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UE analisi della crisi e prospettive

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: UE analisi della crisi e prospettive

Messaggioda flaviomob il 28/06/2016, 22:34

Un elezione diretta per un presidente di ventisette (o ventotto) stati? E di quale nazionalità dovrebbe essere per non incorrere in veti incrociati? Quale senso avrebbe poi un presidenzialismo continentale quando la maggior parte degli stati UE non ha un sistema costituzionale presidenziale?
E' molto più urgente definire una politica sociale comunitaria, fissare degli standard (reddito minimo, trasparenza, redistribuzione) per i paesi membri, definire un meccanismo di sussidiarietà efficace.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
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Re: UE analisi della crisi e prospettive

Messaggioda mariok il 29/06/2016, 15:53

Negli USA gli stati sono 50 ed il presidente lo eleggono lo stesso.

Concordo con trilogy sul problema delle lingue, tuttavia un sistema simile a quello americano, in cui si eleggono stato per stato dei "grandi elettori" potrebbe aiutare.

Quello che è certo è che al di là delle diverse soluzioni a livello istituzionale, il problema di una rappresentatività europea non condizionata dal peso geopolitico dei singoli stati è lampante.

Senza la formazione di una espressione politica europea tutte le belle frasi su "solidarietà", vicinanza ai bisogni sociali, inclusione, ecc. restano chiacchiere se il meccanismo decisionale resta quello della trattativa perenne tra i diversi interessi nazionali.

Oggi, soprattutto a sinistra, ci si riempie la bocca con il "sogno europeo" e con i principi ispiratori del progetto dei "padri fondatori", senza sapere (o fingendo di non sapere) che uno dei punti essenziali dei "padri del sogno europeo", come Altiero Spinelli, era proprio quello del superamento degli stati nazionali, individuati a ragione come i principali responsabili delle tragedie del secolo scorso.

Nascondersi dietro le difficoltà o peggio i tabù ideologici, come quello sul pesidenzialismo, è un modo alquanto ridicolo con il quale la sinistra più estremista cerca di nascondersi dietro un dito finendo col convergere, nella sostanza, con i nazionalismi di destra, cosa avvenuta in tutti gli appuntamenti più cruciali.
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
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Re: UE analisi della crisi e prospettive

Messaggioda pianogrande il 29/06/2016, 16:08

Forse bisognerebbe ricordare a qualcuno che una volta, quando si parlava di solidarietà, veniva fuori (magari più o meno a proposito) il termine internazionalismo.

Termine che ha fatto la fine di compagno e adesso si passa disinvoltamente alla difesa degli interessi locali; anche quelli assolutamente impresentabili e si tira allo sfascio delle organizzazioni che potrebbero gestire in modo sovrannazionale (il Pannella dei bei tempi mi perdoni l'assonanza) una solidarietà che (d'accordo con Mariok) senza un superamento dei localismi rimane una parola buona solo per la propaganda.
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Re: UE analisi della crisi e prospettive

Messaggioda mariok il 29/06/2016, 16:20

Mi pongo e vi pongo (a chi è in grado di rispondere) una domanda.

Come è conciliabile la pretesa della GB di rimanere nel mercato unico con l'eventualità di una svalutazione della sterlina che secondo alcuni potrebbe arrivare oltre il 20%?
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Re: UE analisi della crisi e prospettive

Messaggioda pianogrande il 29/06/2016, 16:49

mariok ha scritto:Mi pongo e vi pongo (a chi è in grado di rispondere) una domanda.

Come è conciliabile la pretesa della GB di rimanere nel mercato unico con l'eventualità di una svalutazione della sterlina che secondo alcuni potrebbe arrivare oltre il 20%?


Quale potrebbe essere una risposta; obbligarli a entrare nell'Euro?

Mi sembrerebbe una pazzia.

Farli restare o no nel mercato unico è una decisione che spetta ormai all'Europa e in cui la GB non può mettere il becco tranne che col ricatto della letterina che non parte e che tiene tutti un po' nell'incertezza sul da farsi.

Il popolo inglese dovrebbe risentirsi un po' di queste tattiche attendiste ma forse il clima rispetto all'uscita sta cambiando.

Chi se ne avvantaggerà sicuramente è Farage che, al momento giusto, potrà riprendere in mano il risultato del referendum per accusare gli altri politici di non rispettare la volontà popolare.

E noi dobbiamo rimanere in mezzo a queste diatribe infinite?

Io non li farei entrare nel mercato unico neanche se ci convenisse.

Prima imparino a stare al mondo, se no che rimangano pure da soli sulla loro isoletta.
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Re: UE analisi della crisi e prospettive

Messaggioda mariok il 29/06/2016, 17:11

Mi sembra che anche i paesi dell'unione non appartenenti all'aria euro facciano parte del Sistema Europeo delle Banche Centrali (SEBC) che ha comunque una funzione di coordinamento delle politiche monetarie degli stati membri.

D'altra parte mi sembra anche naturale che in un mercato unico (senza barriere negli scambi e nella circolazione dei capitali) ci siano meccanismi che evitino situazioni di eccessivo sbilanciamento tra le diverse valute.

Con l'uscita dall'Ue la GB uscirà anche dal SEBC e credo che ciò qualche problema nei rapporti commerciali lo creerà.
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Re: UE analisi della crisi e prospettive

Messaggioda mariok il 29/06/2016, 17:17

Non c'è ombra di dubbio che l'intento del M5S e non solo, sia quello della destabilizzazione dell'unione europea nella solita logica del "tanto peggio tanto meglio".

Almeno Salvini e Meloni, nel raccontare le loro fandonie, sono più chiari e diretti: occorre abbattere questa europa per costruirne un giorno (non si sa ovviamente né come né quando) una migliore.

Di Maio, con il suo perbenismo democristiano, in realtà è fatto della stessa pasta. Mi sembra la reincarnazione aggiornata dei vecchi fascisti "in doppio petto" alla Almirante.
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Re: UE analisi della crisi e prospettive

Messaggioda pianogrande il 29/06/2016, 18:24

mariok ha scritto:Mi sembra che anche i paesi dell'unione non appartenenti all'aria euro facciano parte del Sistema Europeo delle Banche Centrali (SEBC) che ha comunque una funzione di coordinamento delle politiche monetarie degli stati membri.

D'altra parte mi sembra anche naturale che in un mercato unico (senza barriere negli scambi e nella circolazione dei capitali) ci siano meccanismi che evitino situazioni di eccessivo sbilanciamento tra le diverse valute.

Con l'uscita dall'Ue la GB uscirà anche dal SEBC e credo che ciò qualche problema nei rapporti commerciali lo creerà.


Sicuramente sì ma quello può essere un problema di trattative.
Certo che trattative su quegli argomenti così sensibili sarebbero in contraddizione con i principi per i quali la GB esce e richiederebbero una particolare disponibilità a fare della GB uno special guest dell'Unione che continuerebbe a intralciarne i progressi con la sua riottosità e la continua richiesta di coccole.

Insomma e tanto per ripetermi, prima imparino a stare al mondo e a rispettare gli altri cosa che, in questa come in altre occasioni, hanno ampiamente dimostrato di non saper fare.
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Re: UE analisi della crisi e prospettive

Messaggioda mariok il 29/06/2016, 20:50

Nel merito, ad occhio e croce, mi sembra che la Merkel non abbia proprio torto né capisco il senso di una battaglia italiana per proteggere gli azionisti e gli obbligazionisti delle banche in difficoltà. Se uno ha investito dei soldi in un'azienda e le cose vanno male, non capisco perché, se l'azienda è una banca, non debba rimetterci il suo denaro.

A parte ciò, mi sembra che questi cosiddetti leader continuino a non capire che la gente è stufa di questi teatrini a suon di "le regole vanno rispettate" "noi le rispettiamo, siete voi che le avete violate (più di dieci anni fa)" e così via.

Più che la cosiddetta austerity mi sembra che siano questi infantili tormentoni a rendere l'europa ogni giorno più indigesta alla gente.



Tensione Italia-Germania sulle banche. Merkel: “Non si cambiano le regole ogni due anni”
Nel secondo giorno di vertice europeo scontro tra Berlino e Roma. Renzi: «Noi abbiamo sempre rispettato le regole». L’Europa a Londra: «No a un mercato unico su misura»

29/06/2016

I leader europei sono pronti ad affrontare le difficoltà che deriveranno dalla Brexit, l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea e pressano il governo britannico per fare presto ad attivare i negoziati. L’Europa a 27 è unita nel sostenere che «non ci potrà essere un mercato unico su misura» per la Gran Bretagna, hanno sottolineato i presidenti della Commissione e del Consiglio europeo, Jean Claude Juncker e Donald Tusk, al termine del primo summit senza Londra.

Merkel: “Situazione grave”
La cancelliera Angela Merkel parla di una «situazione grave» e annuncia «un’agenda strategica per cerare occupazione, crescita e aumentare la competitività». Il premier Matteo Renzi ribadisce che «l’Europa non può fare finta di niente» e propono «la cittadinanza europea ad hoc ai giovani britannici in base allo “Ius culturae”.

Banche, scontro Italia-Germania
Ma più della Gran Bretagna, con il premier britannico David Cameron già rientrato a Londra, a far discutere sono gli interventi di cui si parla in Italia sul sistema bancario. La Germania è contraria a ogni tentativo di proteggere gli investitori privati delle banche dalle perdite nel caso in cui l’Italia intenderà proseguire nel piano allo studio per la ricapitalizzazione degli istituti di credito.

«Abbiamo definito certe regole comune sulla risoluzione delle banche e sulla ricapitalizzazione, non possiamo cambiare tutto ogni due anni», ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel rispondendo a una domanda dei cronisti. «Abbiamo una grande capacità di rispettare le regole e continueremo a farlo», ha risposto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. «Le regole - ha ricordato Renzi, non senza un filo di polemica percepita rispetto alle puntualizzazioni di Merkel - sono state cambiate l’ultima volta nel 2003 per consentire a Francia e Germania di sforare il tetto del 3% sul deficit. Allora il governo Berlusconi accettò di violare le regole per fare un favore alla Francia e alla Germania. Questo è accaduto in passato e non è più accaduto».
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Re: UE analisi della crisi e prospettive

Messaggioda Robyn il 29/06/2016, 21:27

Le regole sul bail-in vanno cambiate a prescindere da quello che dice la Germania.Il risparmiatore deve scegliere dove investire i suoi risparmi se in azioni ad alto rischio o in azioni a basso rischio,cioè è necessaria la separazione fra banche commerciali e di investimento.Se il risparmiatore và in una banca che si dedica esclusivamente ad azioni ad alto rischio e perde i suoi risparmi non gli viene restituito nulla perche già lo sà in partenza.La cosa cambia completamente nel caso di una banca di investimenti
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