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Gli ipocriti della Carta

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Gli ipocriti della Carta

Messaggioda ranvit il 19/05/2016, 7:32

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Gli ipocriti della Carta
Il carattere eterogeneo dell’alleanza antirenziana non fa scandalo, ma fa spesso sorridere di gusto. Dietro la difesa della Costituzione più bella del mondo c’è un mondo che si svela. Dizionarietto utile sulla CPBM
di Giuliano Ferrara | 19 Maggio 2016 ore 06:18


CPBM. La Costituzione più bella del mondo (lo ha notato Angelo Panebianco) entra con tutte le scarpe nel gioco dell’antipolitica di destra, di sinistra e giudiziaria: un fronte unico dall’alto. Rimproverano a Renzi di averla voluta cambiare. La CPBM dice che la si può cambiare ex articolo 138, che recita: “Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione. Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Assemblee regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi”. Sembrerebbe tutto chiaro. In una democrazia parlamentare si fa così, almeno secondo le regole della CPBM.

Mandato. Il governo Renzi, dicono gli avversari della riforma sottoposta a referendum, non è eletto. Finché lo dice il Cav., passi. Ma che lo dicano tutti, tutti coloro che negavano l’elezione diretta del governo anche in regime maggioritario, i teorici del ribaltone continuo in funzione antiberlusconiana, e perfino dell’intervento dei carabinieri per rimuovere l’usurpatore votato dagli italiani (Asor Rosa, per esempio), è ridicolo. Il governo Renzi nasce in Parlamento. Renzi chiede ai senatori, agli onorevoli senatori, fin dal primo paragrafo delle sue dichiarazioni programmatiche, un mandato su cui pone la prima e determinante questione di fiducia: deve essere l’ultima volta che il Senato dà la fiducia al governo, vogliamo razionalizzare il sistema bicamerale eguale. Fiducia accordata, mandato espresso.

Verdini. La Costituzione non è stata cambiata da Denis Verdini, con un qualche sotterfugio di palazzo, è stata cambiata in base a un patto politico-parlamentare tra Renzi e Berlusconi, detto patto del Nazareno, che apertamente rivendicava la necessità delle riforme e le ha promosse di comune accordo in ciascuna delle due Camere (anche la legge elettorale). Si può non essere d’accordo, ma che c’entra l’agitazione dello spettro dell’uomo nero, Verdini, il quale è solo un abile politico capace di tenere fede al patto che aveva sottoscritto per evidenti ragioni politiche?



Trasformismo. Ci risiamo: Verdini è segretamente in maggioranza. Bisogna informare i censori televisivi dell’asse Renzi-Verdini, consolidatosi dopo il passaggio del Cav. all’opposizione di sé stesso, che il più antico, sperimentato e solido sistema costituzionale del mondo, quello americano, è fondato sulla capacità dell’esecutivo (il presidente) di costruire maggioranze trasversali per il varo delle leggi nel Senato e nella Camera dei rappresentanti: non c’è legge, compreso l’Obamacare, che non sia stata contrattata e poi votata da maggioranze comprendenti pezzi del Partito repubblicano, quando il presidente è un democratico, e pezzi del Partito democratico, quando il presidente è repubblicano. Ci sono stati, onoratissimi e mai sfiorati da accuse di opportunismo, i Reagan democrats, e ci saranno gli Hillary republicans (i never Trump). Qualcuno dovrebbe ricordare le polemiche di parte democratica antiberlusconiana sulla sovranità del Parlamento e l’assenza costituzionale, CPBM, del vincolo di mandato. L’ignoranza è facoltativa. O no?

Autoritarismo. Le cosiddette élite ovvero l’establishment, da De Bortoli a Zagrebelsky, sanno benissimo come stanno le cose: la riforma costituzionale, anche in combinato disposto con la legge elettorale e il suo minuscolo premio di maggioranza, rafforza la stabilità politica e chiude l’èra del ping-pong Camera-Senato, ciò che era stato richiesto da fonti insospettabili del cosiddetto costituzionalismo compreso il professor Rodotà-tà-tà, ma non dà alcuna delega straordinaria che non sia oggi prevista al capo del governo. Balle, dunque.

Referendum. Previsto dall’articolo 138, è stato richiesto da ogni parte. Non è un plebiscito, ma non è innaturale che il premier, dopo aver richiesto un mandato riformatore, metta a disposizione il suo incarico in caso di sconfitta. Avesse Renzi detto: me ne impipo dei risultati, resto comunque fino al 2018, come avrebbero commentato l’affermazione i suoi detrattori?

Fronte unico dall’alto. Il carattere eterogeneo dell’alleanza antirenziana non fa scandalo, ma fa ridere. Sopra tutto, lo ha notato Vittorio Feltri, quando di questa innaturale alleanza fanno parte forze politiche che la riforma l’hanno compattamente votata in Parlamento. E che sono all’origine della nascita del governo Renzi attraverso il patto del Nazareno. E si muovono ora di concerto e d’intesa cordiale con coloro che per vent’anni sono stati considerati a buon diritto degli aguzzini della democrazia elettorale e parlamentare.
<< >>

http://www.ilfoglio.it/politica/2016/05 ... e_c145.htm
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Gli ipocriti della Carta

Messaggioda flaviomob il 19/05/2016, 8:12

ranvit ha scritto:
CPBM. La Costituzione più bella del mondo (lo ha notato Angelo Panebianco) entra con tutte le scarpe nel gioco dell’antipolitica di destra, di sinistra e giudiziaria: un fronte unico dall’alto. Rimproverano a Renzi di averla voluta cambiare. La CPBM dice che la si può cambiare ex articolo 138, che recita: “Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ....


Ferrara, giornalista indegno già pagato dalla CIA, dimentica di scrivere che questo parlamento è stato eletto con una legge giudicata anticostituzionale. Quindi già i rapporti di forza sono alterati in virtù di un premio di maggioranza opinabile, mentre la compagine di governo fa riferimento a partiti diversi da quelli che si erano coalizzati prima delle elezioni. In più la riforma approvata rende ancora più agevole, al contrario dello spirito costituzionale, l'azione di un singolo partito che abbia solo la maggioranza relativa dei voti nel processo di revisione ulteriore della Costituzione, della nomina di cinque giudici della Corte suprema, del presidente della Repubblica (che ne nomina altri cinque), nonché come sempre nella lottizzazione selvaggia, etc.

ranvit ha scritto:
Mandato. Il governo Renzi, dicono gli avversari della riforma sottoposta a referendum, non è eletto. Finché lo dice il Cav., passi. Ma che lo dicano tutti, tutti coloro che negavano l’elezione diretta del governo anche in regime maggioritario, i teorici del ribaltone continuo in funzione antiberlusconiana, e perfino dell’intervento dei carabinieri per rimuovere l’usurpatore votato dagli italiani (Asor Rosa, per esempio), è ridicolo. Il governo Renzi nasce in Parlamento. Renzi chiede ai senatori, agli onorevoli senatori, fin dal primo paragrafo delle sue dichiarazioni programmatiche, un mandato su cui pone la prima e determinante questione di fiducia: deve essere l’ultima volta che il Senato dà la fiducia al governo, vogliamo razionalizzare il sistema bicamerale eguale. Fiducia accordata, mandato espresso.


Veramente Renzi ha collezionato il record di voti di fiducia, svuotando il senso del dibattito parlamentare. Berlusconi almeno vinceva direttamente le elezioni ed era comunque eletto in parlamento, sebbene il conflitto d'interessi, il coinvolgimento nella corruzione di un giudice tramite Previti e la vicinanza al mafioso Dell'Utri, oltre alla continua azione contro la giustizia, lo rendessero palesemente indegno.

ranvit ha scritto:
Verdini. La Costituzione non è stata cambiata da Denis Verdini, con un qualche sotterfugio di palazzo, è stata cambiata in base a un patto politico-parlamentare tra Renzi e Berlusconi, detto patto del Nazareno, che apertamente rivendicava la necessità delle riforme e le ha promosse di comune accordo in ciascuna delle due Camere (anche la legge elettorale). Si può non essere d’accordo, ma che c’entra l’agitazione dello spettro dell’uomo nero, Verdini, il quale è solo un abile politico capace di tenere fede al patto che aveva sottoscritto per evidenti ragioni politiche?


Verdini è eletto grazie ai voti di Berlusconi (condannato) e dei berlusconiani, oltre ad essere implicato in ben sei procedimenti penali.
Apertamente poi un bel niente, dato che Renzi e Berlusconi si incontravano di nascosto.


ranvit ha scritto:
Trasformismo. Ci risiamo: Verdini è segretamente in maggioranza. Bisogna informare i censori televisivi dell’asse Renzi-Verdini, consolidatosi dopo il passaggio del Cav. all’opposizione di sé stesso, che il più antico, sperimentato e solido sistema costituzionale del mondo, quello americano, è fondato sulla capacità dell’esecutivo (il presidente) di costruire maggioranze trasversali per il varo delle leggi nel Senato e nella Camera dei rappresentanti: non c’è legge, compreso l’Obamacare, che non sia stata contrattata e poi votata da maggioranze comprendenti pezzi del Partito repubblicano, quando il presidente è un democratico, e pezzi del Partito democratico, quando il presidente è repubblicano. Ci sono stati, onoratissimi e mai sfiorati da accuse di opportunismo, i Reagan democrats, e ci saranno gli Hillary republicans (i never Trump). Qualcuno dovrebbe ricordare le polemiche di parte democratica antiberlusconiana sulla sovranità del Parlamento e l’assenza costituzionale, CPBM, del vincolo di mandato. L’ignoranza è facoltativa. O no?


Ma come ? Il sistema americano è proprio la dimostrazione di una netta separazione di poteri, dove la funzione di controllo del parlamento è spesso di segno politico opposto a quella del presidente, invece in Italia si vuol dare tutto il potere a un partito di minoranza (ma con la maggioranza relativa) senza alcun bilanciamento, sfasando anche gli equilibri necessari a modificare la costituzione con i due terzi dei voti (riferiti però ad un sistema PROPORZIONALE); in un paese poi dove la politica ha sempre influenzato pesantemente l'informazione (pubblica ma non solo) portandoci a livello del terzo mondo, o al di sotto, nella libertà di stampa: basta guardare la Rai di oggi o leggere l'Unità.

ranvit ha scritto:
Autoritarismo. Le cosiddette élite ovvero l’establishment, da De Bortoli a Zagrebelsky, sanno benissimo come stanno le cose: la riforma costituzionale, anche in combinato disposto con la legge elettorale e il suo minuscolo premio di maggioranza, rafforza la stabilità politica e chiude l’èra del ping-pong Camera-Senato, ciò che era stato richiesto da fonti insospettabili del cosiddetto costituzionalismo compreso il professor Rodotà-tà-tà, ma non dà alcuna delega straordinaria che non sia oggi prevista al capo del governo. Balle, dunque.


L'establishment sono le P2 P3 P4 con gli amici di Verdini o di certi vescovi, sono le banche dei parenti dei ministri, sono la camorra che contamina il pd campano, i corrotti e i corruttori che Ferrara conosce molto bene e da vicino. Del resto questo "giornalista" si è distinto per aver sostenuto che "mafia capitale non esiste".
Rodotà era a favore del monocameralismo ai tempi della legge PROPORZIONALE. C'è una bella differenza!

ranvit ha scritto:
Referendum. Previsto dall’articolo 138, è stato richiesto da ogni parte. Non è un plebiscito, ma non è innaturale che il premier, dopo aver richiesto un mandato riformatore, metta a disposizione il suo incarico in caso di sconfitta. Avesse Renzi detto: me ne impipo dei risultati, resto comunque fino al 2018, come avrebbero commentato l’affermazione i suoi detrattori?


E allora è lui che personalizza e politicizza lo scontro: inutile esprimere assurdità come "il fronte del no" che tiene insieme destra e sinistra o altre amenità, visto che ogni referendum vede una scelta dicotomica necessariamente trasversale. Piuttosto ora Renzi si assuma le sue responsabilità: ha polarizzato i temi referendari e ne subirà le conseguenze in ogni caso, con ogni esito.

ranvit ha scritto:
Fronte unico dall’alto. Il carattere eterogeneo dell’alleanza antirenziana non fa scandalo, ma fa ridere. Sopra tutto, lo ha notato Vittorio Feltri, quando di questa innaturale alleanza fanno parte forze politiche che la riforma l’hanno compattamente votata in Parlamento. E che sono all’origine della nascita del governo Renzi attraverso il patto del Nazareno. E si muovono ora di concerto e d’intesa cordiale con coloro che per vent’anni sono stati considerati a buon diritto degli aguzzini della democrazia elettorale e parlamentare.


Beh questo lo dovrebbe raccontare ai suoi amici Brunetta e Berlusconi (e a qualche comune amico fascistoide).

PS: Esiste già un argomento sul "Referendum", perché aprirne un altro??


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Re: Gli ipocriti della Carta

Messaggioda ranvit il 19/05/2016, 16:14

PS: Esiste già un argomento sul "Referendum", perché aprirne un altro??



Perchè qui si parla degli ipocriti della Carta... 8-)

Quelli che : ma questo è della Cia, quest'altro della P2 P3... P99, quell'altro ancora è berlusconiano, etc etc .
Quelli che si nascondono dietro questa Carta ed il suo supergarantismo per non confessare la propria incapacità di risolvere i problemi del Paese...ma praticamente (da adulti consapevoli della complessità delle cose), non teoricamente (tipicamente adolescenziale :D )!

Il punto è che l'Italia è un Paese fermo da almeno 30 anni (per non dire 50), grazie a tutti questi etichettatori del nulla, questi cercatori dell'ago in un pagliaio, del sesso degli angeli, etc

Basta guardare gli altri Paesi per rendersi conto che il ns è forse l'unico dove non si riesce a governare a causa dei mille e mille "spaccamenti del pelo".
La Costituzione piu' bella del mondo? Ma se ha reso ingovernabile questo strabenedetto Paese!!!
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Re: Gli ipocriti della Carta

Messaggioda flaviomob il 19/05/2016, 18:16

Il problema dell'Italia non è la governabilità, dato che pur mutando i governi (nella prima repubblica), le leggi e le grandi riforme le faceva comunque il parlamento. E' il controllo, la trasparenza, il "cappello" che chi comanda cerca sempre di mettere su grandi opere, appalti, carrozzoni statali (amici degli amici, mazzettari), sull'informazione e magari anche sulla giustizia (affinché non funzioni o stia in catalessi). Craxi ha avuto governi di durata record e ha fatto danni. Berlusca idem.


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Re: Gli ipocriti della Carta

Messaggioda ranvit il 20/05/2016, 7:52

I problemi dell'Italia sono tanti ma certamente quello della governabilità ne è uno dei principali.
Craxi ha fatto abbastanza bene, Berlusconi un po' meno....ma entrambi cosi' come tutti gli altri che li hanno preceduti (e successivi) hanno avuto a che fare con la fortissima difficoltà di concretizzare incisive riforme per l'ammodernamento del Paese, a causa dei "frenatori in servizio permanente effettivo" (sindacati, corporazioni, Chiesa, comitati per il NO, cercatori dell'ago nel pagliaio, spaccatori del pelo, etc etc ) cui la Carta consente di agire ben oltre la necessaria opera di contraltare del potere esecutivo!
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Re: Gli ipocriti della Carta

Messaggioda flaviomob il 20/05/2016, 9:27

Il Referenzum

di Marco Travaglio

Per vent’anni i migliori psichiatri hanno classificato la propaganda berlusconiana alla voce “proiezione”: il meccanismo di autodifesa tipico dei paranoici, che li porta ad attribuire agli altri ciò che fanno loro. B. attaccava i magistrati e i giornalisti liberi, ma diceva che erano loro ad attaccare lui. Insultava gli avversari (“chi vota a sinistra è un coglione”), ma sosteneva che erano quelli a insultare lui. Ora, sul lettino dello psichiatra, c’è Renzi e purtroppo la diagnosi risulta identica: proiezione. Ieri ha avuto un attacco acuto e la sindrome s’è manifestata due volte in pochi minuti.

1) Il premier ha accusato i costituzionalisti del No di “personalizzare il referendum” perché “sui contenuti si trovano un po’ a disagio”. Purtroppo è stato lui a trasformarlo in Referenzum (“Se perdo vado a casa”). Quanto al “disagio sui contenuti”, i costituzionalisti del No hanno illustrato in manifesti, appelli, libri, articoli, conferenze proposte alternative, le loro critiche sul merito del ddl Boschi, senza mai usare l’argomento becero “la riforma è sbagliata perché l’ha fatta Renzi” o “va bocciata per cacciare Renzi”. Lui invece li ha sempre insultati: “Professoroni”, “soloni”, “gufi”, “rosiconi”, “conservatori”, “archeologi travestiti da costituzionalisti”, “difensori del Codice di Hammurabi” (e la Boschi a ruota: “Chi vota No sta con Casa Pound”). Contenuti, zero: sarà un po’ a disagio?

2) Dopo avere riscritto, fra l’altro coi piedi, 47 articoli della Costituzione su 139, ieri Renzi ne ha fatto una questione di risparmi, accusando il No di voler “mantenere tutte queste poltrone”. Altro caso di proiezione: Renzi aveva promesso di “abolire il Senato” (315 poltrone in meno e mezzo miliardo di risparmi l’anno), “dimezzare i parlamentari” e le loro “indennità”: così avremmo risparmiato quasi un miliardo l’anno. Invece il ddl Boschi mantiene il Senato con 100 membri al posto di 315 (non pagati, salvo rimborsi-trasferta) e la Camera identica. Siccome le spese del Senato riguardano perlopiù la struttura, il taglio di 215 poltrone farà risparmiare la miseria di 50 milioni l’anno. E che i risparmi siano propaganda l’ha dimostrato ieri il premier col decreto che riaggiungeva alla domenica il lunedì che fu abrogato da Letta e che costa 100 milioni a botta. Così nel 2016 avremmo speso 300 milioni in più: 100+100 per i due turni delle Amministrative e 100 per il referendum di ottobre, oltre ai 300 buttati per il mancato accorpamento del referendum No Triv alle Amministrative.

Totale di soldi sprecati: 600 milioni in un anno, 10 volte quello che risparmieremmo col nuovo Senato. Il tutto perché l’astensione serviva a Renzi per vincere il referendum No Triv per abbandono dell’avversario, come i pugili vigliacchi. Ma ora che ci sono di mezzo lui nel Referenzum e i suoi candidati alle Amministrative, non più. Il decreto era talmente scandaloso che persino Alfano se n’è accorto e ha ingranato la retromarcia.

Ora, con un governo che cambia e ricambia le regole del gioco a tre settimane dal voto, c’è da aspettarsi di tutto. E si avverte vieppiù l’esigenza di un arbitro che fischi il fallo e ne impedisca altri. Gustavo Zagrebelsky si è appellato a Sergio Mattarella perché fermi il terrorismo dell’après nous, le déluge e ricordi al premier che “la Costituzione non prevede che all’esito di un referendum un presidente del Consiglio si debba dimettere”, così che si voti sul merito senza il timore – o la speranza – “che se vince il No cade il governo e chissà cosa succede”. Mentre Zagrebelsky parlava, i magistrati progressisti di Area si mettevano sull’attenti ai diktat di Orlando & Legnini e partorivano un comunicato a metà strada fra Ponzio Pilato, don Abbondio e Tartuffe: siccome “i magistrati hanno pieno diritto di esprimersi sul contenuto delle riforme costituzionali, di partecipare al dibattito pubblico, di impegnarsi in ogni iniziativa di carattere culturale e di approfondimento tecnico” e siccome la “riforma” per “gran parte dei magistrati di Area” è pericolosa (è “frutto di contingenti e variabili maggioranze… depotenzia il ruolo del Parlamento rispetto a quello del governo e incide sul principio di separazione dei poteri… indebolisce le funzioni di garanzia” di “presidente della Repubblica, Consulta e Csm” ed è “difficile comprendere che tipo di bicameralismo imperfetto intenda realizzare”), Area resta “al di fuori dei comitati referendari, cui riteniamo di non aderire”. Un giurista direbbe che c’è contraddizione fra motivazione e dispositivo della sentenza. E un biblista ricorderebbe il caso umano di Giuseppe di Arimatea, il membro del Sinedrio che non osa opporsi a Caifa e poi, dopo la crocifissione di Gesù, ne chiede il corpo a Pilato per dargli degna sepoltura.

Intanto un gruppo d’imprenditori marchigiani fondano un comitato del Sì invitando la Confindustria ad associarsi: e non perché approvino la riforma (“ha mille difetti”), ma perché “se non passa, Renzi si dimette, si torna al voto con due leggi elettorali diverse e addio credibilità internazionale dell’Italia”. Qualcuno informi questi signori che: a) Renzi non ha alcun obbligo di dimettersi; b) se proprio volesse levare il disturbo, in Parlamento ci sarebbe una maggioranza per un nuovo governo: la stessa di Letta e di Renzi, o un’altra per un governo “di scopo”; c) salvata la Costituzione, ci sarà un anno di tempo per lo “scopo” di estendere l’Italicum al Senato o il Consultellum alla Camera, o di ripristinare il Mattarellum, o meglio ancora di copiare il doppio turno francese. Pensate un po’ quante cose belle, se vince il No.

Tratto da: Il Fatto Quotidiano del 17 maggio 2016


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Re: Gli ipocriti della Carta

Messaggioda ranvit il 20/05/2016, 9:34

Per quanto mi riguarda, Travaglio non è neanche da ascoltare o da leggere!
E' un mestatore che di questa sua caratteristica ne a fatto una carriera!

L'unico che ha capito tutto è lui!
Godetevelo! 8-)
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Re: Gli ipocriti della Carta

Messaggioda gabriele il 20/05/2016, 10:32

ranvit ha scritto:Per quanto mi riguarda, Travaglio non è neanche da ascoltare o da leggere!
E' un mestatore che di questa sua caratteristica ne a fatto una carriera!

L'unico che ha capito tutto è lui!
Godetevelo! 8-)


meglio leggere "il foglio"
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Re: Gli ipocriti della Carta

Messaggioda flaviomob il 20/05/2016, 11:15

il foglio che sostiene il figlio :lol:


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Re: Gli ipocriti della Carta

Messaggioda pianogrande il 20/05/2016, 11:24

ranvit ha scritto:I problemi dell'Italia sono tanti ma certamente quello della governabilità ne è uno dei principali.
Craxi ha fatto abbastanza bene, Berlusconi un po' meno....ma entrambi cosi' come tutti gli altri che li hanno preceduti (e successivi) hanno avuto a che fare con la fortissima difficoltà di concretizzare incisive riforme per l'ammodernamento del Paese, a causa dei "frenatori in servizio permanente effettivo" (sindacati, corporazioni, Chiesa, comitati per il NO, cercatori dell'ago nel pagliaio, spaccatori del pelo, etc etc ) cui la Carta consente di agire ben oltre la necessaria opera di contraltare del potere esecutivo!


La più grossa e "fortissima" difficoltà di Craxi e Berlusconi (suo degno erede) è stato il far fronte ai guai giudiziari risultanti dai loro crimini.
E meno male che c'erano gli spaccatori del pelo perché se no avrebbero continuato impunemente a spassarsela alle nostre spalle.
Fotti il sistema. Studia.
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