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M5S tradito: c’era una comunità. Ora solo guerra potere

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M5S tradito: c’era una comunità. Ora solo guerra potere

Messaggioda franz il 22/04/2016, 7:43


Marco Canestrari: “M5S tradito: c’era una comunità. Ora solo una guerra per il potere”

Parla l’ex braccio destro di Grillo e Casaleggio


jacopo iacoboni
londra

«Sono stato per anni l’uomo che seguiva Beppe Grillo ovunque, dal colloquio con l’ambasciatore tedesco a quello con il presidente del Senato. Ho lavorato anni alla Casaleggio accanto a Gianroberto, ero il suo inviato agli incontri nazionali dei meet up, la cinghia di trasmissione tra loro, le cellule originarie del Movimento, e lui. Solo io e altre due persone sappiamo davvero cosa volessero Roberto e Beppe». Marco Canestrari oggi ha 33 anni. Sa tutto, del passato e del presente di quello che ormai è un’azienda-partito. Alla Casaleggio, dove fu chiamato dal fondatore, lo chiamano con lo sfottò appioppato da Grillo, «la mente grigia». Oggi vive a Londra, fa il programmatore informatico. Ha deciso di parlare e raccontare la mutazione genetica del Movimento, chi l’ha voluta e chi nonostante le lacrime ha tradito le volontà del fondatore dell’azienda.



Perché lo fa? Di solito chi è stato alla Casaleggio una cosa in comune ce l’ha: il silenzio.

«All’inizio eravamo una comunità. Roberto amava quella parola. Ora non più. Era il mio capo, lo ricordo con molto affetto e professionalmente devo tutto a lui. Credeva davvero nel suo progetto, non aveva secondi fini. Ma le cose sono andate diversamente. Al suo funerale mi sono avvicinato a Luca (Eleuteri, il socio di Casaleggio) per salutarlo, lui senza dire una parola mi ha puntato il dito in faccia per venti secondi e mi ha allontanato; forse contava su un presunto accordo di omertà che avrei violato dicendo pubblicamente la mia, ma non sono il tipo».



Che pensa del M5S oggi?

«Con l’Italicum ha la possibilità concreta di vincere le prossime politiche, e cambiare l’Italia. Dubito in meglio».



Perché è pessimista?

«Il Movimento nel 2013 è stato votato per nove milioni di motivi diversi, nessuno dei quali era ritrovarsi un gruppo parlamentare impegnato in una guerra per bande e a coprire le proprie bugie, a cominciare dagli stili di vita, tutt’altro che francescani. È nato denunciando i politici che usavano la querela per minacciare i giornalisti, e ora spaccia robaccia sui siti legati al blog, e alimenta cultura della minaccia e diffamazione seriale in rete. Sono diventati la voce del nuovo oscurantismo. Come gli antivaccinisti che attirano i clic sui siti. Al ministero della salute ci mandiamo un antivaccinista? È un sistema che allontana le competenze e attira i ciarlatani».



Alla Casaleggio non dicevate che non c’erano leader? Qui si vede un leader, Di Maio, autonominatosi, e un capo sostanziale, Davide Casaleggio. È così?

«Autonominatosi al Tg1 peraltro. Secondo Roberto il direttorio doveva solo smistare responsabilità. Invece è stato usato per fini personali e per acquisire potere».



Mi fa dei nomi?

«L’ascesa di Di Maio, che Grillo aveva cercato di fermare dicendo ’non ci faremo imporre il candidato premier dalle tv’, è speculare all’ascesa di Renzi e coltiva di per sé il germe del tradimento. Davvero qualcuno pensa che l’onorevole Di Maio smetterà di far politica a 37 anni, dopo due mandati? Hanno già creato un patto e una casta di intoccabili: tutto quello contro cui Roberto ci spingeva a lottare».



Può fare degli altri esempi?

«L’uso della tv per la rincorsa del consenso personale e non per il Movimento. Di Battista al Processo del lunedì. Fico che da Formigli dice che il limite del doppio mandato non si tocca, cioè parla a Di Maio anziché ai cittadini. Giravolte politiche impressionanti: l’assessore di Livorno indagato, a cui non si chiedono le dimissioni».



Davide che persona è? È interessato alla politica?

«Davide non ha nessuna passione politica, a differenza del padre. Roberto aveva costruito il M5s su una suggestione culturale di fondo: Il ciclo dei robot di Asimov. Pensava alle regole del Movimento come alle tre regole della robotica di Asimov: noi mettiamo solo delle regole, non elementi politici, diceva. All’interno di quelle regole poi si sviluppa tutta la dialettica. Davide invece vuole solo raggiungere gli obiettivi che si dà. Mancato Roberto, il Movimento rimane solo un asset dell’azienda: chi lavora sui portali - sul blog e su Rousseau - è assunto dalla Casaleggio, ad essa risponde e lavora anche su altri progetti, estranei alla politica. Io non credo che loro si arricchiscano, ma finanziariamente questo modello sta in piedi grazie alla pubblicità sul blog - che peraltro risulta la sede ufficiale del M5S - e sui siti che il blog sponsorizza. Se vi rinunciano, devono licenziare».



Tutto questo continuerà a gestirlo Davide, non Di Maio?

«Sì, da quello che mi risulta. Ed è il punto politicamente rilevante».



In che senso?

«Chi ha i dati gestisce tutto. Per esempio, adesso c’è qualcuno in Casaleggio che può sapere chi dei parlamentari ha votato a favore del direttorio e chi contro. Siamo autorizzati a supporlo perché il codice di Rousseau non è pubblico. L’informazione è potere: se nell’ambito di una comunità alcuni hanno tutte le informazioni, e altri nessuna, questi guideranno i processi in base alle proprie esigenze. Lo dice sempre anche Davide».



Canestrari, Grillo può non vedere tutto questo?

«Può non vederlo, sì. Non gli vengono dette cose molto importanti che succedono: per i referendum chiesti dal Vday 2 sarebbero potuti arrivare dei rimborsi referendari. Fui mandato dalla Casaleggio a chiedere una delega in bianco in favore di Beppe per la gestione di questi rimborsi. Il comitato referendario era composto da ragazzi del meet up di Roma. Chiesi a Davide di garantirmi che Beppe ne fosse al corrente. Non ricevetti risposta. Ci incontrammo all’hotel Ripetta, sottoposi il documento al comitato e ci fu uno scontro perché alcuni non volevano firmare. Fu chiamato Beppe, che arrivò e disse di non saperne nulla, e annullò tutto. Capisce? Grillo non sapeva ciò che stavano facendo».



Lei è ancora un iscritto al Movimento?

«Sì, certo. E proprio perché rimango fedele al progetto di Roberto, che voleva che il movimento controllasse i parlamentari, ho dato vita a un progetto di analisi in rete. La prima tappa è il sito www.maquantospendi.it dal quale ciascuno si può fare la sua opinione. Non ho contribuito a far nascere il Movimento per poi vedere un parlamentare che spende 32mila euro in vitto in tre anni a spese del contribuente».



Che farà Grillo adesso? È obbligato a occuparsi ora di ciò di cui forse non s’è mai occupato?

«Beppe avrà un ruolo decisivo i prossimi mesi. So che di recente si chiede anche lui se la nostra gente volesse tutto questo. È molto dubbioso lui per primo sul M5S di oggi. Gli manderei un consiglio: pensa bene di chi fidarti, guarda il blog adesso, pieno di pubblicità, ricordati di quando mi chiedevi di convincere Roberto a togliere tutti i bottoni “compra” che non ti piacevano. Quello non è piu il Blog, è un asset aziendale. E nessuno voleva un Movimento così».


Versione integrale dell’intervista pubblicata oggi sul giornale
http://www.lastampa.it/2016/04/22/itali ... agina.html
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Re: M5S tradito: c’era una comunità. Ora solo guerra potere

Messaggioda flaviomob il 22/04/2016, 10:13

La comunità non c'è mai stata. Raccogliendo il voto (di protesta) dalle parti piu' radicali di destra e sinistra (oltre che il voto qualunquista) il processo di sintesi è sempre stato problematico, anche se nascosto dal ruolo di opposizione nazionale ricavato dal movimento. Nel momento di decidere su temi concreti, dove potevano essere decisivi (come le unioni civili e le adozioni) non potevano prevalere entrambe le parti e si è scelto il populismo di destra (contro le adozioni) in rivalità con la lega anche sui migranti. Dove hanno governato, in piccole realtà locali, ci sono sempre state frizioni, tensioni, espulsioni o scissioni,


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Servi del padrone

Messaggioda pianogrande il 22/04/2016, 10:50

La politica (come la rivoluzione) non si può fare a metà perché viene fuori un disastro.

Mi piace la conferma che i soldi li fanno col blog; (con la pubblicità) ed è quello il fine aziendale di questo non partito (anche come participio passato di partire).

Un'opera assolutamente incompiuta (e ormai franata nel ridicolo) dal punto di vista politico ma compiutissima dal punto di vista aziendale.

Credo che l'appellativo più indicato per questa organizzazione che prometteva la produzione di potenti apriscatole sia il vecchissimo ma sempre buono: servi del padrone.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: M5S tradito: c’era una comunità. Ora solo guerra potere

Messaggioda flaviomob il 23/04/2016, 10:35

Vedremo se vinceranno nella capitale come si comporteranno nell'amministrazione locale. In una delle peggiori e più difficili, peraltro.


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Re: M5S tradito: c’era una comunità. Ora solo guerra potere

Messaggioda mariok il 26/04/2016, 8:57

Se queste sono le armi con cui ci si illude di bloccare la candidata del M5S a Roma, la Raggi merita ampiamente di vincere.

Chi fa l'avvocato a Roma è ovvio che ha dei rapporti professionali anche con certi ambienti, ma da qui ad accusarla di "essere in affari" con la destra romana ce ne corre.

E poi viene spontaneo chiedersi da quale pulpito viene la predica!

Comunali Roma, Raggi: "Io in affari con la manager di destra? Solo ruolo tecnico". E avverte il Pd
Il quotidiano Libero scopre che la candidata sindaca M5s è stata presidente di una società legata ai fedelissimi di Alemanno e i dem insorgono: "Dopo amnesie su Previti, spunta un nuovo discutibile ruolo che lei ha taciuto. Non era la paladina della trasparenza?". Ma la Raggi ai dem: "Li invito alla cautela"

di SIMONA CASALINI

Comunali Roma, Raggi: "Io in affari con la manager di destra? Solo ruolo tecnico". E avverte il Pd
Virginia Raggi, candidata sindaca M5s a Roma (agf)
"Nello svolgimento del mio lavoro con lo studio Sammarco mi è stato chiesto di svolgere un ruolo tecnico e di rappresentanza per una società cliente dello studio, quale la Hgr, senza percepire alcun compenso... si tratta dunque di una comune prassi professionale, tant'è che sono stata presidente di garanzia per Hgr fin quando la società è rimasta cliente dello studio. Una volta cessato il rapporto io ho lasciato l'incarico. La stessa Rojo infatti la conobbi proprio come cliente dello studio".

Così la candidata M5S a sindaco di Roma Virginia Raggi risponde su Fb agli attacchi da numerosi esponenti Pd dopo la notizia pubblicata da Libero su "Gli affari della Raggi con la manager di Alemanno". Non solo. La candidata M5s avverte i dem: "A chi dal Pd mi attacca in queste ore consiglio cautela. Le state provando tutte, lo capisco, vi sentite sgretolare la terra sotto ai piedi, ma noi non arretriamo di un centimetro. Anzi".

Secondo quanto scrive Libero, Gloria Rojo, azionista di maggioranza della società Hgr, di cui la Raggi è stata presidente, è stata per anni assistente di fiducia di Franco Panzironi, l'ex amministratore delegato di Ama, finito nell'inchiesta di Roma capitale, fedelissimo di Alemanno e suo collettore di finanziamenti, e già condannato a cinque anni per la Parentopoli romana dei rifiuti, le quasi 900 assunzioni sospette, tra cui anche quella della stessa Gloria Rojo.

L'articolo, a firma di Franco Bechis, precisa anche la Raggi "per poco più di un anno, fra l'aprile del 2008 e il settembre del 2009, è stata presidente del consiglio di amministrazione" della società Hgr di Roma, nata nell'ottobre 2007 e oggi in liquidazione volontaria. Aveva 20mila euro di capitale sociale e come oggetto "assunzione di partecipazioni". Ruolo confermato in serata dalla stessa Raggi.

Da qui i numerosi attacchi da esponenti dem: "Dopo le amnesie su Previti, ora la Raggi spunta nel CdA di società vicina ad Alemanno. Perché lo ha taciuto? Cos'altro nasconde? Omertà, omertà", scrive in un tweet Andrea Romano. E Stefano Esposito: "Il quotidiano Libero ci racconta che Virginia Raggi, tra le tante cose del suo passato, ha fatto anche la presidente di un Cda di una società, tale Hgr, il cui azionista di maggioranza era Gloria Rojo, una fedelissima di Panzironi, l'uomo di Alemanno, assurta alle cronache per la vicenda parentopoli in Ama. Prima il silenzio su Previti, ora spunta il Cda della società vicina ad Alemanno. Le amnesie cominciano ad essere davvero troppe da parte del candidato "trasparente" del M5S ... e sempre più la parola che ci viene in mente più spesso, pensando a lei, è omertà".

"Perchè la Raggi ha taciuto questa sua non secondaria esperienza nel giro legato alla destra romana del sindaco Alemanno", si chiede il senatore Pd Raffaele Ranucci, "Che Raggi avesse frequentato studi vicini a Cesare Previti lo avevamo imparato da tempo ma quello che non sapevamo è che fosse stata presidente di un Cda di una società, la Hgr di Roma, che faceva recupero crediti. L'azionista di maggioranza della società era Gloria Rojo, assistente di fiducia di Franco Panzironi, braccio destro di Gianni Alemanno, che poi di recupero crediti la Rojo si è occupata anche nella sua esperienza in Ama".
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
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