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Come va a finire?

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Come va a finire?

Messaggioda mariok il 09/12/2016, 9:33

Dopo la breve parentesi renziana, siamo tornati alle vecchie manfrine della politica italica.

Buona parte di quelli che erano saliti sul carro del vincitore oggi, come prevedibile, gli voltano le spalle.

Spero per lui e per il paese che coerentemente con quanto preannunciato si tolga di mezzo almeno per un non breve periodo.

Se non lo farà, sarà peggio soprattutto per lui; per il paese non farà poi una grande differenza.

Con o senza di lui il ritorno alla "normalità" dei nostri standard è ormai un dato inevitabile.

Ancora Renzi solo per votare, prima opzione del Quirinale. Se fallisce, in pole Gentiloni

Il premier davanti al dilemma: guidare la fase di transizione ma bruciarsi l’immagine. E per ora rifiuta il pressing

di GOFFREDO DE MARCHIS

09 dicembre 2016

ROMA. Rinviare Renzi alle Camere per verificare se ha ancora la fiducia e dunque una maggioranza. Con un impegno solenne. Il nuovo giro di giostra ha una scadenza molto ravvicinata: la sentenza della Corte costituzionale sull'Italicum, il 24 gennaio. E se il pronunciamento dei giudici riscrive una legge elettorale immediatamente utilizzabile, si scivola velocemente verso le elezioni anticipate. Anche ad aprile.

Al Quirinale, sebbene le consultazioni non siano mancora entrate nel vivo, si ragiona su questa ipotesi. Che contiene una notizia buona e una cattiva per Matteo Renzi. La buona è che il suo ritorno a Palazzo Chigi si reggerebbe su un "patto istituzionale" per andare molto presto alle urne. Anche nel caso si dovesse mettere mano alla legge elettorale con un ritocco o con un'armonizzazione delle regole di voto per Montecitorio e Palazzo Madama. Sarebbe comunque l'ex premier a gestire la partita. La cattiva è che un ritorno immediato sulla poltrona di presidente del Consiglio gli farebbe pagare un carissimo prezzo di immagine rispetto agli elettori, lo esporrebbe alla caricatura del Rieccolo, il soprannome affibiato all'eterno Amintore Fanfani. Per questo, Renzi continua ad avere mille dubbi. Anzi, il suo rimane un "no", riferito ai fedelissimi in queste ore: "Non accetto il bis o una nuova fiducia. Non faccio il capro espiatorio". Come dire: se torno indietro mi sparebbero tutti contro, sarei solo un bersaglio.

Ma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nei colloqui con Piero Grasso, Laura Boldrini e Giorgio Napolitano, parlando di tempistica, ha lasciato capire che la strada maestra è quella di un rinvio alle Camere. Lunedì, finite le consultazioni, il capo dello Stato decide e vuole che al Consiglio europeo di giovedì si sieda un governo italiano in carica. Non solo: "Un governo che abbia avuto la fiducia di almeno una Camera ". Da lunedì a giovedì corrono solo due giorni. Un tempo incompatibile con un reincarico a Renzi, il bis, che significa la formazione di un nuovo esecutivo, o la scelta di un nome diverso. Compatibile invece con un voto di fiducia al governo dimissionario. Del resto, la maggioranza è solida anche al Senato, dove ha preso 173 voti appena l'altro ieri.

Al Quirinale devono ancora parlare Lega, 5 Stelle, Forza Italia e il Pd. Lo faranno tra oggi e domani. È sempre possibile che questo disegno subisca delle variazioni, che qualche risposta positiva su una legge elettorale da farsi ex novo possa arrivare. A quel punto il Partito democratico ha i nomi per uscire dalla crisi. Il preferito di Renzi è il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Seguito da Pier Carlo Padoan. Molto dietro Graziano Delrio che secondo i renziani farebbe ombra al leader dem. Tagliato fuori invece Dario Franceschini. Il ministro della Cultura è molto irritato per le voci su un suo presunto accordo con Forza Italia per arrivare a Palazzo Chigi. Ha diffuso una nota, fatto molto lontano dal suo stile. Per raccontare che, con ironia, ha risposto ieri ai messaggi spiegando di "non poter parlare perché sono ad Arcore a chiudere il patto con Berlusconi..." . Ma è furibondo. Tra i due è rottura totale. "Matteo è il segretario - spiega Franceschini - e il partito deve seguire la sua linea".
Franceschini dunque non è più in corsa, anche a detta del Colle. Dove si ripete sempre che il pallino resta nelle mani di Renzi, che è lui a dover decidere lo sbocco della crisi. Spendendosi in prima persona con le "garanzie" di un percorso verso il voto anticipato da dettare nei tempi e nei modi. E con qualche apertura da parte degli altri partiti che non lo renda un punching ball. O indicando un altro dirigente dem.

Le parole di Luigi Di Maio, in questo senso, sono un avvertimento chiarissimo. I 5 Stelle vogliono Renzi a Palazzo Chigi ed elezioni subito. Questa è la loro strategia per preparare una seconda vittoria, dopo quella al referendum di domenica scorsa. "La soluzione della crisi è semplice: il premier dimissionario resta in carica per il disbrigo degli affari correnti - dice il vicepresidente della Camera -. Fino alla sentenza della Consulta. Poi si va subito al voto".
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
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Re: Come va a finire?

Messaggioda mariok il 09/12/2016, 10:15

VINCITORI E VINTI

I futuri convertiti ai Cinque Stelle

È facile scommettere sul fatto che nelle prossime settimane e nei prossimi mesi il beneficiario del bandwagoning sarà il movimento di Beppe Grillo. Si capisce perché: è il partito che al momento gode di migliore salute rispetto a tutti gli altri
di Angelo Panebianco

Correva l’anno 1993. Proprio come ora, anche se per ragioni diverse, il motore del sistema politico italiano si era imballato. La fine della Guerra fredda e le inchieste giudiziarie avevano gettato nel marasma la politica romana. Tutti gli osservatori si aspettavano che il vincitore delle successive elezioni generali (che si sarebbero tenute l’anno dopo, nel 1994) sarebbe stato l’unico partito sopravvissuto alla tempesta: il partito (nominalmente) post-comunista, il Pds, allora guidato da Achille Occhetto. Tutti davano per scontato che la «gioiosa macchina da guerra» di Occhetto si sarebbe mangiata il Paese in un boccone solo. E come sempre succede in questi casi, questa generale convinzione innescò un processo di bandwagoning, una ressa fra tutti quelli che volevano saltare sul carro del vincitore. Si sprecavano le dichiarazioni di lodi di intellettuali vari per il Pds, le interviste genuflesse ai suoi dirigenti da parte di zelanti giornalisti, eccetera. La Rai, che per origine, storia e legami correnti, è sempre stata l’organizzazione del Paese più sensibile di tutte ai cambiamenti negli equilibri del potere nazionale, la prima a fiutare il vento, si era già posizionata anticipando i futuri sviluppi politici.
È facile scommettere sul fatto che nelle prossime settimane e nei prossimi mesi i beneficiari del bandwagoning saranno i Cinque Stelle. Si capisce perché: è il partito che al momento gode di migliore salute rispetto a tutti gli altri. Il Pd del post-referendum è in una crisi dalla quale non uscirà facilmente. Anche perché coloro che in quel partito hanno ora vinto, coloro che hanno realizzato il regicidio, hanno finalmente abbattuto il tiranno, l’usurpatore, rappresentano quanto di più vecchio (culturalmente parlando) esista nella politica italiana. È difficile che possano avere un futuro. Non era stato proprio Marx, del resto, a dire che la prima volta è tragedia e la seconda è farsa?
Ma anche il centrodestra è messo malissimo. Forza Italia è sfibrata, divisa in tante camarille rissose, nella permanente attesa di una successione a Berlusconi che forse non arriverà mai. Matteo Salvini non sta molto meglio: aveva avuto una buona idea, almeno in astratto, quando aveva pensato di seguire le orme di Marine Le Pen. Ma non ha avuto fortuna. Il ruolo dello sfasciacarrozze è stato occupato, con maggiore credibilità, dai Cinque Stelle. Spiace per Salvini ma se si tratta di giocare a chi le spara più grosse, i Cinque Stelle sono imbattibili, sono la versione locale di Donald Trump. È per queste ragioni che molti si vanno ormai convincendo che, dopo le prossime elezioni, non ci sarà verso di tenerli fuori dall’area di governo. Quella convinzione genererà, con molte probabilità, l’effetto bandwagoning.
Poiché questi sono tempi cupi bisogna sfruttare le rare occasioni in cui è possibile sorridere. Consiglio di osservare con attenzione le future «conversioni» ai Cinque Stelle. Assisteremo sicuramente a indimenticabili scenette comiche. Tra le due situazioni, del 1993 e di oggi, ci sono molte differenze. A cominciare da quelle che intercorrono fra i presunti (molto presunti) vincitori del momento. Il Pds era un partito strutturato, socialmente insediato, con una organizzazione ancora imponente. Aveva una testa (un gruppo dirigente) ma anche un corpo solido e pesante. I Cinque Stelle hanno una testa ma non un corpo. Sono un partito allo stato gassoso, una organizzazione di tipo nuovo, figlia del Web. Il che rende molto più precario e fragile il «carro» (del vincitore previsto) su cui ci si affanna a salire.
Naturalmente è vero che ci sono anche somiglianze, quelle tipiche che corrono fra i partiti o movimenti non ancora adusi a gestire il governo nazionale, che non hanno ancora sperimentato la difficoltà del governare. È proprio di questi partiti fare promesse irrealizzabili. Non hanno ancora bisogno di programmi di governo che siano improntati a un minimo di plausibilità e di razionalità. Era vano pretendere un programma simile dal Pds del ’93. A maggior ragione sarebbe vano pretenderlo oggi dai Cinque Stelle.
La profezia del ’93, che tutti allora avevano presa per buona, non si realizzò. Comparve Berlusconi e mandò a gambe all’aria la gioiosa macchina da guerra. Ciò creò imbarazzo e smarrimento negli incauti convertiti al Pds dell’ultim’ora. Imbarazzo e smarrimento che essi, comprensibilmente, non perdonarono mai a Berlusconi.
A lume di naso, al momento, non si vede cosa potrebbe fermare la marcia trionfale dei Cinque Stelle verso il governo. Né si vede cosa potrebbe creare imbarazzo per i futuri (neo) convertiti. Resta che la storia è imprevedibile. Ecco perché, talvolta, capita a chi salta di slogarsi una caviglia.
8 dicembre 2016 (modifica il 8 dicembre 2016 | 20:10)
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Re: Come va a finire?

Messaggioda ranvit il 09/12/2016, 10:55

Ma la "colpa" è di chi si convertirà o di chi non ha saputo migliorare le cose??? :roll: :roll: :roll:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Come va a finire?

Messaggioda Giovigbe il 09/12/2016, 11:21

[quote="mariok"]Dopo la breve parentesi renziana, siamo tornati alle vecchie manfrine della politica italica.
[quote]

questa è come che il nuovo è sempre meglio......ma chi cavolo l'ha detto che pensare con la propria testa e non credere al racconto renziano sia "manfrina"


[quote="mariok"]Buona parte di quelli che erano saliti sul carro del vincitore oggi, come prevedibile, gli voltano le spalle.
[quote]

questo succede nelle migliori famiglie ......pure in quella renziana


[quote="mariok"]
Spero per lui e per il paese che coerentemente con quanto preannunciato si tolga di mezzo almeno per un non breve periodo.

Se non lo farà, sarà peggio soprattutto per lui; per il paese non farà poi una grande differenza.

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[quote]

Lo speriamo tutti che se ne vada e per un bel po' .....ha fatto solo danni al paese e al partito
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Re: Come va a finire?

Messaggioda mariok il 09/12/2016, 20:45

Gentiloni favorito.

Vediamo se è vero che il primo nome non è mai quello finale.

Io avrei proposto Bersani :mrgreen:
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Re: Come va a finire?

Messaggioda mariok il 10/12/2016, 10:25

Con queste consultazioni stiamo avendo la rappresentazione della continuazione della prima repubblica, che ci terremo almeno per i prossimi venti anni.

23 delegazioni che sfilano da Mattarella; abbiamo rivisto Buttiglione e Tabacci. C'è anche Civati. Gente che rappresenta al massimo se stessa e forse la propria cerchia familiare.
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Re: Come va a finire?

Messaggioda Giovigbe il 10/12/2016, 11:20

nella tanto vituperata prima repubblica non c'era sta pletora de sigle
i politici dell'epoca evitavano di rappresentare solo se stessi ma anche di ritenere di rappresentare il 41% degli elettori
manco De Gasperi riteneva che il 48% della Dc fosse tutto suo.

Le sigle sono nate sotto l'impulso della prima riforma elettorale maggioritaria, per partecipare con visibilità alla coalizione (salvo poi creare altre sigle nel momento in cui di quella coalizione non si voleva far più parte).
E quel gioco continua tutt'ora

Ma dietro il proliferare di liste c'è anche l'assoluta mancanza dei leader (sia di destra che di sinistra) di saper essere "inclusivi" di saper ascoltare chi la pensa diversamente. Con "o con me o contro di me" non si và da nessuna parte.
Donat Cattin (sinistra DC) è stato per mezzo secolo nello stesso partito di Andreotti, per non citare Ingrao e Amendola. Quella capacità di sintesi dei partiti, dei loro organismi dirigenti e dei loro segratari perché si è persa???? Perché si è ceduto al leader mediatico che tutto può e vuole?? (e che la gente alla lunga rifiuta).
Ripeto non sempre il nuovo è migliore di per se.

Ma davvero pensate che il 41% dei Si sia tutto di Renzi??
Renzi ha sbagliato, deve andare a casa, mantenere la promessa di lascare presidenza e segreteria
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Re: Come va a finire?

Messaggioda ranvit il 10/12/2016, 11:58

Renzi ha sbagliato, deve andare a casa, mantenere la promessa di lascare presidenza e segreteria


E' vero, Renzi ha fatto degli errori....il primo non essersi impuntato subito con Bruxselles...non è riuscito a scalfire il potere dei "parrucconi" (Dirigenti statali nelle varie posizioni), ha fatto eleggere Mattarella per ingraziarsi la sinistra (inutilmente) perdendo la sponda di Berlusconi ed ha quindi dovuto sopravvivere barcamenandosi tutti i giorni con i vari frenatori della vecchia politica (a sinistra come alla melassa centrista...quella che non fece governare neanche Berlusconi), etc etc

Ma....c'è qualcuno meglio di lui (ma leader con consenso)? :roll:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Come va a finire?

Messaggioda Giovigbe il 10/12/2016, 12:22

ranvit ha scritto:Renzi ha sbagliato, deve andare a casa, mantenere la promessa di lascare presidenza e segreteria


E' vero, Renzi ha fatto degli errori....il primo non essersi impuntato subito con Bruxselles...non è riuscito a scalfire il potere dei "parrucconi" (Dirigenti statali nelle varie posizioni), ha fatto eleggere Mattarella per ingraziarsi la sinistra (inutilmente) perdendo la sponda di Berlusconi ed ha quindi dovuto sopravvivere barcamenandosi tutti i giorni con i vari frenatori della vecchia politica (a sinistra come alla melassa centrista...quella che non fece governare neanche Berlusconi), etc etc

Ma....c'è qualcuno meglio di lui (ma leader con consenso)? :roll:


e se invece l'errore di renzi fosse stato quello di voler rottamare le persone come se fossero maglioni usati, quello di aver trattato letta come il peggior nemico, quello di essersi chiuso con il suo cerchio magico, senza mai dare retta a nessuna proposta che non fosse la sua.
deve andare a casa........e fare (se ne è capace) un po' di sana autocritica
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Re: Come va a finire?

Messaggioda ranvit il 10/12/2016, 13:25

Se la tua era una domanda.....NO NO NO NO etc etc :twisted:
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