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Che modo squinternato di informare

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Che modo squinternato di informare

Messaggioda incrociatore il 17/02/2009, 13:22

Paolo65 ha scritto:Se Bersani sostituisce Veltroni e ripropone il patto con la SR io ad altri elettori non voteremo il nuovo CS,ma molti altri si, per cui per il PD è sempre meglio cambiare che suicidarsi a poco a poco come finora sta facendo.

questa logica mi è proprio incomprensibile... a parte che io non vorrei nessun patto con nessuno, non capisco questa logica del "se c'è lui non ci sono io"... mi sembra un atteggiamento molto infantile.

Io pretendo, questo sì, un Partito dai pronunciamenti chiari ed inequivoci:

Che su questioni dirimenti di democrazia si attuino principi veri di formazione della classe dirigente attraverso il contributo degli aderenti al PD... Primarie non fasulle.

Su quelle di carattere etico la politica del PD si fondi sui principi Costituzionali dell'autodeterminazione della persona, senza pensare possibile l'obbligatorietà di un'etica di Stato.

Che per interpretare e vincere le sfide del mondo moderno non si utilizzino le chiavi di lettura di un secolo fa, ma al contempo ci si conformi al principio anch'esso Costituzionale che chi più ha più deve contribuire e, a chi ha meno, siano garantiti minimi standard di tutela e vita. Che i diritti devono essere tali e sono tali se valgono per tutti, se no hanno un altro nome e si chiamano privilegi.

Che la politica deve essere svolta con spirito di servizio e come tale deve dotarsi di strumenti leggeri e non di macchine burocratiche elefantiache e succhia risorse.

Realizzato questo poi a me in questo partito si può anche partecipare con idee diverse che concorrano a costruire opzioni programmatiche anche alternative sulle quali si deciderà a maggioranza... e che vi partecipi la Binetti piuttosto che Bertinotti o entrambi a me non fa nessun problema.
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Re: Che modo squinternato di informare

Messaggioda pierodm il 17/02/2009, 13:24

I numeri hanno il loro valore, certamente.
Non intendevo minimizzare i ragionamenti di Incrociatore.
Ma una disfatta o una vittoria politica non può e non deve limitarsi ad essere interpretata solo attraverso i numeri.
Del resto, sono anni e anni che dopo ogni tornata elettorale si fanno grandi speculazioni sui flussi e sulle sottrazioni percentuali, senza che la cosa alla fine risulti illuminante, visti i risultati che spesso si verificano nella tornata seguente.
E di "tornate seguenti" amarissime da queste parti ne abbiamo conosciute ...

I calcoli numerici hanno un limite, soprattutto: considerano l'elettorato praticamente fermo, ossia come se la mente delle persone, il clima sociale, le aspettative, siano sempre gli stessi e tutto dipendesse da come i partiti riescono a intercettare e deviare verso il proprio recinto la direzione della mandria.
In questi ultimi due o tre anni la situazione sociale e "psicologica" italiana è molto cambiata, e ancora di più è cambiata rispetto a una decina d'anni fa, che sembrano davvero remoti e lontani.

Uno degli elementi che spiccano in questo cambiamento è la nascita del PD, con tutto ciò che di negativo l'ha accompagnato nella sua genesi e nei suoi primi vagiti, e che non stiamo qui a ricordare.
Un altro elemento è la solidità della maggioranza al governo, e si sa che spesso le vittorie chiamano altre vittorie.
Altro elemento è la demolizione non tanto dei partiti e partitini della sinistra cosiddetta "arcobaleno", ma della credibilità, della legittimità stessa della sinistra come area politica, che per molti anni era stata portata avanti solo da Berlusconi, e che nei tempi più recenti ha avuto interpreti zelanti anche dai "costruttori" del PD.
Un fenomeno suicida, quest'ultimo, che sta ottenendo effetti ancora peggiori in quanto si sposa con l'assenza pressoché totale di una dimensione politica che sostituisca ciò che si è con tanta ostinazione demolito.
Ulteriore elemento è la crisi economica, che rende sempre più difficile la vita quotidiana, e conseguentemente più forte la richiesta di soluzioni o di prospettive, che il PD non riesce a fornire sia per l'accennata debolezza ideologica, sia per le divisioni interne strutturali che ne minano la credibilità.
E poi, non ultima, la sempre crescente potenza propagandistica che la destra è in grado di mettere in campo, che fa strage nel vasto campo dell'elettorato "indeciso", che il PD s'illude da anni di richiamare a sé col pigolìo di programmi farraginosi o con atteggiamenti che vorrebbero essere "concilianti" e che finiscono per essere solo afoni - e qualche volta perfino ridicoli.
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Re: Che modo squinternato di informare

Messaggioda Paolo65 il 17/02/2009, 14:01

Incrociatore, non so se per infantilismo s'intenda chiedere una volta per tutte chiarezza ad una classe dirigente, quella di CS e del PD, la quale finora ha ingannato i suoi elettori.

Ero critico con CS targato Prodi, che infatti è naufragato,ero scettico sul PD ma ho confidato in Veltroni, oggi dopo questo fallimento politico un elettore avrà pure diritto di avere notizie certe su cosa vuole fare il suo partito prima di votarlo?

Finora questa classe elettorale mi ha ingannato e deluso ma ha ottenuto comunque il mio voto. Da domani questo non succederà più e siccome non sono capaci di essere chiari lo sarò io:

Se il PD si rimette con la SR non lo voterò.

Se si mette con l'UDC lo voterò solo dopo che mi abbiano spiegato cosa vogliono fare.

Se facessero un accordo politico con i Radicali li lo voterei ad occhi chiusi, perchè i Radicali hanno idee liberali in economia, sul mercato del lavoro e sui temi etici. Inoltre hanno una politica estera che mi soddisfa.

Hanno il difetto di essere eccessivamente anticlericali ,ma visti i difetti che io riscontro nelle altri possibili alleati, quello al confronto è una inezia.

Da questo posizione non mi sposterò anche se per qualcuno la considerata superficiale o infantile.

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Re: Che modo squinternato di informare

Messaggioda ranvit il 17/02/2009, 14:01

Da repubblica.it :

EDITORIALE
La prova di forza del Cavaliere
di MASSIMO GIANNINI

"Qui l'invasore non passerà", aveva detto con troppa sicumera Walter Veltroni, in chiusura di campagna elettorale. Invece, secondo i dati parziali dello spoglio, Berlusconi ha vinto anche in Sardegna. L'invasore non solo è passato. Ma ha dimostrato di essere il "padrone dell'isola". Ha confermato di essere il "padrone d'Italia". Se lo scrutinio finale non si discosterà dalle percentuali della notte, questo dice il risultato del voto regionale sardo. Trasformato fatalmente in un test di mezzo-termine, per il rapporto tra il Cavaliere e il Paese, per gli equilibri interni al Pdl e per il futuro del Pd.

Nel rapporto tra il Cavaliere e il Paese (salvo sorprese clamorose nello spoglio definitivo) il voto della Sardegna evidenzia un dato politico incontrovertibile. La luna di miele tra il premier e l'Italia non è affatto finita. Nonostante le difficoltà del governo su scala nazionale, nonostante i morsi della crisi economica.

Con questa vittoria, Berlusconi rinnova il mito del Leader Invincibile. A sconfiggere Soru non è stato Ugo Cappellacci, ma il premier in persona. "Ci ho messo la faccia", ha detto. E per questo ha vinto, battendo l'isola palmo a palmo, weekend dopo weekend. E ancora una volta, forte di questa personalizzazione della campagna, e di questa presidenzializzazione del voto, ha sbaragliato l'avversario. Ha spazzato via la logica antagonista sulla quale avevano contato Soru e il Pd: la Sardegna in carne e ossa del modello Tiscali e dei modernizzatori schierati per lo sviluppo sostenibile contro la Sardegna di cartapesta di Villa Certosa e dei ricchi cementificatori della costa. La banda larga di Renato contro la bandana di Silvio. Questo schema "sociologico" non ha retto alla prova dell'urna.

Il dato politico dice che le percentuali di voto ottenuto in Sardegna dal Pdl e dal Pd (se saranno confermate dal risultato definitivo) ricalcano quelle già registrate alle ultime politiche: tra il 48 e il 50% il primo, tra il 44 e il 46% il secondo. È la conferma che il blocco sociale creato dal centrodestra è ormai strutturale, e non è scalfibile dal centrosinistra.

Per gli equilibri interni al Pdl, con questa vittoria Berlusconi rafforza il ruolo del Sovrano Indiscutibile. Regola, una volta per tutte, i conti con la sua maggioranza. Quando c'è un voto da conquistare, quando c'è un consenso da rafforzare, non ce n'è per nessuno. Vince il Cavaliere, da solo. Può anche candidare un Carneade contro il parere dei suoi alleati, come ha fatto con Gianni Chiodi in Abruzzo. Può anche candidare il figlio del suo commercialista facendolo sapere agli alleati attraverso i giornali, come ha fatto con Cappellacci in Sardegna. Può anche candidare il suo cavallo, come fece Caligola. Ma se poi è lui a corrergli in groppa, il traguardo finale è assicurato.

Non c'è Bossi che tenga con i suoi diktat sul federalismo e i suoi distinguo sulla Costituzione. Meno che mai c'è Fini, con le sue difese lealiste di Napolitano e le sue pretese "laiciste" sulla bioetica. Chi vince ha sempre ragione, e comanda. Da domani, in un Pdl sempre più militarizzato, sarà probabilmente impossibile registrare il benché minimo caso di ammutinamento. E forse, vista l'esperienza sarda, sarà verosimilmente possibile che nell'Udc scatti di nuovo la tentazione di un arruolamento.

Per il futuro del Pd, la sconfitta in Sardegna (se sarà ribadita dall'esito ufficiale) rischia di suonare come una doppia campana a morto. Innanzi tutto per Soru, che aveva a sua volta personalizzato questa battaglia, accreditando l'idea che un suo trionfo lo avrebbe accreditato per una "nomination" nazionale: a questo punto il suo sogno tramonta, e per quanto abbia inciso il voto disgiunto il governatore uscente non è riuscito a ripetere il miracolo del 2004, quando vinse grazie al sostegno di quei ben 94 mila elettori che votarono per lui e non per la coalizione. Ma soprattutto per Veltroni e per la sua leadership. Se fossero vere (e confermate) le prime indicazioni sul voto alle liste, il distacco patito dal Pd rispetto al Pdl sarebbe drammatico: oltre i 20 punti percentuali.

Si avvicina il momento di una inevitabile resa dei conti per un "apparatciki" troppo autoreferenziale nella gestione del partito e troppo ondivago nell'azione politica. La ricomposizione della Sinistra Arcobaleno, alla luce della vicenda sarda, non è sufficiente. E ora cade anche l'illusione che Berlusconi si batta con un "uomo nuovo", fuori dalle nomenklature romane. Neanche questo basta a espugnare la fortezza del Cavaliere. Per Veltroni, e per il centrosinistra riformista, è un vicolo cieco. Per uscirne urge almeno un vero congresso. Da statuto, è previsto dopo le europee. Ma di questo passo c'è da chiedersi cosa resterà del Pd, dopo l'Election Day del prossimo giugno.

m. gianninirepubblica. it

(17 febbraio 2009)
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Re: Che modo squinternato di informare

Messaggioda incrociatore il 17/02/2009, 14:13

Paolo65 ha scritto:Da questo posizione non mi sposterò anche se per qualcuno la considerata superficiale o infantile.

io non considero infantili le tue posizioni... sulla stragrande maggioranza concordo... pensa un po'.

Ho detto più o meno le stesse cose... ritengo infantile solo il gioco "se c'è lui, io non ci sto"...

Definiti quali sono i principi sui quali il PD si deve reggere (etica, democrazia interna, possibilità di accesso alla formazione delle opzioni programmatiche etc...) non vedo perché all'interno dello stesso partito non possano coesistere anche anime diverse... poi si deciderà a maggioranza su tutto il resto... quale riforma delle pensioni fare, quale plitica economica promuovere etcc...

L'importante che tra i principi sia chiaro il come ognuno deve stare dentro a un partito... non che a ogni piè sospinto saltino fuori le "ragioni di coscienza" dei soliti... questo deve essere scritto con il sangue. La maggioranza si accetta e si rispetta... che non vuol dire non combatterla... ma nelle sedi proprie non dal Bruno Vespa di turno.
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Re: Che modo squinternato di informare

Messaggioda incrociatore il 17/02/2009, 14:22

ranvit ha scritto:La prova di forza del Cavaliere

non concordo con Giannini... il voto sardo ha dimostrato quanto berlusconi possa imporre i suoi uomini, ma anche che il PDL avrà una vita tutt'altro che tranquilla... AN e FI in se hanno un risultato deludente (nel contesto della vittoria), mentre sono proprio i partiti fuori dal PDL a essere muscolari... e quindi i muscoli, più di prima, non mancheranno di mostrarli.
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Re: Che modo squinternato di informare

Messaggioda guidoparietti il 17/02/2009, 14:24

Il problema è che l'attuale alternativa a Veltroni (Bersani in nome e per conto di D'alema) non si porta dietro soltanto un progetto di alleanze, con il quale si potrebbe concordare o discordare (io discordo) ma soprattutto, senza dirlo troppo esplicitamente (salvo eccezioni), un modello di partito. Perché la forza di D'alema, e di riflesso di Bersani, è sempre stata e sempre sarà (non è cambiata una virgola dai tempi della svolta di Occhetto ad oggi) quell'insieme di apparati che hanno costituito e costituiscono il freno più forte al cambiamento.
Si può accusare Veltroni di essere stato troppo debole contro di loro, è un'accusa che in parte condivido pur non potendo dimenticare le oggettive difficoltà del compito, ma buttarsi per ripicca nella bocca di chi invece li sostiene a spada tratta sarebbe una mossa poco saggia, se l'obiettivo è liberarsi da questa nomenklatura incrostata, bloccata e, talvolta, corrotta. Ma si sa che gli obiettivi di grande momento e impatto emotivo, se perseguiti senza ragionare, spesso si rovesciano nel loro contrario quindi non mi stupirei, anche se me ne spiacerebbe assai, neanche di un clamoroso arretramento a furor di popolo.

Il PD, e secondo me l'intera democrazia italiana, si gioca su questo punto, se si riuscirà a costruire un partito davvero democratico oppure se vinceranno le resistenze di chi è posizionato saldamente (sia metaforicamente che fisicamente) nelle strutture oligarchiche e opache dei vecchi partiti.

Se non va Veltroni, si pensi a qualcuno che sia più avanti sulla stessa strada, non ad un ritorno al passato (non tanto nelle alleanze ma sul modello di partito).
Ultima modifica di guidoparietti il 17/02/2009, 17:45, modificato 1 volta in totale.
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Re: Che modo squinternato di informare

Messaggioda Stefano'62 il 17/02/2009, 14:35

Secondo me mettersi a fare sondaggi per vedere quali cose occorre dire per poi ottenere i voti,non è politica.
Politica è stabilire quali sono i principii che ci ispirano,stabilire quali obiettivi si sceglie di perseguire,e stabilire come perseguirli in ossequio ai principii che ci identificano.
Poi si cerca di comunicare questo nostro modo di essere,e al contempo si cerca di convincere gli elettori della validità di quello in cui ci identifichiamo.
Se la gente vota qualcun altro non significa che si è sbagliato la strategia;significa piuttosto che la maggioranza la pensa in modo diverso,e questo NON DEVE essere preso a pretesto per cambiare idea,perchè non è il numero di persone che ha un'idea che la rende valida (pensate a quanta gente guarda il grande fratello....).
I Radicali che piacciono a Paolo io non li voto perchè non mi convincono del tutto,però loro ragionano così (mi pare) e questo è un grandissimo pregio in democrazia.
Le idee si cambiano dopo una riflessione che ci convince di avere avuto torto....NON perchè un maggior numero di persone la pensa diversamente (questo si chiama trasformismo e denuncia il vero obiettivo di quel politico:il potere).
Piuttosto si può immaginare un modo differente di fare proselitismo politico per essere certi che chi ci ha votato contro lo abbia fatto a ragion veduta,democraticamente,e non sia invece un voto buttato via.
Perchè ora la destra di nerone vince ?
Davvero non lo si capisce ?
Ha usato due strategie combinate.
1.Da un lato ha usato i sondaggi per capire dove l'elettorato è più sensibile e dove sia proficuo dare risposte,che a prima vista non è disdicevole perchè la politica DEVE dare risposte alla gente....caso mai è orribile che le risposte vengano date in spregio ad un qualsiasi ragionamento sui principii e siano finalizzate solo al raggiungimento del consenso e del potere.
Ancora più orribile è creare e ingigantire artatamente tramite i media emergenze inesistenti e poi dare facili risposte.
Chi opera così vince per forza perchè non si sente in obbligo di fare ragionamenti o di rispettare principii dato che non ne ha,e l'unico modo per evitare che gli elettori vengano ingannati in questo modo è l'esistenza di un buon sistema informativo che tolga la maschera a tutto ciò che è puro Slogan senza vera sostanza.
Dare informazioni in modo squinternato è la direzione opposta e direi autolesionista,dato che Repubblica sembra essere nell'area del CS.
2.Dall'altro lato,sui temi base a lui più cari (scelti per convenienza più che per ragioni di principio) hanno semplicemente cercato di cambiare la testa della gente tramite decenni di infame lavaggio del cervello con slogan mirati e ancora con falsa informazione,e questa è una cosa orribile perchè è molto diverso dal cercare di convincere gli elettori tramite il dibattito politico e senza obbligarli ad accettare passivamente un'idea trasformandola in un dogma.

Traduzione:se io gioco una partita contro qualcuno che bara e si dopa,e perdo.....non posso pensare di aver perso perchè ho giocato male !

Qual'è il nesso con il forum ?
Modi squinternati di informare vanno sempre nel senso di stimolare una cattiva politica,e vanno censurati a prescindere di chi se ne rende responsabile.
Bravo Incrociatore.

Stefano
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Re: Che modo squinternato di informare

Messaggioda Stefano'62 il 17/02/2009, 14:40

PS
Continuare a cambiare segretari come fossero calzini,significa.
1.ammettere di avere sbagliato e negare che invece l'avversario continui a barare e giocare sporco.
2.ammettere di non avere personaggi validi.

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Re: Che modo squinternato di informare

Messaggioda ranvit il 17/02/2009, 16:59

Non credo affatto che l'avversario bara e gioca sporca, semplicemente fa politica con gli strumenti di cui dispone.
Vorrei ricordare per esempio che per decenni la Rai e i giornali sono stati monopolio dei partiti di sinistra e della Dc.

Ma ammettiamo per un attimo che le cose stiano come molti qui giudicano Berlusconi e il suo agire.
E allora? Cosa facciamo, aspettiamo che Berlusconi muoia?

Io credo che il problema sia quello di cui parlavo nel primo intervento : molti elettori "centrali" votano Berlusconi perchè ritengono che, nonostante tutto, sia l'unico leader politico capace di governare in modo accettabile questo Paese. Mentre la classe politica del Cs è ritenuta oltrechè incapace di governare anche ampiamente rappresentata da dirigenti politici, nazionali o locali, dediti prevalentemente a ruberie di vario genere.
Insomma meglio un solo furfante che tantissimi furfantelli!

Quindi è necessario un totale rinnovamento del personale politico indipendentemente dai programmi di 280 pagine o meno.

Vittorio
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