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Rai: democrazia o barbarie?

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Rai: democrazia o barbarie?

Messaggioda mariok il 26/07/2016, 9:04

So di andare contro corrente, ma questa di pubblicare le retribuzioni con relativo nome e cognome dei dirigenti rai, esponendoli di fatto ai soliti attacchi della rete, la trovo una barbarie.

Non che i vertici non debbano render conto delle politiche retributive dell'azienda, ma lo si fa sulla composizione dei costi e sui criteri, non mettendo alla berlina delle persone, esponendole anche a dei rischi (con i tempi che corrono) di sicurezza personale.

Peraltro non vorrei che, aggiungendo al danno la beffa, dovremo anche pagargli la scorta.

IL CASO
Rai, ecco la lista degli stipendi online
I vertici: la trasparenza ci aiuterà

Il cda suggerisce a Campo Dall’Orto una autoregolamentazione della «politica retributiva». La partita passa alla Vigilanza che ha convocato per domani i vertici della tv di Stato
di Dino Martirano

Giusto allo scadere del tempo previsto dalla riforma della Rai targata Renzi, viale Mazzini pubblica online la lista dei «compensi dei dirigenti oltre i 200 mila euro e quelli delle consulenze e collaborazioni non artistiche oltre gli 80 mila euro...». L’operazione di «disclosure» non copre i compensi degli «esterni» e comunque arriva, con tempismo chirurgico, nel mese in cui le famiglie si ritrovano a pagare per la prima volta nella bolletta elettrica la rata del canone Rai (100 euro ogni anno). Coincidenza che si presta al calcolo proposto da Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia): «Ci vogliono 6.500 famiglie per pagare il solo stipendio del direttore generale Antonio Campo Dall’Orto che guadagna 650 mila euro l’anno...». Le famiglie titolari di canone diventano 2.700 per pagare lo stipendio della presidente Monica Maggioni (270 mila euro nel 2016), che sottolinea lo sforzo della Rai: «La prima grande azienda pubblica italiana e la seconda in Europa dopo la Bbc a mettere online quantità così grande di informazioni».

GUARDA IL GRAFICO
STIPENDI DIRIGENTI RAI
Pd e M5S si scambiano accuse di fuoco
Fuori dall’azienda, il Pd (con Michele Anzaldi rivendica di avere introdotto con la Riforma del 2015 l’obbligo della trasparenza) e il M5S si scambiano accuse di fuoco: «Lo sforamento del tetto dei 240 mila euro è stato possibile grazie a un cavillo del quale il Movimento aveva chiesto l’eliminazione ma tutto il Pd ha votato contro», tuona il blog di Beppe Grillo. In questo clima da «guerra fredda», il consiglio di amministrazione della Rai ha spiegato le proprie ragioni. Il dg Campo Dall’Orto ha detto che «la trasparenza non è solo un obbligo ma un’occasione unica per creare maggiore valore per l’azienda». Il direttore generale, poi, avrebbe ipotizzato soluzioni drastiche, tra cui il licenziamento dei «parcheggiati» ereditati da gestioni passate con stipendi oltre i 200 mila euro, ma il consiglio al gran completo gli ha ricordato che le «liste di proscrizione» non funzionano in una azienda in cui, tra commissioni paritetiche e giudici del lavoro, alla fine è il dipendente a spuntarla. E per paradosso sono stati citati i casi di giornalisti e manager «parcheggiati» con lauti stipendi che proprio ora potrebbero ripescare le cause per demansionamento.
Il cda conferma «il proprio supporto ai vertici»
Alla fine, il consiglio ha dato una mano al direttore generale scelto da Renzi, ma da qualche tempo entrato nel mirino del Pd. Anche i consiglieri «di opposizione» hanno fornito dei suggerimenti per trovare una via d’uscita: «Una proposta di autoregolamentazione etica che preveda una politica retributiva sempre più corretta». Alla fine dunque il consiglio ha confermato «il proprio supporto ai vertici», ma non ha dimenticato di sollecitare «una soluzione in tempi ragionevoli nei casi di figure di dirigenti apicali che non hanno al momento un incarico specifico o corrispondente al proprio livello di retribuzione». Ovvero vecchie conoscenze della Prima Repubblica ma anche «acquisti» recentissimi voluti da Dall’Orto. Segnalate, poi, le «discrasie» che riguardano il nuovo management della Rai assunto con contratti triennali o (in una quindicina di casi) a tempo indeterminato. Quella che sta emergendo, però, è solo una faccia della medaglia, attacca il sindacato dei 1.700 giornalisti Rai (Usigrai): «La Rai pubblichi tutti dati. A quanto ammontano gli appalti? Quali sono le società di produzione che guadagnano di più? Chi sono gli agenti più utilizzati? E quali sono gli ingaggi dei conduttori..?». Tutto denunciato all’Anticorruzione di Raffaele Cantone e alla Corte dei conti. L’Anac chiederà chiarimenti alla Rai sugli «extra» concessi a manager: «Ai compensi pubblicati — insiste Anzaldi — si aggiungerebbero parti variabili dello stipendio, carte di credito, abitazioni...». Domani i vertici Rai saranno in commissione di Vigilanza.
25 luglio 2016 (modifica il 26 luglio 2016 | 07:37) http://www.corriere.it/politica/16_lugl ... 2562.shtml
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Re: Rai: democrazia o barbarie?

Messaggioda trilogy il 26/07/2016, 11:17

Se abolissero il canone e la privatizzassero il problema non ci sarebbe.I posti di vertice degli enti pubblici e della PA sono in larga parte inutili. Sono soltanto mangiatoie per parenti, amici, sindacalisti.
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Re: Rai: democrazia o barbarie?

Messaggioda pianogrande il 26/07/2016, 11:56

No.
Non è barbarie.
Non è neanche "democrazia".

E' trasparenza.

A cosa serve la trasparenza?
A far sapere a tutti del verminaio pompa-soldi che se la spassa alle nostre spalle.

Con le dovute proporzioni e sicuramente con diversa intenzione, queste perplessità possono fare il gioco della buona vecchia "criminalizzazione del dissenso".

Ci vuole anche un po' di coraggio per avere uno stato più pulito.
Si chiama coraggio civile.

Preferisco anche il rischio di pagargli la scorta ma se ci sono "parcheggiati con lauti stipendi" e gente che sfora alla grande il tetto contrattuale e 6.500 famiglie pagano il canone solo per lo stipendio del direttore generale; io preferisco saperlo e che lo sappiano tutti.

La tanto sbandierata trasparenza, se non è questo, che cos'è?
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Re: Rai: democrazia o barbarie?

Messaggioda mariok il 26/07/2016, 12:07

mettiamola pure sul mercato, anche se gli stipendi apicali nel privato sono analoghi o nettamente superiori;

tuttavia, insisto: pubblicare le retribuzioni lorde delle persone, con tanto di nome e cognome (fortunatamente manca l'indirizzo), è un atto barbarico, che non serve a nulla se non a scatenare demagogie inconcludenti anche da parte di chi ha poco titolo a dare lezioni di moralità.

Nelle aziende serie, vengono messe a punto dei range retributivi (salary grid) in funzione del profilo professionale e del ruolo aziendale, commisurati al mercato.

Vengono inoltre definiti dei chiari e misurabili obbiettivi (score cards) con cui valutare il merito e la conseguente retribuzione.

Se ci sono poi posizioni "congelate" di personaggi messi in stand-by che continuano a prendere lo stipendio, domandiamoci se ciò non è dovuto alle "iperprotezioni" sindacali, imposte e difese proprio da coloro che oggi fingono di indignarsi (vedi Usigrai).

Niente a che vedere con questo ciarpame demagogico.
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Re: Rai: democrazia o barbarie?

Messaggioda pianogrande il 26/07/2016, 12:18

Non sarebbe male conservarsi una TV di stato che possa garantire un livello culturale delle trasmissioni diverso dal trash delle private che hanno bisogno di guadagnare per forza.

Certo che, se la TV di stato è una macchina mangia soldi e il livello culturale è quello che è perché, comunque, deve pompare soldi per pagare milionate di Euro alla dirigenza e dintorni e deve garantire l'informazione voluta dai partiti politici, preferisco affidare al mercato anche il livello culturale sperando che ci siano sempre più canali specializzati anche se di nicchia.

L'importante, a quel punto, è che non ci sia nessuna forma di canone obbligatorio.
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Re: Rai: democrazia o barbarie?

Messaggioda pianogrande il 26/07/2016, 13:59

Be'.

Mi sono appena goduto una trasmissione di "cultura" sulla evidentemente ex comunista RAI3 dove, sulla base delle olimpiadi del 36, si fa una chiara esaltazione/edulcorazione dei periodi fascista e nazista arrivando a definire come parte di "leggende" a cui dobbiamo più o meno smettere di credere nientemeno che il dispetto di Hitler per le vittorie di Jesse Hovens e con il giornalista e l'ospite che si fanno da spalla per sorridere e ironizzare su quello che si racconta sul nazismo e sul fascismo.

Sissì.
Tanto vale privatizzare.
Non abbiamo niente da perdere.
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Re: Rai: democrazia o barbarie?

Messaggioda gabriele il 26/07/2016, 14:04

Secondo me è solo trasparenza.
Questa cosa è presente nel pubblico impiego da alcuni anni.
Chi sa, fa. Chi non sa, insegna. Chi non sa nemmeno insegnare, dirige. Chi non sa nemmeno dirigere, fa il politico. Chi non sa nemmeno fare il politico, lo elegge.
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Re: Rai: democrazia o barbarie?

Messaggioda trilogy il 27/07/2016, 9:34

gabriele ha scritto:Secondo me è solo trasparenza.
Questa cosa è presente nel pubblico impiego da alcuni anni.


Si è una norma in vigore da alcuni anni che riguarda tutti gli enti pubblici, non solo la Rai. Se si va a guardare nei siti dei vari ministeri ecc. si trovano i compensi dei vari dirigenti.
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Re: Rai: democrazia o barbarie?

Messaggioda flaviomob il 27/07/2016, 15:52

In quanto Ente pubblico è d'obbligo la massima trasparenza. Più che gli stipendi dei singoli dirigenti in servizio (certamente eccessivi) fanno specie retribuzioni faraoniche a favore di chi non ha un incarico lavorativo. Ma Renzi era troppo concentrato a togliere la "banda rossa" (comunista) di Rainews24.


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(Stephen Hawking)
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