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In Giappone non sarebbe crollato nulla

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

In Giappone non sarebbe crollato nulla

Messaggioda pianogrande il 24/08/2016, 22:09

Non vado neanche a cercare articoli.

In un servizio di un TG, guardato mentre facevo altro, si fa notare che sono crollate le case nuove e sono rimaste in piedi quelle vecchie.

Non sarà esattamente così ma tendenzialmente sì.

I criteri anti sismici, nel nostro paese, sono un optional, una civetteria.
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Re: In Giappone non sarebbe crollato nulla

Messaggioda trilogy il 24/08/2016, 23:16

Ma non è vero. Le case antisismiche di norma non crollano. In giappone è diverso. Da loro se un quartiere non è funzionale lo demoliscono e lo rifanno nuovo. T'immagini in Italia la demolizione di un borgo medioevale perché non è antisismico?
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Re: In Giappone non sarebbe crollato nulla

Messaggioda pianogrande il 24/08/2016, 23:23

trilogy ha scritto:Ma non è vero. Le case antisismiche di norma non crollano. In giappone è diverso. Da loro se un quartiere non è funzionale lo demoliscono e lo rifanno nuovo. T'immagini in Italia la demolizione di un borgo medioevale perché non è antisismico?


Sarebbe già un trionfo se crollassero solo case antiche.
Il fatto è che pare crollino anche, se non in prevalenza, quelle nuove.
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Re: In Giappone non sarebbe crollato nulla

Messaggioda mariok il 25/08/2016, 8:34

pianogrande ha scritto:
trilogy ha scritto:Ma non è vero. Le case antisismiche di norma non crollano. In giappone è diverso. Da loro se un quartiere non è funzionale lo demoliscono e lo rifanno nuovo. T'immagini in Italia la demolizione di un borgo medioevale perché non è antisismico?


Sarebbe già un trionfo se crollassero solo case antiche.
Il fatto è che pare crollino anche, se non in prevalenza, quelle nuove.


Sono crollati anche ospedali, scuole e caserme, edifici sulla carta antisismici.

Siamo alle solite: il vizio italiano di imbrogliare e corrompere.

La ricostruzione dell'Irpinia pare sia costata l'equivalente di 70 miliardi di euro! Con tanti soldi forse avremmo potuto mettere in sicurezza tutti i borghi degli Appennini,che pare sia la zona a più alto rischio.

Probabile che sia questo che ci differenzia dal Giappone.
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Re: In Giappone non sarebbe crollato nulla

Messaggioda pianogrande il 25/08/2016, 9:10

Sicuramente sì, Mariok.

Il paese non riparte mai.
Non c'è uno spartiacque da poter dire che da qui in avanti le cose sono cambiate.

Se crolla una scuola costruita dopo le promesse e i giuramenti seguiti al terremoto dell'Aquila, ecco certificata la nostra condizione di paese corrotto e mafioso (e arrogante e ipocrita).

Vorrei vedere perseguita mediaticamente questa triste condizione con la stessa protervia con cui si attaccano le unioni civili e il costume da bagno.

Ad un bel family day contro la mafia parteciperei con grande entusiasmo.
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Re: In Giappone non sarebbe crollato nulla

Messaggioda gabriele il 25/08/2016, 9:33

Ieri sentivo per radio il presidente degli ingegneri affermare che sono disponibili accorgimenti tecnici per diminuire il rischio di crolli legati ai terremoti anche per le abitazioni costruite prima degli anni 80.

Fatto sta che qui in Italia è impensabile avere livelli di protezione come quelli del Giappone, ovvero strutture che restano in piedi dopo un terremoto di magnitudo 7.9.
C'è infatti un nesso fra crolli e corruzione:

Terremoti: quanti i morti per “corruzione”?
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terremoti-morti-corruzione

“L’83% dei morti causati dal crollo degli edifici durante un terremoto si verifica in paesi corrotti.” È quanto si evince da uno studio condotto dai professori Nicholas Ambraseys, dell’Imperial College of London, e Roger Bilham dell’University Colorado at Boulder, e pubblicato sulla rivista internazionale Nature che approfondisce il legame tra la corruzione nel settore edile e le morti causate dai terremoti per collasso degli edifici. Impiego di materiali scadenti, metodi di assemblaggio rudimentali, collocazione degli edifici in siti inadatti e non rispetto dei codici edilizi, sono le facce di questa corruzione.

I numeri della ricostruzione post terremoto de L’Aquila

Gli autori sono partiti dai dati raccolti dal Transparency International – organizzazione internazionale con base a Berlino – che, a partire da valutazioni di esperti e sondaggi di opinione, ha generato un Corruption Perception Index (CPI), definito “abuso di potere ai fini dell’arricchimento personale”: un CPI pari a 0 indica una nazione altamente corrotta e a trasparenza zero mentre un CPI pari a 10 connota una nazione dove non è percepita corruzione e la trasparenza è garantita a tutti i livelli.

I due studiosi sostengono inoltre che esista una stretta relazione tra ricchezza delle nazioni e percezione del loro livello di corruzione:
“Le nazioni meno ricche sono le più corrotte. Una florida ricchezza è fortemente legata a paesi con un governo stabile e che porta al rispetto delle leggi.”
Tuttavia, anche nei paesi considerati “ricchi”, dove ci si aspetta che le conoscenze edilizie e le pratiche del costruire siano mediamente sviluppate, il collasso di molte strutture in seguito a terremoti è imputabile alla corruzione presente nel settore edile.

L’industria edile mondiale – con una ricchezza annua di 7,5 bilioni di sterline, destinata a raddoppiare nella prossima decade – secondo gli esperti sarebbe il più corrotto segmento dell’economia globale. Dal 1980, i morti causati dall’assenza di una effettiva attività ingegneristica antisismica sono stati in media 18.300 l’anno.
Sul numero di morti attribuibile al crollo delle strutture incide sia la densità della popolazione delle aree colpite, sia la vulnerabilità degli edifici vicini all’epicentro del sisma. Non solo. Dato più interessante è che l’indigenza, con la mancanza di disponibilità in loco di materiali di costruzione di qualità, contribuisce al collasso delle strutture al pari di una educazione carente in fatto di pratiche edilizie sicure.

“L’integrità strutturale di una struttura non è più importante dell’integrità sociale del costruttore, ed ogni nazione ha la responsabilità verso i suoi cittadini di assicurare adeguati controlli. In particolare, le nazioni con una storia di terremoti particolarmente ricca di eventi e con problemi di corruzione non nuovi, dovrebbero ricordarsi che un settore edile non regolamentato è un potenziale killer.”
È il monito dei due ricercatori anglofoni, che suona un po’ come un déjà vu ma, si sa, ogni tanto è bene rinfrescare la memoria.


https://www.architetturaecosostenibile. ... zione-322/
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Re: In Giappone non sarebbe crollato nulla

Messaggioda trilogy il 25/08/2016, 9:47

L’età delle costruzioni e i materiali utilizzati sono il marchio di questo pezzo d’Italia andato in frantumi. Secondo il censimento del patrimonio abitativo, realizzato dall’Istat nel 2011, il 14% degli edifici risale a prima del 1919, il 10% è antecedente la fine della seconda guerra mondiale, il 36% appartiene agli anni del boom (1946-1971), il 26% risale a dopo il 1982. Ad Accumoli no: il 60% delle 292 case è stato costruito prima del 1919. E ad Amatrice, su 1.301 fabbricati in piedi fino all’altra notte, 498 risalivano a prima della Grande Guerra e altri 156 a prima del 1945. Arquata del Tronto replica il canovaccio: il 42% di ciò che c’era (691 fabbricati) esiste da almeno un secolo.

Da queste parti il calcestruzzo armato è merce rara. L’80% delle case e degli edifici pubblici è realizzato in muratura (la media italiana è il 60%). Non sarebbe di per sé un problema se non fosse che qui muratura vuol dire calcare, oppure ciottoli, con appena un po’ di malta di calce. Il risultato? «Spesso le murature sono scarsamente collegate tra loro», spiega Andrea Manzone, ingegnere strutturalista. «La facciata è poco “legata” ai muri perimetrali e la struttura si comporta poco come una scatola: l’effetto è che le pareti si allontanano facendo cadere i solai e provocando il crollo completo dell’edificio».

«Tutto l’Appennino rurale è fatto così, da questo punto di vista il terremoto di ieri non ci rivela niente di nuovo», spiega Gian Michele Calvi, uno dei massimi esperti italiani in fatto di terremoti, docente all’Università di Pavia.[..]

[..]alcuni anni fa Aldo Loris Rossi, professore di Progettazione architettonica all’Università di Napoli, ha lanciato una proposta drastica: «Rottamare la spazzatura edilizia post-bellica, 40 milioni di vani, costruiti tra il 1945 e il 1975, senza qualità, interesse storico ed efficienza antisismica.[..]

articolo completo: http://www.lastampa.it/2016/08/25/itali ... agina.html
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Re: In Giappone non sarebbe crollato nulla

Messaggioda trilogy il 25/08/2016, 11:05

Poi ci sono gli edifici "presunti antisismici" che crollano. Su questi, chi ha progettato, costruito, collaudato, deve risponderne...

[..]All’alba ha lasciato la moglie e i due figli nella villetta di Sant’Agostino, comprensorio di nuove costruzioni, ed è salito qui, a organizzare i primi soccorsi e a chiedere aiuto — al telefono, in diretta con i tigì — perché la Protezione civile sgomberasse le vie di accesso al paese. Ora è nella sala emergenza allestita sotto il capannone del liceo scientifico. Crollato, invece, l’edificio che ospitava materne, elementari e medie: il Romolo Capranica inaugurato nel settembre del 2012 con lui, il sindaco, che annunciava «ogni adeguamento alla vulnerabilità sismica».

http://www.corriere.it/cronache/16_agos ... 3d0e.shtml
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Re: In Giappone non sarebbe crollato nulla

Messaggioda gabriele il 25/08/2016, 12:12

Norcia esempio virtuoso, senza morti né feriti grazie alla “buona ricostruzione”
Cronaca

Il caso del comune umbro: senza vittime, nonostante sia a soli 17 km in linea d'aria dall'epicentro del sisma che ha provocato devastazioni tra le Marche e il Lazio. Qui le case sono state ricostruite, rispettando le disposizioni antisismiche, dopo i terremoti del 1979 e 1997. Il sismologo Boschi: "In Italia si costruisce con criteri antisismici solo dopo un terremoto grave”
di F. Q. | 24 agosto 2016

Case, chiese e strade danneggiate, ma nessuna vittima, né ferito a Norcia. Eppure si trova a 17 km in linea d’aria dall’epicentro del sisma, 4 chilometri di profondità nei pressi di Accumoli, che ha provocato decine di morti e devastazioni tra le Marche e il Lazio. Il piccolo borgo della Valnerina non è stato miracolato dal patrono San Benedetto, ma è salvo grazie alla “buona ricostruzione” seguita al sisma del 1997 e al più grave del 1979, quando ci furono cinque morti e centinaia di sfollati.

Sul fronte dei terremoti “siamo ancora indietro sulla prevenzione”, ha detto il sismologo Enzo Boschi, intervistato dall’AdnKronos. La prova è Norcia: lì “dopo il terremoto del 1979 si è proceduto con interventi antisismici sugli edifici” e così “i danni provocati dal sisma di questa notte sono quasi irrilevanti”. “Purtroppo in Italia si costruisce bene, con criteri antisismici, solo dopo un terremoto grave” ha aggiunto.

“La forte scossa che ha colpito stamani anche l’Umbria ha causato danni contenuti a differenza di quanto purtroppo accaduto nelle Marche e nel Lazio. Ciò testimonia che la ricostruzione in Umbria è stata una buona ricostruzione che ha saputo garantire sicurezza per la popolazione e qualità e velocità degli interventi”, ha detto la presidente umbra, Catiuscia Marini, visitando le zone colpite. “Come Umbria – ricorda ancora Catiuscia Marini – ci siamo subito posti l’obiettivo innovativo di non limitarsi alla semplice riparazione del danno, ma di mettere in sicurezza l’intero territorio”.

Norcia ha avuto danni “contenuti” nonostante abbia registrato nel proprio territorio tutte le scosse più forti, dopo quella principale di magnitudo 6 delle 3.36: alle 4.32, di magnitudo 5.1, e alle 4.33 con magnitudo 5.4. “La città – ha riferito all’Ansa l’assessore comunale Giuseppina Perla – era piena di turisti, stavamo vivendo un’estate meravigliosa”. “Le case sono tutte antisismiche e hanno retto, però ci sono delle lesioni”, ha spiegato.

Nel corso dei controlli sono infatti emerse alcune gravi lesioni ad abitazioni private, infrastrutture e beni culturali, fra i quali la basilica di San Benedetto. Danni anche alle mura storiche e crolli a Castelluccio che, insieme a San Pellegrino, è la frazione di Norcia dove la situazione è maggiormente critica. Tuttavia si segnalano, in Umbria, solo due ricoveri, per malore, mentre si cercano due coniugi di Orvieto che si trovavano probabilmente ad Amatrice al momento del sisma. E gli ospedali sono pronti ad accogliere i feriti provenienti dalla regioni maggiormente colpite (al momento sono giunti a Terni e Perugia un anziano di 77 anni e un bambino).

“I danni sarebbero stati probabilmente peggiori se non ci fossero stati alcuni interventi antisismici dopo i terremoti negli anni Novanta”, ha ribadito la presidente Marini. “Questo conferma – ha commentato la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, che ha sentito al telefono la collega umbra – che la prevenzione, quando è fatta in modo oculato e senza sprechi, è estremamente utile e importante”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/08 ... e/2994207/
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Re: In Giappone non sarebbe crollato nulla

Messaggioda pianogrande il 25/08/2016, 12:14

Un applauso all'eccezione Norcia.
Normalmente però le "strutture antisismiche" ce le hanno sopratutto i criminali coinvolti in certe costruzioni.

Sarei felicissimo di vedere una lista di gente arrestata e condannata e tenuta davvero in galera in relazione a quella scuola costruita nel 2012.

Gli posso concedere anche un carcere antisismico costruito da qualcuna delle loro ditte.
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