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Brexit e se avessero ragione?

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Brexit e se avessero ragione?

Messaggioda trilogy il 17/09/2016, 9:46

Sugli immigrati ha ragione da vendere. Qua arrivano150 mila persone l'anno. Noi siamo obbligati ad accoglierli mentre in nostri partners europei hanno chiuso le frontiere. Questi ora rimangono tutti qua. A fare cosa non si sa.
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Re: Brexit e se avessero ragione?

Messaggioda Robyn il 17/09/2016, 16:52

Questa cosa cioè reinvestire il surplus della Germania non è credibile.Io sono d'accordo con renzi i migranti devono fermarli i paesi del mediterraneo con intese di partenariato con i paesi liberi di transito senza muri e senza aspettare la Germania.Questo perche l'immigrazione sembra essere funzionale al disegno liberista cioè basare i rapporti non con la democrazia ma con il mercato senza regole "JP Morgan le costituzioni basate sulla democrazia vanno superate"Infatti il surplus della Germania è collegato alle migrazioni con la quale la stessa riesce a calmierare le retribuzioni dei lavoratori ed in questo modo a soffocare i paesi del mediterraneo perche il surplus determina l'aumento dei tassi di interesse con la quale i paesi dell'europa mediterranea devono fare i conti.Questo ha un duplice effetto,le migrazioni che portano a bassi redditi,disoccupazione e precarietà e difficoltà a finanziarsi con bassi interessi per investire " In breve in Germania le migrazioni non devono arrivare " Allo stesso tempo i paesi del mediterraneo devono cercare di rendere competitive le loro democrazie agendo sugli sprechi sulla diminuzione del cuneo fiscale del contrasto all'evasione.Il contratto a tutele crescenti privilegia i paesi del nord europa,perche rende inabitabili con la precarietà i paesi del mediterraneo che sono interessati dalla perdita delle migliori capacità ed energie a favore dei paesi del nord europa.Infatti la Germania dice sì a tutte quelle riforme fatte nel nostro paese che fanno i suoi interessi
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Re: Brexit e se avessero ragione?

Messaggioda mariok il 18/09/2016, 10:17

L’INTERVISTA AL PREMIER
Renzi: «Un fallimento l’austerity europea. Gli altri violano le regole»
Il premier: «Noi salviamo gli immigrati mentre l’Europa fa i convegni». E sul referendum: «Non riguarda il mio futuro. Pronti a cambiare l’Italicum»
di Maria Teresa Meli

Matteo Renzi, che è successo al vertice di Bratislava?
«Nessuna rissa, semplicemente un’occasione persa. Bratislava doveva essere la svolta, e invece è stata l’ennesima riunione finita a discutere le virgole di un documento che dice tutto e non dice nulla. Dopo Brexit l’Europa deve reagire, non tergiversare».
Nessuno si aspettava però un attacco italiano così duro.
«Ho parlato duro quando nel documento presentato non ho trovato una riga su Africa e immigrazione, né una riga su crescita e Europa sociale. Per rilanciare dobbiamo cambiare la direzione dell’Europa, non cambiare il palazzo del summit. Si finge di non vedere che la questione migratoria non si esaurisce nell’accordo, tutto da verificare, con la Turchia. E bisogna riconoscere che l’austerity europea ha fallito mentre la politica americana di investimenti ha portato l’amministrazione Obama al record di posti di lavoro. Non è un attacco, ma solo la realtà dei fatti».
Dica la verità: si è risentito perché Merkel e Hollande non l’hanno invitata alla conferenza stampa.
«La prego, siamo seri: questa è l’Europa, non l’asilo. Non ho nessun problema con Merkel e Hollande. Ho incontrato il presidente francese alla fine e ci siamo salutati con la consueta amicizia. Ma io non faccio la bella statuina, aderendo a decisioni che non decidono nulla. Se vogliamo fare le cose serie, l’Italia c’è. Se vogliamo passare i pomeriggi a scrivere documenti senza anima e senza orizzonte, possono fare anche da soli. Fare conferenze stampa in cui non si dice nulla non è il sogno della mia vita. E fingere di essere d’accordo quando non lo si è non è serio».


Berlino dice che alla fine anche lei ha approvato l’agenda e richiama lo spirito di Bratislava.
«È finita come finisce sempre. Qualcuno pone questioni di merito, serie. E altri rispondono con il maquillage dei documenti, con le modifiche degli sherpa, con le virgole cambiate. E in nome dell’unità chiedono di dire fuori che siamo tutti d’accordo. Non so a cosa si riferisca la cancelliera Merkel quando parla di spirito di Bratislava. Se continua così più che lo spirito di Bratislava discuteremo del fantasma dell’Europa. A Bratislava abbiamo fatto una bella crociera sul Danubio, tutti insieme. Ma io speravo di rispondere alla crisi provocata dalla Brexit, non solo di farmi un giro in barca».
Qualcuno dice che lei sta facendo tutto questo per la legge di Stabilità.
«La legge di bilancio italiana è pronta. Onora le regole europee, il deficit scende ancora, rispetta i parametri del fiscal compact che il Parlamento precedente ha votato su indicazioni di Brunetta e Fassina, responsabili economici dei partiti di allora. Dunque la nostra non è una tattica per strappare qualche decimale in più di flessibilità: noi rispetteremo le regole. E come le stesse regole prevedono, scomputeremo dal patto gli eventi eccezionali, legati al piano di prevenzione post-terremoto «Casa Italia» e all’immigrazione che l’Europa non riesce a gestire. Dunque nessuna trattativa sulla legge di Stabilità italiana, che per il terzo anno consecutivo vedrà scendere le tasse. Sono altri che dovranno giustificarsi per il mancato rispetto delle regole».


Altri chi? A chi si riferisce?
«La Spagna ha un deficit doppio del nostro. La Francia non rispetta nemmeno Maastricht con il deficit ancora sopra il 3%. La Germania viola la regola del surplus commerciale: dovrebbe essere al 6% e invece sfiora il 9%. Nessuno chiede ai tedeschi di esportare di meno, ma hanno l’obbligo di investire di più e stiamo parlando di decine di miliardi che aiuterebbero l’intera Eurozona. Ho fatto notare questa contraddizione in modo privato prima e pubblico poi. Io non sto zitto per quieto vivere. Con me il giochino “L’Italia pensi a fare le riforme” non funziona più. Noi le riforme le abbiamo fatte, le regole sono rispettate, gli impegni sull’immigrazione ci costano in termini di consenso ma sono doverosi. E dunque ho il dovere di dire che le regole valgono per tutti. Se qualcuno vuole far tacere l’Italia ha sbagliato indirizzo, metodo e sostanza».
Cosa accadrà adesso?
«La sfida sarà marzo 2017, quando a Roma festeggeremo i 60 anni dell’Ue: come ci presentiamo davanti ai concittadini di tutto il Continente? Spiegando che l’Europa dei padri fondatori è diventato un noioso club di regole finanziarie e algoritmi tecnici? O restituendo un’anima alla visione europea? Li ho portati a Ventotene per costruire un percorso, non per vedere il panorama o mangiare il pesce. Tra l’altro due mesi dopo l’anniversario dei trattati ci sarà il G7 a Taormina. Iniziano dunque otto mesi decisivi per la nostra politica estera e per la credibilità delle nostre istituzioni. Voglio risultati concreti, non parate scenografiche».
Sull’immigrazione siete tornati a mani vuote?
«Sull’immigrazione per il momento l’Europa ha parlato tanto e fatto poco. Noi abbiamo fatto gli hotspot, il fotosegnalamento, i salvataggi, la lotta agli scafisti. Loro hanno messo un paio di navi nel Mediterraneo che scaricano i migranti in Sicilia: utile per fare le interviste, non per risolvere i problemi. Il giochino così non funziona. Vanno chiusi gli accordi in Africa decisi nel summit di Malta del 2015. Vanno costretti i Paesi membri a fare le ricollocazioni visto che in troppi fanno finta di niente. Vanno gestiti i rimpatri che per il momento fa l’Italia mentre l’Europa fa i convegni. Abbiamo proposto sei mesi fa il Migration Compact. Juncker lo ha ripreso nel suo discorso e gli siamo grati. Ma per il momento sono parole. L’Italia se necessario farà da sola: sappiamo come fare. Ma allora l’Europa ammetta di aver fallito e dica che gli egoismi sono più forti della politica: farebbe più bella figura. Non possiamo lasciar esplodere il problema dell’immigrazione per l’incapacità dell’Europa. Nel frattempo stiamo costruendo una nuova sede per il Consiglio europeo che costa qualche miliardo: hanno scelto i miei predecessori, non posso dire nulla. Ma proporrò di mettere davanti alla sede il barcone che l’Italia ha recuperato dal fondo del mare e che adesso è ad Augusta. Almeno tutte le volte che c’è una riunione anziché guardare solo i divani nuovi, si guarderà l’immagine di quel barcone e dello scandalo di una migrazione».
C’è anche chi dice che ha fatto quell’attacco a Bratislava per attirare gli elettori meno europeisti. È preoccupato per il referendum?
«No. Mai stato ottimista sull’esito come adesso. Nessuno parla più di “rischio democratico”, il clima è più disteso. Prima o poi inizieranno a circolare i facsimile della scheda e tutto sarà chiaro. Lì si parla di riduzione dei parlamentari, di riduzione dei costi delle regioni, di soppressione del Cnel, di superamento del bicameralismo paritario, obiettivo condiviso da tutte le coalizioni in sede di campagna elettorale, sempre. Quando si diraderà la nebbia dell’ideologia parleremo di merito e gli indecisi sceglieranno il Sì perché è l’unico modo per cambiare questo Paese. Altrimenti si resta nella palude delle bicamerali di troppi anni fa. E l’Italia torna all’instabilità. Noi stiamo andando bene: quattromila comitati, migliaia di persone che partecipano a iniziative e sottoscrizione, boom sul sito www.bastaunsi.it. L’Italia può diventare più semplice e più agile. Il futuro può finalmente trovare casa anche nel Belpaese».
Se vince il No si dimette, come aveva annunciato nel dicembre dello scorso anno ?
«Per mesi mi avete detto di non personalizzare. Ho seguito il vostro suggerimento e non parlo più di me. Questo non è un referendum sul mio futuro, ma sul futuro dell’Italia».
Avete detto che siete pronti a cambiare la legge elettorale. Che cosa significa, in concreto?
«Ritengo l’Italicum un’ottima legge elettorale: garantisce governabilità e rappresentanza. Ma non facciamo le barricate. Siamo pronti a cambiarla, qualunque sia la decisione della Consulta. La maggioranza c’è: adesso tocca alle opposizioni parlare. Devono dirci cosa propongono. Vogliono tornare ai collegi uninominali? Vogliono eliminare le preferenze? Vogliono il turno unico e non il ballottaggio? Devono tirare giù le carte loro. Noi ci siamo. Ma le opposizioni hanno qualche proposta o sanno solo dire no?».
Che ne pensa dell’ iniziativa di Parisi? Secondo lei è destinata a dare vita a un nuovo centrodestra o sarà un buco nell’acqua?
«In bocca al lupo a Parisi. Trovo alcune sue frasi esagerate e superficiali, frutto della necessità di rincorrere i suoi alleati. Ma se Parisi ce la farà mi confronterò con lui. Per il momento gli avversari sono Salvini e Di Maio. L’uno insulta la memoria di quel galantuomo che è stato Carlo Azeglio Ciampi. L’altro paragona la Repubblica italiana a una dittatura sudamericana e perde di credibilità ogni volta che apre nocca. Auguri a Parisi, ma per il momento non convince neanche i suoi. E se l’alternativa sono Salvini e Di Maio noi dobbiamo lavorare con ancora più senso di responsabilità. Perché qui è in ballo la credibilità internazionale dell’Italia, e non è poco».


17 settembre 2016 (modifica il 18 settembre 2016 | 06:53)
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Re: Brexit e se avessero ragione?

Messaggioda gabriele il 18/09/2016, 11:42

Se vince il No si dimette, come aveva annunciato nel dicembre dello scorso anno ?
«Per mesi mi avete detto di non personalizzare. Ho seguito il vostro suggerimento e non parlo più di me. Questo non è un referendum sul mio futuro, ma sul futuro dell’Italia».


Come non rispondere ad una domanda diretta.
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Re: Brexit e se avessero ragione?

Messaggioda pianogrande il 18/09/2016, 11:58

gabriele ha scritto:
Se vince il No si dimette, come aveva annunciato nel dicembre dello scorso anno ?
«Per mesi mi avete detto di non personalizzare. Ho seguito il vostro suggerimento e non parlo più di me. Questo non è un referendum sul mio futuro, ma sul futuro dell’Italia».


Come non rispondere ad una domanda diretta.


Direi che è una chiarissima marcia indietro e quindi una risposta alla domanda.

Tradotto in italiano corrente dovrebbe significare ho capito di aver fatto una fesseria a personalizzare ed ormai dovrebbe essere chiaro che non lo faccio più senza bisogno di richiedermelo ogni volta

Probabilmente, però, c'è anche un complotto per far vincere il SI visto che le opposizioni sono già impegnatissime a ricostruirsi e a cercare assessori.
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Re: Brexit e se avessero ragione?

Messaggioda mariok il 18/09/2016, 12:12

Io sono convinto che in caso di vittoria del no si dimette. Lo ha detto chiaramente in passato e lo fa intendere ancora oggi (una delle ultime frasi: "chi mi conosce sa come mi comporterò"). Al limite bisognerà vedere le modalità e i tempi.

Il punto è che l'annuncio ha prodotto un'alleanza dei no-renzi che è maggioranza, come in ogni democrazia: chi governa non ha mai mantenuto la maggioranza assoluta dei consensi.

Ciò ha spostato l'attenzione dal merito della riforma ad un 'alleanza di fatto di tutte le opposizioni, unite nel no anche se profondamente divise sulle prospettive di un eventuale dopo.
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Re: Brexit e se avessero ragione?

Messaggioda flaviomob il 18/09/2016, 14:31

Ha dato la sua parola, del resto lo aveva fatto anche con Letta: state sereni! :lol:


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Re: Brexit e se avessero ragione?

Messaggioda trilogy il 18/09/2016, 15:13

mariok ha scritto:Io sono convinto che in caso di vittoria del no si dimette. Lo ha detto chiaramente in passato e lo fa intendere ancora oggi (una delle ultime frasi: "chi mi conosce sa come mi comporterò"). Al limite bisognerà vedere le modalità e i tempi.....


E' diventato molto prudente sull'argomento anche perchè è sorto un problema coi mercati finanziari.
Le banche d'affari hanno inserito nei loro scenari uno sviluppo di questo tipo:
1. referendum costituzionale
2. vittoria del no (ipotesi)
3 governo si dimette, elezioni anticipate
4 vittoria 5 stelle (col doppio turno la loro vittoria è pressochè scontata)
5 consultanzione/referendum su permanenza o meno dell'Italia nell'euro...

Il punto 5 crea le premesse per una violenta tempesta finanziaria sull'Italia.
In pratica finchè non si chiarisce questa situazione, nessun investitore straniero mette un cent. sull'Italia, anzi si alleggerisce.
Nel momento in cui il "referendum sull'euro" fosse realmente avviato, la BCE sarebbe costretta in via cautelare a smettere di acquistare titoli di stato italiani, e lo spread si allargherebbe in modo rilevante, con effetti pesanti sui conti pubblici e delle imprese italiane. Insomma la sola ipotesi di un referendum del genere è in grado di mandare in recessione l'Italia.
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Re: Brexit e se avessero ragione?

Messaggioda Robyn il 18/09/2016, 15:51

All'Italia e ai paesi del club med Italia Grecia Spagna Portogallo Francia è più utile fare riforme diverse dalla Germania e agendo senza aspettarla.La crisi anemica dell'europa e ricollegabile alle riforme Hartz fatte in Germania che hanno indebolito il potere d'acquisto dei lavoratori.In questo modo la Germania anziche commercializzare con gli altri partner europei si è messa a commercializzare con la Cina rendendo anemica la crescita dei paesi del mediterraneo con un surplus oltre il 6% quasi il 9% danneggiando anche gli Usa perche l'europa scambia di meno con essi.Ai paesi del club med e all'Italia conviene fare riforme diverse da quelle della Germania.La prima è diminuire il differenziale fra quando paga il datore di lavoro e il reddito che realmente fluisce ai lavoratori che anzi andrebbe aumentato con premi vari.Da un lato quindi si stimola la domanda interna interna di beni e servizi dall'altro la domanda estera.La precarietà è da contrastare perche indebolisce il reddito
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Re: Brexit e se avessero ragione?

Messaggioda pianogrande il 18/09/2016, 16:19

Ma i trattati internazionali non possono essere sottoposti a referendum.
Ci vorrebbe, anche lì, una riforma costituzionale.

In ogni caso paghiamo, oltre alla inefficienza e corruzione della classe politica e imprenditoriale, anche l'ampia esclusione sociale che forma schiere di persone che da qualsiasi cataclisma non hanno o credono di non avere niente da perdere e quindi picchiano duro senza tanti complimenti facendo proprio il gioco di chi li ha messi in quella condizione che, a quel punto, si chiamerà fuori da qualsiasi responsabilità e si godrà i vantaggi di pezzetti di carta del Monopoli con cui pagherà i suoi debiti.

Insomma andiamo a un gioco al massacro con nessun contenuto costruttivo (per noi).
Fotti il sistema. Studia.
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