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In Giappone non sarebbe crollato nulla

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Re: In Giappone non sarebbe crollato nulla

Messaggioda trilogy il 25/08/2016, 14:49

Approfondendo le notizie, la scuola non è stata "costruita" ma "ristrutturata" nel 2012 con un intervento di fasciatura dei pilastri con fibra di carbonio. È un intervento standard nell'adeguamento antisismico.
Un altro aspetto che si vede dalle foto è che l'edificio si è sbriciolato a metà, potrebbero essere due edifici attaccati assieme. In questi casi l'effetto del terremoto può essere amplificato.
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Re: In Giappone non sarebbe crollato nulla

Messaggioda pianogrande il 25/08/2016, 15:39

trilogy ha scritto:Approfondendo le notizie, la scuola non è stata "costruita" ma "ristrutturata" nel 2012 con un intervento di fasciatura dei pilastri con fibra di carbonio. È un intervento standard nell'adeguamento antisismico.
Un altro aspetto che si vede dalle foto è che l'edificio si è sbriciolato a metà, potrebbero essere due edifici attaccati assieme. In questi casi l'effetto del terremoto può essere amplificato.
https://www.google.it/amp/s/amp.tgcom24 ... id-samsung


Ma perché sono andati a fare un intervento che, evidentemente, per quanto "standard" non è risolutivo?

Adesso non ci limitiamo al caso singolo ma mi sembra davvero stupido fare qualcosa che non risolve il problema.
E' come ridipingere un rottame con una bella mano di vernice per farlo sembrare in migliori condizioni.

Forse ne sono stati fatti tanti di questi interventi non risolutivi.
Davvero deprimente.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: In Giappone non sarebbe crollato nulla

Messaggioda trilogy il 25/08/2016, 20:30

Sulla scuola ora c'è una inchiesta della magistratura quindi dall'analisi dei periti si capirà cosa non ha funzionato, e se ci sono responsabilità.
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Re: In Giappone non sarebbe crollato nulla

Messaggioda trilogy il 26/08/2016, 8:23

Colpa di un impiegato distratto e Amatrice perse i contributi

La legge esclude dai finanziamenti le seconde case. E una distrazione ha penalizzato i pochi che avevano presentato la domanda. Aperta una inchiesta per disastro colposo


UN dirigente distratto, che si dimentica di inviare in tempo l’elenco dei (pochi) che hanno deciso di mettere in sicurezza la casa. Una legge sbagliata che esclude dai finanziamenti le seconde abitazioni, e quindi il 70 per cento di Amatrice. Gli edifici pubblici che si sbriciolano: la scuola elementare Capranica, il Municipio, un intero ospedale chiuso nel momento in cui più servirebbe, il ponte di Retrosi che si lesiona. Potevano piovere un paio di milioni di euro per consolidare le case fragili, in questa terra. Invece negli ultimi sette anni sono arrivati gli spiccioli. Poco più di 200 mila euro.
Quando sarà terminata la conta e l’identificazione dei morti, l’inchiesta per disastro colposo aperta dal procuratore capo di Rieti Giuseppe Saieva, dovrà accertare le responsabilità. Un responsabile, però, già si intravede. La burocrazia. La solita vischiosa burocrazia che in Italia impedisce di usufruire a pieno, e rapidamente, dei contributi che lo Stato eroga dopo ogni calamità. E così, a catastrofe segue catastrofe. In una prassi che non impara mai da sé stessa.

Subito dopo il terremoto dell’Aquila, i comuni di Amatrice e Accumoli furono classificati “categoria 1”, cioè massimo rischio sismico. L’allora governo Berlusconi stanziò quasi un miliardo da utilizzare entro il 2016 per le zone rosse: i soldi sono gestiti dalla Protezione civile, l’assegnazione ai comuni passa attraverso una graduatoria regionale. A cosa dovevano servire? Ad esempio a dare contributi ai privati cittadini per sistemare le loro case e renderle più sicure. Lo Stato garantisce da 100 a 200 euro al metro quadrato, per piccoli interventi di consolidamento. Non sono la soluzione finale, ma sicuramente possono limitare i danni durante le scosse più forti e salvare vite.

Ora, Amatrice ha un centro storico con edifici e appartamenti che risalgono al Settecento. E se in estate la sua popolazione supera le 15mila persone, per l’ufficio anagrafe i residenti effettivi non sono più di 2.750. Quasi tutte le abitazioni private sono seconde case, dunque. Si riempiono d’agosto, restano vuote il resto dell’anno. A rigor di logica, Amatrice avrebbe dovuto beneficiare di una buona fetta dei 10 milioni destinati al Lazio per i suoi 61 comuni dell’Appennino a rischio sismico. Invece, nei primi due-tre anni, da queste parti non si è visto un euro. Anzi, i bandi non furono nemmeno resi pubblici.

L’ex capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, fece un tour nel reatino proprio per promuovere la misura, perché nessuno pareva sensibilizzare i cittadini su questa opportunità. In seguito ad Amatrice è accaduto anche che un dirigente poco solerte abbia spedito a Roma le richieste dei suoi cittadini quando ormai erano scaduti i tempi di consegna, facendo perdere così ogni diritto ai finanziamenti a chi (meno di dieci persone) che aveva fatto domanda. Un caso emblematico di come fosse stata presa seriamente l’opportunità del consolidamento antisismico.

Ma c’è un altro motivo per cui fino ad oggi dei 10 milioni assegnati al Lazio ne sono stati spesi appena tre. E ancora una volta, torna la manina della burocrazia più cieca. La Regione Lazio, infatti, ha inserito tra i requisiti per accedere ai fondi, la “residenza”, e non la semplice proprietà della casa come invece prevede l’ordinanza della Protezione civile. Risultato: su 1342 domande presentate per il 2013-2014 alla regione, ne sono state accolte soltanto 191. Undici ad Amatrice per un totale di 124.700 euro, e sette appena ad Accumoli per 86.400. Diciotto piccoli interventi sull’ordine dei 10-15 mila euro per diciotto case. Pochissimo. Non solo: da un primo accertamento sembrerebbe che parte di questi soldi non siano stati ancora liquidati, a causa problemi della Regione con la legge di stabilità. E siccome gli intoppi non finiscono mai, negli ultimi due anni l’erogazione si è bloccata del tutto. Anci e Protezione civile nei mesi scorsi hanno per questo convocato un tavolo (che già si è riunito tre volte) per commissariare in qualche maniera le regioni e cercare di velocizzare le faticosissime procedure. Ma il miliardo di euro del post sisma dell’Aquila era destinato anche ad opere strategiche (ponti, scuole, ospedali) dei comuni in zona rossa.

Al primo bando in tal senso aveva risposto il comune di Accumoli. Un piano è stato anche realizzato ma, evidentemente, non è stato poi così efficace. Il Lazio è riuscito a finanziare cinque ponti per adeguarli al rischio sismico. Uno si trova proprio in una frazione di Amatrice (gli altri sono a Cantalice, Castelnuovo di Farfa, Contigliano e Rieti). Al “ponte Rosa”, località Retrosi, vanno ad aprile del 2014 170mila euro. Teoricamente è viabilità di competenza della provincia, ma non si ricordano di interventi di consolidamento effettivamente fatti. Il ponte, che si trova su un arteria di alto passaggio, ha tremato come il resto del paese martedì notte, e si è lesionato in alcune parti. Dove sono finiti quei soldi?

fonte: http://www.repubblica.it/cronaca/2016/0 ... ef=HRER1-1
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Re: In Giappone non sarebbe crollato nulla

Messaggioda mariok il 26/08/2016, 8:48

Sergio Pirozzi parla delle polemiche sul passato e dei progetti per il futuro: «Era uno dei borghi più belli d’Italia e così deve tornare. Il modello? La ricostruzione in Friuli»

di Virginia Piccolillo

Fa un passo e predispone un ospedale da campo («Ho avuto l’Ok da Zingaretti»). Ne fa altri cinque e tenta di risolvere l’intoppo burocratico dei certificati delle salme («Per ognuno bisogna andare a Rieti. Che ci posso fare se il magistrato qui non vuole venire?») Ne fa altri sette e arriva, come uno schiaffo, la domanda sui fondi spesi e non spesi per la prevenzione. Ora che anche la procura indaga sul crollo della scuola elementare di Amatrice, per il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, sembra sia arrivato il momento degli attacchi. E di dare risposte.

La prima. Quella scuola elementare era stata ristrutturata ma è venuta giù. Perché?
Lui allarga le braccia e un sorriso amaro. «C’è’ stato il terremoto».

Ma la procura indaga su quell’edificio che ieri, in un’altra scossa, ha perso un intero angolo.
«Certo. È’ un atto dovuto. Ma non mi fraintendete. Non voglio difendere nessuno. Ognuno si assumerà le eventuali responsabilità. Io faccio il sindaco, non il tecnico».

Ma erano stati spesi trecentomila euro?
«Di più. Mi pare cinquecento stanziati dalla regione e cento dal comune».


E non sono serviti a nulla?
«No, no. Le migliorie antisismiche ci sono state, compatibilmente con quel tipo di edificio».

Quale tipo?
«La scuola è sottoposto a vincoli dei beni culturali perché è stata costruita nel 1930».


E chi ha controllato che le migliorie tecniche fossero adeguate?
«Dopo il terremoto dell’Aquila facemmo venire i tecnici per verificare se la scossa, che qui si è sentita molto forte, avesse messo a repentaglio la stabilità dell’edificio. E la scuola è risultata a posto. Ma le dirò di più».

Ovvero?
«Nel 2013 qui ci fu un altro terremoto. E in quell’occasione ci furono altri rilievi tecnici. E per la stabilità della scuola io ricevetti addirittura i complimenti.
Mentre per il liceo...».

Per il liceo?
«Nonostante non fosse di mia competenza io lottai perché i ragazzi non rientrassero in quella struttura pericolosa. E ora mi dovrebbero fare un monumento per quel container che può ospitare il centro operativo della protezione civile per i soccorsi perché è l’unica struttura rimasta agibile».

http://www.corriere.it/esteri/16_agosto ... 7496.shtml
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
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Re: In Giappone non sarebbe crollato nulla

Messaggioda trilogy il 26/08/2016, 9:35

mariok ha scritto:Sergio Pirozzi parla delle polemiche sul passato e dei progetti per il futuro: «Era uno dei borghi più belli d’Italia e così deve tornare. Il modello? La ricostruzione in Friuli»

di Virginia Piccolillo

...............Ma erano stati spesi trecentomila euro?
«Di più. Mi pare cinquecento stanziati dalla regione e cento dal comune».


E non sono serviti a nulla?
«No, no. Le migliorie antisismiche ci sono state, compatibilmente con quel tipo di edificio».

Quale tipo?
«La scuola è sottoposto a vincoli dei beni culturali perché è stata costruita nel 1930».



Tipica logica italiana, qualunque munnezza purchè sia vecchia va tutelata. Quindi nella scuola non si possono fare gl'interventi necessari perchè è tutelata e quindi si fa il minimo indispensabile, magari l'unico intervento serio era demolirla e ricostruirla nuova. Con questo sistema che nulla può essere demolito, abbiamo da un lato edifici fatiscenti ovunque, dall'altro un consumo di suolo abnorme perchè ogni costruzione aggiuntiva che serve va fatta un un terreno nuovo.
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Re: In Giappone non sarebbe crollato nulla

Messaggioda gabriele il 26/08/2016, 9:46

trilogy ha scritto:magari l'unico intervento serio era demolirla e ricostruirla nuova.


Oppure costruirne una nuova da un'altra parte, salvando capra e cavoli
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Re: In Giappone non sarebbe crollato nulla

Messaggioda trilogy il 26/08/2016, 10:11

gabriele ha scritto:
trilogy ha scritto:magari l'unico intervento serio era demolirla e ricostruirla nuova.


Oppure costruirne una nuova da un'altra parte, salvando capra e cavoli


Ma si. Oppure conservi la facciata e rifai l'interno dell' edificio con tecniche moderne antisismiche, così non si consuma il suolo. Sono interventi che si fanno di continuo, in tutto il mondo.
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Re: In Giappone non sarebbe crollato nulla

Messaggioda Robyn il 26/08/2016, 11:30

Il sisma ha colpito il cuore dell'Italia e vedere quelle immagini ai cittadini piange incessantemente il cuore.In Italia bisognerebbe mettere in sicurezza tutti i centri storici rispettando nei minimi particolari l'aspetto originale e classico degli edifici.La verità e che in Italia costruiamo troppo in maniera pesante.Per ex per le costruzioni antiche per uso civile bisognerebbe alleggerire gli interni fare ad esempio il tetto in legno e la scale e i pavimenti in lega leggera e resistente,c'è anche il legno ma il legno può essere infiammabile.Si tratta in genere di mettere dei rinforzi sulle pareti degli edifici che non si vedono.In caso di sisma ondulatorio sono più le pareti sottoposte a crolli in caso di terremoto sussultorio sono le scale e i pavimenti che crollano.Adesso le zone più sismiche del mondo dopo il giappone e la california c'è il centro sud dell'Italia sulla faglia del liri garigliano ,ma è una novità che il terremoto adesso interessi l'umbria e l'emilia romagna perche prima non era così
Locke la democrazia è fatta di molte persone
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Re: In Giappone non sarebbe crollato nulla

Messaggioda pianogrande il 26/08/2016, 15:22

Scusate se non la metto su "sorridere" ma mi piace troppo.
Un modo come un'altro per inserire in questo dibattito il basso sciacallaggio che gira intorno a questa tragedia.

Fuori gli immigrati dalle carceri.
Per far posto ai tanti nostri ladri e mafiosi e corrotti che ne hanno sicuramente più diritto e non si capisce perché rimangano sempre fuori.
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