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Bazooka

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Bazooka

Messaggioda trilogy il 16/03/2016, 21:24

Penso ci siano due situazioni da tenere distinte. Una è la cosiddetta decrescita come politica voluta a cui aspirare. E' una politica che non condivido.
La seconda è la stagnazione economica involontaria da cui è difficile uscire. Ci sono vari elementi nell'andamento dell'economia globale che indicano che ci sono più problemi di quello che può sembrare a prima vista. Ad esempio gli ultimi dati sul commercio internazionale. Gli scambi in termini di volumi sono sui massimi storici, in termini di valore sono tornati al 2007, indietro di nove anni.'
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Re: Bazooka

Messaggioda franz il 17/03/2016, 8:29

mariok ha scritto:Quanto all'attuale situazione, mi pare abbastanza evidente che il problema non risieda tanto nella capacità e nella efficienza con cui si produce (offerta), quanto nella capacità e nella efficienza con cui si consuma (domanda)

Invece per me il problema, pensiamo all'Italia, è proprio il lato della produzione, la produttività. Da noi ristagna da 15 o 20 anni. Se non cresce la produttività come possono crescere i salari ed i consumi? E quindi perché fare figli in questa situazione? Ma è comunque interessante il concetto di capacità e efficienza nel consumo. Un aspetto a cui si pensa poco. Visti gli sprechi in campo alimentare, una maggiore efficienza comporterebbe, mi pare, un effetto negativo sulla produzione ma consideriamo che importiamo tanto, diventerebbe un effetto positivo sulla nostra bilancia dei pagamenti.
Il confronto tra le due capacità pero' mi pare chiaro. Se non hai abbastanza capacità produttiva non hai nemmeno capacità di consumo (i soldi non crescono sugli alberi). Se la produttività ristagna o cala, calano anche i consumi (ed anche calano i risparmi e cresce l'indebitamento).
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Re: Bazooka

Messaggioda mariok il 17/03/2016, 10:44

Ogni anno buttiamo mezzo quintale di cibo a testa. Sei virtuoso o sciupone? Ecco le mappe
Alla Camera arriva la legge contro gli sprechi alimentari. Ne abbiamo bisogno? Secondo le ultime stime, le famiglie italiane spendono a vuoto 6 euro e 70 centesimi a settimana

17/03/2016
RAPHAËL ZANOTTI

La maggior parte pensa che sia un problema grave, ma quando poi si chiede alle famiglie italiane di calcolare quanto cibo buttano ogni settimana, diventano tutte virtuose: poco, pochissimo, ci stiamo attenti. Non è così.

Questo è quello che si vorrebbe. Che vorremmo tutti. Ma alla fine gli sprechi alimentari, in Italia, costano quasi tredici miliardi di euro l’anno. Il 50% in più di quel che si credeva. Lo ha scoperto l’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market che da tre anni svolge un approfondito sondaggio sulla questione e che per la prima volta ha adottato un sistema di rilevazione innovativo: i Diari di Famiglia. Si chiede alle famiglie di indicare cosa gettano. Ma poi lo si va a verificare davvero, nel bidone. Risultato: il 50% in più di quel che buttiamo, ci sfugge.

http://public.tableau.com/shared/P42K23 ... _count=yes

Una sottostima che ha un costo. Secondo l’Osservatorio ogni settimana una famiglia italiana butta 6 euro e 70 centesimi di cibo. Venti centesimi in più rispetto al 2014. Cosa eliminiamo più facilmente? Frutta e verdura, ovviamente, più deperibili (il 53% dice di buttarla, qualche volta; il 7% spesso, perché si rovina). Ma anche latticini e prodotti caseari spesso vedono più il sacchetto dell’immondizia piuttosto che lo stomaco di qualcuno.

http://public.tableau.com/shared/BWNGYW54D?:display_count=yes

Abbandonando il sondaggio Waste Watcher e addentrandoci sui dati statistici di Eurostat, il sistema statistico europeo, le famiglie italiane buttano qualcosa come 2,7 milioni di tonnellate di cibo all’anno. Il che significa quasi mezzo quintale (45 chili per la precisione) a testa. Neonati compresi. Siamo tra i più spreconi, in valori assoluti. Ma se guardiamo i dati considerando la nostra popolazione, scendiamo a metà classifica, mentre in cima troviamo Paesi che solitamente ci surclassano in altre classifiche: Paesi Bassi, Belgio, Regno Unito.


Ma non è tutta colpa della famiglie disattente, anche se queste hanno un ruolo determinante. In Europa si calcola che il 39% dello spreco alimentare è dovuto alla trasformazione industriale, il 14% alla ristorazione, il 5% alla distribuzione e il 42% al consumo domestico.
Allargando ancora lo sguardo, la Fao calcola che nel mondo si gettino il 30% dei cereali, il 45% della frutta e verdura, il 30% del pescato, il 20% della carne, il 45% del tuberi e radici e il 20% dei prodotti lattiero caseari. In pratica tra i 1000 e i 2600 miliardi di dollari, se si considerano anche i costi “nascosti” e i conflitti che nascono per il possesso della terra e le lotte per il cibo.
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Re: Bazooka

Messaggioda franz il 17/03/2016, 11:30

Già, e che dire poi delle storichze immagini dei trattori che schiacciano gli agrumi, per mantenere alto il prezzo, degli allevatori che versano il latte per protesta contro prezzo bassi e quote latte?
Sono gli stessi che predicano il protezionismo e chiedono dazi per difendersi dalla produzione alimentare di altri paesi, come ad esempio l'africa (vedere il caso dell'olio tunisino).

A livello domestico credo pero' che lo spreco sia anche dovuto ad una errata gestione delle date di scadenza. Spesso e volentieri compi un prodotto ed il giorno dopo scopri che è deperito. E qui occhio e naso non mentono. E quindi lo si butta. Magari una volta con la tradizione culinaria c'erano sistemi per riciclare il prodotto in altro modo (torta o altro) o lo si dava al maiale. Speso le date di scadenza sono corte perché il venditore vuole tutelarsi. Contemporaneamente si fanno "offerte convenienza" che consistoni in grandi quantità. Alla fine butti la metà ma anche se mangi il prodotto due o tre giorni dopo la scadenza ufficliale è ancora buono (se occhio e naso confermano).

Un miglioramento in questo campo (sprechi) non vedo come sia direttamente connesso alla crescita. Vero che se risparmi comprando meno cibo (perché non lo sprechi) hai piu' soldi in tasca per comprare altro. Ma avremo un comparto (agro-alimentare) che vede una diminuzione del suo fatturato ed altri comparti che crescono. Il PIL pero' secondo me rimane lo stesso. Il PIL cresce quando c'è incremento di produzione di valore aggiunto. Questo traina salari e poi consumi e risparmio.
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Re: Bazooka

Messaggioda mariok il 17/03/2016, 12:39

franz ha scritto:Vero che se risparmi comprando meno cibo (perché non lo sprechi) hai piu' soldi in tasca per comprare altro. Ma avremo un comparto (agro-alimentare) che vede una diminuzione del suo fatturato ed altri comparti che crescono. Il PIL pero' secondo me rimane lo stesso. Il PIL cresce quando c'è incremento di produzione di valore aggiunto. Questo traina salari e poi consumi e risparmio.


Sempre e comunque il dio PIL! Non è tutto, c'è anche dell'altro, come il fatto che è immorale buttare il cibo mentre c'è gente mal nutrita.

Oltre l'aspetto etico, non è sana un'economia che si regge grazie agli sprechi. Prima o poi i nodi vengono al pettine ed appena cambia il vento i consumi vanno giù drasticamente, come è avvenuto con l'ultima crisi, che ha visto calare anche e soprattutto i consumi alimentari.

Quanto ai rimedi, non credo che con una legge (l'articolo non ne parla, anche se lo si accenna nell'occhiello) tipo quella francese, che obbliga i supermercati a dare il cibo in scadenza alle organizzazioni benefiche, risolve il problema.

E' l'intera filiera che in alcuni casi va ripensata e razionalizzata. Credo, per esempio, che la cosiddetta "liberalizzazione" di Bersani del commercio al dettaglio (che in realtà ha liberalizzato solo i piccoli, mentre ha lasciato a regioni e comuni poteri "di pianificazione" per i grandi, senza affrontare minimamente il problema di una giusta e sana concorrenza) ha distrutto un intero tessuto commerciale, facendo impennare i prezzi (anche se la colpa è stata data all'euro) ed incrementando gli sprechi.
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Re: Bazooka

Messaggioda franz il 17/03/2016, 13:21

mariok ha scritto:Sempre e comunque il dio PIL! Non è tutto, c'è anche dell'altro, come il fatto che è immorale buttare il cibo mentre c'è gente mal nutrita.

Il PIL non sarà tutto ma è un ottimo termometro del benessere. Anche indici "alternativi" non è che hanno sconfessato il PIL. I primi sono sempre quelli. Il problema del cibo buttato non è immorale se è scaduto. Sarebbe immorale dare cibo scaduto ai poveri, caso mai. Qui da me molti supermercati offrono il prodotto che scade domani al 25% ed il prodotto che scade oggi al 50%. Se uno sa di consumare in giornata o di poter congelare, compra e risparmia. Non mi sembra che l'economia occidentale si "regga grazie agli sprechi". Solo che per una giusta legge di mercato, l'offerta eccede sempre la domanda. E deve farlo. È giusto che sia così. Sarebbe grave il contrario. Spero sia chiaro il perché ma se non lo fosse sono sempre disponibile a discutere.
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Re: Bazooka

Messaggioda trilogy il 18/03/2016, 17:59

bazooka inglese....

(ANSA) - LONDRA, 18 MAR - Gli inquirenti britannici hanno ottenuto un mandato di arresto europeo per cinque banchieri sospettati nell'ambito dello scandalo sulla manipolazione dell'Euribor. Lo riferisce il Financial Times online, precisando che quattro dei ricercati sono in Germania e sono ex funzionari Deutsche Bank (Andreas Hauschild, Joerg Vogt, Ardalan Gharagozlou e Kai-Uwe Kappauf) e uno in Francia, Stephane Esper, ex trader di Societe Generale. I 5 dovrebbero essere processati a settembre a Londra con altri 6 imputati di Db e Barclays.
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Re: Bazooka

Messaggioda franz il 21/03/2016, 10:16

Visto che il tema degli sprechi si è sviluppato qui (come sottoramo dell'ottimizzazione del consumo) metto qui questo testo.


Dal frigo al cassonetto: il cibo che buttiamo via vale 13 miliardi all'anno

Il 43% degli sprechi avviene in casa. Il record alle Isole. E lungo la filiera vanno persi alimenti per un valore di altri cinque miliardi ogni 12 mesi

di CATERINA PASOLINI

Dal frigo al cassonetto: il cibo che buttiamo via vale 13 miliardi all'anno
ROMA - La pattumiera è la nostra cattiva coscienza e una possibilità di riscatto. Racconta di noi, popolo di spreconi che compra troppo, consuma male e non sa riutilizzare il cibo cucinato. In quel bidone in cui ogni famiglia brucia 348 euro all'anno, gettando anche un chilo di pane o verdure a settimana, è nascosto un tesoro che vale 13 miliardi di euro. Cui ne vanno aggiunti altri cinque: è il valore degli alimenti persi lungo la filiera, nel viaggio dai campi alla nostra tavola.

Diciotto miliardi di euro: tanto valgono i 15 milioni di tonnellate di cibo perduto ogni anno. E sotto accusa sono soprattutto i privati cittadini: il 43% del cibo viene buttato via nelle nostre cucine. Secondo un'indagine del Politecnico di Milano, in Italia lo spreco di alimenti avviene infatti per il 21% nella ristorazione; seguono la distribuzione commerciale (15%), l'agricoltura (8%), la trasformazione (2%).

Quasi la metà dunque si "perde" e va a male nelle nostre case. E i distratti sono soprattutto i giovani, dicono i dati di Waste Watcher, l'osservatorio sugli sprechi dell'università di Bologna che da 15 anni monitora il problema tra iniziative e progetti che hanno portato anche alla legge per facilitare le donazioni di aziende e industrie, appena approvata alla Camera.

Il lavoro di Waste Watcher racconta un Paese diviso. Il record negativo va infatti alle Isole, dove ogni famiglia getta nella spazzatura alimenti per 7,4 euro a settimana. Seguono il Centro con 7,2 euro e il Sud con 6,8 euro. Nel Nord Ovest, ogni nucleo butta via in media cibo per 6,3 euro, e il Nord Est è il più virtuoso con "solo" 6,1 euro. Un trend confermato dal sondaggio di Ipsos per Save the Children: tra chi confessa di buttare più spesso i cibi andati a male ci sono infatti i cittadini di Sicilia, Calabria, Umbria. Lombardia, Sardegna e Veneto le regioni più virtuose.

Perché si getta il cibo? I motivi cambiano a seconda della latitudine, stando a un'indagine Lmm-Swg. Abruzzesi, pugliesi, calabresi e campani ammettono di aver cucinato troppo e calcolato male gli acquisti. Le confezioni troppo grandi che invitano a esagerare sono la giustificazione invocata da veneti e umbri. Sardi ed emiliani imputano gli sprechi ad abitudini alimentari e acquisti sbagliati mentre in Liguria a far riempire troppo il carrello è "la paura" di non avere scorte sufficienti. A Roma, lo spreco è addebitato a difficoltà organizzative: si fa la spesa una volta alla settimana e il cibo non regge.

"I dati in questo campo vanno presi con giudizio: sono spesso frutto di questionari che risentono di un margine di soggettività", spiega Andrea Segrè, professore all'università di Bologna, fondatore di Last Minute Market e Waste Watcher, consulente anti-sprechi del ministero dell'Ambiente. "Abbiamo scoperto - aggiunge - che molte cifre vanno riviste. Facendo tenere diari puntuali alle famiglie, è venuto fuori che si getta via il 50% in più di quello che si pensa. Ecco perché gli 8,4 miliardi di euro stimati nella pattumiera domestica diventano almeno 13".

E in effetti nel mondo dei dati c'è grande confusione: solo per fare un esempio, se il Comune di Milano parla di 450 euro all'anno persi a famiglia, una ricerca di Adiconsum Lombardia e Cittadinanzattiva invece ne calcola 162. "Per vincere la battaglia - esorta Segrè - la cosa certa è che la legge nel passaggio al Senato va arricchita da campagne di educazione alimentare nelle scuole, visto che sono le famiglie a sprecare di più".

"Siamo un Paese a due velocità, dentro e fuori casa: lasciamo marcire gli alimenti in frigo perché non guardiamo la scadenza, ma allo stesso tempo siamo capaci di organizzare una lotta agli sprechi che coniuga volontariato e solidarietà", commenta il ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti, che l'anno scorso su Repubblica annunciò la legge. A dimostrarlo, le tante esperienze pubbliche e private lungo la Penisola: dalle mense scolastiche milanesi che consentono ai bambini
di portare a casa la merendina, al pasticciere napoletano che regala sfogliatelle ai poveri. Da industrie e ipermercati che regalano l'invenduto all'esperienza del Banco Alimentare, che raccoglie donazioni in tutt'Italia e sfama 1,5 milioni di persone per il tramite di 8mila enti.
http://www.repubblica.it/economia/2016/ ... ef=HREC1-2
[quote][/quote]
Nota: si tratta pur sempre del 1.3% di tutta la spesa delle famiglie italiane in un anno. Se pero' selezioniamo solo la spesa alimentare, siamo attorno al 9%, che è tantissimo. Rispetto al comparto alberghiero/ristorazione gli sprechi rappresenterebbero il 6.5% dei loro consumi. Vero che si butta tanto pane. Quello comprato nei supermercati il giorno dopo tipicamente è immangiabile. Ho imparato a farlo io in casa. Mi dura due o tre giorni, come minimo.
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Re: Bazooka

Messaggioda mariok il 01/04/2016, 11:02

La crescita infelice

29/03/2016
MASSIMO GRAMELLINI

Per Marcel Fratzscher, un economista tedesco non allineato al pensiero unico, quando una minoranza di persone si arricchisce ai danni di tutte le altre, il prodotto interno lordo dell’intero Paese peggiora. A prima vista sembra una banalità: se pochi ricchi rastrellano il rastrellabile e la maggioranza dei consumatori ha sempre meno soldi in tasca e tantissima paura di spenderli, chi può ancora permettersi di comprare frigoriferi, maglioni e telefonini, alimentando la fantomatica Crescita? Invece gli economisti tedeschi di sistema si sono scagliati contro il tapino, sostenendo che i suoi dati (peraltro desunti dall’Ocse, non da Disneyland) sono sbagliati e le sue conclusioni abborracciate. Perché è vero che anche in Germania i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri più poveri, ed è verissimo che il risanamento dei conti pubblici lo hanno pagato il ceto medio immiserito e i giovani disoccupati o sottopagati. Ma lungi dal mortificarla, l’aumento della disuguaglianza e dell’infelicità collettiva ha fatto bene alla signorina Crescita. Infatti il reddito pro capite è in salita, seppure a scapito di tre tedeschi su quattro, che come nella storia dei polli di Trilussa si ritrovano abbondantemente sotto la media.

Mi guardo bene dall’entrare in queste dispute tra scienziati. Ma se anche i rivali di Fratzscher avessero ragione, un sistema economico che cresce sulla pelle di tre quarti della popolazione e trova degli economisti disposti a menarne vanto senza proporre uno straccio di alternativa, sancisce il passaggio definitivo dal capitalismo al sadomasochismo.
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Re: Bazooka

Messaggioda trilogy il 01/04/2016, 12:27

Quello studio a cui fanno riferimento è debole per trarne conclusioni generali, perché l'allargamento della forbice tra ricchi e poveri è determinato pressoché interamente dall'investimento in immobili.
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