco per parlarmi del suo Comune. A Roma mi dicevano: “Venga qui a fare il sindaco…”. Ho incontrato persone straordinarie».

Chi?
«Enzo Bianchi mi ha detto: “Lei si butti se viene chiamato”. E mi hanno chiamato in tanti. Non ceto politico; persone alla ricerca di una speranza. Studenti e professori italiani a Londra e a Coventry mi hanno invitato a presentare il progetto. Ricercatori all’estero come Giacomo Pirovano mi hanno assicurato che sono pronti a tornare in Italia per impegnarsi. Associazioni culturali, ambientalisti, volontari di Merate, Biella, Monopoli, Lecce... La questione dei giovani è la nostra priorità. Come diceva Vittorio Foa: “Pensare oltre che a se stessi, agli altri; oltre che al presente, al futuro”».

Chi c’è nel suo pantheon, oltre a Foa?
«Don Milani. Avevo 17 anni quando partii sulla 500 di un amico per andare a Barbiana a conoscerlo. Stava già molto male. I suoi mi regalarono la Lettera a una professoressa e L’obbedienza non è più una virtù: li tengo sempre qui, sul leggìo sopra il tavolo di casa. E poi i leader storici che il campo progressista ha espresso nelle varie epoche, da Berlinguer a Obama».

Più modestamente, con Bertinotti ha parlato?

«Ho sempre avuto stima per la sua onestà intellettuale, ma non lo sento da quando eravamo alla Camera».

E la Boldrini?
«Siamo in ottimi rapporti. Saremo insieme a Milano a un incontro sulla buona politica, il giorno di san Valentino».

Quali sono i prossimi passi?

«Faremo iniziative in diverse città, anche con sindaci e amministratori di piccoli e grandi Comuni. L’11 marzo faremo il primo grande incontro nazionale, a Roma. Poi apriremo le Officine per il programma».

E Sel? Vendola?
«Sel si è divisa e si è sciolta. Il mio amico Nichi pensa che non sia più possibile costruire un centrosinistra con un Pd geneticamente modificato, scambiando Renzi con il popolo del Pd. Io la penso diversamente. Rispetto la sua posizione; chiedo rispetto per la mia».

Crede davvero che ci sia spazio per una forza di sinistra alleata con il Pd?

«La prospettiva è più ambiziosa: spostare il Partito democratico a sinistra. Per necessità numerica, il Pd è stato costretto a governare con forze che non erano né di sinistra né civiche. È il momento di andare oltre».

Mai con Alfano?

«Noi vogliamo essere l’embrione del nuovo centrosinistra; non possiamo stare con un partito di centrodestra. Rispetto Alfano, ma dai diritti civili alle politiche per i giovani siamo diversi».

Non crede che un elettore di sinistra deluso da Renzi voti più facilmente per Grillo che per lei?
«A Milano i grillini sono attorno al 10%. In tanti mi hanno chiesto come sono riuscito a non farli emergere. Il modo è fare le cose positive di cui i grillini parlano».

L’onestà?

«Quello è un presupposto. Intendo trasparenza, legalità; mettere a disposizione di tutti i beni comuni. Questo a Milano l’abbiamo fatto. La demagogia e il populismo si contrastano così. Anche con il coraggio di dire che non sei d’accordo, anziché dare sempre ragione a chi urla. Ora siamo a un bivio: o riusciamo a fare una coalizione che dia risposte ragionevoli alla questione sociale; oppure lasciamo il Paese a Grillo e alla destra».

Oggi nessuna coalizione avrebbe i numeri per governare. Campo progressista quanto può valere?
«Non lo so. Ma penso che l’alleanza tra il Pd, noi, le liste civiche, gli ecologisti possa arrivare al 40%. Certo, dipenderà se la legge elettorale consentirà le coalizioni. Siamo una forza autonoma; non possiamo certo entrare in una lista con il Pd».

Lei è ottimista. Molti elettori, anche milanesi, sono arrabbiati e indignati con i politici e i loro privilegi.
«Li capisco. Sono da sempre convinto che lo stile di vita sia importante. Per questo con i miei assessori ci muovevamo in autobus, a piedi, in bicicletta. Anche di notte andavo con la mia auto privata in periferia o nelle parrocchie dove mi invitavano; per gli impegni istituzionali avevo un’auto ibrida vecchia di 15 anni».

E adesso?
«Vado a piedi e uso il car sharing. Sono imbarazzato a chiamare un taxi perché spesso mi tocca discutere con il tassista che non vuole farmi pagare».

Cosa pensa del suo successore Sala?
«È diverso da me. È un manager. Ma sui punti principali segue la nostra esperienza. Molti assessori sono stati riconfermati. I progetti sono quelli. L’alleanza di centrosinistra è ampia e legata al civismo».

E di Renzi?
«Ha lati positivi: coraggio e, all’inizio, capacità innovativa. Ha portato a termine riforme ferme da decenni, a cominciare dalle unioni civili; ma ha anche sbagliato sul referendum e su altre riforme che si sono trasformate in controriforme, ad esempio sul Jobs Act. Dovrebbe ascoltare di più. E non ha capito che i corpi intermedi sono importanti; a cominciare dai sindacati».

La Cgil era per il No. Lei non si è pentito di aver votato Sì?
«Non mi sono pentito. Anche i miei amici mi dicono: “Chi te l’ha fatto fare? Appoggiando il No avresti avuto una prateria a sinistra”. Ma preferisco essere coerente con la mia coscienza. Per me non era un voto su Renzi; era un giudizio su una riforma che non condividevo appieno, ma portava cose positive. Sul Titolo V: abbiamo una sanità del tutto diversa da una Regione all’altra. E sull’obbligo per il Parlamento di esaminare le leggi di iniziativa popolare: come la proposta della Cgil per limitare i voucher al lavoro occasionale».

Con D’Alema vi parlerete?
«Io parlo con tutti. Ma quello che mi interessa è recuperare i milioni di voti persi tra gli elettori di centrosinistra. E far appassionare i giovani a una nuova politica».

Ci sarà la scissione?

«Non me la auguro; ma certo non dipende da me. L’importante è che il Pd capisca di non essere autosufficiente. Occorre una svolta che guardi a sinistra. Una forte discontinuità, rispetto a una stagione in cui i democratici erano costretti ad accordi con Alfano e anche con Berlusconi».

Guardi che già si parla di alleanza con Berlusconi nella prossima legislatura.

«Per me sarebbe impossibile appoggiare un governo di larghe intese».

Quando si dovrebbe votare secondo lei?
«Sarebbe bene portare a termine le riforme già avviate: ius soli, reddito di inclusione, norme per non far fallire le società confiscate alla mafia, limiti ai voucher. Se mancasse la volontà, meglio andare a votare. In ogni caso i tempi saranno lunghi, perché serve una nuova legge elettorale».

Quale?
«L’importante è che sia omogenea tra Camera e Senato, e consenta ai cittadini di scegliere i loro rappresentanti. Anche con le preferenze».


Che farà Renzi?? Sceglierà PIsapia oppure Alfano
Continuo a pensare che è una illusione il 40% ......ha fatto tanti errori di valutazione ma questo sarebbe il peggiore.
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Re: Pisapia si propone

Messaggioda pianogrande il 10/02/2017, 15:11

In effetti, il problema delle alleanze a destra o a sinistra è un problema serio ma il problema principale è governare.

E' sicuramente meglio un governo di centrosinistra che una opposizione di sinistra ciarliera ma poco produttiva mentre al governo andrebbe gente che non saprebbe nemmeno da che parte cominciare ammesso che abbia intenzione di lavorare davvero per il paese.

Quindi l'alleanza va fatta sì in base ai contenuti ma anche in base alla possibilità di diventare forza di governo e con quali premesse.

Pisapia mi piace ma deve andarci piano a mettere le mani avanti e mi limito a quel "deve ascoltare di più" che assomiglia tanto al piagnisteo "non c'è democrazia".

OK, lui magari si sente di dover fare the good cop (il poliziotto buono) verso la sinistra ma deve stare attento a non spaccare in partenza.

Buono invece che parli di "centro sinistra" dove comunque non gli concedo sicuramente di intestarsi la sinistra intestando al PD il centro.

Qualche distinguo piace anche a me farlo.
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Re: Pisapia si propone

Messaggioda Giovigbe il 10/02/2017, 16:16

pianogrande ha scritto:Buono invece che parli di "centro sinistra" dove comunque non gli concedo sicuramente di intestarsi la sinistra intestando al PD il centro.

Qualche distinguo piace anche a me farlo.



Ma le domande restano tutte aperte e senza risposta.......

Pisapia giudica una controriforma quella del job act......che dovrebbe fare il PD??

Pisapia non vuole allearsi con Alfano....che dovrebbe fare il PD??

Da queste scelte dipenderà l'eventuale coalizione, i suoi risultati e il fatto che il PD non sia rilegato sempre più al centro ......se non peggio
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Re: Pisapia si propone

Messaggioda mariok il 10/02/2017, 17:41

Pur stimando Pisapia, io sinceramente all'ipotesi che porta avanti credo molto poco.

Innanzi tutto è tutto da vedere se una coalizione "spostata più a sinistra" che porti dentro qualche pezzo di Sel e qualche lista civica sia in grado di vincere.

Le liste civiche possono andar bene per elezioni locali, dove magari c'è qualche battaglia specifica, magari di tipo ambientalista, che può attrarre consensi. Ma a livello nazionale la musica è diversa.

Bisogna vedere se il 2-3% che si riesce eventualmente a guadagnare a sinistra non venga più che bilanciato da quello che si perderebbe al centro.

Se passa l'immagine di un governo che ricomincia a mettere tasse (chi non ricorda la sortita di Bertinotti alla vigilia del voto del 2006 sulla tassa di successione?) le probabilità di vittoria sono pressoché nulle.

Poi bisogna vedere quali probabilità di tenuta possa avere una tale maggioranza e se non faccia la fine delle due esperienze con Prodi.

Certo che se si ricomincia con il voler distruggere quel poco di riforme che sono state fatte da Renzi, a cominciare dal Job act, non credo si faccia molta strada.

Per non parlare delle solite bestie nere del finanziamento delle missioni all'estero, di qualche stretta sul pubblico impiego o di qualche nuova tassa (sui patrimoni o sui redditi dei cosiddetti ricchi, quel solito 10% cioè che finanzia con le tasse il welfare) da mettere per finanziare un po' di salario garantito.

Comunque, staremo a vedere.
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Re: Pisapia si propone

Messaggioda pianogrande il 10/02/2017, 18:21

Sbilanciarsi sulle cose da fare (oltre che su quelle fatte e da eliminare) è esercizio più difficile e rischioso e sarebbe un bel salto di qualità anche da parte di Pisapia.
L'esperienza di Milano può dare indicazioni sul valore della persona ma la traslazione sul livello nazionale, sono d'accordo con Mariok, non è automatica e quindi speriamo di poterci capire qualcosa di più.
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Re: Pisapia si propone

Messaggioda trilogy il 10/02/2017, 22:10

Condivido le osservazioni di mariok
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Re: Pisapia si propone

Messaggioda Robyn il 10/02/2017, 22:30

Purtroppo mi sembrano analisi molto sospettose e il sospetto è figlio di stalin.Per il rmg non servono nuove tasse bisogna redistribuire le prestazioni che ci sono perche sono frammentate e anziche finanziarle in modo tradizionale come adesso utilizzare l'imposta negativa che elimina le transazioni burocratiche che costano e fare le riforme strutturali ad ex il ricalcolo contributivo che non tolga nulla a nessuno anche se immeritato ma promesso ad ex attraverso interesse di azioni etc che restituisca la parte che manca.In merito alle accise sulla benzina i danni li ha fatti renzi chiedendo flessibilità a bruxelles e redistribuendo come voto di scambio.Forse si può concordare,meglio agire sul taglio di alcune spese un pò di qua un po di la un pò a destra un pò a sinistra senza toccare il welfare.Spiegami caro mariok quali sono le parti del job act che tu ritieni in pericolo perche se si tratta dell'estensioni degli ammortizzatori alle piccole aziende oppure oppure norme traducibili in inglese non è questo.Infine da ricordare che le dimissioni telematiche furono introdotte da Prodi ed eliminate da Sacconi perche Sacconi voleva tutelare la maternità e la famiglia
Locke la democrazia è fatta di molte persone
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