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Il M5S, la monnezza ed i conflitti di interesse

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Re: Il M5S, la monnezza ed i conflitti di interesse

Messaggioda Robyn il 06/10/2016, 18:26

Se questo anche era un politicante,
http://www.filosofico.net/gobetti.htm
Locke la democrazia è fatta di molte persone
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Re: Il M5S, la monnezza ed i conflitti di interesse

Messaggioda pianogrande il 06/10/2016, 22:24

Gabriele

Dire "non fa il politicante" è usare un termine dispregiativo generico e fuorviante (perfino qualunquista) nei confronti di chi fa politica.

La mia risposta quello voleva dire e rimane perfettamente in chiave col tuo discorso.
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Re: Il M5S, la monnezza ed i conflitti di interesse

Messaggioda gabriele il 07/10/2016, 11:00

pianogrande ha scritto:Gabriele

Dire "non fa il politicante" è usare un termine dispregiativo generico e fuorviante (perfino qualunquista) nei confronti di chi fa politica.

La mia risposta quello voleva dire e rimane perfettamente in chiave col tuo discorso.


Pianogrande, non è così e te l'ho scritto. Esistono politici e politicanti. Quindi non è per nulla in chiave col mio discorso.
Chi sa, fa. Chi non sa, insegna. Chi non sa nemmeno insegnare, dirige. Chi non sa nemmeno dirigere, fa il politico. Chi non sa nemmeno fare il politico, lo elegge.
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Re: Il M5S, la monnezza ed i conflitti di interesse

Messaggioda mariok il 07/10/2016, 17:30

Non so perché ma mi ricorda l'attentato a Belpietro :mrgreen:

Grillo e Raggi: “Ordigno in casa di un collaboratore”. La Questura ridimensiona l’episodio

Sul blog di Beppe Grillo denuncia del ritrovamento dell'innesco di un ordigno in casa di un collaboratore della sindaca di Roma. La denuncia con un post firmato dal garante del movimento e da Raggi intitolato "Nessuno resti indietro". Sui fatti indagano le forze dell'ordine. Gli esponenti del M5s chiedono l'intervento del ministero dell'Interno.
POLITICAROMAULTIME NOTIZIE 6 OTTOBRE 2016 21:33 di Valerio Renzi

Arriva dal blog di Beppe Grillo la gravissima denuncia del ritrovamento di un ordigno in casa di un collaboratore dello staff sindaca di Roma. La denuncia con un post firmato dal garante del movimento e da Virginia Raggi intitolato "Un ordigno non ci fermerà". Sui fatti indagano le forze dell'ordine. Ad essere colpito dal messaggio intimidatorio un collaboratore del vicesindaco Daniele Frongia, circostanza confermata anche dall'assessore Paola Muraro in studio a Piazza Pulita su La 7. Gli esponenti del M5s chiedono un intervento del ministro dell'Interno e si dicono disponibili a collaborare con le forze dell'ordine.

La Questura di Roma in una nota ha ridimensionato l'episodio, chiarendo di non aver mai parlato di un'intimidazione e chiarendo la natura dell'innesto composta da "tre pile avvolte tra di loro con un filo, una specie di giocattolo, una sorta di simulacro lasciato sul davanzale della finestra".


Il testo del post firmato da Raggi e Grillo.

Nessuno deve restare indietro, nessuno deve rimanere solo. Lo abbiamo detto sempre e lo diciamo con più forza oggi perché uno di noi, un cittadino, un collaboratore della giunta M5S di Roma, è stato oggetto di una minaccia inaccettabile in un Paese civile: il ritrovamento dell’innesco di un ordigno nella sua abitazione a Roma. Si tratta di un messaggio che le forze dell’ordine, alle quali va un ringraziamento per il lavoro svolto con serietà e discrezione, hanno valutato come un atto intimidatorio. Diamo fastidio a qualcuno. Le indagini sono in corso e non vogliamo disturbare chi se ne sta occupando in queste ore. Siamo pronti a collaborare con le forze dell’ordine e chiediamo al ministero dell’Interno di intervenire quanto prima. Intanto, però, non dobbiamo lasciarci spaventare. Dobbiamo fare quadrato attorno a chi di noi viene attaccato, perché siamo una comunità unita che affronta i problemi insieme. Nessuno deve essere lasciato solo. Questo è il momento di dimostrarlo. I cittadini ci stiano vicino.

continua su: http://roma.fanpage.it/beppe-grillo-e-v ... aboratore/
http://roma.fanpage.it/
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Re: Il M5S, la monnezza ed i conflitti di interesse

Messaggioda pianogrande il 07/10/2016, 19:38

Hanno scomodato anche la memoria di Falcone e Borsellino tanto per appropriarsi di valori altrui come fanno spesso.

http://www.unita.tv/opinioni/grillini-r ... to-teatro/

Sissì.
Tenete duro, non vi spaventate, andate avanti.

La prossima volta vi presto un carro armato di quelli con la chiavetta per dare la carica.
Lo potrete lanciare contro il Campidoglio e poi gridare al colpo di stato.

Ma pensa te.
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Marino assolto

Messaggioda pianogrande il 07/10/2016, 19:42

Intanto il piddiromano e quello nazionale con Renzi in testa (e Orfini che è andato per commissariare e è stato commissariato) incassano l'ennesima figura di cacca.

http://roma.repubblica.it/cronaca/2016/ ... ef=HRER3-1

Il fatto di Marino non sussiste ma la vigliaccata del PD, pur non costituendo reato, sussiste eccome!
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Re: Il M5S, la monnezza ed i conflitti di interesse

Messaggioda mariok il 07/10/2016, 19:51

La sentenze riguardanti marino e Cota mi lasciano molto perplesso.

Ma forse è meglio parlarne in altro 3d.
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Re: Il M5S, la monnezza ed i conflitti di interesse

Messaggioda flaviomob il 07/10/2016, 23:17

In quest'epoca paranoica la sindrome da accerchiamento potrebbe portare consensi ai pentastelluti: forse ora cominciano a capirlo anche loro. :mrgreen:


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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Re: Il M5S, la monnezza ed i conflitti di interesse

Messaggioda pianogrande il 08/10/2016, 0:07

flaviomob ha scritto:In quest'epoca paranoica la sindrome da accerchiamento potrebbe portare consensi ai pentastelluti: forse ora cominciano a capirlo anche loro. :mrgreen:


Ma non erano loro ad accerchiare?
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Re: Il M5S, la monnezza ed i conflitti di interesse

Messaggioda mariok il 08/10/2016, 9:37

Finalmente una che non parla di "gomblotti", di corrotti e di farabutti.

L'unica affermazione che lascia perplessi è che alla fine del mandato da sindaca, nel 2021, lascerà l’impegno politico nelle istituzionì.

E come si costruisce così una classe dirigente? Chi rappresenta la continuità, Grillo e la famiglia Casaleggio?

Appendino: “Non governo con il bazooka. Torino più importante del M5S”
La sindaca: “Renzi parlava di rottamazione ma qui ha candidato Fassino”

07/10/2016
MASSIMO GRAMELLINI
TORINO

Nel conversare con la gentilissima Chiara Appendino, da cento giorni sindaca di Torino, mi sono sentito come quei giornalisti del secolo scorso che si ritrovavano a intervistare un esponente della nomenclatura comunista ai tempi del «centralismo democratico». Mai una polemica, uno slogan a effetto, una battuta fuori linea o anche solo fuori posto. Quella che leggerete non è dunque un’intervista in senso classico, ma l’eroico (patetico?) tentativo di un dentista delle parole di fare spalancare la bocca a una paziente che tiene le labbra serrate in un enigmatico sorriso.

Sindaca Appendino, la descrivono come una ragazza della buona borghesia torinese attratta in tenera età dalla politica. Si riconosce nel ritratto?
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«Per nulla. Ho fatto il liceo classico al Gioberti, non riuscivo a parlare in pubblico senza diventare rossa, ma non ero impegnata in politica, anche se una volta ricordo di avere votato i Verdi».

Cosa le piaceva?
«Il calcio. Giocavo coi maschi. Ala sinistra».

Chissà quanti calci ha preso.
«Veramente ero più io a darne. Nel 2006 andai con gli amici in tenda ai Mondiali tedeschi. Seguimmo l’Italia dagli ottavi fino alla finale di Berlino».

Gli anni dell’università.
«Ero indecisa tra filosofia ed economia internazionale. Scelsi economia perché volevo lavorare nelle Organizzazioni non governative, le Ong».

Eccola, la ragazza idealista.
«Nelle Ong non ci ho lavorato neppure un giorno. Ho conosciuto mio marito, lui sì appassionato di politica. E un giorno ci siamo fermati davanti a un banchetto dei Cinquestelle».

La folgorazione.
«La pignoleria. Io sono una che, prima di firmare qualsiasi cosa, si legge pure le postille. Nel leggere, mi sono interessata. E ho cominciato a frequentarli».

Fino al fatidico 12 maggio 2015. «Alla consigliera Appendino che mi critica, dico: il giorno in cui lei siederà su questa sedia…». La famosa seconda profezia di Fassino. (La prima era stata su Grillo).
«Stavo chiedendo conto di come venivano spese le risorse di una fondazione culturale. Ma a diventare sindaca non ci pensavo ancora. Diciamo che quella frase ha velocizzato i processi di scelta della candidatura».

Velocizzato i processi di scelta della candidatura. Lei parla come…
«… una laureata in pianificazione e controllo di gestione».

Per questo ha conquistato i poteri forti. La incontrano sospettosi e all’uscita commentano: però, che persona seria.
«Pesa il cliché del Cinquestelle, ma io non mi presento mica con il bazooka. Credo che il senso sabaudo delle istituzioni vada al di là dell’appartenenza partitica».

Qualcuno dei suoi amici grillini parla di mutazione genetica.
«Rivendico l’anima movimentista ma adesso ho un ruolo istituzionale».

Si aspettavano di essere coinvolti di più.
«Essere al governo non significa dare dieci poltrone agli attivisti nelle aziende partecipate. Quella si chiama occupazione del potere, ma dobbiamo renderli partecipi nelle decisioni».

Le giova il paragone con la Raggi.
«Io l’ho trovata molto determinata e tutt’altro che sconfortata».

Naturale. Però è la Raggi che non trova gli assessori.
«Trovare un assessore al Bilancio a Roma non è semplice».

Certamente. Per quanto il ritorno in scena di Grillo…
«Lo considero un bene per il movimento».

Chiaro. Ma Davide Casaleggio, un privato cittadino, ha in mano le chiavi di tutto.
«Una figura di riferimento. Non lo vivo come un padrone».

Ci mancherebbe. Intanto Pizzarotti se n’è andato.
«Una scelta legittima che non condivido».

Impeccabile. Posso almeno chiederle se andrebbe a cena più volentieri con Di Battista o con Di Maio?
«Se avessi una serata libera, la passerei con mia figlia».

Io ci ho provato. Ma ammetterà che avete qualche difficoltà.
«Ogni volta dicono che i Cinquestelle stanno per scomparire, ma non succede mai. Vinceremo se riusciremo ad amministrare i beni comuni, coinvolgendo i cittadini».

Però lei ha appena chiesto un dividendo extra alla società dell’acqua pubblica.
«Mi è spiaciuto, non succederà più. Ma quest’anno ci tocca fare quadrare un bilancio che abbiamo ereditato da Fassino».

Con Chiamparino va meglio. Com’è che vi chiamano?
«Chiappendino».

Che differenza c’è tra il Chiampa e Fassino?
«Basta andare in giro con lui e vedi la differenza. Fassino era percepito come uno che non viveva la città».

Si immaginava di batterlo?
«La spinta di quel modello si era conclusa. C’era voglia di una nuova forza propulsiva. Al primo turno sono rimasta poco visibile per capitalizzare l’onda mediatica al ballottaggio. Ma non dimentico che tanti torinesi non sono andati a votare né per me né per lui».

Lei parla come un libro stampato. Qualcuno, non Fassino stavolta, le profetizza un futuro da premier.
«Impossibile. Alla fine del mandato da sindaca, nel 2021, lascerò l’impegno politico nelle istituzioni. I dieci anni previsti dal nostro regolamento interno sono scaduti. Tornerò al mio lavoro. E magari metterò in cantiere altri figli».

Lei ha avuto una bambina poco prima di essere eletta. Trova ancora il tempo per le cose normali?
«Continuo a fare la spesa. Le persone si stupiscono e mi chiedono se sono una sosia del sindaco. Perché fa la spesa?, dicono. E io rispondo: perché mangio».

Come deve essere una donna di governo?
«Empatica. Una che ascolta».

In America voterebbe la Clinton, ovviamente.
«Non so chi voterei. A me piaceva Sanders».

Ah. Abbozzi un bilancio dei suoi cento giorni.
«Molti si aspettavano un cambiamento immediato, ma ci vorrà tempo. Registro però una forte apertura di credito e una grande attesa. Mi sento addosso una triplice responsabilità. Verso la mia città, la mia generazione e il mio movimento. Da me ci si aspetta qualcosa di più perché sono Cinquestelle, perché sono giovane e perché sono donna. Devo sempre dimostrare qualcosa a tutti».

La cosa di cui finora va più orgogliosa?
«Avere dimezzato i costi dello staff, come promesso».

Qualcuno dice che il Salone del Libro ridimensionato a vantaggio di Milano sia stata una vendetta del governo contro la giunta grillina.
«La crisi del Salone era cominciata prima e ha radici giudiziarie, non di politica nazionale. Ma reagiremo. La competizione non è con Milano, ma con noi stessi».

Come è andato l’incontro con Renzi?
«Grande cortesia istituzionale».

Ti pareva. Non l’ha sedotta con la sua parlantina?
«Del referendum potrebbe parlarmi per ore e resteremmo lontani anni luce. Piuttosto continuo a chiedermi: perché uno che parla di rottamazione non ha trovato il modo di intercettare la voglia di cambiamento e ha candidato Fassino a Torino?».

Un’unghiata, finalmente. Mi dice un pregio e un difetto dei torinesi?
«Prima i pregi».

Immaginavo.
«Grande senso delle istituzioni».

I difetti, adesso. Si sforzi.
«Il cambiamento ci spaventa. E poi siamo un po’ chiusi. Che però è anche un pregio…».
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
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