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Il M5S con i liberali???

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Il M5S con i liberali???

Messaggioda mariok il 10/01/2017, 9:37

Nel comitato esecutivo del gruppo dei liberali, in corso ora al Parlamento di Bruxelles, il leader Guy Verhofstadt ha constatato di non avere il sostegno necessario ad accogliere i grillini all’interno del suo gruppo. http://www.lastampa.it/2017/01/09/itali ... agina.html


Grillo e Casaleggio fanno e disfanno tutto ciò che vogliono.

Il gruppo dei liberali ha organismi interni che discutono, se del caso dissentono e decidono.

Eccola la differenza.
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
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Re: Il M5S con i liberali???

Messaggioda pianogrande il 10/01/2017, 13:01

mariok ha scritto:
Nel comitato esecutivo del gruppo dei liberali, in corso ora al Parlamento di Bruxelles, il leader Guy Verhofstadt ha constatato di non avere il sostegno necessario ad accogliere i grillini all’interno del suo gruppo. http://www.lastampa.it/2017/01/09/itali ... agina.html


Grillo e Casaleggio fanno e disfanno tutto ciò che vogliono.

Il gruppo dei liberali ha organismi interni che discutono, se del caso dissentono e decidono.

Eccola la differenza.



Probabilmente hanno anche un diverso metodo di "certificazione".
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Re: Il M5S con i liberali???

Messaggioda mariok il 10/01/2017, 18:31

Come si dice dalle mie parti, tutto è finito a tarallucci e vino. :lol: :lol:

Il M5S ci ripensa e resta con Farage. Il britannico: “Adesso però un referendum anti-euro”
LAPRESSE

Pubblicato il 10/01/2017
Ultima modifica il 10/01/2017 alle ore 17:12
Dopo aver annunciato l’addio al gruppo Efdd, aver scelto attraverso il voto online il passaggio ad Alde e essersi visti respinti dai liberali, il Movimento Cinque Stelle fa pace con gli euroscettici di Farage e torna suoi passi. «Continueremo a lavorare insieme nel gruppo Efdd» conferma il presidente del gruppo Nigel Farage durante l’incontro con gli eurodeputati pentastellati. «Sono felice di dire che tutte le divergenze con il movimento di Beppe Grillo sono state risolte in maniera amichevole».


Ma dopo le tensioni dei giorni scorsi Farage pone come condizione ai Cinque Stelle quella di lavorare per un referendum anti-euro anche in Italia. «La campagna di Grillo per un referendum in Italia sull’euro sta acquistando slancio - ha proseguito -. Ho ammirato a lungo il suo lavoro in Italia e gli auguro ogni bene. La campagna anti-establishment in Europa sta appena cominciando».

In mattinata c’era stata una telefonata tra Nigel Farage, leader storico dell’Ukip, e Beppe Grillo, che dopo l’altolà dell’Alde ai 5 Stelle ha ripreso in mano le redini del Movimento a Bruxelles per uscire dall’impasse.
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Re: Il M5S con i liberali???

Messaggioda Robyn il 10/01/2017, 19:53

Quindi la conseguenza del rifiuto dell'Alde è che i pentastelle sono tornati con cattive compagnie come Farage ad alimentare il fiume carsico dell'antipolitica e dell'uscita dall'europa dell'Italia pericolo che si poteva scampare.La confluenza nell'Alde avrebbe forse permesso ai pentastelle di fare maggiormente pratica con le regole della democrazia e in questo senso non ci sarebbero stati cedimenti dell'Alde sulle regole della democrazia ma la maggiore integrazione dei pentastelle nell'Alde avrebbe permesso di contrastare più efficacemente le forze antisistema che avversano in europa
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Re: Il M5S con i liberali???

Messaggioda mariok il 11/01/2017, 9:55

Ieri Padellaro a 8 e 1/2 parlava, come al solito, di "errore" commesso da Grillo.

Travaglio e Di Maio, che mi pare fossero da Florio, non li ho ascoltati per una questione di stomaco.

Ma possibile che quasi nessuno racconta questa vicenda, apparentemente allucinante, per quella che è: un tentativo di accordo di potere dei più beceri andato a male, unicamente perché nel gruppo dell'Alde c'è evidentemente ancora un barlume di democrazia?

Eppure è semplice. Nel parlamento europeo, dopo le dimissioni di Schultz, sono iniziate grandi manovre per la sua sostituzione con annesso ridisegno delle varie cariche al suo interno.

Verhofstadt, capogruppo dell'Alde, aspira alla poltrona di presidente del parlamento, portare a bordo i 17 del M5S avrebbe reso il suo gruppo il terzo per numero di parlamentari, dandogli una qualche chance di successo come terzo incomodo nell'attuale situazione di stallo tra popolari (Tajani) e socialisti (Pittella).

Quale migliore occasione per la premiata ditta Grillo-Casaleggio per barattare i loro peones per qualche posto di peso (vice-presidenza dell'assemblea, qualche presidenza di commissione) e un po' di soldi in più nella spartizione dei finanziamenti?

Tanto i propri parlamentari non contano una cippa e non c'è stato bisogno neanche di informarli della trattativa. Lo stesso dicasi dei soliti 40.000 tastieristi della rete che, secondo i giornali "insorgerebbero" ogni volta che il capo se ne inventa una delle sue, ma puntualmente approvano la qualunque a stragrande maggioranza.

L'unico intoppo è stato il fatto che evidentemente Verhofstadt non può fare quello che gli pare e che tra i liberali, contrariamente ai grillini, c'è ancora qualcuno con un minimo di dignità.

Tutta qua la storia.

Ovviamente Farage, per riprenderseli, un piccolo prezzo doveva farglielo pagare. Oggi il Fatto di Travaglio titola che i grillini avrebbero "rinunciato" alla co-presidenza del gruppo; la verità è che si tratta dell'ammenda da pagare all'Ukip perché se li riprendesse, insieme alla rinuncia a candidarsi per la vice-presidenza.

La storiella poi del referendum per l'uscita dall'euro, è solo la foglia di fico giusto per distrarre un po' i boccaloni.
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Re: Il M5S con i liberali???

Messaggioda pianogrande il 11/01/2017, 13:00

Ormai Grillo è entrato a pieno titolo nell'immagine buffonesca e furbacchiona che tanti stranieri hanno degli italiani.

"E non ci facciamo sempre riconoscere"!
Diceva il grande Albertone.
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Re: Il M5S con i liberali???

Messaggioda mariok il 12/01/2017, 10:09

Altra epurazione. Solo che questa volta ad ordinarla non è il gran capo, che si guarda bene dall'assumersi le sue responsabilità. :lol:

L’M5S perde pezzi a Bruxelles, Grillo minaccia: “Pagherete 250 mila euro”. Farage detta le condizioni
Gli eurodeputati Marco Affronte e Marco Zani lasciano il Movimento con polemica: “L’accordo firmato è solo carta straccia”. Farage detta le condizioni per il ritorno nel gruppo euroscettico

Pubblicato il 11/01/2017
Ultima modifica il 12/01/2017 alle ore 07:47
LETIZIA TORTELLO
«La mia uscita è un segnale molto forte che qualcosa deve cambiare: è vero che nel Movimento a volte si sta troppo zitti». Dopo la farsa degli apparentamenti dell’M5S al Parlamento europeo, con l’addio di Grillo a Farage e poi il ritorno a casa con la coda fra le gambe con l’Ukip, rifiutati dal Gruppo dell’Alde, l’europarlamentare del Movimento, Marco Affronte, sbatte la porta e se ne va. Entra a far parte del gruppo dei Verdi/Ale a Bruxelles. Se ne va anche l’eurodeputato Marco Zanni, che passa al gruppo di Salvini-Le Pen-Wilders.


LE CONDIZIONI DI FARAGE
Secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, Farage detta le cinque condizioni al comico genovese e ai suoi, per rientrare: la prima è nota, l’M5S deve fare un referendum per uscire dall’Euro. Inoltre, tutto lo staff grillino, che ha condotto le trattative deve essere licenziato: David Borrelli non sarà più co-presidente del gruppo Efdd con Farage, l’Europa per la Libertà e la Democrazia. Anche Francesco Calazzo, il tessitore della trattativa segreta con i liberali, andrà a casa, e con lui il suo collaboratore da dopo febbraio. Fabio Castaldo non sarà più il candidato Efdd alla vicepresidenza del Parlamento.

L’addio di Affronte vuole fare rumore e polemica, centrando il punto nodale dell’uscita dalla Ue: «Il Movimento deve tornare nei binari, deve tornare alle origini, a partire dai deputati», dice. Nel gruppo dei Verdi «ho chiesto e ottenuto di avere la totale autonomia nel voto. Con i Verdi ho votato nello stesso modo, in questi due anni e mezzo, l’80% delle volte. Credo che quel 20% di differenza sia proprio sulle tematiche economiche, dove i Verdi hanno delle posizioni molto più pro euro. In quei casi, deciderò volta per volta come votare».

La sua decisione potrebbe dare il via ad altri addii. Secondo quanto si apprende, anche l’eurodeputata Daniela Aiuto lascerà l’M5S, sempre per passare ai Verdi. E ci sarebbero contatti continui tra i Verdi e i pentastellati, c’è chi parla di «telefoni bollenti». I Verdi starebbero proponendo una sorta di «collective agreement», un accordo collettivo con condizioni particolarmente favorevoli, sia sul fronte economico sia su quello dell’autonomia. Nel pomeriggio dovrebbero esserci degli incontri tra i Verdi e gli esponenti 5 Stelle.

GRILLO INFURIATO ANNUNCIA LA MULTA
Beppe Grillo, dal blog, reagisce con veemenza: «Affronte ha deciso di lasciare il Movimento 5 Stelle e passare ai Verdi. Gravi inadempienze al rispetto del codice di comportamento prevedono la richiesta di pagamento della sanzione di 250.000 euro prevista dal Codice comportamento per i candidati del Movimento 5 Stelle alle elezioni europee e per gli eletti al Parlamento europeo, che lui e tutti gli europarlamentari eletti del Movimento 5 Stelle hanno firmato. Affronte dovrebbe dimettersi immediatamente dal Parlamento Europeo e lasciare spazio a un eletto del MoVimento 5 Stelle. Se questo non avverrà, con i soldi della sanzione di Affronte, che gli sarà notificata non appena saranno svolte le procedure burocratiche, aiuteremo i terremotati delle Marche e dell’Umbria».

IL BOTTA E RISPOSTA
«Quel foglio vale meno della carta straccia», replica l’eurodeputato. «Quando siamo venuti qui - spiega - abbiamo firmato un foglio, non riesco a chiamarlo diversamente, in cui tra le altre cose c’era scritto anche di questa penale. Da quello che so, dal punto di vista legale ha un valore praticamente meno di carta straccia. Vedremo. Non credo nemmeno che arriveranno al punto vergognoso di arrivare a chiedere una cosa del genere». La validità legale dell’accordo era già stata messa in dubbio da diversi costituzionalisti, dato che i parlamentari europei, al pari di quelli nazionali, non hanno vincolo di mandato.
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Re: Il M5S con i liberali???

Messaggioda pianogrande il 12/01/2017, 10:56

Vale anche quando il mandatario è una azienda privata?

I parlamentari 5 Stelle, in pratica, si dovrebbero comportare come dipendenti di una azienda privata e cioè la Casaleggio etc.

Non sono forse stati definiti i parlamentari (da Grillo) come "i nostri dipendenti?

Cosa avevate capito?
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Re: Il M5S con i liberali???

Messaggioda Robyn il 12/01/2017, 13:09

Questa della multa non ha nessuna valenza giuridica vale il divieto di mandato
Anche nella forma organizzativa del PD è previsto lo strumento referendario.La differenza è che bisogna raccogliere il 5% delle firme tra gli attivisti e il referendum è valido se ha raggiunto il quorum del 50%+1 degli iscritti.I pentastelle appaiono brillanti perche lo fanno via web ma 13 mila iscritti per votare sono pochi per la democrazia.Anche noi potremmo farlo via web,ma nell'ambito delle regole della democrazia.Interessante proporre iniziative di legge da portare in parlamento.Però lo strumento refendario agisce come integrazione della democrazia rappresentativa e non è in sostituzione.Diciamo che le forme di partecipazione da noi sono diversificate le primarie il web il referendum la forma banchetto,gli attivisti.Però è alquanto illusorio dire che i cittadini possono votare con il referendum senza diventare parlamentari perche in questo modo si crea una democrazia oligarghica dove mi basta votare il referendum senza diventare parlamentare e dove c'è chi diventa parlamentare e magari sono sempre gli stessi.Qualsiasi cittadino se ne è capace può diventare parlamentare
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Re: Il M5S con i liberali???

Messaggioda mariok il 13/01/2017, 16:44

Credo che abbia ragione Aldo Cazzullo: presumibilmente, malgrado l'evidente truffa della sua proposta politica (scusate, ma proprio non mi viene di chiamarli errori) non perderà voti.

Principalmente, perché non c'è nessun partito in grado di sconfiggere o ridimensionare sensibilmente la cosiddetta anti-politica. In gran parte per ragioni soggettive (incapacità, diffusa disonestà, scarsa credibilità), ma anche per ragioni oggettive: nessuno è in grado di risolvere in tempi medio-brevi gli immani problemi che caratterizzano profondamente la situazione globale e più ancora quella domestica.

Mi convinco sempre di più che l'eventualità di ritrovarseli al governo nazionale è non solo altamente probabile ma addirittura ineluttabile.

Sarà una tragedia annunciata. Ma con ogni probabilità l'unico modo per ridimensionarli nella considerazione popolare e per creare le premesse di una nuova stagione politica con altre forze, altre idee ed altri personaggi.

LO DICO AL CORRIERE
Non saranno i suoi errori a fermare Beppe Grillo
Sarebbe sbagliato pensare che le piroette dei 5Stelle costino voti, almeno nell’immediato

di Aldo Cazzullo

Caro Aldo,
Sciascia parlava di due tipi di mafie che si contendevano l’onore della cronaca: la mafia «della mafia» e la mafia «dell’antimafia». Oggi, dopo le spericolate e poco proficue piroette dei 5 Stelle, possiamo ragionevolmente affermare che esistono due caste: la casta «della casta» e la casta «della anti-casta». I grillini stanno imparando, altroché se stanno imparando. Secondiano Zeroli, Bagnoregio (Vt)
Caro Secondiano,
L e piroette dei 5 Stelle sono senz’altro spericolate. Ma sarebbe sbagliato pensare che costino voti, almeno nell’immediato. Troppe volte si è annunciata la crisi definitiva del grillismo. Che ha radici più profonde di quel che si crede.
Grillo nasce dalla profonda sfiducia degli italiani verso la politica e verso lo Stato. Un sentimento che già aveva generato il fenomeno Berlusconi. Noi italiani pensiamo lo Stato come altro da noi, come alieno, distante, nemico; e spesso lo Stato si comporta in modo tale da confermare il nostro pregiudizio negativo. Facciamo fatica a credere che una persona possa fare qualcosa nell’interesse di qualcuno che non sia se stesso. «Pe mmia cu c’è?» dicono a Catania, «a me che mi vien?» si chiedono a Verona. La traduzione è la stessa: e io cosa ci guadagno? A questa attitudine secolare si aggiunge ora la drammatica crisi di credibilità dell’establishment politico ed economico. L’Italia ha molti problemi: il più grave è la selezione delle classi dirigenti.
In questo clima di sfiducia reciproca, livore, rancore, aggravato dalla recessione, inasprito dallo sfogatoio della Rete, Grillo ha prosperato. I partiti hanno fatto il resto, restando sordi e ciechi: se ad esempio avessero votato il dimezzamento delle indennità proposto da Grillo, gli avrebbero tolto una formidabile arma di propaganda. I 5 Stelle rappresentano sia il rifiuto dei partiti e dei sindacati, sia la speranza di un rinnovamento della politica. Per ridimensionarli ci vuol altro che firme false o errori nella collocazione europea del Movimento, di cui alla stragrande maggioranza degli italiani non importa nulla. Il caso Roma è più serio. Palesemente la Raggi non sa fare il sindaco della capitale. Ma non per questo i romani sarebbero pronti ad affidarsi alla destra o al Pd. Se si votasse domattina, la Raggi sarebbe rieletta. Per ora.
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