Intervista al Mostafa Doulatyar: "Rafforzare sempre di più i rapporti
Il vostro Paese "può svolgere un ruolo più attivo per ridurre le tensioni"
"L'Iran è interessato a pacificare l'Afghanistan"
L'ambasciatore sottolinea l'amicizia con l'Italia
"L'Iran è interessato a pacificare l'Afghanistan" L'ambasciatore sottolinea l'amicizia con l'Italia
L'ambasciatore Dolatyar
ROMA - "Lo scopo della mia visita a Roma è chiaro: Italia e Iran hanno sempre avuto un rapporto di concreta amicizia, che con gli alti e bassi che possono esserci nelle relazioni di tutti gli stati al mondo, si è consolidato sempre di più. Sono venuto a Roma per capire quali sono le strade per rafforzare ancora i nostri rapporti". L'ambasciatore Mostafa Doulatyar è l'inviato che il ministro degli Esteri iraniano Manucher Mottaki ha spedito in Italia per preparare la visita di Franco Frattini a Teheran.
Il governo di Silvio Berlusconi ha compiuto una vera e propria svolta nella sua politica estera, decidendo di avviare un negoziato diplomatico con l'Iran sulla stabilizzazione dell'Afghanistan. Un negoziato che simbolicamente dovrebbe trovare il suo culmine in una riunione convocata a Trieste tra i ministri degli Esteri del G8 e quelli di paesi come Afghanistan, Pakistan, India, Arabia Saudita e appunto Iran.
Ieri l'ambasciatore Doulatyar è stato ricevuto dal ministro Frattini, dal direttore generale per il Medio Oriente Ragaglini e a Palazzo Chigi da un consigliere diplomatico del presidente Berlusconi.
"Nella telefonata di venerdì scorso tra Frattini e Mottaki il vostro ministro ha invitato il nostro a partecipare alla conferenza di Trieste. Noi siamo molto interessati alla stabilizzazione dell'Afghanistan, un'esigenza per tutta la regione e per il nostro paese. Abbiamo due milioni di profughi afgani in Iran, tutti assistiti e sostenuti dal nostro governo. Le idee dell'Italia ci interessano, perché sono quelle di un paese che ha la possibilità di svolgere un ruolo centrale nella grande regione del Medio Oriente e nella nostra regione".
Sull'Afghanistan il governo Berlusconi sta lavorando alla convocazione di questo summit dei ministri degli Esteri del G8 allargato ai ministri dell'area. Forse un cartoncino d'invito formalmente non è ancora partito, ma siete invitati. Verrete?
"Noi siamo molto interessati a questa riunione e soprattutto alla proposta politica dell'Italia a livello regionale in virtù della sua presenza in Medio Oriente, in Libano, in Afghanistan. L'Italia può svolgere un ruolo più attivo per ridurre le tensioni, per sostenere i governi democratici, per creare i presupposti per una maggiore giustizia sociale in Medio Oriente. Il ministro Mottaki è favorevole all'idea di questa conferenza, ma per noi è determinante la qualità del lavoro preparatorio che si farà. Abbiamo visto tante conferenze inutili sull'Afghanistan, tante belle parole ma nessun risultato concreto. Noi invece siamo pronti a dare un serio contributo per la stabilizzazione del paese, per riportare la pace".
Il problema che vi interessa più da vicino è quello del narcotraffico: le bande che attraversano il vostro territorio per trasportare la droga sono veri e propri eserciti.
"In sei anni il traffico di droga dall'Afghanistan è aumentato da 200 tonnellate all'anno ad 8.000. Per l'Iran, che viene attraversato da buona parte di questi traffici, il problema è serio. Nonostante la presenza delle forze straniere in Afghanistan, tutto questo continua. Devo dire che noi non vediamo ancora una volontà seria nel controllo del narcotraffico. Un altro problema dell'Afghanistan è quello del radicalismo e del terrorismo, due fenomeni che si alimentano reciprocamente e vengono sostenuti dai proventi del narcotraffico. Il circolo perverso radicalismo-terrorismo-narcotraffico è sotto gli occhi di tutti, eppure alcuni governi europei si mettono a parlare con alcuni elementi radicali in Afghanistan!".
Presto in Afghanistan ci saranno elezioni.
"Il governo del presidente Karzai sta finendo il suo mandato, gli elettori faranno le loro scelte e noi sosterremo qualsiasi governo legittimo scelto dagli afgani. E' importante sostenere in Afghanistan il governo nazionale, le istituzioni legittime che devono essere rafforzare per poter fronteggiare le sfide imposte dalla gestione del paese".
Ambasciatore, veniamo al rapporto con gli Usa: sarà possibile un dialogo diretto? E quale negoziato sul vostro programma nucleare?
"Dopo l'elezione del presidente Obama il nostro presidente ha mandato un messaggio di congratulazioni. E' stato un segnale positivo, importante, lanciato con intenzioni concrete. Abbiamo fatto di recente un'altra proposta, quella di permettere voli diretti fra Stati Uniti e Iran per permettere ai cittadini dei nostri due popoli di incontrarsi direttamente. Sappiamo che gli Stati Uniti hanno bisogno di tempo, ma siamo fiduciosi in un approccio positivo e realistico alla questione iraniana".
E sul nucleare?
"Sul nucleare l'Aiea conferma che tutte le attività sono svolte sotto il controllo dell'Agenzia e tutte proseguono nel rispetto della legalità internazionale. In queste ore abbiamo avuto il preavvio della centrale di Busher, e anche questo è avvenuto sotto il controllo dell'Aiea".
(v.n.)
(27 febbraio 2009)
http://www.repubblica.it/2009/01/sezion ... atyar.html