da mariok il 01/10/2016, 19:33
Pari condizioni di partenza, libera concorrenza che premi i migliori, no ad assistenzialismo, ad aiuti di stato ed a rendite di posizione.
D'accordo. Il problema è come assicurare concretamente queste condizioni.
Anche le politiche liberiste hanno gli stessi obbiettivi. Il problema è che non riconoscono l'importanza di un dato di fatto: che il mercato tende spontaneamente alla creazione di posizioni dominanti, che contraddicono di fatto il principio delle pari opportunità.
Non a caso la nostra costituzione (cosa di cui si dimenticano i paladini che dicono di difenderla solo quando si parla di distribuzione dei poteri), all' art. 45 stabilisce:
La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. La legge ne promuove e favorisce l'incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità.
La legge provvede alla tutela e allo sviluppo dell'artigianato.
Pensiamo che esso sia giustamente attuato attraverso la concessione di benefici fiscali ad aziende che solo formalmente si definiscono cooperative?
O bisognerebbe rivedere profondamente il mercato e le sue regole, gli "opportuni controlli" che non ci sono, il sistema del credito, perché la concorrenza sia veramente libera, non solo per garantire i diritti dei consumatori, ma anche per dare a chi abbia un'idea, un progetto e la volontà di mettersi alla prova la possibilità di intraprendere?
Non dovrebbe essere soprattutto questo il terreno su cui dovrebbe misurarsi una forza che voglia definirsi di ispirazione socialista?
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville