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No alla Brexit

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: No alla Brexit

Messaggioda pianogrande il 29/06/2016, 16:37

Curiosa la "sovranità" così strenuamente difesa da Di Maio.
Tale sovranità consiste nel non fare i passi conseguenti al risultato del referendum ma tenere tutto in sospeso.
Sappiamo perché si vuole tenere tutto in sospeso.
E' vigliaccheria e opportunismo perché in questo momento, il cappello sul Leave non ce lo vuole mettere nessuno e magari sperano in qualche buona uscita che li aiuterebbe a dimostrare che andava bene così.
In pratica restare nell'Unione è la massima espressione della sovranità mentre uscire è una imposizione di chi ce l'ha con loro e vuole fargliela pagare.

Della sovranità degli altri paesi che rimangono nell'Unione (compreso il suo) non glie ne frega gran che a Di Maio e loro dovranno gestirsi con i se e con i ma (se esce; se non esce) e preparare vari piani B e piani C.

Naturalmente tutto in nome della sovranità di UK di prenderci per il culo a tutti.

Non mi è mai piaciuto Di Maio ma pare che le sue illuminate sparate piacciano e lasciamo anche a lui la sua "sovranità".
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Re: No alla Brexit

Messaggioda mariok il 29/06/2016, 16:43

Il comunicato del M5S sul voto contro la mozione.

"La risoluzione approvata dal Parlamento europeo a seguito della Brexit è profondamente ingiusta verso il popolo del Regno Unito. Il Movimento 5 Stelle è unicamente interessato al rispetto della volontà popolare come emersa dal referendum: non spetta al Parlamento imporre una irrituale accelerazione delle procedure stabilite dall'art. 50, che non rientrano nemmeno nelle prerogative del Parlamento".

cosa c'è di "irrituale" in proposito nella mozione, dove si afferma:

3. sottolinea che la volontà della maggioranza dei cittadini del Regno Unito dovrebbe essere rispettata attraverso un'attuazione rapida e coerente della procedura di recesso;
4. sottolinea che i negoziati a norma dell'articolo 50 TUE concernenti il recesso del Regno Unito dall'UE dovranno iniziare non appena sarà stata comunicata la notifica ufficiale;
5. avverte che, al fine di prevenire incertezze negative per tutti e di tutelare l'integrità dell'Unione, la notifica a norma dell'articolo 50 TUE deve avvenire il prima possibile; si attende che il Primo ministro del Regno Unito notifichi l'esito del referendum al Consiglio europeo del 28 e 29 giugno; indica che tale notifica segnerà l'avvio della procedura di recesso;
7. ricorda che non si potrà decidere in merito alle eventuali nuove relazioni tra il Regno Unito e l'UE prima della conclusione dell'accordo di recesso;

Il comunicato continua:
"La situazione è senza precedenti e complessa: in questo contesto ci sembra assurdo che la risoluzione, dopo quanto accaduto, non preveda una seria autocritica, in quanto non si vanno ad analizzare le colpe della stessa Europa. Il Movimento 5 Stelle ha proposto che il Consiglio conferisca alla Commissione un mandato politico ben definito, e in un altro emendamento - bocciato - ha chiesto di evitare una situazione discriminatoria nei confronti degli eurodeputati inglesi, dovuta ad un probabile cambiamento nell'organizzazione parlamentare. Il Movimento 5 Stelle ha inoltre votato un emendamento - proposto dal gruppo ENF - che chiedeva le dimissioni del Presidente della Commissione Juncker"

In realtà, più che sterili "autocritiche", la mozione da chiare indicazioni di cambiamento:

10. sottolinea che le sfide attuali richiedono una riflessione sul futuro dell'UE e che è necessario riformare l'Unione migliorandola e rendendola più democratica; osserva che, sebbene alcuni Stati membri possano decidere di procedere a un'integrazione più lenta o meno approfondita, il nucleo fondamentale dell'UE deve essere rafforzato e occorre evitare le soluzioni à la carte ; ritiene che la necessità di promuovere i nostri valori comuni, di creare stabilità, giustizia sociale, sostenibilità, crescita e posti di lavoro, di superare la persistente incertezza economica e sociale, di proteggere i cittadini e di far fronte alla sfida della migrazione impone, in particolare, lo sviluppo e la democratizzazione dell'Unione economica e monetaria e dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia, nonché il rafforzamento della politica estera e di sicurezza comune; ritiene pertanto che dalle riforme debba scaturire un'Unione che sia all'altezza delle aspettative dei cittadini;
11. chiede che venga definita una tabella di marcia verso un'Unione migliore, avvalendosi appieno delle opportunità offerte dal trattato di Lisbona, da integrare con una revisione dei trattati;

Quanto poi alla eventuale situazione discriminatoria nei confronti degli eurodeputati inglesi, mi sembra del tutto legittimo e naturale "realizzare cambiamenti nella propria organizzazione interna per tener conto della volontà di una maggioranza dei cittadini del Regno Unito di recedere dall'Unione europea"

Quanto alla richiesta di dimissioni a Juncker (non a caso presentata dal gruppo di estrema destra "Europa delle nazioni e della libertà") è semplicemente ridicola, come se i problemi dell'Europa fossero addebitabili al presidente della commissione.
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Re: No alla Brexit

Messaggioda pianogrande il 29/06/2016, 17:09

Adesso una presa di posizione su qualcosa che accade per la prima volta è addirittura "irrituale".

Insomma la sovranità del popolo inglese si difende non facendo ciò per cui hanno votato ma facendo "autocritica" a Bruxelles e facendo dimettere Junker.

La fantasia di Casaleggio si sta scatenando nel creare conflitti (massima fonte di guadagno nell'impero dei click) usando logiche così strane ma è questa la chiave di lettura giusta.
Tanto conflitto, tanti click.
Diversamente, dovrei pensare che a queste stupidaggini Di Maio ci creda davvero.
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Re: No alla Brexit

Messaggioda Robyn il 29/06/2016, 20:44

Non si capisce perche si continua ad insistere sulla brexit e sull'apertura della procedura d'uscita dell'Inghilterra.Dobbiamo mettere da parte e congelare la brexit,dimenticarcela per un pò di tempo,a prescindere da quello che faranno gli inglesi e pensare a costruire gli stati uniti d'europa a 27.Se poi all'inghilterra piacerà il modello federale in europa potrà decidere di aderire ma senza privilegi,perche una cosa è considerare l'Inghilterra una regione a statuto speciale come il Trentino Alto Adige in cui si riconoscono delle diversità altra cosa sono i privilegi che non vanno mai concessi.Infatti non può esistere mercato comune senza libertà di movimento delle persone in Europa.Dimentichiamoci e mettiamo per un momento da parte l'Inghilterra e la brexit e pensiamo a dare istituzioni funzionanti sul modello federale all'Europa.Non può esistere che la Germania dica non si fà la riforma delle istituzioni europee perche c'ho le elezioni.Pensiamo all'europa con un nuovo welfare a creare lavoro meritocrazia etc
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Re: No alla Brexit

Messaggioda flaviomob il 29/06/2016, 22:13

Se una risoluzione non ha potere vincolante, non serve a niente. Tempo buttato. Irrazionale.

Se è vincolante, è in contraddizione con la Costituzione del Regno Unito, che delega al parlamento e non a un referendum consultivo una decisione in merito all'uscita dalla UE, ed è in aperto contrasto col Trattato di Lisbona.

Domani il parlamento europeo farà una risoluzione per proporre l'Oscar alla carriera di Bud Spencer e una raccomandazione per anticipare il festival di Sanremo a gennaio, ma solo negli anni non bisestili in cui nevica.

Tutto questo mentre l'Europa esplode, naturalmente. Polarizzare lo scontro significa dar fiato all'estrema destra di tutto il continente (e ce n'è parecchia) che può legittimarsi nella parte "antisistema". Ragionare invece costa più fatica.

__
Alcune analisi di segno opposto sul Brexit

http://www.doppiozero.com/materiali/bre ... egge-negri

Brexit: si scrive Europa ma si legge negri

http://www.internazionale.it/opinione/d ... ea-ragioni

Le ragioni della Brexit spiegate da un inglese

___

http://munafo.blogautore.espresso.repub ... /?ref=fbpe

In difesa di Nigel Farage dai bulletti dell'Europarlamento

http://www.linkiesta.it/it/article/2016 ... ain/30977/

La gran balla dei vecchi pro-brexit e giovani pro-remain

E per finire alcuni buoni motivi per chiedere a Juncker di cambiar mestiere

http://espresso.repubblica.it/internazi ... 8?ref=fbpe

Luxleaks, condannate le fonti dello scandalo che fa tremare Jean Claude Juncker


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
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Re: No alla Brexit

Messaggioda Robyn il 29/06/2016, 22:18

Grillo ha deciso di fare un referendum sulla democrazia
Volete l'abolizione della democrazia?SI NO
Se SI leave se NO remain
E stato visto presso un'ufficio postale rivolgersi in modo minaccioso ad un pensionato"we tù dammi subito la pensione che la devo dare a tuo figlio come reddito minimo garantito,che ti ridi fai meno lo spiritoso,metti mani al portafoglio"
Quell'altro giorno voleva fare un colpo di stato militare ma poi ha avuto un contrattempo, come l'ultima volta dove non c'era la benzina nei mezzi
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Re: No alla Brexit

Messaggioda flaviomob il 29/06/2016, 23:09



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Re: No alla Brexit

Messaggioda Robyn il 30/06/2016, 7:32

Ma quali sono i privilegi accordati all'Inghilterra?Se qualcuno chiede chi è che vuole togliere i privilegi all'Inghilterra,basta dire che questa è l'Italia.La libertà di movimento in europa non si tocca
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Re: No alla Brexit

Messaggioda mariok il 30/06/2016, 9:05

Il rischio era quello di un "surplace" senza fine che avrebbe aumentato le incertezze e seminato divisioni tra i Ventisette.
Ci vuole tanto a capirlo.
E' ciò che la Gb ha fatto sin dal suo ingresso: boicottare l'Unione per impedirne l'integrazione politica.

Brexit, l'arma di Bruxelles: "Recesso Regno Unito entro metà settembre o lo sospendiamo noi"

Il piano. Juncker: "Il giorno dopo la nomina, il nuovo premier inglese deve chiedere l'uscita dalla Ue secondo l'articolo 50 del Trattato"

di ANDREA BONANNI

30 giugno 2016

BRUXELLES. La Ue aspetterà fino al 16 settembre, data per la quale è stato convocato un vertice informale dei capi di governo a Bratislava senza la Gran Bretagna. Se per allora il nuovo governo britannico si rifiutasse ancora di presentare la richiesta di recesso dalla Ue, i Ventisette si riservano di avviare, tramite la Commissione, una procedura che potrebbe portare alla sospensione del Regno Unito e al congelamento del suo diritto di voto, magari già al seguente vertice in calendario per il 21 ottobre. Nei giorni immediatamente successivi al referendum inglese i servizi giuridici della Commissione, del Consiglio e del Parlamento hanno lavorato febbrilmente per mettere a punto "l'arma atomica", come la definisce un diplomatico di alto rango, che ora viene tenuta sospesa sul capo del successore di David Cameron, che sarà scelto il 9 settembre. "Il giorno dopo la nomina del nuovo primo ministro britannico, vogliamo ricevere la richiesta di recesso sulla base dell'articolo 50 del Trattato", ha detto il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker. E il potente ministro delle Finanze tedesco, Schaeuble, ha rincarato la dose: "Non credo che la Gran Bretagna abbia a disposizione tutto il tempo che vuole per decidere di uscire dalla Ue". Anche il presidente Usa, Barack Obama ha chiesto "un piano ordinato, chiaro, che la gente possa comprendere".

Tutte le prime fasi della partita del post referendum britannico sono state giocate silenziosamente attorno al sospetto che il prossimo governo inglese potesse non presentare la richiesta di divorzio, e magari proporre nuovi negoziati per strappare qualche concessione in base alla quale indire una nuova consultazione popolare. L'ipotesi circolava da tempo. Già prima del voto Jean-Claude Juncker, che ha condotto questa battaglia con una determinazione che ha molto irritato gli euroscettici, aveva avvertito "sia ben chiaro: out is out, chi è fuori è fuori". Il sospetto ha preso corpo quando, all'indomani del referendum, Cameron ha annunciato che avrebbe lasciato al suo successore, da nominare in ottobre, il compito di attivare la procedura di uscita dalla Ue. E' poi diventato una quasi certezza nel momento in cui Boris Johnson, leader del fronte pro-Brexit e candidato alla poltrona di Cameron, ha elogiato la tattica attendista e ha cominciato a decantare l'importanza dei legami tra la Gran Bretagna e l'Europa insultata e ridicolizzata fino a poche ore prima. Intanto, dal fronte euroscettico dei Paesi di Visegraad, oltre a chiedere le dimissioni di Juncker forse considerato troppo duro con Londra, si è cominciata ad accarezzare l'idea mantenere con ogni mezzo possibile la Gran Bretagna nell'Unione. E' a questo punto che, da parte europea, è cominciata la pressione per accelerare i tempi. Molti capi di governo hanno chiamato Cameron, che alla fine ha anticipato la nomina del proprio successore da ottobre ai primi di settembre. Poi dal Parlamento, dalla Commissione, e infine dal vertice tripartito tra Merkel, Hollande e Renzi, è arrivato il messaggio: nessun negoziato senza la notifica della decisione di uscire. In altre parole: scordatevi l'idea di rinegoziare nuove condizioni per poi convocare un altro referendum riparatore. L'unico negoziato possibile e necessario è quello sull'uscita.

Anche così, mancava però uno strumento per costringere Londra a invocare l'articolo 50 del Trattato. Il rischio era quello di un "surplace" senza fine che avrebbe aumentato le incertezze e seminato divisioni tra i Ventisette. Poi i servizi giuridici hanno tirato fuori l'asso dalla manica. Il rifiuto di chiedere l'uscita, nonostante i ripetuti solleciti, è una violazione del principio fondamentale di "leale cooperazione" stabilito nellarticolo 4 del Trattato. E, secondo i giuristi comunitari, la violazione di un principio fondamentale innesca una procedura disciplinare in base all'articolo 7 del Trattato che può decidere a maggioranza la "sospensione dei diritti" di uno Stato membro. La Gran Bretagna, in altre parola, si troverebbe a perdere il diritto di voto, restando però sottoposta a tutti gli altri obblighi comunitari. Naturalmente, osservano i dirigenti comunitari, si tratta di una ipotesi estrema, ben al di là del "divorzio non consensuale" preannunciato da Juncker. Ma costituisce l'unico strumento a disposizione dei Ventisette per costringere Londra a dare corso alla volontà popolare . Dal punto di vista giuridico, osserva qualcuno, il regionamento potrebbe offrire margini di contestazione. Compensati però da un ampio consenso politico a forzare la mano dei britannici con una decisione
che avrebbe la maggioranza sia in Consiglio sia in Parlamento. Paradossalmente, si fa notare con una certa ironia, per difendersi Londra dovrebbe allora ricorrere alla Corte di Giustizia, che gli euroscettici hanno sempre considerato alla stegua di un detestabile Tribunale dell'Inquisizione.
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Re: No alla Brexit

Messaggioda flaviomob il 30/06/2016, 9:38

Quindi la risoluzione del parlamento europeo è già buttata nel (re)cesso

si attende che il Primo ministro del Regno Unito notifichi l'esito del referendum al Consiglio europeo del 28 e 29 giugno; indica che tale notifica segnerà l'avvio della procedura di recesso;


Anche il richiamo al principio di "leale cooperazione" giuridicamente non ha alcun valore. Se Londra vincesse ricorrendo alla Corte di giustizia dimostrerebbe che questa Europa deve tornare a scuola di diritto.

Tutto ciò senza che il PE si interroghi sulle reali cause dell'uscita (o pensiamo davvero che il 52% dei sudditi di Sua maestà britannica siano diventati fascisti, coma fa mariok?), senza che si tenga conto delle richieste scozzesi ed irlandesi, senza che si faccia un minimo di autocritica. Hanno deciso che è "colpa loro" e basta.

Interrogarsi su 123 milioni di persone a rischio povertà o esclusione sociale nell'UE, soprattutto nel sud e nell'est Europa? Sull'aumento di diseguaglianze e di povertà assoluta? Su quanto questo generi fenomeni migratori di massa determinanti nel voto britannico?

Dichiarazione di Roberto Barbieri, direttore di Oxfam Italia:
“In Europa – come del resto in tutto il mondo – la povertà e l’aumento della disuguaglianza non sono fenomeni inevitabili, ma sono l’effetto di scelte politiche troppo spesso effettuate tenendo in conto l’interesse di pochi e non quello di tutti i cittadini europei. Per questo chiediamo all’Unione Europea e ai suoi Stati Membri una maggiore trasparenza sul modo in cui vengono definite le politiche economiche e sociali. Perché non sia sempre una minoranza – potente e ben organizzata, ma pur sempre minoranza – di gruppi ricchi e potenti a dettare leggi che hanno un impatto sulla vita di tutti noi e che colpiscono in particolare i gruppi più vulnerabili”.


“La mancanza di cooperazione tra stati membri dell’Unione europea in materia fiscale e la disarmonia tra i sistemi fiscali, sta derubando i cittadini europei di risorse essenziali da impiegare in servizi sociali in Europa, per costruire un mondo più solidale e sicuro. Per questo chiediamo all’Unione Europea di porre fine alle iniquità dell’attuale sistema fiscale, contrastando l’abuso fiscale perpetrato dalle grandi multinazionali. I governi europei devono inoltre riconsiderare l’efficacia delle misure di austerity e piuttosto reinvestire nei servizi pubblici, garantendo a tutti salari dignitosi. Solo così eviteremo che a pagare il prezzo della crisi finanziaria siano i più poveri“, dichiara Elisa Bacciotti, direttrice Campagne di Oxfam Italia.


http://www.oxfamitalia.org/disuguaglianza-in-europa/

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Povertà, siamo il Paese con più poveri d’Europa e gli strumenti di welfare non funzionano

http://www.left.it/2016/04/14/poverta-w ... ia-europa/


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