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Il tweet dell'Istat: "E' occupato chi lavora anche solo un'o

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Il tweet dell'Istat: "E' occupato chi lavora anche solo un'o

Messaggioda gabriele il 03/06/2016, 12:06

Il tweet dell'Istat: "E' occupato chi lavora anche solo un'ora a settimana". Polemica sui social, la replica: "Applichiamo standard europei"

Pubblicato: 02/06/2016 15:40 CEST Aggiornato: 02/06/2016 15:46 CEST

"Voi avete idea di come si fanno le statistiche dal lato dell’Istat sul metodo Eurostat? Con un campione con mille telefonate. Ti chiamano a casa e ti dicono: 'Sei disoccupato?'. Risposta dell'intervistato: 'Vai a quel paese!'. Risposta registrata dall'Istat: 'Molto disoccupato'". Così l'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti all’Assemblea annuale della Confcommercio nel 2009 ironizzava sulle indagini relative all'occupazione. Perplessità che sono tornate alla carica, sui social network, dopo la risposta dell'Istat a un utente, Claudio Pellegrini, che chiedeva chiarimenti sulla classificazione delle sue prestazioni di lavoro: "Vorrei sapere come effettuate le statistiche io lavoro con un voucher da 8 ore al mese cosa sono occupato o disoccupato?". Replica dell'Istat: "E' considerato occupato se nella settimana di riferimento dell'indagine ha lavorato almeno un'ora, confronta il Glossario".

[...]

http://www.huffingtonpost.it/2016/06/02 ... 56378.html
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Re: Il tweet dell'Istat: "E' occupato chi lavora anche solo

Messaggioda pianogrande il 03/06/2016, 14:21

Va bene lavorare meno lavorare tutti ma qui si esagera.

A prescindere da come si fanno le statistiche, la situazione la abbiamo quotidianamente sotto gli occhi.

Non so esista una famiglia senza un componente/parente precario o disoccupato o sottopagato etc. etc.

Difficile (e per definizione) quantificare il lavoro nero che va ad ingigantire i numeri della disoccupazione ma anche il lavoro nero è responsabilità del governo che non lo combatte abbastanza.

La situazione non è rosea e le statistiche dovrebbero aiutarci a capire la tendenza ma i numeri continuano a rincorrersi e andare su e giù e, sinceramente almeno per me, risulta difficile farsi una idea di dove stiamo andando.
Fotti il sistema. Studia.
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se si riforma una cosa altri cominciano ad impazzire

Messaggioda Robyn il 03/06/2016, 14:31

La difficoltà di riformare l'Italia dipende dal fatto che se si fà una riforma e si cambiano le parti che non funzionano poi c'è chi pretende che ci sia di più e si stravolga tutto facendo pendere la bilancia dalla parte del più forte e questo spinge altri a non voler rifomare neanche quello minimo necessario,data una mano ci si prende tutto il braccio.Per ex una riforma del lavoro una volta fatta dovrebbe durare tanti anni al limite si possono cambiare la parti di superfice che non funzionano ma non la filosofia della legge.Questo è un problema generale della certezza del diritto.Zanetti è uno di questi.La legge fornero andava senza dubbio cambiata nell'eliminazione dell'intervallo tra un contratto a termine e l'altro andava integrata con l'estensione degli ammortizzatori sociali e delle regole semplici traducibili in inglese modificata l'insussitenza in inesistenza mantenute le tre infrazioni disciplinari semplici in un anno e introdotto l'opting out del magistrato e diminuita la causa a tre ,sei mesi di tempo diminuito il cuneo fiscale per l'indeterminato e lasciate le formule della Biagi integrate di nuove tutele e di un maggior costo derivante dalla diminuzione del cuneo fiscale per l'indeterminato<<ma non eliminata la prova di un'anno>>con il contratto a tutele crescenti.In breve se si riforma una cosa poi ci sono altri che cominciano ad impazzire
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Re: Il tweet dell'Istat: "E' occupato chi lavora anche solo

Messaggioda trilogy il 09/06/2016, 10:23

L'Istat: nel 1° trimestre 242 mila occupati in più, grazie ai dipendenti a tempo indeterminato. Giù gli inattivi

Salgono gli occupati nel primo trimestre dell'anno: la crescita complessiva è infatti di 242 mila occupati su base annua, con un contributo decisivo dell'occupazione dipendente a tempo indeterminato (+341 mila), a fronte della sostanziale stabilità di quella a termine e del calo degli indipendenti, concentrato tra i collaboratori e gli autonomi senza dipendenti.

Lo rende noto l'Istat, precisando che l'incremento è maggiore per il lavoro a tempo parziale, soprattutto quello di tipo volontario, ma prosegue anche la risalita del tempo pieno. Inoltre, su base annua l'occupazione aumenta in particolare per gli uomini, nelle regioni settentrionali, per gli over 50, per i laureati e per gli stranieri.
Un aspetto significativo delle dinamiche recenti del mercato del lavoro, spiega l'Istat, è costituito dal calo, sia congiunturale sia tendenziale, degli inattivi (sia in termini assoluti sia di incidenza), mentre il tasso di disoccupazione è invariato rispetto al trimestre precedente e diminuisce di quasi 1 punto percentuale rispetto ai primi tre mesi del 2015, con un calo tendenziale di 127 mila disoccupati di lunga durata.

Sempre nel primo trimestre le ore complessivamente lavorate aumentano dello 0,5% sul trimestre precedente e del 2,1% su base annua. Tale aumento coinvolge tutti i principali settori economici, a eccezione delle costruzioni.
Dal lato delle imprese si rafforzano ed estendono, in termini congiunturali e tendenziali, i segnali di crescita della domanda di lavoro, con un significativo aumento sia delle posizioni lavorative dipendenti sia delle ore lavorate per dipendente, anche per la consistente riduzione del ricorso alla Cassa integrazione.

La crescita dell'occupazione tende a diffondersi progressivamente a tutti i settori di attività economica, con una maggiore intensità in quello dei servizi. Il tasso dei posti vacanti è stabile sul piano congiunturale mentre aumenta su base annua. Per quanto riguarda il costo del lavoro, continuano a diminuire gli oneri sociali, per effetto della consistente riduzione contributiva associata alle nuove assunzioni a tempo indeterminato.

http://www.italiaoggi.it/news/dettaglio ... 20inattivi
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Re: Il tweet dell'Istat: "E' occupato chi lavora anche solo

Messaggioda gabriele il 09/06/2016, 11:09

Complessivamente le assunzioni (attivate da datori di lavoro privati) nel periodo gennaio-marzo 2016 sono risultate 1.188.000, con una riduzione di 176.000 unità rispetto al corrispondente periodo del 2015 (-12,9%).
Questo rallentamento ha coinvolto essenzialmente i contratti a tempo indeterminato: –162.000, pari a -33,4% sul primo trimestre 2015. Il calo è da ricondurre al forte incremento delle assunzioni a tempo indeterminato registrato nel 2015 in corrispondenza dell’introduzione degli incentivi legati all’esonero contributivo triennale. Analoghe considerazioni possono essere sviluppate in relazione alla contrazione del flusso di trasformazioni a tempo indeterminato (-31,4%).

Per i contratti a tempo determinato, nel primo trimestre del 2016, si registrano 814.000 assunzioni, una dimensione del tutto analoga a quella degli anni precedenti (-1,7% sul 2015 e -1,1% sul 2014)
Le assunzioni con contratto di apprendistato sono state quasi 50.000, stabili rispetto al 2015.
Quanto alle cessazioni, complessivamente risultano diminuite dell’8,8%; per quelle a tempo indeterminato la riduzione è pari al 5,3%.

Con la legge di stabilità 2016 è stato introdotta una nuova forma di incentivo rivolta alle assunzioni a tempo indeterminato e alle trasformazioni di rapporti a termine di lavoratori che, nei sei mesi precedenti, non hanno avuto rapporti di lavoro a tempo indeterminato. La misura dell’agevolazione prevede l’abbattimento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro (esclusi i premi INAIL) in misura pari al 40% (entro il limite annuo di 3.250 euro) per un biennio.
I dati relativi all’effetto della predetta agevolazione saranno resi noti a partire dall’aggiornamento di giugno 2016 dell’Osservatorio sul Precariato (le istruzioni per la compilazione delle denunce contributive UniEmens sono state adottate nello scorso mese di marzo).


GLI EFFETTI SULLA CONSISTENZA DEI RAPPORTI DI LAVORO
Le dinamiche descritte consentono di registrare, per il trimestre gennaio-marzo 2016 un saldo, tra assunzioni e cessazioni, pari a +241.000, inferiore a quello del corrispondente trimestre del 2015 (+326.000). Tale differenza è totalmente attribuibile alle posizioni di lavoro a tempo indeterminato.
Su base annua, il saldo consente di misurare la variazione tendenziale delle posizioni di lavoro. Il saldo annualizzato (vale a dire la differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi) a marzo 2016 risulta positivo (+543.000) ma inferiore rispetto al valore massimo registrato a dicembre (+628.000). Per i contratti a tempo indeterminato, il saldo annualizzato a marzo 2016 è pari a +756.000.


LE RETRIBUZIONI INIZIALI DEI NUOVI RAPPORTI DI LAVORO
Quanto alla composizione dei nuovi rapporti di lavoro in base alla retribuzione mensile, si registra per le assunzioni a tempo indeterminato intervenute nel primo trimestre del 2016 una riduzione della quota di retribuzioni inferiori a 1.750 euro rispetto a quanto osservato per il corrispondente periodo 2015. Anche per i contratti a termine si evidenzia un leggero slittamento verso retribuzioni maggiori, con una riduzione della quota di quelle inferiori a 1.500 euro.


I VOUCHER
Per quanto riguarda i buoni lavoro, nel primo trimestre 2016 sono stati venduti 31.5 milioni di voucher destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, del valore nominale di 10 euro, con un incremento, rispetto al primo trimestre 2015, pari al +45,6%. Nel 2015, la crescita dell’utilizzo dei voucher, rispetto al 2014, era stata pari al 75,4%.


http://www.inps.it/portale/default.aspx ... r_2016.pdf
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Re: Il tweet dell'Istat: "E' occupato chi lavora anche solo

Messaggioda trilogy il 09/06/2016, 12:00

Nel complesso sono dati buoni, finchè il saldo rimane positivo.
Rimane difficile da scalfire la disoccupazione di lunga durata e gl'inattivi. Qua ci dev'essere una quota di gente che vive di rendita o con altri redditi, ed una quota di lavoratori in nero difficile da valutare.
[..]aumenta la componente più distante dal mercato del lavoro (+58 mila tra chi non cerca e non è disponibile) a sintesi di una crescita per le donne (+119 mila) e una diminuzione tra gli uomini.[..]

http://www.repubblica.it/economia/2016/ ... ref=HREA-1
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Re: Il tweet dell'Istat: "E' occupato chi lavora anche solo

Messaggioda Robyn il 09/06/2016, 18:50

renzi continua a confondere l'art 18 e il contratto a tutele crescenti che non hanno inciso minimamente,con gli incentivi.Quelli che hanno prodotto 425,000 posti di lavoro senza scalfire la disoccupazione che rimane stagnante all 11% sono gli incentivi che devono diventare una misura strutturale con la diminuzione del cuneo fiscale.Parla di furore ideologico ma sono i voucher e la precarietà il furore ideologico.Inoltre una flessibilità troppo accentuata con il contratto a tutele crescenti e l'eliminazione delle parti minimali dell'art 18 costa molto in termini di ammortizzatori sociali circa 30 mld l'anno e mancano risorse per la formazione.Inoltre la precarietà dal momento che rende troppo discontinuo il reddito danneggia la domanda e la competitività danneggia i giovani che non possono creare una famiglia
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