E' verissimo: in Italia manca, storicamente quindi anticamente, una cultura liberale, e questo causa molti mali.
Ma le ragioni sono molto radicate nel tempo, e non hanno prodotto solo una destra fascistoide e di dubbia affidabilità democratica, ma anche una sinistra sempre troppo giacobina nelle premesse e troppo gesuitica nella prassi - una sinistra, cioè, sempre troppo poco sinistra.
Rimanendo in un campo causale intermedio, in genere definisco questa situazione con il concetto di un popolo sostanzialmente di destra e intimamente fascistoide nella sua determinante maggioranza.
Molti storici liberali, oltre a quelli marxisti, hnno fatto derivare questa illiberalità di fondo - questa impermeabilità al liberalismo - all'onda lunga della Controriforma. Credo che sia difficilemente eludibile il peso che ha avuto la Chiesa in questo processo.
Ma io ci vedo anche la mancanza di uno stato unitario, quella di una stabile e forte borghesia produttiva, e perfino di un'aristocrazia investita di un ruolo di governo responsabile, sia pure secondo i parametri dell'ancien regime.
In questo senso la Controriforma, oltre che svolgere un'azione diretta, è stata uno spartiacque tra due epoche, segnando l'avvio di una decadenza del mondo latino e italiano in particolare.
In precedenza, le città borghesi italiane avevano un assetto e una cultura nient'affatto dissimili da quelle mitteleuropee, e non è difficile imaginare che i prodromi del liberalismo che fin d'allora si stavano diffondendo in Europa avrebbero avuto un corso simile anche in Italia.
Le idee liberali non sono nate e non si sono affermate in virtù di un soprassalto "democratico", ma in relazione ad un sistema socio-economico, che in altri paesi esisteva, in Italia no, o in Italia era assai meno sviluppato.
Se è vero che la democrazia non si esporta con i bombardieri, è vero anche che il liberalismo non si esporta con la creazione di un parlamento e nemmeno con la scrittura di una costituzione: condizioni necessarie, ma non sufficienti, diciamo così, perché il liberalismo dev'essere cultura prima di diventare politica. Ovvio, ma nella sua ovvietà questa è anche una cruda realtà, intorno alla quale siamo costretti a girare da così tanto tempo che talvolta ce ne sentiamo stanchi, e cerchiamo ragioni diverse.